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Le Bizzarre Avventure di Risa e Simona

<<Ma la'azazel, il riscaldamento globale distruggerà questo paese prima che possano farlo i Demoni.>>

Il sole battente rendeva insopportabili il lungo vestito da suora di Risa Dascira, così come la giacca scura di Simona Paldim, ma nessuna delle due aveva intenzione di cambiarsi... o di trovare un posto più al fresco. 

<<Sarà anche caldo quanto l’Inferno... dobbiamo proseguire. Non ho nemmeno bisogno di lanciare una moneta.>>

Del resto, erano in quella campagna per trovare ed uccidere un Diavolo Accusatore. 

30 ottobre 2020

Persino i loro occhi superumani da Giudici non vedevano molto di distante. Solo prati e fattorie per chilometri e chilometri... nemmeno un segno di distruzione. Eppure, avevano ricevuto informazioni certe che un Demone si trovasse in quella zona. 

Con Zedel rimasta in città ad occuparsi di un altro caso, stava a loro liberarsene. Non avevano alcun dettaglio sul nemico, e nemmeno una posizione specifica. Potevano solo camminare nell’erba. 

Lo fecero per ore. 

A Simona questo non piaceva. <<Giuro che se la temperatura sale di un solo grado, io->>

<<Ferma qui.>> interruppe Risa. 

Avevano quasi raggiunto una fattoria abbandonata... ma in mezzo al loro cammino, c’era un ‘filo’.  

Non un filo buttato lì per caso... un filo teso ad un metro di altezza. Molto lontani, a destra e a sinistra, i due pali a cui era legato, e sembrava che dietro la fattoria ci fosse un terzo palo a tenerlo. In altre parole, quella era una ‘recinzione’ triangolare intorno alla fattoria, anche se non avrebbe tenuto niente e nessuno fuori... serviva, più che altro, a delineare il territorio. 

<<Hyah!>> Simona spezzò il filo con un colpo di mano. 

<<...non era proprio necessario. Questa è proprietà privata.>>

<<Mi annoio! E comunque dovremo entrare, no? Se fossi un Demone, mi nasconderei proprio in una fattoria abbandonata.>>

<<...sì, questo è vero. Andiamo.>>

Si addentrarono nell’area delimitata dal filo. L’unico edificio rimasto di quella fattoria, una baracca impolverata, era immerso nel silenzio. Ma questo era solo vero dell’edificio. 

Nel giardino c’era una persona seduta su una sdraio. 

Un uomo di mezz'età, in quello che sembrava un pigiama, stava suonando la chitarra. E seppur stonato, cantava. <<Every time I see you falling... I get down on my knees... and pray.>>

Simona fu la prima ad avvicinarsi, dopo aver ricevuto il consenso di Risa con uno sguardo. <<Buongiorno, signore. Siete piuttosto bravo. Che cos'è?>>

<<I'm waiting for that final moment, you say the words that I can't say.>> continuò lui, senza nemmeno alzare lo sguardo. 

<<...signore? Scusate. Avremmo biso->>

Ancora non reagì. Ma le sue dita che tenevano il plettro sembrarono contorcersi. <<Every... time... I see... you falling... I get down... on my knees... and. Pray.>>

Risa lo fissò a distanza, e lanciò una moneta. <<Allora... avete visto Demoni, da queste parti?>>

<<I... am waiting for that final moment->>

In qualche modo— per qualche motivo— quel plettro gli volò via dalle mani, e una corda della chitarra si spezzò. 

Con la fine della sua canzone, il silenzio divenne davvero assoluto, finché non riprese a parlare. 

<<Buongiorno, signore. Cosa fate in questa fattoria sperduta?>>

<<Eh, dicevo, avevamo bisogno->>

<<No, quella è la domanda sbagliata... hey, una di voi due sa dirmi perché i 'tombini' hanno sempre la forma di un 'cerchio'?>>

<<...huh?>>

Una domanda che lasciò entrambe perplesse... nessuna delle due aveva mai visto l’altra così confusa. Non percepivano nemmeno una ‘minaccia’... quell’uomo era rimasto seduto, con la chitarra ancora sulle gambe, e il sorriso sul volto. 

<<Se non riuscite a rispondere... avete già ‘errato’. Questa domanda... ‘perché i tombini hanno sempre la forma di un cerchio’... la domanda veniva posta da un’azienda americana durante i colloqui di lavoro, per testare la capacità di rispondere in fretta, quando ci sono multiple risposte corrette.>> Le indicò con aria di sfida. <<Quindi? Cosa ne pensate? Questa è la vostra ultima occasione.>>

Questa fu la frase che le fece preoccupare. “Ultima occasione...? Ma che...?”  si disse Simona. “Quest’uomo... è un ‘Demone’ o no?!” 

Risa, invece, semplicemente lanciò un Chiodo. 

L’uomo non si mosse... sarebbe più giusto dire che fu mosso. 

Il suo corpo, come se tirato da una forza invisibile, volò nell’aria fuori dalla sedia, e schivò l’attacco. Questa ‘forza’ poi sembrò svanire, e lui crollò sull’erba come una marionetta senza fili. Nemmeno a questo reagì... se non con il sudore che cominciò a scendergli per la faccia. 

<<Hahhh...  be’, visto che non sapete rispondere... vi dirò cosa ne penso io... il motivo per cui i tombini hanno la forma di un cerchio... è che ciò che è ‘rotondo’ è più facile da spostare, ed installare e rimuovere... tutto, in pratica. Possono rotolare e il peso è distribuito equamente. Per questo, senza alcuna legge od ordinanza, quasi tutta l’umanità ha scelto di costruire tombini con la forma più ‘comoda’. Questo è il più grande vizio dell’umanità... il desiderio per la ‘comodità’.”>>

Solo quando ebbe finito il suo discorso cominciò a mettersi in piedi, con molta fatica. 

<<...mi piacciono le cose comode.>> rispose Simona, assumendo la sua posa da battaglia.

...allora l’uomo perse il suo sorriso. <<Peccato. Ditemi... voi due avete rotto la ‘recinzione’ intorno a questa fattoria, non è vero? La recinzione a forma di ‘triangolo equilatero’... l’avete aperta per entrare qui, vero?>>

<<Equilatero...?>> ripetè Risa. 

<<Immagino non ve ne sarete nemmeno accorte. Per questo non posso davvero darvi la colpa... e comunque, non avrei potuto tenerlo qui per sempre. E voi... siete venute qui apposta per un ‘esorcismo’, no? Forse avete una chance.>>

<<Di che sta’ parlando?!>> gridò Simona. 

Un’aura colorata si manifestò alle sue spalle... e l’uomo cominciò ad innalzarsi nell’aria. <<...il suo nome è Flauros. La sua debolezza sono i ‘triangoli equilateri’. Senza ‘triangoli’... non riuscirete nemmeno a->>

Boom

Improvvisamente, il suo petto esplose. 

No— fu il suo cuore ad esplodere, con tanta forza da distruggere tutto intorno a sé; persino obbligando le due Giudici ad indietreggiare per evitare quelli che erano ormai diventati proiettili. 

Ogni parte del suo corpo sopra la vita fu fatta a pezzi, lasciando solo le gambe a cadere nel giardino. E gli occhi... gli Occhi rimasero sospesi nell’aria, all’interno di quella ‘aura’. 

Quella luce verde... che presto prese forma umanoide, una forma estremamente precisa. Alti tacchi ed una lunga gonna; un largo corsetto e due spalline rotonde... e la testa, unica parte non più umana, ricordava più quella di una pantera... con sopra un cappello a cilindro. 

Gli Occhi strappati al cadavere si piazzarono fermamente nella “testa”, e un grigno si formò. <<Quindi sareste state voi a liberarmi? Quell’umano... valeva quanto una scoreggia in una stanza serrata... ma ha fatto davvero un ottimo lavoro, intrappolandomi.>>

<<Flauros!>> chiamò Risa. <<Simona, non avvicinarti!>>

L’altra Giudice nemmeno si diede il tempo di ascoltare. In un secondo, apparve di fronte al Demone, e colpì con un pugno abbastanza potente da generare una folata di vento... si aspettava l’avrebbe ucciso istantaneamente. Invece gli passò attraverso. 

<<Ah. Un altro nemico intangi->>

<<Simona! Allontanati! Può ancora attaccarti!>>

<<Huh?>>

Ecco, gli ‘Occhi’ rimasti intatti — furono quelli ad attaccare. Si mossero da entrambi i lati in una rotta parabolica, e colpirono la Giudice su entrambe le guance. 

Fu come essere colpiti da due palle da tennis. Il suo naso fu schiacciato e ne uscì sangue. 

<<C... cosa...>>

<<SIMONAAAAA!>>

Risa tirò tutti i Chiodi, mirando solo e soltanto a quei due Occhi. Il Demone volò all’indietro, tenendoli al sicuro, e anche le Armi Sacre gli passarono attraverso senza ferirlo. Non che Risa si aspettasse altro: aveva già capito le abilità di quel nemico. Voleva soltanto farlo allontanare da Simona, accanto a cui poi corse per controllare le sue ferite. 

<<...è tutto a posto. Mi ha solo... presa di sorpresa.>>

<<Non devi sottovalutarlo. Questo... è il Granduca Flauros.>>

Flauros sembrò reagire con gioia all’essere riconosciuto. <<Ah, tu... allora, questa è chiaramente una ‘Giudice’ ebrea... e tu, a giudicare da quell’abito e quei Chiodi, devi provenire dal Vaticano. Quale di voi due sia la peggiore minaccia, mi chiedo...>>

Detto questo, smise di muoversi completamente, come se concentrato a pensare... avrebbe persino chiuso gli Occhi se non ne fossero rimasti solo i bulbi.

<<...ascolta, Simona.>> disse Risa <<Questo è Flauros, ed è immune ad ogni cosa, inclusi i Sigilli. È intangibile a tal punto dal non essere affetto dalla gravità; persino la luce gli passa attraverso.>>

<<...? Ma è comunque visibile...?>>

<<Non lo stai davvero ‘vedendo’. Flauros emette un’aura che l’anima percepisce fino a credere di ‘vederlo’. Dall’altra parte... questa percezione è il suo metodo per vedere tutto il mondo. È tecnicamente cieco, ma questo, in pratica, significa poco.>>

<<Okay... e quegli Occhi?>>

<<Sì, quelli puoi ferirli e usarli per afferrarlo. Come ogni essere vivente, è indebolito dall’essere ferito, ma anche distruggerli non è abbastanza per ‘eliminarlo’.>>

<<...quindi è invincibile? Dovremmo filarcela?>>

<<No. La sua debolezza, descritta da Re Salomone nell’Ars Goetia, sono i ‘triangoli’... specificatamente, i ‘triangoli equilateri’.>>

<<...equilateri?>>

<<Sì, quelli con ‘tre lati uguali’. Gli oggetti a forma di ‘equilatero’ possono toccarlo ed attaccarlo. Se riusciamo a farlo entrare in un ‘triangolo’, diventerà tangibile e costretto ad obbedire a qualsiasi nostro ordine, incluso quello di tornare all’Inferno.>>

<<E questo dev’essere il momento in cui mi riveli di aver portato con te dei proiettili a forma di triangolo proprio per questa eventualità...>>

<<...hah. Lo ricorderò, la prossima volta. Ma dovrei essere capace di disegnare la forma nel terreno.>> Si inginocchiò e prese un coltello. <<Riesci a buttare gli Occhi, i suoi intendo, qui?>>

<<Se la domanda è ‘riesci’ la risposta è ‘sì’! Tu rimani pure a disegnare le tue forme!>>

La Giudice si avvicinò con un salto e tese il braccio verso gli Occhi. 

I quali in quel momento si mossero di nuovo, così come la bocca di Flauros. <<Ho deciso! MUORI PRIMA TU, CAVALIERE!>>

Come una scheggia, passò oltre Simona, lasciandola sbigottita, diretto verso Risa. 

<<...morire? No, credo questa battaglia sia già decisa.>>

<<Ah-!>>

Flauros riuscì a fermarsi in tempo. Prima di entrare nel triangolo nel terreno. 

<<...che stupido. Naturalmente, hai già cominciato a disegnarli.>>

<<Lasciami pensare... non importa se stai toccando il terreno, no? Visto che non sei affetto dalla gravità... basta che un triangolo circondi parte di te... in verticale... o in orizzontale.>>

Bastarono le sue dita. Bastò rimanere dov’era, e formare un triangolo equilatero con le dita, e guardare il Demone attraverso esso. La sua ‘testa’ adesso era ‘entro i confini del triangolo’, e questa volta fu troppo lento. Con la sola fronte, Risa lanciò un Chiodo nell’area vulnerabile. 

Gli Occhi non furono nemmeno sfiorati, ma la testa di pantera sì, ed una parte di essa fu tagliata e si dissolse senza sangue. 

<<AAAAAAA- GIUDICE!! AVEVO RAGIONE... SEI LA PRIMA MINACCIA DA ELIMINARE!>>

Una ferita del genere poteva a malapena rallentarlo. I due Occhi di Flauros si mossero come prima, come due armi lanciate in una parabola precisa che non avrebbe lasciato scampo. Ma non diretti alla faccia, o ad organi importanti, ma alle mani. 

“Adesso sa che possiamo renderlo vulnerabile creando anche solo un triangolo a distanza con le nostre dita. Per questo il suo obiettivo primario sarà toglierci l’uso delle mani.” ragionò Risa “Le sue uniche armi sono quei due Occhi. Pericolosi, ma non possono ‘tagliare’ o ‘perforare’. Sono soltanto oggetti scagliati ad alta velocità. Hmm... sì, può decisamente rompermi le mani, se le colpisce alla perfezione. Quindi, non potrò lasciarglielo fare...!”

Senza rompere il triangolo delle sue dita, Risa si gettò a terra. Non riuscì, però, ad evitare del tutto gli Occhi: colpirono le sue spalle. Nonostante ciò, evocò un altro Chiodo, e, sempre con la fronte, lo sparò verso Flauros... il quale lo schivò spostando la testa. 

<<Hah! Pensavi ci sarei cascato due volt->>

-il Chiodo sparito alle sue spalle tornò indietro, creando un altro buco nella sua testa. 

<<-eh...?>>

<<FLAUROS!!!>> gridò la voce di Simona sopra di lui.  

Ecco cos’era successo, capì il Demone. La Giudice Italiana con il triangolo ancora intero, e la Giudice Ebrea aveva intercettato il Chiodo che lui aveva schivato, e l’aveva lanciato un’altra volta con il rimbalzo. Ed ora stava per colpirlo... con una forza che sarebbe potuta essere schiacciante. 

<<Ahhhh! Alle spalle! Due contro uno! State rompendo ogni regola! Imbroglione, imbroglione, imbroglione—!>>

Prima di essere colpito una terza ed ultima volta, Flauros fuggì verso l’edificio. I suoi Occhi fluttuanti lo seguirono. 

<<Ma io le regole le rispetto! Il mondo delle regole è il mondo in cui vivo! Vi sconfiggerò senza dover ricorrere a trucchi, ma usando ciò che ho a mia disposizione!!>>

C’era una cosa che Flauros, pur rimanendo invulnerabile, poteva toccare ed utilizzare. 

Il cadavere dell’uomo ancora lì per terra volò all’improvviso verso le due Giudici. 

Risa si abbassò, e fece uno scatto verso il Demone. Allo stesso tempo, Simona fermò il corpo a mezz’aria. 

<<Che mancanza di rispetto, persino verso i morti...>>

Non poté dire altro... perché scoprì il vero attacco di Flauros. 

I due Occhi volanti apparirono da dentro il corpo, e si schiantarono sul petto di Simona. 

“—quando... li ha nascosti al suo interno...?!”

Due proiettili, due schegge... gli occhi sono composti per il 99% da acqua, ma quelli sembravano essere acciaio...!

Una spalla di Simona fu perforata. Risa nemmeno si accorse dell’attacco alla sua compagna, troppo concentrata a correre verso Flauros. E una volta che lo ebbe raggiunto... un altro triangolo con le sue sole dita. 

<<Basta così!>> annunciò il Demone <<Non farai più nulla del genere, Giudice! Osserva! Il mio controllo su ogni parte di quel corpo è assoluto!>>

Una goccia di sangue si sollevò dal pavimento e formò una lama, che ferì l’indice sinistro e il pollice destro di Risa. 

<<Ah!>> gridò, mentre il triangolo si rompeva. 

Quelle gocce rosse... decisamente, anche da sole, erano una minaccia. 

Risa lanciò un chiodo e le prese in pieno. In quanto sangue, bagnarono l’Arma Sacra... e quando quella volò via, a distanza di chilometri, le portò con sé.

<<Oh? Interessante. Hai rimosso il sangue dal campo di battaglia...>> disse Flauros <<Ma dimmi... quando rievocherai il Chiodo, il ‘sangue’ tornerà con esso? Oppure si separerà, non essendo parte dell’Arma evocata?>>

<<...ti piacerebbe saperlo, hm?>>

Purtroppo, la prima risposta era vera. Come era successo con Jacob e la sua Spada, rievocare l’Arma avrebbe evocato anche il sangue. Risa ora non poteva più riprendere quel Chiodo. Ne aveva solo due, anche se il Demone non lo sapeva. 

—si accorse di un esteso rumore acuto alle sue spalle. I due Occhi si diressero verso di lei e li schivò.

Flauros sembrò sorpreso. <<Hey, aspetta un->>

Gli Occhi gli volarono attraverso, ruppero una finestra, attraversarono l’edificio, e si schiantarono fuori, dall’altro lato... trascinando il Demone. 

Allora Simona apparve accanto a Risa, respirando a fatica e tenendosi la spalla. <<Ho... lanciato i suoi Occhi con tutta la forza che mi era rimasta... così tanto che quando ha provato a controllarli, è stato lui ad essere controllato, ed obbligato a seguire la loro traiettoria...>>

<<Ci hai dato un secondo di pausa. Letteralmente, se i miei calcoli sono corretti, abbiamo solo un secondo prima che torni qui. Idee?>>

<<Non sono io quella delle idee. Però...>>

<<Huh?>>

<<...okay, chiamami stupida se quel che sto per dire è stupido.>>

<<Prima devi dirlo...>>

Simona le lanciò qualcosa... un piccolo pezzo di plastica...? No...

<<...un plettro?>>

<<Quell’uomo stava suonando la chitarra. Per terra è pieno di questa roba.>>

<<Simona, cosa pensi possiamo farci con un plettro?!>>

<<Io non lo penso. Penso che lui lo pensasse, però. Ascolta... quell’uomo non era un cretino, no? Aveva già intrappolato Flauros con una recinzione ‘triangolare’. Siamo noi le cretine, visto che l’abbiamo liberato.>>

<<Certo, ma questi plettri non sono triangolari! Sono...>>

<<Sono simili, no? Secondo me, quell’uomo voleva lasciarci un messaggio. Voleva sapessimo che ha una seconda debolezza, o che i ‘plettri’ con questa forma sono efficaci quanto i ‘triangoli equilateri’.>>

<<...ah! Certo! I plettri spesso hanno una forma ben precisa... il ‘Triangolo di Reuleaux’!>>

<<Ecco, ora puoi supportare le mie intuizioni con la tua saggezza...>>

<<Il Triangolo di Reuleaux... prende il nome dallo scienziato tedesco Franz Reuleaux! Una forma usata in macchinari e chiese, ma soprattutto... contiene un triangolo equilatero!>>

<<Quindi...>>

<<...Simona. Ricordi la domanda che ci ha fatto, quell’uomo?>>

<<Quella sui ‘tombini’?>>

<<Esatto. Il motivo per cui i ‘tombini’ hanno forma circolare, è che il cerchio possiede una ‘curva ad ampiezza costante’... la sua ampiezza, il ‘diametro’, è identica in ogni direzione, e questo impedisce al tombino di cadere nel bico... ma un’altra forma con questa qualità è il Triangolo di Reuleaux! Hai decisamente ragione! Ci stava inviando un messaggio...>>

Proprio in quel momento, Flauros riuscì a ritornare da quel lato dell’edificio, urlando un bizzarro grido di battaglia. <<ORYOOOOOOOOOOOOO!>>

<<...e non possiamo sprecare i suoi sforzi!>>

Con la stessa forza che userebbe per lanciare i Chiodi, Risa lanciò i plettri. Una dozzina, tutti attraversarono il corpo intangibile del Demone. 

Tutti lo penetrarono, tutti lo tagliarono. 

<<Co-cosa... come... avete fatto...?>>

Flauros rimase immobile. La gravità non aveva alcun effetto su di lui, quindi non crollò. Semplicemente... smise di muoversi a mezz’aria. 

<<...wow. Ha funzionato davvero.>> notò Simona. 

<<Phew. Nemmeno io ne ero così certa, sai...>> sospirò Risa. Poi si fece indietro. <<...non perdiamo altro tempo. Aiutami a fare un triangolo nel terreno, e facciamola finita.>>

<<N-no... non...>> cercò di lamentarsi il Demone. <<Non rispeditemi all’Inferno...>>

<<Oh, stai zitto.>> Simona nemmeno lo guardava quando gli parlava... troppo occupata a fissare l’orizzonte. <<Huh, già tramonta. Spero Zedel non si preoccupi se non ci vedrà tornare presto...>>

Risa si rimise in piedi dopo aver finito di tracciare il triangolo nella terra. <<Torneremo presto, infatti. Un perfetto equilatero che circonda Flauros... adesso obbedirà a ogni nostro ordine.>>

<<Maledette... Giudici...>>

<<...addio, Flauros. Non è stato facile, ma... ti abbiamo sconfitto.>>

<<Hahhhhh... maledette...>>

<<ED ORA... IN QUANTO TUO MAESTRO... FLAUROS, IO TI ORDINO, VAI ALL’INFERNO!!!>>

<<AAAAAAAAAAAAAA—>>

Il Demone gridò mentre veniva attratto al terreno... e, lentamente, scomparve attraverso il prato. 

Al vedere questo, Risa rimase sconcertata. <<...è... andato...?>>

Simona era altrettanto confusa. <<Dimmelo tu. È così che si va all’Inferno?>>

<<...AAAAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!>>

La sua voce... la sua voce era ancora lì. E risuonava per tutta l’area. 

Risa si inginocchiò di nuovo. <<Ma che...? Il triangolo... è rotto. C’è dell’acqua, e ha spostato la terra... come ha fatto...?!>>

<<HO SEGUITO IL TUO ESEMPIO, PRESO UNA PROVERBIALE FOGLIA DALLA TUA PAGINA, GIUDICE! HAHAHA!!!>> Continuava a ridere... come se avesse ‘vinto’. <<TU HAI SACRIFICATO UN CHIODO. E IO HO SACRIFICATO UN OCCHIO. L’HO DISTRUTTO, SCHIACCIATO, RIDUCENDOLO IN ACQUA. MA ANCHE COME ACQUA, NE MANTENGO IL CONTROLLO!>>

<<...quindi, non eri mai davvero costretto ad obbedirci. Ma anche in quel caso... eri troppo debole per muoverti!>>

<<E QUI HO SEGUITO L’ESEMPIO DELLA TUA AMICA! MI HA INSEGNATO CHE NON SOLO IO POSSO TRASCINARE I MIEI OCCHI... MA ANCHE I MIEI OCCHI POSSONO TRASCINARE ME!!! E ORA NON MI RESTA CHE ATTENDERE QUI, CHE TORNI LA MIA FORZA...>>

<<...se questo è il tuo piano.>> lo interruppe Simona <<Non avresti dovuto rivelarlo.>>

Cominciò a prendere a pugni e calci il terreno... a scavare giù alla velocità del suono, per esporre il nascondiglio del Demone. 

Dopo pochi secondi, ne intravide l’aura. <<Eccoti!>>

<<ASPETT->>

Senza esitare, scagliò un altro plettro, trafiggendolo. 

<<NO!!! NON VI LASCERÒ VINCERE!!!>>

Prima di essere colpito ancora, Flauros fluttuò via... all’interno dell’edificio. Il suo ultimo nascondiglio. 

<<Andiamo! Non ci sfuggirà->>

<<Simona! Ferma!>>

Per una volta si fermò in tempo... prima di mettere il piede su ‘quel punto’... dove si trovava l’acqua. E in ‘quel momento’, l’acqua formò una stalagmite verso l’alto... una punta che avrebbe potuto forare il piede, e forse la gamba, di Simona. 

<<...ah.>>

<<Devi stare attenta. Per quanto sia debole, un trucco ben piazzato può essere la tua fine.>> disse Risa <<Ma... forse siamo fortunate. Ho un’idea per un attacco finale. Prendi tutti i plettri.>>

La seguì senza dire altro. Le due corsero all’interno dell’edificio... sembrava avere tre o quattro stanze, in totale. Un bagno, una camera da letto, una cucina, ed una sala da pranzo. 

In nessuna di queste trovarono o sentirono Flauros. 

Risa si fermò nel bagno. <<...hmmm, immagino nemmeno l’uomo ci abbia pensato.>>

<<Di che parli?>>

<<Non posso spiegare ora. Se vedi qualsiasi cosa di sospetto, attacca.>>

La Giudice aprì l’acqua nel lavandino, chiuse il tappo, e lo riempì di sapone. 

<<...fatto. Ora, Simona, dimmi... quale sarebbe il modo migliore per attaccarci, in questo momento?>>

<<Huh? Be’... Flauros potrebbe apparire da qualsiasi parte, no? Sopra, sotto...>>

<<Ma ancora dovrà recuperare energie... ha bisogno di farsi ‘trascinare’ dagli oggetti che possiede.>> disse, prendendo uno dei plettri dalle sue mani. <<D’altra parte, però, non può permettersi di non tenerci d’occhio... perciò, sai dov’è ovvio che si trovi?>>

E detto questo... Risa mangiò il plettro. 

Subito Flauros uscì dal suo corpo gridando. 

<<...naturalmente, nascosto dentro noi stesse.>>

Simona lanciò i plettri rimasti, ma Flauros ignorò il dolore. Era infuriato come non mai, ed attaccò immediatamente Risa, chiamando a sé l’Occhio rimasto. Si schiantò sulla guancia della Giudice Italiana, facendole sputare sangue. 

Il Diavolo Accusatore urlò ancora. <<MI HAI DAVVERO ROTTO LE PALLE!!!!! MUORI E BASTA!!!!!!!>>

<<...ecco, ‘questo’ è il mio attacco finale. La tua presenza in questa stanza è la tua stessa ‘fine’.>>

...nemmeno se ne accorse, Flauros, ma un attimo dopo, un buco si era formato nel suo petto. Ed uno nel suo stomaco. Ed uno nella sua fronte. Niente di fatale, come sarebbe stato per un umano... ma ancora, continuava a prendere danni. E non capiva il perché. Non capiva cosa lo stesse colpendo. 

<<A— ACK- CHE COS... CHE COSA STAI FACENDO...?!>>

<<Guardati meglio intorno, idiota.>> rispose Risa, afferrando e rimuovendo l’Occhio <<Acqua e sapone. Bolle di sapone. L’intera stanza ne è piena, e si stanno aggregando. Sai cosa significa?>>

<<Aggregati... di bolle...>> Sì, uno di questi ‘aggregati’ gli passò attraverso... e lo ferì di nuovo. Erano davvero quelli ad attaccarlo. <<I triangoli... d-dove sono...?>>

<<...quando quattro bolle di sapone si mettono insieme, al centro formano un tetraedro. IL TETRAEDRO DI REULEAUX!! CAPISCI, FLAUROS? NON UNO, MA QUATTRO TRIANGOLI EQUILATERI ALLA VOLTA!!! NON AVRAI PIÙ NEMMENO LA FORZA DI PENSARE!>>

<<A... ahhh... non...>>

“...non è possibile... io, il Granduca Flauros, sconfitto?! No. NO. Inaccettabile! Queste Giudici... mi hanno ingannato, preso alle spalle, hanno barato, barato, barato...! Ma ha ragione... sono tanto ferito da non poter fare assolutamente nulla... nemmeno lasciarmi trascinare via, e non ho più armi...”

“Ah... eccola lì, gli attacchi dell’altra Giudice... ‘Simona’, l’ha chiamata... è così potente... se non ci fosse stata lei, avrei...”

“...o forse... forse... hahaha... sarà proprio lei a permettere di vincere.”

Ci mise un solo istante. Il pugno di Simona, diretto verso Flauros... cambiò direzione. Persino Simona stessa sembrò sorpresa, ma ancora di più lo fu Risa, che fu colpita dritta in faccia e spinta verso il muro. 

<<Ma che- scusa! Ha... preso controllo del mio corpo...!>>

<<...hehehe.>> rise Flauros <<Avresti dovuto assicurarti di ripulire il tuo braccio quando i miei Occhi l’hanno ferito, Giudice. Anche solo due gocce di sangue rimaste nella tua spalla sono abbastanza per controllarla! DISTRUGGI QUESTE ORRIBILI BOLLE! OOORYOOOOOOOOO!>>

Mentre lui gridava, obbligava il braccio di Simona ad allontanare le bolle di sapone, e distruggere il lavandino. <<H-hai ragione... avrei dovuto farlo prima... ma meglio tardi che mai!>> Ora immersa nell’acqua, lei usò l’altra mano per pulirsi la ferita nella spalla. 

Ma a questo punto, Flauros era già riuscito a trascinarsi via, e Simona occupata a controllare come stesse Risa. 

<<—o-ow.>> mormorò la Giudice Italiana <<Mi... hai fatto male, sai...?>>

<<Ho detto scusa! Ahh, quel Demone... lo distruggerò, lo rimanderò all’Inferno con tutte le ossa rotte...>>

<<...non sforzarti troppo. Se non riesci... basta che lo tieni occupato. Ho un... ultimo piano.>>

<<Non era questo l’ultimo piano?! E non riesci nemmeno ad alzarti!>>

<<Ci riuscirò. E questo è l’ultimissimo piano... perché sarà quello ‘vincente’. Ora VAI! Non permettergli di sfuggirti, Simona Paldim!>>

Lei sorrise, e fece un saluto. 

Corse nella sala da pranzo adiacente... ed eccolo lì. 

<<Sfuggire? E chi vuole sfuggire?>> grignò Flauros <<Finalmente, un duello secondo tutte le ‘regole’. Uno contro uno... puoi davvero sconfiggermi da sola, Giudice?>>

<<...se pensi che lasciandomi sola io sia meno pericolosa... non hai capito davvero che tipo di persona io sia.>>

I due combattenti immobili, ai due lati della stanza. Fissandosi. Un Occhio ed un plettro, entrambi capaci di infliggere un colpo fatale per la sola forza dei propri tiratori. La ‘distruzione’ stessa, pronta a volare al primo movimento, ad eliminare ogni cosa tra un corpo e l’altro. 

Il vento fischiava e le stelle ormai splendevano nel cielo. Che sera terribile che sarebbe stata per morire. 

Uno che sarebbe sceso all’Inferno, ed una che sarebbe ascesa al Paradiso. Ma nessuno dei due disposto a perdere. 

—qualcosa si mosse. 

Plettro ed Occhio si incrociarono. 

Il plettro mancò il bersaglio. 

<<HA!>>

L’Occhio fu schiacciato in una pozza d’acqua. 

<<Yésh!>>

La casa intera esplose. 

Dall’enorme incendio, solo un’aura uscì. 

<<Hahhhh... c’è mancato poco, ma...>> ansimò Flauros, essenzialmente privo di forze <<Per fortuna, quando mi stavo nascondendo dentro il corpo di ‘quella donna’, e ha attraversato tutte le stanze... ho pensato bene di accendere il fornello del gas... non ero certo che funzionasse ancora, ma...>>

Guardò le rovine crollanti della casa. Non si muoveva niente di vivo. Soprattutto, nessun essere ‘fisico’ sarebbe potuto sopravvivere a ciò... e se anche ci fosse riuscito, ormai sarebbe bloccato tra le macerie e le fiamme...

Così, dando le spalle all’edificio, alzò lo sguardo alla luna. 

<<Hahaha... hahaha... HAHAHAHAHA! Il destino stava dalla mia parte... il Granduca dell'Inferno, Flauros! La mia determinazione ha sconfitto le due Giudici! Questo mondo... quest'umanità... SONO TUTTI MIEI—>>

<<Non muoverti.>>

<<—huh?>>

Ci provò. Flauros ci provò con tutte le sue forze, a muoversi. 

Ma il comando di quella voce lo aveva completamente congelato. 

<<N-no... non è possibile...>>

Era apparso solo ora? Oppure se ne sarebbe potuto accorgere prima e fuggire? Non aveva idea di 'quando' l'avessero fatto... ma in quel momento, l'ombra di un triangolo circondava il corpo di Flauros. 

<<Pfft. Ora... chiedimi come ho fatto.>>

Anche senza girandosi, Flauros poteva percepire intorno a sé. E quella voce...

<<P-PALDIM... SIMONA... C-COMEEEEEEEEE?!>>

Simona non si mosse. Nonostante il fuoco che ricopriva il suo corpo, non si mosse. Dal secondo piano dell'edificio, continuò a tenere le braccia estese, e le mani nella forma del triangolo. <<...sei stato tu a permettermelo, ovviamente.>>

<<La luce emessa dall'incendio...! Ma anche tu, adesso, sei ricoperta di fiamme!>>

<<Queste? Non sono niente... e di certo riuscirò a ricacciarti all'Inferno prima che raggiungano le mie mani!>>

<<Bastarda... COME OSIIIIIII?!>>

<<Zitto.>>

<<———...!>>

<<Hehehe. Mi piacerebbe molto tenerti come mio obbediente animaletto... ma non potrei essere certa che feccia come te rimanga al proprio posto! È IL TUO MOMENTO, GRANDUCA FLAUROS! VAI ALL'INFE->>

CRACK

Quel suono...

Era il suono della fine... di quelle assi di legno. 

Il sostegno dei piedi di Simona si spezzò in due... e Flauros riprese a sorridere. 

<<HA! Sembra che davvero... IL DESTINO STIA DALLA MIA PARTE!>>

<<No!>> La Giudice fece del suo meglio per mantenere il triangolo <<Vai all'Inf->>

Non ci riuscì. L'intero secondo piano finì a pezzi, e lei cadde con esso. Anche se le sue mani fossero rimaste nella forma del triangolo, non era più in una posizione da cui poteva proiettarne l'ombra. 

Mentre ancora cadeva, Flauros chiamò a sé ogni parte del ‘cadavere dell’uomo’ rimasta, ogni goccia d’acqua o sangue, ogni pezzo di carne. <<SIMOOOOOOONA! IN UN SECONDO POSSO COLPIRTI MILLE VOLTE! TI RIDURRÒ IN POLVERE! MUORIIIIIIII!>>

<<Santa pazienza.>> mormorò una voce in Italiano. <<Flauros. Fermo.>>

—e si fermò precisamente dov'era, a metà attacco. 

Poi un calcio di Risa Dascira si scaraventò sulla sua schiena, gettandolo a terra. 

<<...sono arrivata in tempo.>>

<<Cosa?! Il mio corpo... come fai a toccarmi?! Come fai a darmi ordini?!>>

<<Davvero non ci arrivi? Hai dimenticato il primo, più grande triangolo in cui sei stato intrappolato?>>

<<...la recinzione?! L'hai riparata?! Come... ti ho lasciata tra le macerie! Come sei riuscita a sfuggire ed arrivare fino a lì senza che me ne accorgessi?!>>

<<Sfuggire? Quello è stato facile. Un incendio non è niente per un Giudice di Dio. E quanto ad aggirarti... ho rubato l'idea di un amico. Ho evocato i miei Chiodi uno dopo l'altro, e li ho usati per camminare nell'aria, cinque o sei metri sopra di te.>>

<<No... non così! Io, Flauros, Granduca Infernale, non sarò->>

<<L’hai già detto. Seduto.>>

Flauros si sedette sul terreno, non senza lamentele. 

<<Bravo, piccolo. Simona, hai qualcos'altro da chiedergli?>>

<<Come no.>> La Giudice afferrò il Demone dalla testa, e lo guardò negli occhi morti. <<Ti ricordi quel suono che hai fatto prima?>>

<<H-huh? Grido... intendi...?>>

<<Quel 'grido'. Voglio sentirlo di nuovo. Fai quel suono un'altra volta.>>

<<...o... oryooooooo...!>>

<<Quello. Mi è piaciuto molto. Mi ha ispirata. Ho inventato un grido come quello.>>

Risa si mise accanto a lei. <<Ah, sei finalmente riuscita? Allora avrai bisogno di qualcuno su cui sperimentare... Flauros, tu vuoi sentirla?>>

Flauros sembrò rimpicciolirsi. <<P-per favore... non...>>

<<Dici che vuoi sentirla.>> ordinarono entrambe allo stesso momento. 

<<...v-voglio sentire... il tuo grido di battaglia.>> pianse. 

<<Ah! Beh, fatti indietro, Risa.>>

<<È tutto tuo.>>

Flauros, per quanto provasse, non poteva chiudere gli occhi. 

Una raffica di pugni piovette sul suo corpo. 

<<DAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAIDAI——HALASH!!>>

L'ultimo colpo lo lanciò via. Ma non ebbe nemmeno il tempo di toccare terra. 

<<...go to hell.>> ordinò Risa, mettendosi in posa accanto all’altra Giudice. 

Senza che potesse nemmeno gridare, Flauros si dissolse nel nulla. Si ritirò, almeno per il momento, dal mondo degli umani. 

Quella non fu certo la fine delle loro avventure... ma almeno per quel giorno, furono fiere di essere sopravvissute. No... non solo di essere sopravvissute, ma di aver ‘vinto’, completamente vinto



<<...quindi, che cos’è successo, esattamente?>> chiese Zedel al vederle ricoperte di sangue, sapone e ustioni.