logo

Un’Altra Storia di Angeli

8 giugno 2020

Quello fu il giorno in cui capitai nel posto giusto, al momento giusto. 

Questa città è meravigliosa di sera — molto più appropriata per una passeggiata, rispetto al giorno. Poche ore dopo la discesa del sole, le strade si liberano quasi del tutto, quasi come fa il cielo. Non una persona e non una stella, e rimani da solo in un buio affievolito dai lampioni. Da solo, e nel silenzio... di solito, almeno. Se quella sera dell’otto giugno ci fosse stato silenzio, non avrei nulla da raccontare. Ma il primo segno che ci fosse qualcosa di strano fu la puzza. 

Un terribile odore di uova marce fluiva nell’aria. La prima volta che l’avessi mai sentito nelle mie, in verità poche, camminate da quelle parti. Anche se non molto forte, mi stava rovinando l’umore. E mi distrasse, a tal punto che quasi rovinai quella perfetta occasione. 

O forse fu proprio per via di quell’odore che alzai gli occhi al cielo? E che vidi quella scia scattare nell’oscurità... quell’unica stella cadente? 

Tappandomi il naso, risi leggermente. “Ah, è il momento di un desiderio...?” pensai “Beh... ci sono tante cose. Tanti problemi... tante cose che non so... ah! Certo... il mio desiderio è di avere ‘risposte’ a ciò che non so.”

Ed immediatamente dopo aver espresso la mia richiesta, rimisi gli occhi sulla strada. Solo che... non ebbi nemmeno il tempo di fare ciò, prima di sentire l’esplosione. 

—devo essere il più grande idiota della storia, per aver confuso quella figura con una stella cadente. 

—sarà stata la sua luce. 

No, quello era, e per quanto fosse improbabile non avevo alcun dubbio, un uomo appena saltato giù dal soffitto di uno dei vicini palazzi... palazzi da una decina di piani, intendo. E si era schiantato in quel cortile. Come potevo resistere la possibilità di andarlo a vedere? 

Potevo eccome. Perché, inizialmente corsi verso la più vicina apertura nel muretto che lo circondava, ma una volta quasi arrivato mi accorsi che, naturalmente, c’era qualcuno. Me ne accorsi in tempo solo grazie alle loro voci. 

<<Come hai fatto a farti mordere il collo?! Non osare alzarti.>>

<<Felice di vederti, Alexander.>>

Mi fermai, e subito abbassai perché non potessero vedermi. Non osavo dare nemmeno un’occhiata oltre quel muretto, e perciò potevo solo ascoltare. Riconobbi quattro o cinque voci distinte... ma non avevo idea di cosa stesse accadendo lì. A dire il vero, ancora oggi non posso dire con sicurezza di sapere. Colsi però lo scambio più importante:

<<Proprio così. Il mio vero nome è Arsalene, ma tutti mi chiamano Arsalan.>>

<<Sei davvero un angelo... sei stato mandato qui a salvarci direttamente da Dio, non è così?>>

Il termine “angelo”... dimmi, tu, se dovessi sentire questa conversazione, come lo interpreteresti? Ho pensato che questo ‘Arsalan’ fosse un tipo davvero gentile! Come un angelo. La sua voce sembrava supportare questa teoria... dolce come miele. “Angelo”, non era una parola così stravagante da usare. Eppure mi indusse a tentar di vedere quest’uomo. 

Per mia fortuna, era il più vicino al muretto che mi dava riparo; ma gli stava anche dando le spalle, perciò non vidi il suo volto. Vidi solo i suoi capelli rossi, sporchi di polvere e terra come i vestiti, bianchi ma rovinati... e questi due colori, e quella sua condizione, mi permisero di riconoscerlo: era davvero lui, la stella cadente. Era stato lui a creare quell’enorme cratere nel pavimento, e forse anche quel crollo nel muro del palazzo. 

...a proposito di quel muro, in quel momento ne uscì un altro uomo. Un vecchio prete ancora più malandato, con la faccia praticamente a pezzi e il resto del corpo ricoperto di ferite ancora aperte. Nonostante questo stato, peggiore di quello di un cadavere, lo vidi scattare in piedi e mettere un braccio intorno al collo di una ragazza. Questo, almeno, mi era chiaro: la stava prendendo in ostaggio. Lei terrorizzata, lui ridente, e tutti gli altri sull’attenti. Come se avesse vinto una battaglia, esultò in una voce stridula: <<Sì, penso proprio che ora me ne andrò in città. Riprenderò ad eliminare gli infedeli, e Rhoda potrà guardarli esalare i propri ultimi respiri! E non ci induca in tentazione, ma ci liberi dal male! Am->>

Quello che credo fosse un verso del padre nostro, furono le sue ultime parole. Perché la sua testa esplose in un istante. 

Esplose, ho detto. Non ci fu niente a farla esplodere, esplose da sola. Gli altri tre presenti non lo toccarono nemmeno, né ci fu un pezzo di muro che sfortunatamente crollò addosso al vecchio; e posso anche confermare che il suo corpo non smise di funzionare a causa delle ferite. No, no, no... esplose. Spontaneamente. 

Subito mi ritrassi di nuovo nel mio nascondiglio. Anzi, di più, mi sedetti sul freddo marciapiede, terrorizzato dallo schizzo di sangue e cervella che avevo appena visto. Ma devo ammettere: nemmeno in questo momento connessi l’evento apparentemente soprannaturale al termine che avevo sentito prima, anche perché la paura mi stava rendendo impossibile il ragionare. Nemmeno sentii quel che stavano dicendo. Tutta la tensione presente in quel cortile scomparve subito dopo, mentre io ci misi qualche minuto a calmarmi. 

Quando ripresi ad ascoltare... la prima cosa che sentii fu il suono di una porta che veniva chiusa. Poi, il numero di voci era diminuito ancora di più. 

Adesso dovrò reiterare che questi eventi, e in particolare questa conversazione, sono assurdi, ridicoli, ed improbabili, ma completamente veri. Questo è, parola per parola, ciò che le due persone in quel cortile si sono dette. 

<<Quando si tratta di demoni, non ci si può permettere che ci siano innocenti in giro.>>

<<...demoni. Se non l’avessi visto con i miei occhi, penserei stessi scherzando. Sei un cacciatore di mostri o cosa?>>

<<Ah, tu - non hai idea di cosa sia un giudice. Sì, essenzialmente sono un cacciatore di mostri.>>

<<Esistono i vampiri?>>

<<Non che io sappia.>>

<<E Arsalan è un angelo, giusto?>>

<<Per qualche motivo non ne sembri sorpresa.>>

Pensai, all’inizio, di aver sentito male, ma no. Stavano parlando di demoni, di averne visti con i propri occhi, e avevano detto che quell’Arsalan era un vero e proprio angelo. È stupido il non sospettare che qualcosa di soprannaturale stia accadendo dopo aver visto una testa esplodere da sé, ma cominciare a crederci a causa di una conversazione? Decisamente. Infatti per me quella conversazione fu solo l’inizio, l’insinuazione del sospetto — ciò che avevo visto lo irrobustiva, e ciò che feci dopo lo confermò

Per mia fortuna, quella ragazza chiamò l’altra voce per nome e cognome (chi parla in questo modo, nel reame dei mortali?), e così mi fu data la sua identità: Jacob Aiagon. 

Quella sera, fuggii a casa poco dopo, e persi le tracce di Jacob Aiagon. Anzi, dovetti sforzarmi per ricordare quel nome. Ma una volta che lo ebbi segnato... ci misi poco a confermare quel che credevo. Quell’uomo, Aiagon, era sempre con Arsalan. E i due parlavano dei propri affari segreti... piuttosto apertamente. 

Arsalan, dalle vesti solo bianche, era decisamente il suo Angelo Custode. Un giorno lo vidi far apparire dal nulla una spada, rilucente come il sole. Un altro giorno vidi Aiagon inciampare e cadere, ed Arsalan, dall’altro lato della strada, apparire istantaneamente accanto a lui per afferrarlo. Non ci misi molto a rimuovere ogni semblanza di dubbio. Con il tempo, vidi il suo gruppo di amici espandersi, e Aiagon cominciò a girare insieme a due giovani suore, e due donne ebree. 

Finalmente smisi di spiarli, perché lo ritenni confermato. Avevo avuto la conferma dell’esistenza degli angeli. 

E ora, questo, dove mi lasciava? 

A casa mia, innanzitutto. 

—pur avendo ricevuto questa scoperta del divino, dovevo tornare a casa, da mia moglie e mio figlio, e vivere la mia vita. 

9 giugno 2020

La mattina dopo, sono distratto dal mio ininterrotto flusso di coscienza quando vedo i primi movimenti di Claudine sotto le coperte. 

<<Buongiorno.>> le dico con un sorriso. 

<<Mmhh... già sveglio...?>> chiede lei, ancora essenzialmente priva di coscienza. 

<<...sveglio? Sì... mi sono svegliato presto.>> rispondo. E subito sorrido. Dopo tutte quelle ore senza sonno, pronunciare quella bugia non è altro che divertente. 

...hm, una bugia. 

È un peccato, no?

...che cosa ne penserebbe il mio angelo? Anzi, che cosa ne sta pensando in questo momento, visto che certamente è seduto sulla mia spalla, e mi sta osservando? 

Vorrei poterlo chiedere... vorrei poter parlare con il mio custode... è stato con me tutta la vita, e non ho mai nemmeno sentito la sua voce...

<<Hey, angelo.>> sussurro <<Puoi sentirmi?>>

<<Hai detto qualcosa...?>> domanda Claudine, con gli occhi di nuovo chiusi e rivolta dall’altro lato. 

Io sospiro. <<No. Vado a prepararti un caffè, e poi svegliare Felix.>>

Come raramente faccio, mi alzo per primo. Come ho promesso, scendo in cucina ad accendere il caffè. Sono rimasto solo, con il rilassante rumore della fiamma bassa, ora. 

<<...puoi sentirmi?>> ripeto, stavolta come se stessi parlando con qualcuno poco vicino a me <<Guarda. So che esisti... parlo con te, angelo custode. Sei qui sulla mia spalla, no? Ho visto un angelo di nome Arsalan. Aveva un corpo. Perché lui aveva un corpo e tu no? Comunque, vorrei poterti parlare. Di sicuro... lo preferirei all’averti qui, ad osservarmi, senza che io possa nemmeno percepirti.>>

...non c’è reazione. Solo... quel rilassante rumore. 

<<Devi davvero ignorarmi...? Non potresti... darmi un segno? Qualsiasi cosa. Un messaggio, in qualsiasi forma. Voglio... devo davvero sapere...>>

—ah, cazzo, sto bruciando il caffè. 

Vabbè. Non importa. Se non vuole parlarmi, rifletto mentre porto due tazzine in camera da letto, mi accontenterò. Sto forse esagerando? Del resto, visto quanto poco nascondevano le proprie conversazioni Jacob Aiagon ed Arsalan, di sicuro non sarò stato il primo a fare questa scoperta...

...no, certo. 

Si potrebbe anche dire... che esiste una certa organizzazione... una certa “assemblea” di persone che possedeva già questa informazione. 

14 giugno 2020

<<...insomma, padre, sono rimasto convinto di avere un angelo custode sulla spalla.>>

Il prete, seduto nel confessionale, mormora tra sé e sé prima di alzare di nuovo la voce. <<Gli Angeli Custodi non sono letteralmente presenti sulle nostre spalle, sa->>

<<Non è quello il punto! Le sto chiedendo cosa fare al riguardo!>>

<<Uh... quindi, vuoi aiuto ad entrare nella nostra comunità...?>>

<<È quello che vorrei sapere. Le ho detto il fatto! Sono certo di avere un angelo custode ed un demone qui con me! E mi stanno osservando! Ora cosa devo fare?!>>

<<...beh, sì, venire qui in chiesa con regolarità sarebbe un buon inizio, e... sai cosa ti dico, hai una bibbia in casa tua?>>

<<Se la prenderà se uso un sito web?>>

<<Assolutamente, per quanto mi riguarda puoi->>

<<Intendevo l’angelo.>>

<<...no, non si offenderà. Ecco, prendi quella bibbia su internet, ed apri una pagina a caso.>>

<<Huh? Perché?>>

<<Perché per un uomo potrà essere una pagina a caso, ma sarà Dio a scegliere dove cadrà la tua mano... o cosa selezionerà “l’algoritmo”, immagino... e ti invierà così un messaggio.>>

<<...quindi mi sta dicendo di chiedere a lui?>>

<<Certo. Chi altri potrebbe avere la risposta?>>

Chi altri...?

Va bene, allora. Il primo sito che trovo, compilatore dell’intera bibbia, ha un pulsante che dice “capitolo a caso”. Esattamente quello di cui avevo bisogno, e non esito a premerlo—

Salmo 91

“Colui che risiede nel posto segreto dell’Altissimo

Rispetterà sotto l’ombra dell’Onnipotente

Dirò del Signore, “Egli è mio rifugio e mia fortezza;

Mio Dio, in Lui riporrò la mia fiducia.

Egli darà ai Suoi angeli la responsabilità su di te,

Di mantenerti sulla tua retta via.

Nelle proprie mani ti reggeranno,

Così che non inciampi nella pietra con il tuo piede.

Con lunga vita lo soddisferò,

E gli mostrerò la Mia salvezza.”

...ancora una volta, con le informazioni ricevute, non so proprio cosa fare. 

18 giugno 2020

Sono tornato nel luogo di quell’incredibile incontro, a più o meno lo stesso orario. Il muro è ancora in pezzi, come se a nessuno importasse di ripararlo... almeno hanno ripulito il sangue e non si sente più quella puzza. Ma guardando in basso... anche il cratere, creato dalla caduta di quell’angelo, è ancora presente. 

Mi inginocchio per analizzarlo, per toccarlo con le mie mani. Più lo osservo, meno sembra davvero essere un cratere... certo, gli angeli sono incorporei, non dovrebbero avere un simile impatto sul terreno. Quindi... questo...

...mi sembra di vederlo battere le ciglia. 

27 luglio 2020

Un risveglio molto peggiore, quando Claudine non è nel letto accanto a me. Come ci siamo detti ieri, lei e Felix sono usciti presto per fare una visita al medico. 

Forse sarei riuscito ad alzarmi per preparare la colazione e salutarli, se mi fossi addormentato prima questa notte... anzi, se non avessi ore ed ore di sonno arretrato...

...mi fa male la testa. 

Scendo a prepararmi la colazione, e poi, annoiato, stanco, apatico, decido di fare un salto in bagno. 

Ah, che imbarazzo... ma questo è parte della mia routine settimanale, ormai. Una cattiva abitudine che ammetterò di aver preso solo negli ultimi anni, da quando Claudine sembra non desiderarmi più. 

Con la casa vuota, dopo uno snack, entro nel bagno e chiudo la porta a chiave. Il gabinetto cigola sotto di me... la tavoletta è in punto di smontarsi, la dovrò riparare di sicuro... ma lo ignoro, sperando che regga ancora, e prendo il mio telefono. Questo, penso tutti debbano sapere, è essenzialmente tutto il tempo libero che ho per me stesso, perciò non voglio sentire critiche. 

...che giorni, anzi, che vita di stress. 

Ma... ah... almeno per ora... posso avere questa sensazione di piacere, di godimento che mi fluisce per il corpo, senza-

—qualcosa mi sta osservando. 

—non c’è nessuno nella stanza, ma io lo so. 

È sulla mia spalla. 

12 settembre 2020

<<Non è possibile che tu non lo veda!>>

<<John... n-non so di cosa parli...>>

Claudine scrolla le spalle per liberarsi. Mi faccio indietro, ma... come fa a non capire? Sono davvero l’unico a poterlo percepire? Tutti hanno un angelo sulla spalla! Tutti ne sono ignoranti! Che cosa posso fare...?

<<Non importa se tu non lo vedi. Io lo vedo. L’occhio dell’angelo, e ormai ho capito... quando disapprova di ciò che faccio.>>

Sembra allibita, e ci mette qualche secondo a rispondere. <<È per questo che ti sei licenziato?! Perché... a Dio non piaceva il tuo lavoro?!>>

<<No! Non Dio! All’angelo! Dio è... non so, in Paradiso o su una sedia. È l’angelo che mi guarda!>>

<<...va bene... l’angelo... e ti ha detto che lavoro vorrebbe che tu faccia?>>

<<...no. Non mi parla.>>

<<Non ti...>>

<<Non è quello il problema! Non gli devo chiedere il permesso. So trovare un lavoro, Claudine!>>

<<Lo spero per te! Ti manterrò quando ci sarà un buon motivo.>>

<<...non devi... preoccuparti.>>

Claudine... povera Claudine, non posso nemmeno più parlarti a pari... come se io fossi un umano e tu una scimmia, tu semplicemente non sai, non vedi, non percepisci quel che percepisco io... perciò, anche se volessi spiegarti, non potrei. 

La conversazione non può che finire qui, con lei che se ne va, infuriata. 

...faccia pure. Pensi quel che vuole... è dell’angelo il vero giudizio. 

21 settembre 2020

Mi siedo all’interno di un cerchio di sale, e fisso l’orologio, attendendo l’ora esatta... sono le tredici e dieci. Di fronte a me, una bacinella di acqua santa, e dietro di me, un piccolo cero. 

Ho sentito che questo è l’unico rituale capace di catturare un angelo. Non mi resta che provare. 

Tredici e undici. Comincio a recitare i versi del Libro di Enoch. 

<<E il Capo dei Giorni sedeva sul trono della Sua gloria, e gli angeli e il giusto in piedi intorno a Lui. Ed un grande tremore mi invase, e la paura prese il controllo di me, e i miei lombi crollarono, e i miei reni dissolti, e caddi->>

<<Che stai facendo...?>>

...ah, Claudine. È già tornata? Sono solo le tredici e dodici. Perché mi guarda in quel modo? È meglio rimanga lì sul ciglio della porta, almeno.  

<<Uh? Sto chiamando il mio angelo.>>

<<C-cosa... ancora con questo angelo...?>> mormora, una mano sul muro, l’altra sul proprio stomaco. 

<<Fai silenzio, o si offenderà ancor prima che possa chiamarlo. Per favore, puoi->>

<<...voglio andarmene.>>

Innervosito, chiudo il libro. <<...andartene?! Spiegati meglio. E smettila di sussurrare...!>>

<<Voglio il divorzio, John.>> 

—che cosa ha appena detto? 

Il divorzio? 

La fine... del nostro matrimonio? 

No. 

Idiota. Cosa stai facendo? 

<<Claudine... non puoi...>>

<<Non voglio sentire le tue scuse. Me ne vado, oggi.>>

Così infuriata... sembra quasi che...

...no, lo vedo chiaramente. Un’aura maligna. Un’aura di emozioni negative... il suo demone che alimenta e assorbe la sua negatività! 

Claudine non sa cosa sta facendo. Non ha il controllo delle sue azioni. E non sa che ci sta osservando. Il suo angelo... il mio angelo! Il suo occhio sulle mie spalle! Entrambi saremo giudicati! Il divorzio?! Che cretinata! Che schifezza! Non posso lasciartelo fare, Claudine! Obbligarmi ad un tale peccato?! Non essere egoista!

<<Ah! John, lasciami!>>

Non sai che ci sta guardando, Claudine?! Non sai che sentono tutto?! Smettila di parlare! Smettila di dimenarti! Smettila di pensare a queste cose! Non sai niente! Dovrò pensare io a proteggerci entrambi! 

<<Jo... John... per favore...>>

Per favore tu, Claudine, rimani a terra. Pulirò dopo. Ma per ora non posso essere qui con te, perché se l’angelo dovesse vedere il tuo peccato... ah, tu non hai visto quella stella... per favore, Claudine, rimani dove sei. 

<<Bastardo! Ti ho detto di lasciarmi!>>

Slap

Sento un improvviso dolore alla testa. Il rosso sul pavimento raddoppia. 

<<Cazzate come questa sono il motivo per cui me ne vado! Se ti fai vedere un’altra volta ti denuncerò! E Felix viene con me... non è al sicuro con suo padre.>>

Perché... perché sta accadendo questo...? Non riesco nemmeno a muovermi, non riesco nemmeno a piangere. Ma perché? Perché all’improvviso ha scelto di andarsene? Da un giorno all’altro... Claudine, che tanto amavo, che tanto amava me...

...e poi capisco. 

L’angelo...

È il sale sul pavimento, è la bacinella d’acqua... è perché ho provato a liberarmi del mio angelo che sto venendo punito. 

Proprio mentre sento il rumore di Claudine e Felix che se ne vanno (so già che non li vedrò mai più), comprendo il mio peccato. E mi pento. 

Non mi ribellerò più. 

14 ottobre 2020

Come? Come?! Come mi osserva?!

Mi siedo tra i pezzi infranti di ogni quadro, ogni statua, ogni, ogni occhio ed ogni cerchio nella casa e lancio il martello sul muro. Crea una crepa. È lì?!

Continuo a sentirlo! Non ha forma fisica, eppur mi guarda! E la conoscenza, il sapere di essere osservato, mi paralizza, mi impedisce di lavorare, di uscire di casa, di muovermi, di agire. Di certo... non potrò far nulla finché non me ne sarò liberato. Non di lui, ma del suo occhio. 

Distruggo le serrature delle porte e dei cassetti, i piatti e le ciotole, i vasi e ogni spiraglio al Paradiso. Non basta a rimuovere questa sensazione... sulla mia spalla...

...ah...

...certo... come ho fatto a non pensarci prima...?

Riprendo il martello che ho così stupidamente gettato via. Era ovvio dove si trovasse l’angelo, e dunque, era ovvio dove si trovassero i suoi occhi. 

Nella mia anima, nella mia mente, nella mia testa. I suoi occhi, nella mia testa. 

Con questo martello, caverò—

15 ottobre 2020

<<È fortunato, in un certo senso.>> dice il dottore <<Le ferite al sinistro non sono troppo profonde. Guarirà presto. Quanto al destro... ci metterà un bel po’, se mai guarirà.>>

<<...il sinistro...? Un segno...>> rispondo, sbattendo le palpebre per verificare. 

<<Un segno? Oh, di sicuro un segno lo lascerà.>>

<<Sulla spalla sinistra siede il demonio. Deve significare che non ho ancora finito di liberarmene.>>

<<Ah, capisco. Be’, la purificazione spirituale non richiede rimuoversi nessun organo o altre parti del corpo.>>

...davvero, ha detto questa cosa? Perdonalo, angelo mio, qualcuno dovrebbe mostrargli Matteo 5, no, fargli ingoiare il Vangelo intero, e spingerlo per la sua trachea finché non soffochi. Ma non io, ahimé... sono troppo debole in questo momento... forse al mio prossimo esame potrò dargli la tua buona notizia. Forse potrai dargliela tu stesso. 

Per ora mi limito a stringergli la mano, salutarlo ed andarmene. Mi è stato fornito un bastone, ma lo getto nel cespuglio più vicino. Non ho bisogno di nient’altro quando ho con me un custode, giusto? 

Certo... il mio angelo custode mi proteggerà...

...quindi, proteggimi... da tutti questi occhi...

Ogni persona che incrocio per strada... un altro angelo, un altro demone... due, duecento, duemila occhi...

Ma tu... sì, lo so che tu mi proteggerai... distruggerai ogni nemico... mi circondino come api o fuoco, tu sarai la mia salvezza... perché sei invincibile. 

Nessuno può sconfiggerti, angelo. 

<<...giusto, padre? Mi proteggerà da ogni cosa.>>

<<Ce... certo. Dio è sempre con te.>>

<<Dio non l’ho mai visto, padre. Ma l’angelo sì. Ho visto quella stella con i miei occhi.>>

<<...l’hai visto? Quando? Gli angeli non si rivelano agli umani.>>

<<Provi a girarsi. È proprio lì. È sempre con lei, dietro di lei.>>

<<Te l’ho detto, per quanto ci provi, nessuno può—>>


<<...oh.>>


30 novembre 2020

Tra il rosso sopra e il giallo sotto, il bianco s’innalza nell’aria. 

<<Aah... aahhhh...>>

Il mio corpo, ormai praticamente fissato al letto, si contorce mentre le grida lasciano la mia bocca. 

<<Lo... hai gradito, angelo...? L’hai... preso tutto?>> chiedo debolmente. E prego, prego di essere riuscito ancora a soddisfare il mio signore. Sono il suo umano, e lui il mio custode. È solo giusto che soddisfi i suoi bisogni. Ma non sento nessun piacere da parte sua. 

Sento solo il peso dei suoi occhi farsi più pesanti. Mi sbagliavo, prima. 

Due milioni di occhi, e sono tutti i suoi. Ogni centimetro del mio corpo... hahhh... ogni angolo della mia anima... osservato attentamente da lui... con amore... odio... rabbia... delusione... e altre emozioni di esseri superiori che l’uomo non era mai destinato a conoscere. È così che noi ci comunichiamo. Che stupido che sono stato. Parlargli? Come puoi parlare con una creatura del genere? Si trova nel tuo cuore, e con il tuo cuore gli parlerai. Per questo batte come se stesse per richiudersi in sé stesso, per questo assorbe tutta la tua aria, per questo non hai più bisogno della tua lingua. 

Smash

Il peso è tale che solo ora rimetto piede sul pavimento, dopo forse una settimana, forse un mese, forse un anno. Chi può dirlo? Il tempo non esiste per lui. Siamo creature oltre i limiti della realtà. 

<<Cosa vuoi che faccia...?>> chiedo di ripetere <<Uscire...? Ma ci sono tutti quegli occhi fuori... non posso rimanere qui con te...?>>

Il mio stomaco prende fuoco e un conato di vomito mi sale fino al cranio. 

<<Okay... farò come vuoi...>>

La casa è silenziosa. Rossa e bianca e gialla e castana e verde. La porta non ha più serratura da tempo (l’ha mai avuta?), quindi la apro ed esco senza molte difficoltà. E l’angelo-

<<Ciao, John- Cristo Santo, che cos’è questa puzza? Non hai fatto altro che dormire, mangiare, cagare e masturbarti in questi mesi? Se mi avessi detto di dover passare per la doccia, avrei smesso di suonare.>>

...una voce mi parla. Non la capisco. Una voce? Perché sento una voce? La mia l’ho uccisa. E l’angelo non la possiede. Quindi... questa voce così terribile da dove proviene...?

<<Be’, per fortuna non dovrò rimanere qui a lungo. Ti avviso e basta, e ci vedremo lì. Dovrai venire a finalizzare il divorzio. Felix non ci sarà, ma vista la tua condizione, penso rimarrà con me.>>

Ci sono specchi sulla sua faccia. Specchi... pensavo di averli rotti tutti. Non sa cosa succede quando un occhio guarda sé stesso? Dovro spaccare anche questi-

<<Woah, stai indietro! Ho finito qui. Vieni a questo indirizzo e basta. Ci vediamo, John.>>

...occhi. 

Non mi guardare. Non rivolgere quegli occhi verso di me, Claudine. 

Solo lui mi può guardare. 

Non sono i suoi, quindi rimuovi quegli occhi—!

<<...huh? Hey, dove vai?!>>

Il sole scotta la mia pelle mentre corro. 

Nessun occhio. Tutti gli occhi. Smettetela di osservarmi. Umani ed angeli. Non mi guardate! Solo lui. Solo io. Solo io posso guardarmi. Non voglio- non voglio occhi sulla mia spalla! Lasciatemi stare! Lasciami stare! Angelo! 

<<Colui che risiede nel posto segreto dell’altissimo rispetterà sotto l’ombra dell’onnipotente dirò del signore egli è mio rifugio e mia fortezza mio Dio, in lui riporrò la mia fiducia egli darà ai suoi angeli la responsabilità su di te di mantenerti sulla tua retta via... nelle proprie mani ti reggeranno... nelle loro menti ti penseranno... nei loro occhi ti divoreranno...>>

Non importa quanto corri, è sempre con me. Finché sarò vivo, ma non posso uccidermi. Contro il nemico onnipotente, non c’è nulla che si possa fare. Sono già stato ferito mortalmente, da una stella chiamata-

<<...Arsalan, quel tipo è...>>

—Arsalan?

—Jacob Aiagon. 

—è lui. 

Il mio occhio è trascinato verso la sua voce, in un lampo divino. È davvero lui. Jacob Aiagon sta camminando in un’altra direzione, a pochi metri da me, ed insieme a lui... l’Angelo. La stella. 

Per un solo attimo, i nostri sguardi si incontrano, prima che si giri di nuovo, dandomi le spalle. 

—perché? 

Dio era qui con me. 

Osservatore ed osservato. 

Ho capito, ora. 

Non era l’angelo a guardare me. 

Ero io a guardare l’angelo. 

Le mie gambe si muovono da sole. 

<<Jacob... Aiago—!>>

Ma prima che possa raggiungerlo... una nuova stella cade verso di me. 

Con la cacofonia della quinta tromba...

La mia vita terrena è eliminata. 

<<Oddio... si è gettato di fronte a me, n-non ho fatto in tempo a frenare...!>>

<<Non si preoccupi, abbiamo visto tutti! Alexander, forse siamo ancora in tempo per->>

<<...no, Jacob. Girati, per favore. È andato.>>

Eccolo... qui... l’ho portato da me, alla fine...

...ahhh... Angelo... di Dio...

...per favore... il tuo occhio... potresti...