The Ars Iudicum Holiday Special
Epilogo
<<Ti dico che non sono offeso... ho capito, ho capito. Voi state da zio, e io festeggerò qua. Non è nulla di che. Davvero. Non preoccuparti. Va bene, va bene, ciao, ci sentiamo dopo. Salutami mamma!>>
Jacob chiuse la chiamata per primo, e subito si rivolse ad Arsalan. <<Scusami. Cosa stavi dicendo?>>
<<Che devi sbrigarti.>> rispose l'Angelo <<Questo dolce non si preparerà da solo.>>
24 Dicembre 2020
Quella sera, i due si presentarono di fronte ad una porta nuova. Suonato il campanello, dovettero aspettare un po' per essere accolti.
Ma quando furono accolti, fu con estremo calore. <<Ce l'avete fatta! Buon Natale!>> salutò Elliot, lasciandoli attraversare la soglia della porta.
<<Buon Natale anche a te.>> rispose il ragazzo al senzatetto. O meglio... il precedentemente senzatetto. <<Mi piace come hai arredato il posto.>>
Questo era vero. Il suo nuovo appartamento era venuto con pochi mobili, che però lui aveva riorganizzato in modo da eliminare ogni senso di vuoto. Qualche quadro l'aveva decisamente comprato, e il lampadario, Jacob non lo ricordava.
<<Come hai fatto tutti questi spostamenti...?>> domandò invece Arsalan <<Ti avremmo potuto aiutare noi!>>
Elliot fece un gesto di negazione. <<No, avete già fatto abbastanza... aiutandomi a trovare ed acquistare questa casa. E quei soldi...>>
<<Il Vaticano continua a pagarci, per qualche motivo.>> L'Angelo alzò le spalle, con un sorriso maligno. <<Finché non trovi lavoro, servono più a te che a noi.>>
Pronunciò questa frase mentre entravano in cucina, dove una voce femminile si aggiunse alla conversazione. <<Vorrei vivere anch'io di rendita papale.>>
Rhoda era seduta su una poltrona nella stanza. Salutò, con un leggero ma carino sorriso. <<Buon Natale. Cos'è quella, una torta?>>
Arsalan posò la scatola sul piano cottura, per poi aprirla. <<Certo. Cosa, non eri coinvolta nei piani preparativi del cibo?>>
<<Non sa cucinare.>> sussurrò Elliot.
La ragazza protestò, battendo un piede a terra. <<Non ascoltarlo! Ho un microonde e tutto il resto!>>
<<Hai intenzione di aiutare, allora?>>
<<Pfft. No.>>
<<Arsalan, sei l'unico di cui io possa fidarmi, da queste parti.>>
<<Come sempre.>> ribatté lui <<Allora, cosa abbiamo qui... ah, ho menzionato che so preparare solo cibo italiano...?>>
Mentre i due tecnicamente più anziani si occupavano dei fornelli, Jacob aveva finalmente trovato l'appendiabiti, la cui locazione si era rifiutato categoricamente di chiedere, ed era arrivato nella stessa stanza. <<Oh hey. Auguri.>> salutò a Rhoda.
<<Anche a te. Da quant'è che non ci vediamo?>>
<<Uhhh, una settimana?>>
<<E vedo che in quella settimana hai smesso di nuovo di ascoltarmi. Niente più trucco?>>
Il Giudice sospirò, e si toccò il segno bianco sul volto. <<Troppo scomodo applicarlo ogni giorno. Del resto, non è nemmeno tanto brutta.>>
<<In quanto a cicatrici, ho visto di peggio.>> si intromise Arsalan, agitando un mestolo <<E comunque tutti gli eroi epici dovrebbero averne una.>>
<<Eroi tragici.>> Rhoda si alzò, e sollevò la poltrona per spostarla nel salone vicino, più spazioso. <<Quindi, uh...>>
<<Aspetta.>> Jacob la aiutò, prendendola per i piedi dal lato opposto.
<<Ah, grazie. Dicevo...>> Solo una volta che l'ebbero portata nella suddetta stanza grande riprese a parlare. <<Quindi, ora è tutto a posto?>>
Lui si diede un'occhiata intorno. Tre piccoli tavoli erano stati messi adiacenti, e circondati da sedie tutte diverse. Almeno le posate appartenevano allo stesso set. <<Be', mi sembra ben apparecchiato.>>
<<Non intendo dire quello. Perché dovrei intendere dire quello? Intendo dire tra te e lui.>>
<<Ahh! Certo!>> rispose, slanciandosi sulla poltrona che avevano appena posizionato. Quell'argomento sarebbe potuto essere imbarazzante, se non fosse stato che Rhoda era decisamente più in imbarazzo di lui. <<Ti ho già detto che è tutto risolto.>>
<<Niente più, eh, desideri di omicidio?>>
<<Niente.>>
<<Solo... andati così?>>
<<Potresti dire che sono stati lavati via dalla pioggia.>> Il ragazzo rise alla sua stessa battuta, incomprensibile per chiunque altro. <<Ma sì. È uno dei tanti benefici di uno scontro mortale in cima ad un edificio abbandonato.>>
<<Insieme a un raffreddore.>>
<<Insieme a un raffreddore.>>
<<Quindi, ora che avete avuto uno scontro mortale eccetera, questo cosa vi rende esattamente?>>
Jacob ci ragionò sopra per un po'.
<<...Giudice e Angelo.>> concluse.
<<Che risposta del cazzo.>>
<<Che domande del cazzo.>> ribatté, scherzosamente. <<Non pensi siano affari privati?>>
<<Ah, non fraintendermi. Voglio solo essere sicura che stai bene.>>
<<E io voglio solo capire perché tutte le ragazze che conosco hanno deciso di adottarmi. No, davvero.>>
<<Le tue scelte stilistiche ed atteggiamento in generale rendono difficile considerarti più grande di tredici anni.>>
<<Wow.>>
In quel momento, il campanello squillò di nuovo. Jacob si alzò istintivamente e camminò fuori dalla stanza. <<Non pensare che sia finita qui, eh?! Questa me la segno!>>
<<Ecco, appunto.>>
Senza parlare per non scavare la propria fossa ulteriormente, Jacob raggiunse l'ingresso, ed aprì la porta.
"Ah, parli degli Angeli e ti spuntano le ali."
<<Buon Natale.>> gli augurò Risa. <<Siamo in ritardo?>>
<<Ti ho già detto che non siamo in ritardo.>> rispose Zedel. <<Auguri, comunque.>>
Il ragazzo prese le scatole che la prima portava e le lasciò entrare. <<Un attimo. Questi cosa...?>>
<<Quelli vanno sotto l'albero, ovvio.>>
<<...ovvio.>>
Furono poi accolte da Elliot, con le mani ancora sporche di ingredienti assortiti. <<Ah, auguri anche a voi. Dovrete scusarmi, sono certo il Cristo, in qualche giorno degli ultimi duemila anni, si sarà lamentato di gente come me, ma questa festa per me è sempre significata solo cena e regali.>>
<<Tranquillo. Anche a Lui piacciono cene e regali.>> disse l'Angelo dai capelli verdi, con espressione indecifrabile come al solito <<Ci siamo tutti?>>
<<Ora sì. Se le signore italiane mi faranno il piacere di unirsi a me in cucina...>>
Dall'altra stanza, Arsalan gridò: <<Stiamo andando benissimo, qui!>>
Fu questo che, casualmente, fece ricordare a Rhoda del suo udito sovrumano.
Fu questo, e l'ovvio odore di bruciato, che fece arrabbiare Risa a tal punto da gettare via il contenuto della pentola tenuta da Arsalan senza nemmeno controllarlo.
Furono queste cose che fecero rassicurare Jacob mentre, posate le nuove scatole sotto l'albero, si lasciava cadere sul divano senza pensare.
Le piccole cose. I momenti di vita tra amici.
Se c'erano ricordi che voleva conservare, erano quelli.
Ricordi... non rimpianti.
No, sul letto di morte, quando avrebbe vissuto tanti anni da perdere il conto e dimenticare il tempo, non immaginava che avrebbe potuto ripensare alle sue imprese...
...ma solo alle piccole cose che lo avevano convinto a procedere ogni giorno.
Coloro che amava.
"...hah, sto davvero cominciando a parlare come Simona..."
Simona... vero, gli dispiaceva il non poterla nemmeno vedere.
La ragazza, in realtà, aveva ammesso di odiare il Natale. Una delle poche cose che odiava! Dovevano supportarla. E la capivano, almeno un po', in realtà. Se lui avesse dovuto sopportare le folle per le strade, le luci accecanti e i rumori per un mese, senza poi nemmeno festeggiare nulla? Si sarebbe ritirato dalla società, pensava.
Anzi, guardando fuori dalla finestra, gli veniva solo da chiedersi dove fosse in quel momento...
24 Dicembre 2020
Simona
Naturalmente, sul divano.
Insieme a lei c'era Raguel, la quale, telecomando in mano, scorrendo per un servizio streaming, continuava a dire nomi che lei non conosceva.
<<Che vuol dire "Mai sentito"?!>> sbraitava l'Angelo <<Come non hai mai sentito di Essi Vivono?!>>
<<Eh, non guardo molte serie TV.>>
<<È un film! È da mezz'ora che ti elenco film famosi! Icone, classici, veri->>
<<Gli unici film che guardo sono quelli con attori wrestler protagonisti.>>
<<Lo so, purtroppo! Ti ho vista cercare di replicare la muscolatura di tutti quei tizi!>>
<<E ho decisamente superato John... uh, quello lì.>> Simona sbadigliò.
<<Okay. Conosci Schwarzenegger? Forse lui sarà più adatto ai tuoi gusti!>>
<<I miei gusti... tendono ad essere... pronuncia->>
Per quanto sarebbe certamente stata una battuta esilarante, si addormentò sul colpo prima di poter illuminare il mondo con essa.
Raguel sentì disappunto che non pensava avrebbe mai potuto rimpiazzare con altre emozioni, tanto era forte, e riprese a girare tra i film. <<Forse dovrebbero fare un remake di Citizen Kane con wrestler.>>
Scherzava, senza immaginare cosa fosse appena accaduto.
Il sonno di Simona non era uno naturale, no... per quanto questa storia avrebbe aver potuto far pensare il contrario, il suo ritrovarsi in un vuoto nero non era naturale.
<<...huh? Questo tipo di sogno è nuovo. Aspetta, ho appena detto "sogno"?! Sto avendo un sogno lucido?!>> Batté le mani oniriche, eccitata. <<Posso fare quello che voglio! Allora, uh... una spada più bella di quella di Jacob, grazie!>>
<<...questo è impossibile, anche per me.>>
La ragazza si girò. Quella voce... l'aveva già sentita.
E la faccia che si ritrovò davanti... era in qualche modo familiare.
Forse perché era quella di Arsalan... ma... distorto. I suoi capelli erano piegati verso il basso, i suoi vestiti strappati. E la sua bocca... si estendeva... come quella di un cane.
<<Purtroppo, nemmeno il Signore dei Sensi può creare un'arma del genere.>> concluse la figura.
...il Signore dei Sensi...? Quello era il titolo di...
<<...Mara.>>
<<Già.>> confermò il Deva <<Ho assunto questa forma perché l'avresti riconosciuta... dimenticando che no, non l'avresti riconosciuta.>>
<<Genio. Non eri morto o qualcosa?>>
<<Pensavi davvero che quella donna potesse cancellare l'esistenza di una creatura che ha vissuto miliardi di anni? Non sarei sorpreso se anche Salomone fosse sopravvissuto. Ma spero tanto sia stato consumato da Jacob Aiagon.>>
<<Ah, giusto. E perch- anzi, no, non mi interessa. Ho io qualche cosa da dirti.>>
La Giudice si avvicinò lentamente.
<<...q-qualche cosa del tipo?>>
<<Qualche cosa del tipo...>>
Subito, gli strinse la mano. <<...grazie! Ora che sei qui, posso ringraziarti per quell'allucinazione nella sua anima!>>
Mara la fissò sbigottito per qualche secondo.
Poi, più o meno, sorrise. <<Vero?! Finalmente qualcuno riconosce il valore del mio lavoro! Se non fosse stato per me, tu e Risa Dascira sareste ancora patetiche! Haha!>>
<<...per essere il Signore dei Sensi ti manca un po' il tatto, ma sì. Devo a te questo superamento dei miei problemi, almeno in parte. Mi sembrava giusto dirtelo, visto che tutti ti chiamano il Malvagio e cose del genere.>> Con questo, arretrò. <<Bene. Ora puoi anche andare.>>
<<Uh? In realtà, ero venuto per metterti alla prova con diversi incubi e verificare che i miei sforzi, almeno quelli di proteggere te, avessero avuto successo. Ma mi accontenterò dei complimenti. Credo andrò a visitare Risa Dascira, o->>
Senza sapere esattamente quanto fosse reale, Simona lo afferrò per la gola. <<Intendevo dire andare via dal nostro mondo, e non tornare mai più ad infastidirci.>>
<<A-a-aspe->>
<<Se sei vivo, e sei di nuovo un Deva libero, nulla ti impedisce di tornare da Jacob, vero? Forse però... potrei essere io... a cancellare l'esistenza di una creatura che ha vissuto per miliardi di anni.>>
<<V-v- va bene... v-vadano gli incubi!>>
Il Re Demone schioccò due dita.
Quando lo fece, il suo collo si spezzò.
Simona fu presa dalla sorpresa del vederlo, ma si calmò presto.
Almeno... finché non vide sangue uscire dalle proprie mani.
<<Che... cos'è... questo...?>>
La testa di Mara prese a rotolare, finché non la stava guardando negli occhi. <<Cosa c'è che non capisci? Mi hai appena ucciso!>>
<<È... è un test, vero? Mi stai... mettendo alla prova...>>
<<Forse. E come sta andando?>>
...continuava solo a scorrere.
Ed era colpa sua.
Sangue di coloro che aveva ferito.
Perché aveva perso il controllo.
Perché era da sola, e da sola diventava incapace.
Perché... perché...
<<-no, smettila, idiota!>>
Si schiaffeggiò da sola, e riprese, parzialmente, coscienza.
<<Questo... è tutto falso! Non. È. Reale!>>
<<Ma i tuoi errori lo sono! Hahaha!>> rise la testa <<Così come il tuo animo corrotto!>>
<<No! Io non sono più quella persona... io...>>
<<Tu? Tu, come sempre, non vali niente senza gli altri... senza l'amicizia!>>
<<...amicizia...>>
L'amicizia... era vero... esisteva solo grazie a quella...
Perché i suoi amici... l'avevano aiutata a vivere...
...i suoi amici l'avevano aiutata a vivere da sola.
<<...Mara... com'era quella frase riguardo l'amicizia...?>>
<<Hn? Frase?>>
<<Sì, quella che dico sempre... ah! "L'amicizia è la cura per tutto ciò a cui non lo sono i pugni"! Ricordi?>>
<<Ovvio! Quella è la tua più grande debolezza, il tuo fallimento, il tuo->>
Così, Simona lo schiacciò con una mano.
<<...i pugni sono la cura a molte cose.>>
Non c'era più niente da testare, niente di cui metterla alla prova.
Un poco alla volta, l'incubo svanì. Anche il vuoto nero in cui apparvero stava cominciando a scomparire, il che significava che si stava svegliando.
Quanto a Mara... come faceva sempre, si rimaterializzò.
<<Non prenderla sul personale, ho solo poca pazienza per stupidi test come questo.>> si scusò la Giudice <<E stavo per vedere un film.>>
<<...tch. Noiosi e insolenti. Dovreste ascoltare i vostri anziani, qualche volta.>>
La ragazza ignorò le sue lamentele, occupata ad osservare la lenta dissoluzione del mondo intorno a sé. <<...un'ultima cosa, Mara.>>
<<Sì?>>
<<...dimmi, tu volevi davvero il nostro bene?>>
<<...assolutamente. Avevo reso la mia missione quella di aiutare Jacob Aiagon, e ho deciso di fare qualcosa anche per voi. In un certo senso... ho vinto, alla fine.>>
<<Davvero? Anche se ha fatto l'opposto di quel di cui volevi convincerlo?>>
<<Portare le persone a vivere illusioni più belle della realtà è quel che faccio. Ma non pensavo quel ragazzo ne avesse la forza. Si è liberato sia di me che di Salomone, ma in realtà... entrambi siamo stati soddisfatti della sua decisione.>>
<<...capisco.>>
Persino il suo corpo, ora, stava diventando trasparente. Era il momento di salutarsi.
<<Be', grazie ancora! Ma prova a fare qualcosa del genere un'altra volta, e salirò nel Sesto Cielo personalmente per prenderti a calci in->>
-si svegliò in quel momento, completando la frase.
<<Huh?>> chiese Raguel, in piedi di fronte ad una finestra <<Ma che stavi sognando? Vieni qua un secondo.>>
Simona si alzò. Non sapeva quanto fosse passato da quando si era addormentata, ma l'Angelo non aveva nemmeno scelto un film, e la notte chiaramente aveva ancora da inoltrarsi.
<<Cosa c'è?>>
Raguel indicò un punto in alto nel cielo.
<<...e quello... che cosa...?>>
24 Dicembre 2020
Risa
La mezzanotte sarebbe suonata tra poco. La Giudice sperava di finire prima di ciò. Era importante.
Il cenone era finito. La tavola era sparecchiata. Il salone era, finalmente, vuoto.
Assicurandosi di non fare alcun rumore, Risa prese tutti i pacchi che aveva messo sotto l'albero...
...poi aprì la porta che dava sul terrazzo...
...e velocemente, saltò fino al tetto dell'edificio, un paio di piani più sopra.
Perfetto. Era deserto.
Lanciò un orologio da parte, per poterlo sempre vedere. Ed aprì i pacchi.
Eccoli lì. Diversi pezzi di metallo che aspettavano solo lei per essere montati.
Senza perdere d'occhio l'orario, li mise insieme in fretta.
Un'arma mai restituita al Vaticano, uno strumento grigio con sette corde, appeso al suo collo sotto il braccio destro.
Con la stessa mano, prese l'asticella, e come un violino tirò una delle corde.
Emise una vibrazione disgustisa. Leggera, ma orribile alle orecchie.
<<...quest'anno... non mi sfuggirai.>>
Fissò il cielo notturno.
La sua preda era capace di rendersi invisibile, ma non tanto potente da mantenere sempre quello stato. C'era un modo per farlo apparire.
Puntò l'arma in cielo, ed una dopo l'altra, mosse la combinazione di corde che aveva programmato per quello specifico scopo.
Le vibrazioni si propagarono per la città, quasi impercettibili.
Non ci fu alcun risultato.
<<Oh, davvero?! Se è questo che vuoi...!>>
Ripeté l'operazione, e la ripeté ancora, e ancora, finché...
...finché non lo vide.
Sì... era proprio lui.
Sulla sua slitta trainata da nove renne, il mostro stava sfrecciando in alto.
Risa girò l'arma su sé stessa, attivando la sua seconda funzione.
<<Muori!>> gridò la Giudice, lanciando un raggio di energia verso Babbo Natale.
Il solo sparo la accecò temporaneamente, perciò non riuscì a vedere se avesse colpito il bersaglio... ma doveva averlo colpito, no? Il mostro non sapeva che fosse lì, e lei aveva mirato alla perfezione... non avrebbe mai potuto salvarsi...
...e invece, quando la sua vista tornò...
...Babbo Natale era ancora lì.
"...quanto sono stata ingenua."
Ovvio. Non sarebbe mai caduto così facilmente.
Babbo Natale, l'Avatar terrestre di una delle creature più spaventose dell'universo... una quasi-divinità capace di causare la fine del mondo in un futuro prossimo.
L'Avatar appariva soltanto alle undici della notte del ventiquattro Dicembre, per due misere ore. Onnipresente in ogni parte del mondo, ma impossibile da percepire. Ci erano voluti millenni perché l'umanità sviluppasse quelle vibrazioni capaci di renderlo visibile e sensibile al tocco... nemmeno la metà dei loro cinque sensi. E in tutta la storia, un singolo uomo, avendo dedicato la propria vita intera a fermare quel mostro, era riuscito a farsi notare da esso... per poi scomparire senza mai essere più trovato.
Per il resto... l'abominio aveva sempre schivato ogni tentativo di attaccarlo, ignorato ogni minaccia, evitato ogni confronto. Nessuno lo aveva mai solo sfiorato.
Risa aveva pensato che solo pianificando attentamente, sarebbe riuscita nel farlo. Davvero stupida.
<<...per fortuna, non è finita qui!>>
Non sarebbe stata una battaglia degna di lei se non avesse cosparso l'area di trappole.
Come avesse fatto a tendere fili tra tutti quegli edifici, e come avesse nascosto tutti i coltelli connessi agli abitanti, quello era uno dei suoi tanti misteri.
La Giudice impugnò di nuovo la propria arma, e suonò una nuova melodia. Un altro raggio uscì da essa.
Anche se non poteva mirare una seconda volta... poteva sparare i Chiodi Sacri alla cieca, e fu proprio questo che fece. Li lanciò in aria per poi proiettarli verso di lui con i propri pugni.
Riprese a vedere... il proprio fallimento. Babbo Natale aveva evitato ogni attacco.
<<...ha... ha... ha. Seriamente? Devo...?>>
Chiuse gli occhi, e sperò per il meglio.
Toccò le corde dell'arma una dozzina di volte, in direzioni diverse.
Ovviamente perse la vista con la prima, ma continuò comunque. Stava rilasciando raggi potenzialmente mortali in una zona abitata senza vedere nulla.
<<Muori, ho detto! Muori! Muo->>
All'improvviso... il rumore di una trappola che scattava! L'aveva preso! L'aveva...
...no... un momento...
<<-merda!>> Risa, ancora cieca, si slanciò di lato basandosi solo sul proprio udito.
Aveva giudicato bene. I coltelli che aveva sistemato in modo da lanciarsi su chiunque toccasse il filo... erano partiti diretti verso di lei. Ne sentì uno sfiorarle i capelli.
...e quello come era successo?
"Possibile... che sia stato lui? Che mi abbia notata, e abbia risposto al mio attacco?"
Se era così, aveva ottenuto più di quasi ogni altro cacciatore negli ultimi millenni. D'altra parte... era possibile che lei avesse solo attivato la trappola con i propri raggi.
Non importava. Doveva continuare ad attaccare. Anche se...
...si stava facendo tardi. Gettata un'occhiata all'orologio, notò che mancavano dieci minuti a mezzanotte.
Doveva... sbrigarsi...!
E se non poteva obbligarlo a toccare le trappole, avrebbe dovuto farlo lei!
Lanciò uno dei Chiodi, non verso Babbo Natale, e comunque a velocità troppo basse per prenderlo. Poi ne lanciò uno più veloce, tanto che raggiunse il primo, e da esso fu deviato in un'altra direzione, opposta a quella di Babbo Natale, ma proprio verso uno dei tanti fili tesi.
In altre parole, quando il Chiodo attivò la trappola, i coltelli furono tutti lanciati verso la slitta nel cielo.
Babbo Natale si mosse per evitarli, e fu allora che Risa ripeté l'operazione, da un altro lato, non lasciandogli alcuna via di fuga.
...pensava.
La slitta girò su se stessa... rovesciandosi. Continuava a muoversi come se fosse ancora in posizione normale... ma si era rovesciata. E più veloce di prima, discese in picchiata, girò intorno ai coltelli volanti, e li schivò tutti.
Poi si fermò di nuovo in alto, inerme.
<<No! No, andiamo!>>
Mancavano meno di cinque minuti a mezzanotte.
Babbo Natale sarebbe rimasto per ancora un'ora, ma lei aveva fretta.
Era la sua ultima opportunità.
Saltò nell'aria, sparò un raggio, e con i piedi lanciò due Chiodi.
Sentì una trappola attivarsi. Nessun coltello diretto verso di lei. Nessun ulteriore rumore.
Tre minuti.
La sua vista tornò.
Babbo Natale... Babbo Natale aveva...
...aveva subito un danno. Una delle renne, seppur poco visibili, aveva chiaramente un arto ferito. E senza di esso, l'equilibrio della slitta stava esitando.
<<Sì! Haha! E adesso, non puoi più sfuggi->>
Impugnata di nuovo l'asta dell'arma, si accorse di che ora fosse.
<<...maledizione! Se non approfitto ora...>>
L'Avatar del mostro si stava già riprendendo, il suo volo stava diventando più regolare. Quella creatura capace di distruggere l'universo... no, quella creatura che nessuno aveva mai catturato... quella sarebbe stata la sua unica occasione...
...due minuti.
<<Va bene! Hai vinto!>> Risa si tolse l'arma, la smontò, la rimise a posto, chiuse le scatole, il tutto in fretta. Poi sfondò la porta di accesso e scese per le scale.
Due piani, fatti. Suonò il campanello finché Rhoda non le aprì. <<Risa? Si può sapere dove->>
<<Un minuto!>> ribatté lei, gettando tutti i pacchi sul pavimento e scattando verso il salone.
L'altra la seguì a pari passi, non volendo perdersi la mezzanotte.
Entrarono nella grande stanza giusto un attimo prima.
<<Natale!>> annunciò Elliot aprendo una bottiglia di spumante <<Auguri a tutti eccetera eccetera!>>
Applausi e brindisi. Il solito.
Jacob si distrasse dai fuochi d'artificio all'esterno per passare un bicchiere a Risa, per vedere se davvero non beveva. Ma scoprì che non era più presente. <<...huh? Dov'è finita, di nuovo?>>
<<Ha portato via Zedel da qualche parte.>> rispose Arsalan alle sue spalle <<Tradizione italiana, suppongo.>>
...intanto, la Giudice e l'Angelo erano appartate in un corridoio.
Lontano dagli sguardi indiscreti altrui.
<<Allora? Cos'era tutta questa fretta?>> chiese Zedel.
<<Chiudi gli occhi.>>
<<Come?>>
<<Chiudili.>>
Un po' esitante, l'Angelo fece come le aveva chiesto.
Risa le girò intorno. Aprì l'ultimo pacco che non aveva usato, ed armeggiò il più silenziosamente possibile su di esso. Ad un certo punto disse: <<Okay, ora puoi aprirli.>>
Obbedì. Una strana sensazione attraversò la sua schiena. <<Ma che->>
Quando guardò in basso, Zedel non riuscì a credere a quel che vide.
Due braccia.
Due protesi metalliche attaccate alle proprie spalle.
<<Ci ho lavorato a lungo.>> disse Risa, attivandole. <<Dal giorno in cui An ha preso le tue... ho imparato come costruire qualcosa del genere, come fare in modo che si addica alla fisionomia di un Angelo... non ho mai smesso.>>
Subito... Zedel riuscì a muoverle. Per la prima volta in così tanto tempo, riusciva a muovere i propri arti superiori, e le mani, e le dita...
<<Era questo che mi spingeva ad andare avanti. Quando non sapevo più perché vivere... ricordavo... che avevo un regalo in sospeso per te.>> Tornò di fronte a lei, soddisfatta ma imbarazzata.
La Giudice le tese una mano. <<Allora? Che ne dici?>>
Lentamente, Zedel estese quelle nuove braccia verso di lei... e la afferrò. <<Sento... il calore del tuo corpo... la tua mano... ti posso... tenere per mano...>>
Completamente rossa in volto, Risa le offrì anche l'altra. Accettò subito.
Nessuna delle due volenterosa né capace di muoversi, rimasero così in silenzio.
<<Risa... non ho modo di ringraziarti, io...>>
<<Non devi. È un piacer mio.>>
<<...no... invece... penso di sapere come...>>
L'Angelo sorridendo avvicinò il proprio viso al suo.
<<Zedel-?!>>
Ma non protestò oltre la sorpresa iniziale.
Sotto il vischio di Natale, conobbero una nuova carezza.
25 Dicembre 2020
Jacob
Nonostante l'estremo freddo, il ragazzo rimaneva seduto sul terrazzo. E poiché Arsalan aveva insistito per lavare i piatti, a parlare con lui c'erano solo Elliot e Rhoda.
<<...e vi ripeto, questo tizio non se ne andava.>> stava raccontando la ragazza <<Continuava ad offrirmi questo libretto, che io comunque avevo già preso da un altro il giorno prima... e non si stava zitto mentre cercavo di studiare.>>
<<Molto fastidiosi quei tipi.>> disse l'uomo.
<<Già. Alla fine non ho potuto cacciarlo con la forza, quindi ho dovuto solo aspettare che si stancasse di non ricevere risposta. Se lo rivedo... ah, ma le notizie dicono che il rinascimento religioso è finito.>>
<<Sono rinate, le religioni?>>
<<No, sono crollate tutte. Ora rimangono solo quelle più grandi che c'erano prima... e anche quelle, purtroppo hanno subito enormi danni di reputazione.>> Si sporse in avanti. <<Contento, Jacob? Non dovrai più incontrare un singolo predicatore in vita tua.>>
<<Credimi, ogni gruppo sul pianeta arriverà a me, prima o poi.>> scherzò lui <<Ma almeno non cercheranno di uccidermi.>>
I due risero, annuendo. Il non essere uccisi era decisamente un plus.
<<...però.>> disse Elliot all'improvviso <<Correggimi se sbaglio da qualche parte...>>
<<Su cosa?>>
<<Quell'uomo cadaverico... hai detto che quando lo avete ferito, è fuggito per trovare altra energia, giusto? Questo non significa... che avrebbe potuto creare altri Demoni?>>
<<...ci hai pensato anche tu, eh?>> Jacob sospirò, fissando il cielo. <<In realtà... siamo quasi certi che ci siano ancora Diavoli Accusatori e creature assortite, nascosti in questa città. E dobbiamo ancora liberarci di loro... chiunque siano.>>
Notò gli sguardi timorosi dei due amici. Era naturale. <<...ma non parliamo di lavoro, qui. Se io non mi preoccupo, non dovreste farlo neanche voi. La loro paura dei tre Giudici di cui hanno sentito li terrà nascosti nelle ombre.>>
<<E per te non ti preoccupi?>> chiese Rhoda.
<<Dovrei? Ho preso quella Spada sette mesi fa, ormai. Sono ancora qui, ancora vivo, non incolume, certo... ancora non posso vedere sangue, questi segni non spariranno mai, devo studiare tutto ciò che ho saltato... eppure, non ho intenzione di andarmene.>>
...ne aveva passate tante. Loro nemmeno conoscevano ogni dettaglio, eppure sapevano esattamente quanto fosse pericoloso quell'affare.
Anche lui, per chiarezza, lo sapeva. Ma non si sarebbe lasciato spaventare da una conoscenza del genere.
C'era una sola strada, ed era-
<<Hey, e quello cos'è?!>>
Il grido di Elliot fu preceduto da un rumore assordante... come un incidente stradale... uno schianto.
A chiunque altro, sarebbe sembrato un fuoco d'artificio. Per loro, però, era chiaro... qualcosa era precipitato sul tetto di quello stesso edificio.
<<Dentro, presto!>>
Tornarono nell'appartamento e chiusero la porta.
<<Rimanete qui, va bene?>> chiese Jacob ai due. Elliot e Rhoda accettarono senza farselo ripetere.
Poi il Giudice chiamò: <<Arsalan!>>
L'Angelo, prima attaccato ad una finestra, accorse da lui. <<Che cos'era quello?!>>
<<Non ne ho idea. È sopra, sbrighiamoci!>>
Risa e Zedel non erano visibili in nessuna parte della casa. Salirono senza di loro.
Una volta sul tetto, videro finalmente cosa aveva causato quel rumore...
Una slitta. Una slitta dipinta di rosso ed oro, e danneggiata a tal punto da essere inamovibile.
All'inizio, sembrava perfino vuota... ma questo si rivelò falso quando una gamba grigia, con un piede di cavallo alla fine, spuntò fuori.
Fu seguita da un'altra. Poi altre due. Poi altre tre.
E dopo che ebbe rivelato l'ultima, quell'enorme cavallo grigio dagli occhi bianchi, il naso fluorescente ed otto gambe uscì dalla slitta con respiro forte e furioso.
<<Che... che Diavolo è questo?!>> gridò Jacob.
<<Nessun Diavolo. Peggio.>> spiegò Arsalan <<Questa è una delle forme del comandante della Caccia Salvaggia, l'Avatar dell'abominio di cui non può esser pronunciato il nome.>>
<<Babbo Natale?>>
<<Esatto. Non so chi sia riuscito a portarlo qui giù, ma all'una di notte, questa creatura scomparirà. Che ne dici se tentiamo di ucciderla, in questi dieci minuti?>>
<<...eh.>>
Jacob evocò la Spada Sacra, la Shamshir-e-Zomorrodnegār.
<<Sai che non rifiuterei mai una battaglia in cima ad un condominio.>>
<<Ovviamente.>> disse una voce dietro di loro.
Risa e Zedel, finalmente arrivate. <<...e nemmeno noi.>>
<<Hai detto che queste sono armate, vero?>> chiese il suo Angelo alzando le proprie nuove braccia.
<<Solo il meglio per te.>>
Ed una quinta voce: <<Hey! Hey!>>
La slitta si rovesciò, e Simona e Raguel ne cadde fuori. Quando il cavallo cercò di schiacciarle, schivarono per poi unirsi agli altri. <<Ho visto un anziano nel cielo e ho deciso di affondarlo. Ho fatto bene?>>
<<Benissimo...>> ansimò il suo Angelo <<Ma... io... non vengo più... ai tuoi... attacchi...>>
<<Sei nel mezzo di uno. Penso che il vedermi lo abbia fatto arrabbiare davvero. Stai indietro, ti difenderò io.>>
<<Sarei io il Custode, ma... penso farò da custode del morale... dietro le quinte, sì.>>
Allora Arsalan fece un passo avanti. <<...ci siamo tutti, adesso?>>
Di fronte a loro, il cavallo stava cominciando a sbattere i propri otto zoccoli sul pavimento, e a nitrire violentemente.
<<Affermativo.>> rispose Zedel.
<<Già.>> rispose Raguel.
<<Siamo qui.>> rispose Simona.
<<Tutti presenti.>> rispose Risa.
Ed infine, Arsalan chiamò di nuovo, come era abituato a fare e avrebbe fatto ancora, milioni di volte...
<<Jacob?>>
Il ragazzo smise di fissare il cielo oscurato, girandosi verso il suo compagno.
<<Andiamo.>>