Iudex Hominis
Risa
In un certo senso, io...
Ho sempre voluto essere qualcun altro.
Quando vedo il mio riflesso nello specchio, vedo solo...
Carne. Pelle. Occhi. Peli.
E mi chiedo... dov'è l'armonia? Dov'è l'unione? Dov'è l'uomo in questa materia?
Mi fa rabbia.
Dov'è?
Dov'è il fattore che rende gli altri ciò che io non sono?!
Perché non ho quella vita che loro hanno?!
Perché non posso... solo...
Perché non potevo essere loro... perché non potevo vivere le loro vite...
Al posto della mia...?
...forse questo è tutto ciò che provo per Zedel.
Forse, io... ho sempre solo voluto... essere un Angelo...
Simona
Non penso che voi apprezziate davvero quanto sia disposto a perdonare, il nostro Signore.
Altrimenti, avrebbe fatto me una Giudice?
Me, che avrebbe dovuto uccidere anni fa?
...haha.
In realtà, non è perdono che voglio.
In realtà, quel che ho fatto non importa più.
Voglio soltanto... ripulirmi.
Ripulirmi di quel che ero una volta.
Redimermi completamente.
...e non ho mai avuto il coraggio di farlo negli occhi di coloro che ho ferito.
...è questo che sono tutti i miei amici, non è così...?
Un modo per evitare di affrontare quel che dovrei.
...eppure, il mio cuore sostiene di amarli veramente.
Soprattutto...
Ah... Raguel...
Per quanto tu parlassi del bisogno di distanziarsi, io so...
Io so quanto ti sei impegnata per stare vicina a me...
...per questo, nonostante ciò che hai detto, devo salvarti.
Da un'ipocrita... all'altra.
Andromalius
Un Vero Nome, dicono, è qualcosa di più di quel che ti viene dato alla nascita.
Può anche essere un nome che nessuno usa. Un nome che nemmeno tu conosci. Un nome sussurrato solo tra le fiamme di zolfo più fitte, tra dannati che non hanno più nulla da perdere.
A mio parere, nemmeno Dio può sceglierlo. Vorrebbe. Ma non può.
Il Vero Nome rappresenta il tuo destino, e Dio non può controllare ciò.
Io ne sono la prova.
Io sono colui per cui Dio aveva scelto sofferenza, e da cui Dio, per la prima volta, si è sentito gridare... "no".
Il mio destino è scritto in un dono, e di quel dono io presi il nome.
Io sono Andromalius.
...e ogni volta che ho detto di non voler far del male a nessuno, era la verità.
Questo atto, questo mio furto di Luce, temo implichi perdere, almeno un po', la propria umanità.
Tuttavia, finché i miei obiettivi rimangono gli stessi, io so di essere ancora umano. Anzi.
Io sono l'ultimo umano. Prenderò il frutto mai raggiunto. Completerò la ricerca del primo eroe. Troverò la risposta alla domanda che tutti noi abbiamo cercato.
Lo farò per me stesso. Lo farò anche a costo di uccidere queste due donne.
Risa Dascira e Simona Paldim.
Mi hanno sfidato, perché vogliono ritrovare i loro Angeli perduti, o forse vendicarsi. Qualsiasi fosse il loro piano, è fallito.
L'Ousia sta per disintegrarle. Niente può fermare il mio volere. Niente-
"-tranne un altro volere."
Chi...?!
"Ciao, Andromalius."
La Luce... è scomparsa...?!
No, la mia cascata e il mio albero sono intatti... ma quel raggio che l avrebbe ucciso le due Giudici... che cos'hai fatto?!
"Niente di personale. Ah, no... sì, è proprio personale. Vedi, qualche tempo fa, hai deciso che sarebbe stata una buona idea liberarsi del mio Angelo Custode."
I-io... cos'è questa, una vendetta?!
"Circa. Non è stato proprio divertente, ciò che ho passato. Ma sono sopravvissuta, e avevo un favore da ripagare. Perciò... eccomi qui."
Maledetta... pensi di poter prendere il controllo della mia Luce?! Andiamo, provami!
"Nah, non ne ho la minima intenzione. Sono solo l'arma segreta. Ad occuparsi di te sarà lui."
...lui?
No... no, non può essere lui...
"Permettimi di ritirarmi. Fai del tuo meglio!"
...è arrivato, dunque.
...che si faccia avanti.
Io, oggi, non morirò.
Jacob
Mi trovo ai confini dell'area deserta che ha creato, ora.
La Shamshir-e-Zomorrodnegār si è del tutto riunita quando l'ho evocata. Dunque, Risa e Simona dietro di me sono indifese. Vorrei fuggissero. Dubito lo faranno.
Per il momento, sembrano solo felici di essere riuscite a sopravvivere. Ma stanno anche guardando me.
Sanno cosa sto per fare. Sanno che sto per rischiare tutto, combattendo quest'uomo.
Sorrido nella loro direzione. Siete fiere di me?
Prima di ricevere una risposta, le saluto con un gesto.
E avanzo.
<<Andromalius!>>
Quella sua cascata sta creando sempre più vento. Penso... di riuscire a vedere tutta l'Ousia dentro il suo corpo. Deve essere un effetto dell'averne dentro me stesso...
Posso perfino distinguere gli Angeli dai Demoni. Sono pochissimi, ora. Giusto un paio di centinaia. Quando saranno zero, quando saranno tutti parte di quel gigantesco Albero nel cielo... la sua implosione sarà attivata, e gli sarà offerta l'immortalità.
Quanto a me, io ho solo due flebili Luci. Prego che il mio nuovo custode faccia la cosa intelligente, e mi aiuti.
Tuttavia, se non dovesse farlo... ah, suppongo morirò.
<<Sono qui per mettere fine a tutto questo!>>
Mi chiedo se possa sentirmi, a questa distanza... ma ho la sensazione che potrebbe comprendermi anche se sussurrassi.
<<Jacob, non dobbiamo lottare.>> lo sento rispondere dall'altra parte del campo <<Capisci? Una volta che avrò ottenuto l'immortalità... potrò raffinare il metodo, ed insegnarlo a te! Insegnarlo a tutti quanti! Se mi dai solo un altro paio di minuti... potrò ricreare il Paradiso Terrestre!>>
L'immortalità...
Ad essere del tutto onesto, non vedo niente di falso in ciò che dice.
Né vedo perché dovrebbe rifiutarsi di fare qualcosa del genere. Non correrebbe alcun rischio. Ci sarebbe solo da guadagnare.
Anch'io... potrei guadagnare.
...se fosse qualcosa che desidero.
<<No.>> è la mia unica replica.
<<Dannazione, ascoltami! Non dovrai temere i tuoi rimpianti, perché non avrai un'ultima ora nel quale ricordarli! Non dovrai dare uno scopo al tuo breve tempo, perché sarà più lungo! Non ha senso per te rifiutare!>>
No, non ce l'ha. Non ha assolutamente alcun senso.
Tuttavia.
<<...non m'importa.>>
Questo sembra averlo colpito.
<<Allora fallo per tutti gli altri! Vuoi togliere a tutta l'umanità questa possibilità?!>>
<<Non m'importa.>> ripeto.
<<Ahh... questo, questo è sbagliato! Ho visto i ricordi di Arsalan, ho visto le tue esperienze! Te ne pentirai! Lui ti ucciderà, e soffrirai solo per colpa tua!>>
<<Non mi importa!>>
È un grido.
Faccio roteare la Spada nella mia mano. Che sia chiaro quel che sto per fare.
<<...non m'importa. Dio stesso potrà fissarmi, non m'importa! Ho fatto una scelta... la scelta di ucciderti, e di riprendermi Arsalan.>>
L'Ousia comincia a scorrere ad alta velocità nelle mie vene.
In alto, il cielo sta per essere oscurato dalle nuvole.
Potrebbe piovere.
<<Io non sono più il Giudice del Signore, io sono Jacob Aiagon, e anche dovessi morire, non mi farò mai più indietro!>>
È tutto pronto.
<<Andiamo, Andromalius. Vediamo quale uomo è più forte.>>
Come un fulmine, corro verso di lui.
Sento il suo urlo. <<E va bene! Fatti avanti!>>
Raggi di Ousia lasciano le sue mani. Cinque, uno per ogni dito. Ma sono tutti nella stessa linea, stessa direzione. Li taglio facilmente.
...dall'alto, ora.
Senza emettere ombra, c'è altra Luce che mi sta per colpire dall'alto.
Faccio un salto indietro e la guardo gettarsi sulla mia lama.
Scompare, o almeno sembra farlo. Nulla si distrugge. L'Ousia si disperde nell'aria...
Ed una volontà di terza parte la trasferisce direttamente nel mio corpo, rifornendomi.
Così parto di nuovo all'attacco.
Distruggo un raggio, ed un altro. Poi cominciano a spuntare dal terreno.
Mi muovo lateralmente per evitare queste esplosioni. Una mi costringe ad arretrare, proprio mentre sto per essere attaccato alle spalle.
Salto, faccio una capriola all'indietro, e lo taglio immediatamente.
Non interrompo la mia carica un altro attimo.
Mentre Andromalius continua a cercare di colpire, lo sento gridare. <<Come... cosa...?>> E poi si gira verso un angolo del campo, realizzando. <<Maledetta... Nephil->>
Ma non gli permetto di distrarsi. <<Guarda avanti!>>
Con un pugno, lancio la Spada come un proiettile.
Istintivamente, cerca di fermarla con Ousia. Perde tre raggi prima di capire che non può farlo.
Così, la afferra al volo.
Ancora, mi rifiuto di fermarmi.
In quel momento, vengo circondato da Luce da ogni lato. Una spirale senza via di uscita, nemmeno dall'alto. E sono disarmato.
Lascio andare i miei piedi e metto tutto ciò che ho nelle braccia. Intorno ad esse, sembra che il tempo sia fermo.
La mia destra evoca la Shamshir-e-Zomorrodnegār e crea un angolo distruttivo.
La mia sinistra la prende subito dopo e fa la stessa cosa.
Ribalto l'Arma nel mio pugno, e taglio il raggio sopra la mia testa.
...senza che io abbia un graffio, i miei piedi toccano terra. Perdo solo un secondo di velocità.
<<No... no!>> Lo sento nella sua voce... sta cominciando a spaventarsi.
Tutto ciò per cui ha lavorato... così a lungo...
Il suo piano per vivere una vita dignitosa, il suo rituale capace di soddisfare il desiderio di ogni uomo, il frutto dei sacrifici del suo corpo, per non parlare di tutte le indirette vittime.
Tutto ciò... sta per essere distrutto... da me.
Non può più permettersi di limitarsi.
...no, a ripensarci...
Forse non è la paura.
Forse il cacciatore si sta eccitando.
...in ogni caso.
L'Ousia comincia ad arrivare da ogni direzione.
Ma questo, per me, è come tagliare gruppi di Demoni.
Li uccido per il petto. Taglio la loro testa. Li divido in due. Trapasso la loro fronte.
Quando vedo una cascata che mi obbliga a rotolare di lato, mi assicuro di distruggerla, così che possa assorbirne tutta l'energia.
Rinvigorito, urlo il suo nome un'altra volta.
Metto tutta l'Ousia nelle gambe.
Vorrei scattare verso di lui, ma non posso. È troppo presto. Il terreno si sta illuminando. Salto all'indietro un attimo prima che esploda. Facendo roteare la lama salomonica di fronte a me, mi salvo dai pochi raggi diretti verso di me.
Quanto al tornare giù... non credo di poter atterrare sui miei piedi.
Alterno l'utilizzare la Spada per distruggere Luce in arrivo, e l'usarla come scala per scendere.
Quando sono di nuovo a terra, mi ritrovo di nuovo circondato. Metto una sola mano sul terreno, e la forza data dalla caduta è abbastanza da farmi roteare su me stesso con il mio braccio come perno. L'altra mano taglia tutto ciò che sta intorno con la Shamshir.
E ancora una volta, dopo questa acrobazia che non potrei mai ripetere, sono riempito di energia da quel che ho appena eliminato.
Questa forza... è come quella che avevo da Giudice...
...non posso fare a meno di ricordare.
Ricordare quel per cui sto lottando.
Sto lottando per lui e per me stesso. Sto andando contro quel che avrebbe voluto, per quello che voglio io.
Sto rischiando tutto per avere una sola cosa.
Perché è quel che ho scelto di fare, e non potrei mai fare altrimenti.
Guardo la distanza tra me ed Andromalius.
Guardo il suo corpo, come un cadavere.
Se questa battaglia dura troppo a lungo... potrei davvero capitare come lui, huh.
Un incentivo... per finirlo subito!
<<Preparati!>>
<<Non puoi uccidermi! Ho centoquarantaquattromila vite!>>
<<Allora... non dovrò fare altro che ucciderti centoquarantaquattromila volte!>>
Per l'ultima volta, corro verso di lui.
E mi ritrovo davanti una pioggia di Luce.
Un'accecante spettacolo di distruzione. Cascate di Luce Divina che attraversano il mondo, e nel farlo, sembrano riflettere qualcosa oltre esso.
Come supernove in punto di esplosione. Come ogni anima nel mondo discesa a cantare, ad osannare il mondo dei vivi in un tentativo di uccidermi.
Le schiere angeliche sono di fronte ai miei occhi, piene di odio, e non potranno fermarmi.
Muovo la Spada con qualunque mano capiti. Taglio tutto ciò che vedo intorno a me.
Tutto questo.
È bellissimo.
Ti ringrazio, Andromalius, per avermi permesso di osservare queste preghiere universali, e queste maledizioni, gridate al mondo umano da rancori di fiamma.
Per questo, non potrei fare altro che amarti, come amo ciò che è nella mia vista.
Ma è ora che tu muoia.
Pongo la Spada di fronte a me, e avanzo.
C'è davvero un solo sentiero.
Quello che mi sto creando, eliminando ogni ostacolo che metterai tra me e te...!
<<Maledetto... io... io...>> Lo sento dire.
Sta abbassando le braccia, interrompendo ogni attacco. Ma la cascata in ascesa sopra di lui... si sta ora muovendo al contrario. <<Ho bisogno... ho bisogno di più Luce, ho bisogno di altri raggi...>>
Tuttavia, nemmeno questo riuscirà.
Da una distanza ormai enorme alle mie spalle, un Chiodo Sacro viene sparato, colpendo proprio il suo flusso di Ousia.
Andromalius grida. Di dolore. Di rabbia. Di sorpresa, perché lei è ancora qui.
<<Risa... Dascira...!>>
Esatto.
Sapevo che non si sarebbe arresa.
Non ora.
Non più.
<<Questa storia è già scritta. La tua, la mia, quella di noi tutti. Noi tutti siamo destinati ad essere trascinati dal vento, e finalmente, a cadere. Siamo... come gocce d'acqua che cadono dal cielo.>>
Un'esplosione sotto i miei piedi mi costringe a schivare di lato.
Ma questo non mi rallenta.
La Luce della cascata di Andromalius è quasi accecante. Il vento potrebbe far volare via la mia Arma. Questo è quanto sono vicino.
Troppo, a giudicare dalla paura sul suo volto.
<<Basta... così!>> annuncia, una volta rimessosi su dopo il colpo subito. <<Devo spostarmi da qui! Anche se annullerà il rituale, devo->>
Il suo corpo cerca di muoversi.
Non riesce.
Qualcuno lo sta bloccando per le spalle.
<<Tu?!>>
<<Non... sfuggirai...!>> dice Simona.
Se solo per un attimo prima di fuggire...
Anche lei...
Anche lei, era impossibile decidesse di andarsene senza vederlo sconfitto.
Non senza aver aiutato a sconfiggerlo.
<<Noi... noi tutti... siamo come gocce d'acqua che cadono dal cielo... da soli, irrilevanti goccioline. Ma insieme... insieme, la pioggia può creare e distruggere un mondo.>>
È vero... è sempre stato vero, sì.
<<La nostra vita è breve, e poi tutti spariamo nel nulla, senza lasciare alcuna traccia del nostro passaggio che non sia cancellata. Noi tutti siamo gocce d'acqua che cadono dal cielo.>>
Era sempre stato vero!
Questa è la vita!
Questi siamo noi!
Come gocce d'acqua che cadono dal cielo!
Non importa quanto gridiamo! Non importa quanto abbiamo paura!
Anche se porta alla caduta...
<<Bastardo...!>>
...la mia direzione è una sola!
In un attimo finale, trafiggo Andromalius con la Shamshir-e-Zomorrodnegār.
E da qui... riesco finalmente a vedere... oltre l'oscurità delle sue orbite.
Ah... i suoi occhi...
Sono degli stupendi occhi grigi.
24 Novembre 2020
<<Hahhh... hahhh...>>
Sta ansimando.
Come io sto ansimando.
Piegato sulla Spada nel suo torace... sono... totalmente... incapace... di muovermi.
<<...complimenti... Jacob.>> riesce a dire l'uomo.
Sopra di noi, la sua cascata è scomparsa nel nulla... e tuttavia, l'enorme Albero della Vita rimane splendente nel cielo, incompleto.
Immobile, come tutto il resto.
<<I miei... più sinceri... complimenti. Purtroppo...>>
Il suo braccio sinistro comincia ad illuminarsi.
<<...non è stato abbastanza.>>
Rimango incapace di sfuggirgli. Perciò, l'unica cosa che faccio è assicurarmi che la mia lama sprofondi sempre più nel suo corpo. Credo... che stia perdendo vite ogni secondo. Ma non ne sono sicuro. Ormai... nulla è più in mano mia.
<<Addio, Giudice. Sei stato... ammirevole.>>
Un raggio di Ousia lascia le sue dita, diretto verso la mia testa.
Lo vedo con la coda dell'occhio.
Lo vedo...
...deviare, e schivare il mio intero corpo.
Andromalius è sbalordito. <<Co... sa...?>>
Io...
Prendo il respiro per finalmente parlare. <<...avevo ragione. Ho fatto... una scommessa. Ed ho vinto.>>
Il mio sguardo incontra il suo, mentre continua a tentare di colpirmi. Ogni raggio fa la stessa cosa, cambia direzione prima di giungere alla mia testa.
<<L'Ousia dei Demoni...>> continuo <<Mantiene le debolezze dei Demoni... per esempio, l'Acqua Santa. Così, ho pensato... che si applicasse anche agli Angeli.>>
Ha deciso di attaccare per i metodi normali, ora, ovvero un pugno. Finché mantengo quest'Arma dentro di lui, però, sembra troppo indebolito, e riesco facilmente a parare il suo braccio.
<<Tu questo lo sapevi, Andromalius, non è vero? Infatti hai attaccato usando solo... Ousia di Demoni. Riuscivo a vederla, sai. Ho tenuto il conto. Ho aspettato che tu usassi tutta la tua Luce ottenuta da Diavoli Accusatori... e ora ti è rimasta solo quella ottenuta dagli Angeli Custodi. Ma hai dimenticato qualcosa... che io non potrei mai, perché è la ragione della mia esistenza.>>
Rimuovo la Shamshir-e-Zomorrodnegār dal suo cuore.
<<Gli Angeli non possono uccidere umani!>> La Spada rotea nelle mie mani, pronta per tornare dentro di lui. <<Quante vite ti sono rimaste, Andromalius?!>>
Nel panico, l'uomo fa un gesto per riattivare la cascata, e assorbire Luce che ha già inserito nell'Albero della Vita.
Ma io agisco prima.
Quando lo trapasso questa volta, lo rimuovo dalla sua posizione. Rovino il suo incantesimo, ed il suo intero rituale.
E tanto per buona misura, faccio entrare la Spada fino all'elsa con un pugno. <<È ora di cadere, finalmente!>>
All'inizio...
Non ottengo alcun risultato, se non quello di immobilizare il suo intero corpo.
Poi sussurra.
<<...ze... ro...>>
Quando riprendo di nuovo la mia Spada, Andromalius crolla all'indietro.
<<Ah...>> sospira <<Dio... mi sono davvero... meritato... questo...?>>
<<No, Andromalius.>> Mi inginocchio sul suo corpo. <<Non hai fatto nulla di male.>>
Sorride, in modo piuttosto ironico. <<Ma a te... questo, non importa... eh?>>
Non c'è sangue. Non c'è odore. Il suo aspetto è identico al solito. Eppure, solo ora sembra... davvero un cadavere.
<<...ho scelto di riportare qui Arsalan. Anche se ciò... significava fare questo.>>
<<Capisco... e hai rifiutato l'immortalità... senza pensarci due volte...>>
<<Non ho più da temere le mie ultime ore, né se le passerò a piangere.>>
<<Quindi... cosa... farai, ora...?>>
<<Proseguirò. Qualunque sia la strada.>>
<<...e se con Arsalan... non andasse... bene...?>>
L'unica risposta che posso offrire è una che ha già sentito. <<Per il momento? Non m'importa.>> Con uno scrollo di spalle.
Questo... rende il suo sorriso genuino.
<<Quindi... è così... che funziona...>>
Quando la sua testa cade, non permetto che colpisca il terreno duramente. La accompagno con una mano, appoggiandola sul campo dove abbiamo entrambi scommesso tutto.
E guardo questo corpo finché non è diventato un guscio vuoto.
Addio all'Alpha e l'Omega. Addio ad un vero uomo, che ha combattuto per vivere.
Ma con lui, anche ciò che ha creato deve andarsene.
C'è un rumore assordante.
Guardando sopra di me, vedo un gigantesco Albero della Vita con un'enorme crepa in mezzo.
Con la poca forza rimastami, alzo la Shamshir-e-Zomorrodnegār per proteggermi. Chiudo gli occhi, pregando che Risa e Simona siano al sicuro.
...quando si rompe, l'Albero fa un suono come l'implosione di un pianeta.
...eppure, non c'è alcun impatto.
Rialzato lo sguardo... vedo Ousia che si disperde... dirigendosi in ogni dove, ma principalmente verso la città.
E al centro di tutto c'è lei.
<<Adesso sei tu a dovermi un favore, Jacob!>> dice Lucia Celesti, gesticolando. Non sembra avere difficoltà, anzi, sembra starsi divertendo. <<Tornerò a riscattarlo, eh! Vai a vedere come stanno le tue amiche!>>
...agli ordini.
Trovate Risa e Simona, corro verso di loro.
La Giudice italiana ha abbandonato sia il fucile che la veste da Cavaliere. Non sorride, ma c'è qualcosa di diverso nella sua espressione. L'altra, invece, è chiaramente più soddisfatta di quanto l'abbia mai vista.
Proprio quando sto per raggiungerle, inciampo, costringendo Risa a prendermi al volo.
<<Hey! Hey!>> Mi aiuta a sostenermi più o meno da solo. <<Non muovere nemmeno le dita! Miseria, quanto sforzo...?>>
Non appena mi vede in faccia... il suo sguardo... così come quello di Simona...
...l'avevo immaginato.
L'uso tanto intensivo dell'Ousia ha avuto un altro effetto... a giudicare dal tocco, ho una lunga cicatrice bianca sul viso, una linea diagonale da destra verso sinistra.
E quando scoprono le mie braccia...
Sono quasi totalmente pallide... proprio come un cadavere.
<<Oh no...>> mormora Simona.
Cerco di ricoprirmi, ma ciò richiederebbe autonomia che al momento non ho. <<Non è... niente...>>
<<Anche le gambe devono essere così... e potresti aver perso un po' la vista, l'udito...>>
<<Oh be'... era ora che mi facessi qualcosa del genere.>> In qualche modo, mi metto in piedi da solo. <<Dimenticavo... grazie per i salvataggi.>>
<<Tu... e Lucia, suppongo... avete salvato prima noi, quindi siamo pari.>>
<<Ma voi avete salvato me da Inlus, quindi ancora no.>>
<<Ma tu hai salvato noi da Mara... credo...?>>
<<Solo dopo che voi eravate entrate nella mia anima per salvare me, però!>>
<<Quando l'avrete messo in chiaro...>> si lamenta Risa accanto a noi <<Lucia... che comunque dovresti ancora ringraziare me per aver portato qui come arma segreta... sta risistemando tutti gli Angeli Custodi eliminati da Andromalius, come da programma.>>
<<E i Demoni?>> è la domanda che mi viene spontanea.
<<Ovviamente no. Chiedi cose più intelligenti. A meno che non decida che alcuni di loro sono abbastanza gentili, il che, date le sue esperienze passate, dubito. In ogni caso, credo dovremmo lasciarla fare... potrebbe impiegarci ore. Ma i nostri Angeli, se ho previsto bene, appariranno nel luogo in cui sono stati incarnati, quindi questa sera dovrò tornare a Roma.>>
<<E nel frattempo?>> chiede Simona.
La ragazza italiana si getta sul terreno, coricata. <<Hai di meglio da fare?>>
<<Ah, dormire in lande desolate, il mio hobby preferito.>> scherza lei mentre segue il suo esempio.
<<La città è a due passi da qui.>>
<<Quella è la parte desolata, sì.>>
La mia attenzione è distolta...
Dal cielo.
Si stanno ancora raccogliendo nuvole. A questo punto, sarei sorpreso se non piovesse.
...il che significa...
...che quest'erba distrutta potrebbe riprendere a crescere.
Hah.
Mi piace l'idea.
Con essa nel cuore, mi riposo finalmente accanto a loro, ascoltandole parlare.
<<...ah, Risa... una cosa sola...>>
<<Cosa?>>
<<...quando dicevo che per te sopravviverei alla fine del mondo...>>
<<Io farei lo stesso, Simona. Io farei lo stesso.>>