Vita Tua
<<Che ti prende, Arsalan?!>> chiese Simona rigettandolo a terra con un pugno <<Non è da te, questo... tutto questo.>>
Erano nel suo appartamento, ora, suo e di Jacob. L'Angelo era riuscito a liberarsi dalle loro braccia, e se non fosse stato per le due Giudici lì presenti, sarebbe già scomparso, alla caccia del suo umano.
Il sangue che aveva lasciato svenendo sul pavimento pochi minuti prima era ancora lì.
<<Questi esseri...>> rispose Risa <<Sono senza vera personalità. Non possono agire fuori dal personaggio quando non hanno un personaggio.>>
Il diretto interessato rimaneva in piedi, se con la bocca sanguinante, di fronte a loro. Si rifiutava di parlare.
<<Questo non spiega comunque perché si stia comportando così. Il suo compito dovrebbe essere custodire.>>
<<No, gli Angeli sono...>> Risa si morse il labbro, come se stesse dicendo qualcosa di particolarmente doloroso <<Gli Angeli sono servi di Dio prima che protettori. Se Dio vuole che Jacob soffra, allora...>>
<<Il tuo Signore è anche il mio, Risa, e io non posso credere che sia malvagio.>> Fece dei passi avanti, lasciandosi l'altra alle spalle <<Arsalan. Ormai sei troppo debole per farci qualunque cosa. Ancora una volta, la tua lingua è la tua unica arma. Vuoi usarla?>>
I loro sguardi si incontrarono, egualmente imperscrutabili.
Per lei era come fissare il cielo stesso, e cercare di comprenderne la dimensione.
Per lui era come dormire, sognare, ricordare il passato. Ricordare una persona a cui aveva voluto bene.
E Risa Dascira... in quel momento mostrava un'espressione nervosa del tutto differente dalla sua. Ma nonostante ciò...
...forse questa gliela doveva.
<<Un personaggio è solo una raccolta di caratteristiche che roteano intorno ad un centro.>> cominciò a dire l'Angelo <<Ogni altra differenza nel mio essere non cambia ciò.>>
<<Allora, perché-?!>>
<<Perché il mio personaggio era dannoso. Pericoloso. È stata quella personalità sentimentale a rovinare Jacob Aiagon, sin dal primo giorno. Dunque, l'ho sostituita.>>
<<...ti sei liberato da ogni debolezza, hm?>> domandò Risa <<Però ora lui ti detesa ancora di più.>>
<<Ciò mi importerebbe se avessi ancora le mie emozioni al riguardo. Ma quella chiave è stata gettata via. Adesso capisco che non importa, poiché io rimango il suo Angelo e lui il mio Giudice.>>
Una menzogna ovvia a chi la diceva, così come a chi la sentiva.
Era vero. Arsalan perseverava nella propria scelta di distanziarsi sentimentalmente da lui.
Tuttavia, non perché trovasse fosse la scelta migliore.
L'aveva appena trovato stanco, sporco di sangue e traumatizzato. La colpa era, chiaramente, la sua.
No, in realtà, lui perseverava perché non poteva fare altro.
La sua logica aveva già stabilito che quei sentimenti fossero dannosi. Ricordava questa conclusione perfettamente, e i recenti fallimenti non la rendevano errata.
In un solo, fatale attimo, aveva poi fatto la decisione di liberarsene, e di diventare un essere di sola logica.
Quindi, ora, cosa mai poteva spingerlo a tornare indietro?
23 Novembre 2020
Qualche tempo dopo, lo stesso Angelo stava tremando sul pavimento accanto ad un letto, tremando con tanta forza da smuovere il letto stesso.
L'unico presente per aiutarlo era Jacob Aiagon. <<Ma che->>
Il corpo era ancora dormiente, svenuto a causa dell'attacco quasi suicida che aveva effettuato.
Confuso, ma incapace di solo star fermo, il ragazzo lo sollevò.
Ora non stava più solo tremando. Erano vere e proprie convulsioni.
Lo mise sul letto, tanto per assicurarsi che non si facesse male sbattendo contro i piedi, e gridò i nomi delle uniche persone che sapeva essere sveglie.
Simona e Zedel apparvero senza domande.
Sperava che l'Angelo avrebbe potuto sapere cosa stesse accadendo. Invece affermò proprio l'opposto: <<Questo è nuovo.>>
Se nemmeno lei ne aveva idea, a Jacob rimaneva una sola opzione.
Corse giù per le scale. Si rivolse all'enorme libreria.
Apocalisse... Apocalisse... di...
Apocalisse di Ezechiele.
Sfogliò le pagine alla velocità più alta di cui si riteneva capace.
Malattie di Angeli... infezioni, possessioni, qualunque cosa...
Niente.
Il libro non aveva informazioni su cosa stesse accadendo ad Arsalan.
Non restava che controllarne un altro.
Ripeté la stessa operazione.
Ancora niente.
La ripeté ancora, e di nuovo, e un'altra volta, e di nuovo, di nuovo, di nuovo.
E ancora e ancora, finché-
<<-è tornato normale.>> chiamò una voce da sopra le scale.
Il ragazzo sbatté gli occhi, come se appena risvegliatosi.
Seduto sul pavimento tra quei libri aperti e rovinati.
<<Tornato normale e basta?>>
<<...e basta.>> confermò Zedel.
Questo riuscì solo a confonderlo di più. Tornò nella stanza, e vide che, effettivamente, l'Angelo stava bene.
Le altre due smisero di preoccuparsene e lo lasciarono.
Jacob, però...
<<Dannazione, che ti succede...?>>
Si ritrovò a controllare il polso per assicurarsi fosse vivo.
"...no, dannazione, che succede a me?"
Indietreggiò.
Perché si stava preoccupando tanto per lui?
Lui non avrebbe fatto lo stesso.
...quelle convulsioni lo inquietavano, ma...
...che Arsalan morisse era proprio ciò che desiderava.
...giusto...?
"Sì. Lo voglio fuori dalla mia vita."
O lo voleva uccidere con le proprie mani?
"Non sarà necessario. Quell'uomo è l'unico essere sovrannaturale rimasto in questa città. Dopo, non sarò più Giudice."
Così come lo era stato Berilix?
"...e tu, chi saresti?"
...ma la voce nella sua testa era già scomparsa.
C'era da pensare che fosse diventato pazzo.
Per colpa sua. Di quell'Angelo, e di quel che gli aveva fatto fare.
Sì. Decisamente, non aveva motivo di rimanere lì con lui.
Stava proprio per lasciare la stanza, quando lo sentì mormorare nel sonno.
<<...Da... niele.>>
Quel nome.
Quel nome costrinse Jacob a tornare indietro, accanto al letto.
Solo a quel punto si accorse di aver lasciato quel libro, l'Apocalisse di Ezechiele, sulla sedia. Quando l'avesse fatto, o quando l'avesse portato sopra, non ricordava bene.
Fatto restava che gli occhi socchiusi di Arsalan riuscivano solo a leggere quella parola sulla copertina.
<<Danie... le... non sei... in Paradiso...>>
Forse ora non stava più dicendo frasi sensate, o forse Jacob non poteva comprenderle.
Fece la prima cosa che gli venne in mente. Non aveva scrupoli quando si trattava di lui. Disse: <<Sono qui.>>
Passarono alcuni secondi.
<<...sei... sulla Terra... vero...?>>
<<...sì, Arsalan, sono qui.>>
L'Angelo sorrise nel sonno. <<Scusami... aha... mi sono incarnato ancora, ma... avevo un altro Giudice da custodire...>>
<<...lo capisco. È il tuo lavoro. Lo stai custodendo come hai fatto con me?>>
<<...no... sto facendo... del mio meglio... eppure... continuo a fallire...>>
<<...in che modo?>>
<<...è difficile... lui soffre... soffre con me... senza di me... che dovrei fare...?>>
<<E lo chiedi a me?>>
<<...e a chi, sennò...? Tu... mi hai insegnato a vivere veramente... ah, ma è ancora tutto... così... nuovo.>>
<<...puoi dirlo.>>
Arsalan in stato delirante.
Nonostante ciò, era un buon conversatore.
Per qualche motivo Jacob parlò con lui per diverso tempo, forse più di un'ora.
Chiunque fosse questo Daniele Tobia Abel, finse di esse lui, e cercò di tirar fuori dettagli sulla sua identità da Arsalan stesso. Ma non voleva rompere l'illusione.
Parlarono e parlarono. Come se davvero Daniele si stesse incontrando con lui per la prima volta in tanto tempo.
O meglio, come se Jacob si stesse incontrando con lui per la prima volta.
L'Angelo arrivò perfino a scherzare. A ridere, e a sospirare.
E finalmente, si svegliò del tutto.
<<Ja... cob...?>> fu la prima parola che pronunciò.
<<Buongiorno.>> ribatté con freddezza.
<<Che... ci fai qui...?>>
<<Non lo so.>>
Non sapeva cosa l'avesse davvero spinto a rimanere lì a parlare con lui.
L'aveva solo fatto.
<<...sto... sto bene, ora.>> L'Angelo, lentamente, si alzò. Era difficile capire cosa provasse, in quel momento. "Niente" sarebbe stata la risposta facile, ma chiaramente errata. L'unica alternativa era... "debole". <<Posso->>
<<Aspetta.>>
Jacob gli mise una mano sul petto per fermarlo.
<<Voglio sapere tutto.>> disse <<Su te e Daniele Tobia Abel.>>
L'espressione di Arsalan si contorse in qualche modo. Come se stesse cercando di impedirle di cambiare. <<...non chiedermi questo.>>
<<Io ti chiederò proprio questo.>>
Era determinato a sapere la verità, ormai. L'Angelo doveva averlo capito. Non avrebbe ascoltato le sue richieste.
Perciò, rassegnato, cominciò a spiegare. <<Daniele era... un Cavaliere della Chiesa Cattolica negli anni '50. Rimase vittima di un complotto clericale. L'intero Vaticano si diede alla sua caccia. Lui fuggì qui, in questa città, in questa casa. Rubate alcune Armi Sacre... forzò la trasformazione in Giudice. Il suo Angelo Custode, che non si sarebbe mai dovuto incarnare, assunse forma per la prima volta.>>
<<...tu.>>
Non ci fu segnale affermativo. La testa di Arsalan era completamente immobile. <<Lui mi insegnò tutto ciò che so. Ma alla fine, rimasi troppo inesperto per custodirlo propriamente, e... durante la sua ultima battaglia, D... Daniele fu ucciso per colpa mia.>>
<<...quindi, questa sarebbe solo la tua seconda incarnazione?>>
<<E-esatto, io... i... o...>> Il suo corpo... ancora... prese a tremare... e crollò su di sé.
<<Ohhh, non di nuovo. Arsalan, puoi dirmi che cosa ti sta succedendo?!>>
Lo vide cadere a terra in ginocchio, nonostante i suoi sforzi. <<P-penso...>> Alzò lo sguardo, pieno di timore. <<Di stare... malfunzionando.>>
La sua testa si ribaltò.
Violentemente, Arsalan vomitò sul pavimento.
Il Giudice imprecò un paio di volte, mentre continuava. Come se stesse espellendo tutta la sua esistenza, tutta la sua anima.
Poi rallentò. Tossì con forza. E riuscì a smettere.
<<...va bene. Va bene, Arsalan, che->>
...no, un'altra domanda. Che stava facendo?
L'Angelo non aveva rimosso la faccia dal vomito. Il suo corpo rimaneva accasciato su quel pavimento, come una bambola senza vita... ma si muoveva un po' a singhiozzo.
E quel suono...
Un... pianto...?
Jacob gli mise una mano sulla spalla, sedutosi accanto a lui. <<Hey. Arsalan, cosa...?>>
<<Era ovvio.>> lamentò lui. Stavolta, quando alzò il volto, lo mostrò davvero pieno di lacrime. <<Tutti gli esseri hanno un limite. Io sarò anche un prodotto divino, ma questo paradosso era insostenibile.>>
<<Di che stai parlando?>>
<<Di te, Jacob.>> Si asciugò un po' la guancia <<È vero, in realtà... non avrei mai dovuto farti diventare Giudice. Sono stato influenzato dai miei più stupidi sentimenti. Per questo... ho pensato che liberarmene fosse l'idea giusta. Ma...>>
L'Angelo chiuse le proprie mani intorno alle sue. Non come un pugno. Come una carezza. <<...non posso più farlo. Non posso più vederti lontano da me, vedere quanto mi odi, non voglio più stare così. Io voglio stare con te, voglio essere il tuo vero Angelo Custode.>>
Cosa... cosa...?
Il ragazzo non si era mai sentito tanto sotto pressione. Quella situazione era scorretta. Non aveva idea di cosa dire.
E per quanto lo fissasse negli occhi... portava solo alla mente incubi...
<<Quel che hai fatto... nella mia anima...>>
<<L'ho fatto, sì, ho violato la tua decisione, e ora vorrei solo tagliarmi la mano con cui ho commesso quel peccato. Pensavo... in quello stato, pensavo fosse la cosa giusta...>>
L'aveva già visto e sentito, sapeva a cosa si riferisse.
Aveva... fino a quel secondo... bloccato ogni impulso emozionale...
No... una scelta del genere, doveva averlo fatto entrare in uno stato completamente diverso... per questo ci era voluto un malfunzionamento per farlo uscire...
E questo...
Questo gli riportava alla memoria un'idea...
"Quindi, le persone nel Paradiso non meritano di essere in Paradiso."
...quella fottuta Zedel.
Quella storia...
No.
No, al Diavolo.
Jacob si fece indietro.
<<Vuoi il mio perdono? L'hai detto anche tu. Mi hai trasformato in un Giudice e rovinato la vita.>> Si alzò per uscire.
Questa affermazione fece solo soffrire Arsalan di più. <<Pensi che volessi un altro Daniele? Pensi che... che...>> Ma non riusciva più nemmeno a parlare, tra i singhiozzi.
"...emozioni finte." si ripeté il ragazzo.
Gli Angeli avevano solo emozioni finte. Sicuramente si stava obbligando a piangere per ottenere la sua simpatia.
Sicuramente... doveva... essere... così...
<<...dammi solo del tempo.>> riuscì a dirgli alla fine. Una frase quasi ingoiata.
E lasciò la stanza.
23 Novembre 2020
17:32
Non ebbe il tempo che voleva. Nessuno poteva mai averlo.
Una volta che Risa e Raguel si furono risvegliate, la prima richiese che avessero un immediato briefing di battaglia.
Tutti scesero al piano di sotto e si radunarono intorno al tavolo, incluso, alla fine, Arsalan.
Sembrava star meglio, ora. Ma non aprendo bocca, divenne di nuovo difficile capire cosa provasse.
A parlare fu Risa stessa. <<Suppongo il Diavoli Accusatore sia stato eliminato.>>
<<Berilix e complice.>> confermò Simona <<Gli ultimi due Diavoli Accusatori.>>
<<Se erano due, le informazioni dateci da quell'uomo erano errate. O ci ha mentito.>>
<<Perché l'avrebbe fatto?>>
<<Non lo so. Se però è un nostro nemico, dobbiamo accertarci di rimanere uno, no, due passi più avanti di lui.>>
Si aggiunse Raguel alla conversazione. <<...e in che modo non lo siamo? Siamo in sei. Avete la Spada Sacra capace di tagliare la sua Ousia. Cosa può farci, esattamente?>>
<<Circostanze giuste possono rendere le differenze numeriche nulle.>> rispose Zedel <<Aveva chiesto di incontrarci dopo la sconfitta di Berilix, ma non si è fatto vedere. Quindi sa che non potevamo partecipare, e per saperlo, deve averci spiati.>>
<<...sembra sapere sempre tutto.>> disse Jacob <<Ma non penso sia questo l'unico motivo. Ricordate quando ha menzionato... di avere risorse limitate?>>
Sì, era stata un'affermazione di sfuggita. Non poteva usare i propri poteri di illusione per quel motivo.
Perché solo quelli di illusione, però?
Quando avevano combattuto, lui aveva fermato i loro attacchi in una frazione di secondo. Una dimostrazione delle sue abilità, certo... e un risparmio.
<<Quell'uomo avrebbe potuto contattarci usando l'Ousia. Non l'ha fatto perché non è disposto a perderne grandi quantità.>>
A questa frase, Arsalan evocò la Spada Sacra, e parlò. <<Allora, quando combatteremo, sfruttare questa debolezza. La sola minaccia del finire la sua Luce accumulata ci permette di ricattarlo.>>
<<Va bene.>> concluse Risa <<Sappiamo ben poco su di lui. È fuso con un Diavolo Accusatore, può usare l'Ousia. Se vogliamo conoscere il resto della verità... gliela dovremo tirare fuori. Ecco il piano...>>
23 Novembre 2020
17:58
In quel campo dove si erano già incontrati.
L'uomo era lì, come se non si fosse mai mosso.
Non c'era alcun illusione, il suo volto era visibile. Ed impressionante quanto la prima volta.
<<È stato fatto?>> domandò.
Di fronte a lui c'era Arsalan, alle cui spalle stavano sparsi gli altri.
<<Sì. I Demoni erano due, ma sì. Berilix è morto.>>
<<Due? Perdonatemi l'errore. L'importante è che ne siate usciti indenni.>>
Rimaneva impossibile capire se stesse mentendo o no. La sua sorpresa sembrava genuina, così come la sua scusa.
<<Adesso? Procederai con il tuo rituale?>>
<<Il prima possibile. È un peccato, dunque, che devo chiedervi un altro favore per poterlo fare->>
-ci fu un tuono.
Dal punto di vista di Jacob, fu difficile discernere chi avesse colpito per primo.
Vide allo stesso tempo Arsalan lanciare la Shamshir-e-Zomorrodnegār in una linea retta, e l'uomo emettere un raggio di Ousia dalla propria mano.
I due attacchi, però, non si incontrarono, e i due nemici furono costretti a schivarli.
Quello dichiarò l'inizio dello scontro.
Simona si precipitò addosso all'uomo. <<Secondo round?>>
Un pugno diretto alla testa...
...bloccato.
In cambio la Giudice ricevette una ginocchiata, che le fece poco male, e alla quale rispose con un calcio nel fianco molto più potente.
Nel frattempo, Arsalan stava facendo la stessa cosa dall'altro lato. Ma quello aveva due mani, e ripresosi dalla sorpresa, le utilizzò entrambe. Quando vide la Spada nella sua direzione, disarmò l'Angelo nello stesso momento in cui lo spingeva all'indietro, e lo stesso movimento circolare finì contro Simona.
Poi due Chiodi Sacri nella sua direzione. Risa non li avrebbe lanciati se avesse immaginato che potesse vederli. Fu fortunata quando, al posto di disintegrarli nell'Ousia, si limitò a saltare più in alto della loro traiettoria.
Le sue gambe colpirono in fronte sia Arsalan che Simona. Atterrò. Prese lei, e la gettò su di lui, sperando che ciò li tenesse giù. Non accadde. La Giudice gli saltò addosso, solo per essere ribaltata da tre calci potenziati con Ousia.
L'uomo si girò. Ancora Chiodi. Mise le mani a croce per difendersi, e dopo averle riempite di Luce, riuscì persino a respingere quei proiettili. Per farlo però si lasciò scoperto a Zedel alle sue spalle.
L'Angelo roteò su se stessa. Un calcio, e lo spedì nell'aria.
Saltò sui Chiodi per raggiungerlo prima che cadesse, e con tutto il suo corpo, lo fece crollare sul terreno.
Durò un attimo. L'uomo la lanciò via con un pugno.
Rimossa Zedel, apparve Arsalan. La Spada quasi passò attraverso quel petto cadaverico.
Quasi.
L'uomo afferrò la lama, la colpì con una testata, e la guardò slogare la mano dell'Angelo che la teneva.
Calcio nello stomaco, Arsalan fu respinto come gli altri. Rimase in piedi, però, per ripartire subito alla carica.
...anche se quel polso slegato non era parte del piano, avrebbero proseguito ignorandolo.
Mentre continuava ad essere bersagliato da Chiodi, Jacob e Arsalan attaccarono l'uomo insieme.
La Shamshir-e-Zomorrodnegār vibrava nell'aria, dalla mano del ragazzo a quella dell'Angelo, fino a diventare invisibile.
Si mossero a specchio. Lo stesso attacco, a destra e sinistra. Ma quale dei due avrebbe impugnato l'Arma nel momento in cui colpiva?
Incapace di prevederlo, l'uomo piegò il proprio torso all'indietro per evitarli. La Spada gli passò sopra la faccia. Afferrò i polsi dei due e li usò per slanciarsi verso l'alto mentre gettava loro verso il basso. Uno dopo l'altro, li colpì con calci in aria.
Arsalan gli prese la caviglia e lo fece roteare un paio di volte - quelle che bastavano perché il suo umano lo notasse, e allungasse la Spada. L'Angelo lanciò l'intero corpo del nemico sulla lama, solo per vederlo evitarla: si appoggiò al manico e saltò oltre i due.
Si girò, e lanciò un piccolo raggio d'Ousia nello stomaco del Giudice.
<<Jacob!>> gridò l'altro, correndogli accanto.
Bruciava... tremendamente. <<È a posto, non mi è passato attraverso. È solo... una scottatura.>>
<<Grazie a->> Saltò indietro. L'uomo l'aveva assalito con una mano. La bloccò con un braccio perpendicolare. <<-Dio!>>
Ora l'uomo stava avanzando, e costringendo l'altro ad arretrare a forza di pugni da parare. Quando evocava la Spada, lui lo disarmava.
Ma Jacob stava dietro di lui, e anch'egli aveva la stessa Shamshir. Con due mani, la diresse al suo collo.
Fu bloccata anche quella. Un braccio attaccava Arsalan, l'altro fermava Jacob.
E Zedel gli apparve di fronte, con una capriola nella sua direzione.
Lui si liberò momentaneamente dai due con dei pugni orizzontali più forti, e fece la stessa capriola, verso l'alto, così che i piedi dell'Angelo colpirono i suoi, e ne fu respinta all'indietro.
L'uomo atterrò con una mano sull'erba. Girò su se stesso, una gamba estesa fece cadere Jacob e Arsalan. Si alzò nell'altra direzione, con un ginocchio bloccò il pugno di Simona Paldim in arrivo, e la gamba la respinse di nuovo.
Risa gli mise un coltello nella nuca. Si infranse. Le girò il braccio su sé stesso, ed usò il suo corpo per rimettere giù il ragazzo e il suo Angelo.
<<Bastardo, bastardo, bastardo-!>> gridò Jacob, incoerente per la rabbia <<Un'ultima volta, bastardo!>>
Convergettero verso di lui.
Tutti quanti.
Era circondato da ogni direzione, cinque guerrieri.
Si aspettavano che fuggisse con un salto, o che persino si arrendesse.
Invece...
"Non vorrà... affrontarci tutti insieme...?"
Quando Zedel attaccò con un calcio volante, lui rispose con il calcio inverso. Allo stesso momento parò ogni mano di Arsalan con la propria destra. Il pugno di Simona raggiunse il suo capo, quindi potenziò il suo capo con Ousia per respingerla. La sua sinistra libera la dedicò a lanciare raggi d'Ousia sulle dita di Risa.
Quanto a Jacob Aiagon, con la Shamshir-e-Zomorrodnegār...
...una volta che l'uomo ebbe concluso il resto, appoggiò il piede a terra, generando un tuono, roteò su sé stesso, e colpì la sua Spada Sacra con il palmo della mano.
Passò attraverso il suo braccio, sì. Ma ignorò il danno, ed il Giudice fu lanciato all'indietro.
Il suo Angelo, l'unico ancora capace di lottare, cercò di raggiungerlo e fu colpito nel farlo.
Ora l'uomo restava come unico in piedi.
In altre parole, li aveva appena battuti.
Tutti quanti.
<<...maledetti. Speravate che avessi paura di finire la mia Ousia? Per questo mi avete costretto alla difesa?>>
Dall'altra parte del campo, qualcuno rispose. Raguel, con due mani dietro la schiena. <<Era quello il piano, sì.>>
<<Anche tu vuoi affrontarmi? Possiedi forse un'arma segreta?>>
<<Come no. Più d'una. Questa... è la prima.>>
Uscì fuori una delle mani nascoste.
Impugnava una pistola ad acqua.
<<...santificata per ferirmi, immagino.>> L'uomo avanzò nella sua direzione. <<Te lo dirò adesso. Non funzionerà.>>
<<U-uh? Aspetta, aspetta, io->>
...se lo diceva lui, doveva essere vero.
Questo pensò Jacob, cercando di rialzarsi.
Ancora nessuno di loro era morto, o rimasto troppo gravemente ferito. Ma Raguel era incapace di difendersi.
...e non era la sola.
Per quanto provasse, le sue braccia lo fallivano. Il suo respiro era discontinuo, e la sua testa... faceva... così... male...
Poi una voce gridò. <<...tu! Bastardo!>>
Fece fermare, e girare, l'uomo.
Questa voce...
...di fronte a tutti i loro occhi, Arsalan stava barcollando... in piedi.
<<Cosa, te lo devo ripetere, deficiente?!>> Un debole ma arrogante sorriso riempiva il suo volto. <<Non raggiungerai mai l'immortalità! Abbiamo già scoperto i tuoi poteri e la tua faccia!>>
Quell'espressione... quello era un falso scherno. Almeno, era chiaramente falso ai Giudici. L'uomo sembrava prendere quel che diceva seriamente. Lo fissava con attenzione.
Ma non sembrava bastare.
Perciò...
<<...già.>> Conficcando la Shamshir-e-Zomorrodnegār nel terreno, Jacob si rialzò, accanto al proprio Angelo. <<L'hai detto anche tu, la Chiesa non si fermerà a nulla pur di ucciderti. E se lasceremo questo posto vivi, puoi star certo che sapranno di te!>>
<<Oh, lo sapranno, lo sapranno!>> continuò Arsalan <<Perché non può sconfiggerci. Nonostante le sue belle mosse, noi siamo in più, e più forti di lui. E soprattutto... io sono davvero immortale.>>
<<Ma tu non lo sarai mai, per quanto lo desideri. Tutti lo desideriamo, amico mio, ma noialtri non ci fondiamo con Diavoli Accusatori per diventarlo... noi cresciamo e basta!>>
L'uomo sospirò. <<...ah. Ho capito cosa stai cercando di fare, ora.>>
<<H-huh?>>
<<Questa è la... "tentazione", non è così? L'idea è di sfruttare l'orgoglio inerente ai Demoni per farli infuriare.>>
Quella reazione... così calma...
Che cosa... significava...?
<<Purtroppo per voi...>>
Le sue gambe brillarono di Luce, e scattarono invisibili.
Arsalan tese la Spada, aspettandosi che nella sua rabbia, il Demone corresse addosso alla lama...
...invece se lo ritrovò alle spalle.
Si girò, solo per essere afferrato e sollevato dal collo.
<<...in questo umano non c'è alcun Diavolo Accusatore.>>
Jacob cercò di colpirlo. Fu bloccato sotto il suo piede, mentre Arsalan, ancora tenuto dal collo, si vide la Spada rimossa a forza.
<<Perché? Perché volete uccidermi così tanto?>> domandò l'uomo <<Dovrei fare lo stesso a questo Angelo?>>
Alle sue spalle, le altre tre erano tornate in piedi. Era ormai chiaro però che non potevano sconfiggerlo nemmeno ora.
<<Tu... se sei totalmente umano... questo potere...?>> chiese il ragazzo.
<<Te l'ho già detto, Jacob Aiagon.>> Rimosse il proprio piede, e al suo posto, lanciò su di lui il corpo di Arsalan. <<Quando persi tutto, tutta la mia vita, il mio Diavolo Accusatore cercò di sedurmi.>>
Risa e Simona attaccarono. Lui era stanco, e si allontanò dalla zona di tiro con un salto.
<<Mi insegnò come assorbire l'Ousia di Angeli e Demoni, come renderla mia, come usarla e come eventualmente raggiungere l'immortalità. Così io sfruttai le sue lezioni per la prima volta... assorbendo lui.>>
Parò Zedel con le proprie mani. Spingendo il proprio palmo in avanti, la fece rotolare sull'erba un'altra volta.
<<E cominciai solo dopo il mio viaggio, la mia ricerca di Luce. Durante esso, accumulai quantità immense di Ousia, quantità gigantesche se necessarie. Un atto che mai avrei potuto compiere nella mia vita precedente, come un mortale.>>
Si allontanò ancora, evitando ogni Chiodo in arrivo.
<<Per questo... dimenticai chi ero, così da diventare qualcuno che non sarebbe mai stato dimenticato. E la mia unica esistenza, la mia schiera invincibile contenuta nell'anima e corpo di un singolo umano, adesso non riporta che il nome del mio Diavolo Accusatore, il primo membro dell'armata... Andromalius.>>
Il suo nome era questo, allora.
Un bellissimo, armonioso nome, come veleno sulle labbra di Jacob.
Andromalius.
<<Non sono qui per farvi male, o Giudici. Nessuno di voi deve soffrire per il mio rituale.>>
<<...nessuno di noi, hai detto?>> chiese Risa.
<<Ero venuto per parlare, e mi sono semplicemente difeso quando Arsalene ha attaccato.>>
<<Non ti ho domandato, questo, infame! Pensi di poterci prendere in giro?!>> Stava gridando come nessuno l'aveva mai sentita prima. <<Raguel!>>
L'Angelo reagì al proprio nome come avevano pianificato.
Attraverso il campo, lanciò i due oggetti che teneva in mano.
Prima la pistola ad acqua volò tra le dita di Simona.
E in quelle di Risa... una pistola vera.
<<Para questo!>>
Fu proprio quel che fece. Quando la Giudice sparò un proiettile verso la sua testa, Andromalius lo disintegrò con l'Ousia.
Rimaneva da vedere se le previsioni che avevano fatto erano corrette.
Simona si avvicinò il più possibile ed attivò la pistola ad Acqua Santa.
Un getto si diresse verso quell'uomo.
Perché sì, era un uomo, ma l'avevano già visto essere ferito da Acqua Santa.
Risa e Simona dovevano essere state tanto sincronizzate da formulare e sperimentare una teoria allo stesso momento. Jacob capì poco dopo.
...anche Andromalius non aveva compreso questo prima di incontrare Rhoda: la sua Ousia non era solo Luce.
Era Luce derivata da Angeli, e Luce derivata da Demoni. Questo fatto non cambiava, per quanto la manipolasse.
Dunque, quando lui potenziava il proprio corpo con l'Ousia di un Diavolo Accusatore, diventava vulnerabile all'Acqua Santa.
E per fermare quel proiettile, era stato costretto a fare proprio quello.
Perciò...
A contatto con il liquido emesso dalla pistola ad acqua, Andromalius urlò in modo che non aveva mai fatto, nemmeno morente.
<<Ma... le... de... tti!>>
Partirono tutti ancora una volta all'attacco, ma lui aveva già concentrato Ousia nelle proprie gambe...
Ed era fuggito con un enorme salto all'indietro. Scomparendo all'orizzonte.
L'avrebbero potuto inseguire, ovviamente.
Se ne avessero avuto la forza.
23 Novembre 2020
18:30
A Raguel non dispiaceva essere l'unica in piedi.
Gli altri erano coricati diversamente su sedie, pavimento, o tavolo. Lei girava intorno a loro per l'incontro post-battaglia.
<<Allora... mi avevate chiesto di contare esattamente quanta Ousia avrebbe perso, giusto?>>
Qualcuno alzò un pollice.
<<Bene!>> continuò lei <<È stato difficile non perdere traccia. Supponendo che ogni attacco o difesa di un secondo al massimo corrisponda all'Ousia di un Angelo/Demone... dovrebbe aver perso tra i quaranta e i sessanta.>>
<<Ne ha decine di migliaia.>> notò Jacob.
<<Abbiamo già capito che è tirchio, quindi quaranta è già un bel po'.>>
<<Potrebbe smettere di essere tirchio.>>
Risa alzò il busto a fatica. <<...no. Ha bisogno di ogni singolo Angelo, ogni singolo Demone. Adesso, probabilmente, è tornato a caccia di Luce tra gli umani.>>
<<E dopo?>>
<<Dopo sarà di nuovo pronto per ottenere l'immortalità. Abbiamo un giorno al massimo.>>
Alzatasi del tutto, si tolse la veste da Cavaliere, forse per lavarla o cambiarla.
Nessun altro, però, condivideva la sua fretta. Non solo perché erano esausti. <<Risa.>> chiamò Simona.
<<Cosa?>>
<<...perché credi così tanto che sia nostro nemico?
La donna si fermò nei propri passi, come se fosse una domanda dalla risposta ovvia.
Ma l'altra era in disaccordo. <<Ora sappiamo che non è un Diavolo Accusatore. Non ha ucciso nessuno di noi, si è davvero solo difeso, e il suo obiettivo è semplicemente di diventare immortale!>>
<<E nulla di questo ti sembra strano?>>
<<Ogni uomo vuole diventare immortale. Andiamo.>>
<<Tutto il resto è strano!>> Risa prese un respiro, costringendosi a calmarsi, o avrebbe distrutto qualcosa. <<Per prima cosa. Sta usando un potere insegnatogli da un Diavolo Accusatore. Ha parlato, ha discusso con lui, per abbastanza tempo da acquisire poteri soprannaturali. Chiunque faccia questo ha un'etica dubbia, per me.>>
<<...hm. Tutto qui?>>
<<No! C'è anche il fatto che sia rimasto nascosto così a lungo, senza volto, senza dirci il suo nome o la sua vera essenza! Jacob, tu hai più esperienza con lui... puoi davvero dirci che sia affidabile?>>
Il ragazzo ci pensò.
L'aveva incontrato per la prima volta... a quel punto, supponeva fosse in quel ristorante con Arsalan, quando stavano cacciando Devadatta. Andromalius aveva usato delle... illusioni, per convincerli ad uscire da lì, e prendere il treno, che sarebbe poi stato deragliato da Devadatta stesso.
Se stesse cercando di indirizzarli nella giusta strada od ucciderli, era poco chiaro. Dopo questo... quell'uomo aveva mostrato a Jacob la vita di Risa, una violazione della privacy di cui si pentiva anche lui, e gli aveva dato il compito di "portare fuori la spazzatura".
Poi quando incontrò Diana Abel, lui era lì. Aveva ucciso Salomone e l'aveva ricostruito. Ed aveva avuto... una divergenza di opinioni con Rhoda.
...questo gli bastava.
<<Mi ha usato per pulire il disastro che ha creato.>> rispose Jacob <<Userà qualsiasi mezzo per raggiungere il proprio scopo. Forse non uccidere... ma è stato apposto con il farmi a pezzi.>>
Hah. Quanto di ciò era una scusa? Molto, sicuramente.
In realtà, odiava quell'uomo, Andromalius, per un motivo ben più banale.
Era responsabile per il suo essere diventato Giudice, e per ogni singolo Diavolo Accusatore che avesse mai incontrato. L'aveva spinto ad alzarsi per lottare An, e Diana, e tutti, quando avrebbe dovuto rimanere giù.
Tutto questo... perché lui potesse avere l'immortalità.
<<È pericoloso.>> concluse.
Riprese la parola la Giudice italiana: <<Esatto. E neppure questa è la fine. Io so che tipo di rituale sia quello a qui si riferisce, ha detto che avrebbe fatto convergere Ousia in sé stesso per creare un miracolo e diventare metafisicamente immortale, e c'è un solo modo per fare ciò.>>
<<Ovvero?>>
<<Ricreare il Big Bang, l'atto della creazione, all'interno della sua anima! Vuole trasformare la sua esistenza, la sua forma, in un assoluto equivalente all'universo stesso! E se fosse un Diavolo Accusatore, forse ne sarebbe anche capace, ma non lo è!>>
<<...un umano non può sopportare qualcosa del genere.>>
<<Intuizione corretta! Il suo rituale avrà successo, perché quando la sua anima esploderà, sarà già divenuta immortale, ma l'esplosione stessa avverrà comunque, e rilasciando quelle quantità titaniche di Luce...>>
<<Non dircelo.>> interruppe Arsalan <<Distruggerà la città? La nazione?>>
<<Se non il continente.>>
Si avvicinò a Simona.
<<Ucciderà me, te, e qualche altro milione di persone. Si porterà questo peccato dietro per altrettanti anni, e per il doppio, e il quadrato, e nessuno potrà mai ottenere giustizia. Questo è l'unico momento temporale nel quale è vulnerabile, e deve essere fermato. O hai paura?>>
Non ci fu esitazione. <<No.>>
<<Allora lo dobbiamo affrontare. Per quanto possa sembrare terrificante, però... abbiamo un vantaggio. Ha detto di aver bisogno di un altro favore da chiederci. In altre parole, questa apocalisse non accadrà senza il nostro contributo. Dovrà affrontarci per forza, e sarà lì che lo sconfiggeremo.>>
Quella fu la fine della discussione. Risa tornò a prepararsi, e anche gli altri si dispersero.
<<Un giorno.>>
Avevano, se non si sbagliava, un giorno per prepararsi ad Andromalius.
...se avessero fallito, nessuno di loro sapeva cosa sarebbe successo.
...sia perché Risa era stata vaga, ma anche...
Aveva la sensazione che ciò che diceva fosse, in alcuni modi, inesatto.
...certo, per quanto potesse esserlo, rimaneva comunque distruzione su scala gigantesca, ma...
Stava per seguirla, quando qualcuno gli mise una mano sulla spalla.
<<Aspetta, Jacob.>> disse Arsalan.
-lui.
Per un secondo, aveva pensato fosse di nuovo freddo come prima. Ma il suo volto mostrava chiare emozioni. La prima delle quali la preoccupazione.
<<Cosa c'è?>>
<<Uh...>> L'Angelo stava esitando, e la sua preoccupazione sembrava essere solo aumentata. <<Non so esattamente come...>>
<<Se devi dire qualcosa, dilla.>>
<<Va bene!>> Prese un singolo respiro. <<Sei disposto ad allenarti con me?>>