Est Vir Qui Adest
Era nelle fogne che si aggiravano i Demoni più deboli.
Quelli incapaci. Quelli spaventati.
Quelli che gridavano, come stava facendo lui.
Ma la Giudice italiana lo finì, con un coltello nella gola.
<<Accidenti, che velocità.>> disse l'altra, dietro di lei <<Te l'avevo detto, non serviva venissi con te. Se dovevamo proprio dividerci, potevi stare con Zedel, e io->>
<<...Simona.>>
Risa non aveva smesso di guardare quel cadavere insanguinato. Era morto ormai. Lo guardava comunque. <<...Simona, quando siamo state catturate da Mara... hai visto qualcosa anche tu, non è così?>>
La Giudice esitò a rispondere. Ma quando lo fece, fu un'affermazione certa. <<Sì. Ho visto tutto il mio pentimento, tutto il mio odio...>>
<<E come ne sei uscita?>>
<<...ho seguito la luce.>>
<<Qualcuno di importante, vero?>>
<<Raguel.>>
<<...anch'io. Zedel.>>
<<Perché lo menzioni ora?>>
Sospirò. <<Prendi.>>
Nella mano di Simona volò un crocifisso.
<<Che me ne faccio di questo...?>>
<<Tienimelo da parte. O buttalo, se vuoi. Non mi importa.>>
<<N-non ti importa?!>> La domanda risuonò tra quelle mura metalliche. <<Cosa vuol dire? Non è piuttosto importante per te, questo?>>
<<...lo era. Ma ho deciso che non può più esserlo. Che ho bisogno di qualcos'altro di importante.>>
Sullo sguardo di Simona si formò un gigantesco sorriso. <<Davvero?!>> Con la forza di un camion, si slanciò su di lei per abbracciarla <<Uuuh... sono così fiera di te...>>
<<Smettila!>> reclamò lei, cercando di liberarsi <<Non ho finito! Ho un altro favore da chiederti!>>
<<Hm? Di che si tratta?>> domandò, arretrando.
Un altro sospiro. <<...insegnami ad essere sua... a... amica.>> E due guance rosse.
-questo era il passato.
23 Novembre 2020
Non uscì sangue dalla testa dell'uomo.
Solo il Chiodo stesso, che, lanciato da Risa Dascira, aveva attraversato il suo cranio.
Senza una parola, e senza che la sua ultima emozione fosse discernibile, l'uomo senza volto cadde a terra...
...di fronte ad uno sbigottito Jacob.
Ancor più quando la Giudice e il suo Angelo uscirono dal proprio nascondiglio, tra l'erba a decine di metri di distanza. <<Zedel, dobbiamo controllare che sia morto davvero!>>
<<Oh, questo tipo è resistente, credetemi.>> disse Simona, saltando fuori da un punto vicino. Accanto a lei... Raguel, che in realtà Jacob non sapeva nemmeno si fosse rimessa.
E finalmente... a passi pesanti...
...apparve Arsalan.
"No, no, no, perché l'hanno portato qui?! Che ci fanno loro stesse qui?! Merda-!"
Fu il primo ad arrivare al corpo. Senza nemmeno guardare Jacob, si rivolse solo al pallido cadavere ai suoi piedi.
<<Il battito... è bassissimo, quasi zero... ma...>> Le sue sopracciglia si piegarono molto, molto leggermente. <<...sta aumentando.>>
L'Angelo saltò all'indietro, ponendosi distante, alle spalle dall'uomo. Zedel si mise in un'altra posizione, e così fece Raguel, passeggiando tranquillamente.
<<Risa, Simona, cosa->> cercò di dire il Giudice.
Fu interrotto dalla seconda, che li trascinò indietro. <<Spiegheremo dopo. Ora dobbiamo assicurarci che non abbia via di scampo.>>
Le due Giudici si allontanarono, e con l'insieme di tutti loro, formarono un cerchio. Un enorme cerchio intorno all'uomo senza volto, per impedire fugisse da lì.
Inizialmente, non sembrava nemmeno si sarebbe più mosso.
Poi tremò.
Poi si rimise in piedi.
<<...saggio.>>
Questo fu tutto ciò che poté dire, prima di essere attaccato.
Arsalan e Zedel alle sue spalle, Risa e Simona dal fronte.
In meno di un secondo, avrebbe dovuto difendersi da quattro esperti guerrieri.
Il suo corpo sembrò brillare.
L'uomo si contorse. Con il pugno bloccò un Chiodo diretto alla sua schiena, mentre un altro gli volava sotto il braccio.
Ma comunque aveva un Angelo e una Giudice in rotta di collisione. Mosse due dita dell'altra mano.
Ne uscirono raggi di Luce che, per un solo attimo, bloccarono la strada ai suoi due avversari.
Nessuno riuscì nemmeno a sfiorarlo.
Tuttavia, in un senso, avevano avuto successo. Avevano costretto l'uomo a rivelare il proprio potere. <<Ousia.>> disse Jacob, poco sorpreso.
<<La Luce Divina nella sua forma più Pura. >> confermò lui <<Ma dove An sapeva usarla solo per uccidere, il mio Diavolo Accusatore mi ha insegnato a creare illusioni, ed entrare nelle menti.>>
Si guardò intorno. Era ancora circondato, esattamente come prima. Solo aveva dimostrato... che circondato non significava contenuto.
<<...purtroppo, le mie risorse sono limitate. Mantenere questa illusione con sei persone è solo uno spreco. Per quanto mi disturbi il dovermi rivelare...>>
Schioccò le dita.
Sul suo volto...
...cominciarono ad apparire fattezze.
Un viso si stava materializzando, rimosso il velo che aveva imposto su tutti loro.
Se c'era mai stato un bell'aspetto, era ormai stato cancellato. Distrutto, fatto a pezzi e reso non brutto. Solo anonimo. Rimaneva una bocca senza labbra, un capo calvo e cadaverico.
E i suoi occhi...
I suoi occhi erano ombre.
Ma nel profondo delle orbite, si intravedeva un bagliore effimero.
Come una fiamma un tempo ardente, o una stella cadente.
<<Avevo detto a Jacob Aiagon che avrei spiegato tutto, e manterrò la mia promessa.>>
Ora era fermo. Stava aspettando che qualcuno parlasse. D'altra parte, nessuno lì osava abbassare la guardia.
<<Ho saltato l'incontro con quel tipo, An.>> disse infine Simona <<Questa Ousia significa che puoi diventare un dio, giusto?>>
<<È possibile, sì. Non è però la mia intenzione attuale.>>
Risa si fece avanti. <<Se lo fosse stato, avresti fatto ben altro che... vagare per la regione uccidendo Angeli Custodi.>>
<<Per chi mi hai preso, Cavaliere della Chiesa?!>> Nella sua voce rauca c'era una certa passione, forse... euforia. <<Non sono al mondo per ragioni sadiche! Il mio pellegrinaggio ha avuto come scopo unico il trasformare Angeli e Demoni, allo stesso modo, nella stessa Luce che mi dà potere! Senza ferire nessuno, senza esserne notato.>>
<<...vorresti dire di non essere responsabile per l'alto numero di Diavoli Accusatori?>>
L'uomo sbuffò flebilmente. <<Ho commesso alcuni errori. Sapevo benissimo che se avessi lasciato dei Diavoli Accusatori in vita, c'era il rischio si fondessero con i propri umani. Purtroppo... circa il due percento dei Demoni è sopravvissuto.>>
Due su cento umani perdevano solo l'Angelo, diceva.
Mentre quel libro affermava che un umano senza Angelo su cento si fondeva con il proprio Demone.
Perciò... se le statistiche erano perfette, quell'uomo aveva assorbito...
...decine... di migliaia di...
<<Ma quando ho scoperto che c'erano dei Giudici in quella città, ho giurato di aiutarli per rimediare al mio sbaglio.>>
<<Avresti potuto fare tutto da solo, con quei raggi che hai.>> disse Simona.
<<...se la Chiesa avesse saputo della mia esistenza... sai cosa fanno agli esseri come me? Nel caso migliore, mi avrebbero rinchiuso per sempre nella Settima Sfera. Nel peggiore, avrebbero usato qualsiasi mezzo per uccidermi... e scoperto che nulla se non un'esplosione nucleare può farlo.>>
Purtroppo, il bastardo non aveva tutti i torti.
Se stava nascondendo qualcosa, e di questo Jacob non riusciva a togliersi il dubbio, era bravo a farlo.
<<...complimenti, suppongo.>> disse il Giudice <<E il tuo obiettivo? Quale sarebbe?>>
<<Proprio tu me lo chiedi, Jacob Aiagon? Trasformando Angeli e Demoni in Ousia, rendo poi quell'Ousia parte di me. Ogni scintillio di Luce una nuova vita, una reanimazione dopo ogni caduta.>>
<<...una nuova vita...? Quindi, tu sei...>>
L'uomo alzò le braccia e il volto al cielo.
<<Il mio è il primo obiettivo di sempre: l'immortalità. Totale, incondizionata, immortalità. Replicherò il miracolo della creazione in questo corpo, e mi sospenderò nell'aria per l'eternità. Senza dover temere più il tempo, non il passato, non il futuro.>>
All'improvviso, Arsalan parlò, facendolo girare nella sua direzione. <<Non importa quante vite possiedi, nessuno può diventare mai immortale.>>
<<Hai ragione. Il numero di vite è irrilevante. Per questo è solo una soluzione temporanea.>>
<<E quella permanente?>>
<<Un singolo rituale. Tutta l'Ousia convertita in un singolo miracolo, un atto di riscrittura ontologica che cambierà la mia esistenza in una senza fine.>>
...immortalità metafisica ed assoluta.
Ciò che quest'uomo stava dicendo era... assurdo. No, non erano le sue parole ad essere assurde... lo era l'idea che fosse possibile non morire mai.
Almeno, lo era per Jacob Aiagon.
Aveva così tanta voglia di... semplicemente, alzare la Shamshir-e-Zomorrodnegār, e colpirlo.
Perché era geloso.
<<Ma non è tutto qui, vero? Hai detto di aver bisogno di me.>>
<<Ne ho sempre avuto bisogno. Non ho intenzione di lasciare Diavoli Accusatori in giro.>> rispose <<Tuttavia, non ho nemmeno desiderio di procrastinare più a lungo. Ti ho esortato ad alzarti e lottare, perché... c'è solo un ultimo Diavolo Accusatore per te da sconfiggere.>>
<<...uno?>>
Annuì. <<Nel rifugio per senzatetto della vostra città, si aggira un Incubo di nome Berilix.>>
<<Hai detto... Incubo?>> chiese Arsalan, esitante.
<<Uno dei tipi di Demoni più pericolosi, lo so. Vi consiglio di non prenderla alla leggera. Ci reincontreremo se avrete successo.>>
Con questo, l'uomo piegò una gamba, nella posizione di un corridore in partenza.
Le sue coscie emisero luce bianca.
Jacob allungò un braccio. <<Aspetta. Esigo almeno di conoscere il tuo nom->>
-ma egli aveva già fatto un salto verso il cielo.
Scomparendo chissà dove.
E lasciando i Giudici e gli Angeli da soli, in un campo, a guardare il sole nascente.
<<...un solo Diavolo Accusatore.>> ripeté Jacob, a bassa voce <<Finalmente...>>
<<Non esultare troppo presto. Non è finita finché non è finita.>> disse Risa <<Quella casa è qua vicino, no? Andiamo, abbiamo bisogno di un->>
<<Io non ho bisogno di niente.>> rispose secco lui <<E che ci fate qui, comunque?>>
Simona spuntò da dietro di lui. <<Quel raggio di luce era visibile da tutta la città. Che indiscreto... per fortuna a quest'ora non c'erano troppe persone a vederlo.>>
<<Ed era necessario che portaste...>> Indicò Arsalan <<Lui?>>
L'Angelo si stava tenendo a distanza, sia fisica che, a giudicare dalla sua espressione, emozionale. Ma ebbe il coraggio di parlare. <<Dobbiamo stare vicini per essere entrambi il più potenti possibile, ricordi?>>
<<Ricordo, ricordo. Per impedire che diventi indipendente da te e quel Dio.>>
<<Ora stai...>> lo chiamò, avvicinandosi e tendendo una mano.
Lui la rifiutò con uno schiaffo. <<Ho ricordato tutto, sai. Non solo hai deciso che non meritavo di scegliere, hai anche pensato non meritassi di saperlo.>> Fissò i suoi occhi azzurri <<Dimmi che era per il mio bene.>>
Non ci fu risposta.
Jacob la attesse. Non ce ne fu alcuna.
Senza aggiungere altro, si voltò, e riprese la strada da cui era venuto.
Risa lo seguì per prima. Poi Zedel. Poi Simona.
Raguel mise una mano sulla spalla dell'Angelo dai capelli rossi. <<Quello che stai facendo... non può funzionare.>>
<<Nulla...>>
-Arsalan deglutì.
<<Nulla è impossibile ad un Angelo Custode.>>
Ricevette un ultimo sguardo compassionevole, prima che anche lei lo lasciasse.
E Arsalan rimase da solo in quel campo.
Immobile.
Sentiva che, se si fosse mosso, avrebbe perso il controllo ancora una volta.
<<...Jacob, stai bene?>> chiese Simona al ragazzo nel sedile accanto.
L'automobile con i Giudici e i due Angeli era ormai scomparsa dalla vista di Arsalan, e aveva quasi lasciato l'area definita come campagna. Per qualche motivo, Simona sembrava considerare quello il momento più adatto per parlare.
<<Benissimo. So benissimo di cosa parlo.>> rispose lui, acido.
<<Oh, non sto dubitando delle tue facoltà intellettive. Sto chiedendo come ti senti.>>
Risa e Zedel davanti, e Raguel accanto, rimanevano praticamente assenti.
<<Sono... arrabbiato, come pensi mi debba sentire?>>
<<Non so. Mi aspetterei che, dopo quel che gli hai lanciato addosso, avessi scaricato la tensione. Ma sembri essere più nervoso di prima.>>
...era quella maledetta faccia.
Quel viso che rimaneva sempre inespressivo, non importava cosa gli gridasse contro.
Perché l'Angelo non aveva intenzione di provare sentimenti per lui. Quindi, non avrebbe ascoltato a quel che diceva.
Le parole erano sprecate su Arsalan.
<<Lascia perdere. Qualcuno mi spieghi cos'è un Incubo, piuttosto.>>
<<Demone attratto dal desiderio sessuale, essenzialmente una Succube.>> si aggiunse Risa <<Nel Medioevo si credeva che queste fossero Demoni donna e quelli uomo, perciò i termini hanno ancora un sesso. In realtà, Incubi e Succubi possono entrambi assumere qualsiasi forma.>>
<<E quanto è pericoloso?>>
<<Purtroppo nemmeno le Medaglie di San Benedetto funzionano contro nemici che non conosci... quindi dovrai solo assicurarti di non essere sedotto.>>
<<Ci serve un metodo per scoprire chi sia.>> disse Zedel <<Potremmo formare un cerchio di sale intorno all'edificio e poi fingere un'evacuazione. O mostrare pagine della Bibbia a diverse persone...>>
<<Troppo difficile e troppo lungo.>>
Allora Raguel alzò una mano. <<E se usassimo di nuovo l'impianto antincendio?>>
Stavolta, Simona scosse la testa. <<Perché le tue idee hanno sempre a che fare con il fuoco? E no, pensi davvero questo posto possa permettersi di ricevere tutte le sue proprietà danneggiate dall'acqua?>>
<<Un momento.>> Zedel interruppe ancora. <<A quest'ora... staranno ancora tutti dormendo, no?>>
<<Diciamo che la sveglia ufficiale è tra venti minuti al massimo.>> disse Jacob.
<<Offriremo loro Acqua Santa per colazione.>>
<<...sei un genio.>> sussurrò Risa, apparentemente sbalordita. Poi lo ripeté a voce più alta: <<Sei un genio, Zedel. Sbrighiamoci, prima che comincino senza di noi.>>
Raggiunsero l'edificio quasi correndo, ed entrarono senza troppe spiegazioni oltre a "amici di Jacob".
Prendere il posto di chiunque distribuisse il cibo sarebbe stato più difficile. I volontari lì riconoscevano Jacob, ma non erano comunque disposti a semplicemente lasciar fare a qualche donna mai vista.
Ci vollero diverse banconote stampate direttamente dal Vaticano per convincerli ad andarsene.
Dunque Zedel e Raguel si posizionarono nella cucina, dove il cibo era essenzialmente già pronto. Rimaneva solo da benedire acqua, tè e caffè. Jacob e Risa si occuparono di distribuirli al banco insieme a tutto il resto.
Solo Simona rimase ad osservare, e ad aiutare negli altri affari del rifugio.
-l'intera colazione durò più di mezz'ora, e anche per due Giudici, l'operazione fu sfiancante.
Era una questione di allenamento, di sicuro. Sentire le richieste tra il rumore, passare da una stanza all'altra, facendo attenzione a riempire sempre dove erano finite le bevande, e rispondere al perché il caffè non sapesse di niente.
Dimenticarono perfino di star cacciando un Demone, troppo occupati a distribuire cibo.
Solo una volta certi che nessun altro sarebbe venuto a mangiare, poterono sedersi nella cucina, dove gli Angeli sembravano aver faticato meno della metà. Infatti Zedel e Raguel lasciarono tranquillamente la stanza per assicurarsi che, nel caso in cui qualcuno avesse una reazione all'Acqua Santa, non se la perdessero.
<<...e io che pensavo di essere stata allenata al perfetto vigore mentale.>> sospirò Risa.
<<Pensa a noialtri che non siamo stati allenati da nessuno.>> rispose Jacob.
<<Giusto. Hai...>>
Un po' tremante, gli mise una mano sul capo e lo pattò un paio di volte.
<<...fatto un ottimo lavoro.>>
<<...cos'è questo?>>
La Giudice ritrasse il braccio e lo incrociò con l'altro. <<Dimostrazione di affetto. Simona me l'ha insegnata per essere più amichevole.>> I suoi occhi ora stavano guardando da un'altra parte.
<<Ah, non pensare che non l'apprezzi... ma questo mi fa più sentire come un cane, o tuo figlio.>>
<<'Acci mia...>> mormorò la ragazza in quello che doveva essere Italiano.
<<È un insulto o...?>>
<<Hm? Ah, no... è un insulto ma l'ho rivolto a me stessa. Viene dal dialetto di Roma...>>
<<Acci.>>
<<Abbreviazione. In realtà, significa qualcosa tipo... "Siano maledetti i miei antenati defunti".>>
<<Avevo sentito che gli Italiani parlassero tanto.>>
<<Sicuro, ma ci insultiamo troppo spesso per dire frasi intere.>>
Il ragazzo rise leggermente. Non ebbe la stessa reazione da lei.
<<Quindi sei cresciuta proprio a Roma stessa...>>
<<Certo. Del resto, fu direttamente ad un agente del Vaticano che i miei genitori mi consegnarono...>> Si girò per incontrare il suo sguardo. <<Ma tu questo lo sapevi già, non è così?>>
Ah... quegli occhi azzurri... e quell'espressione vuota... <<N-no, perché?>>
<<Hai avuto un sogno, ricordi?>>
Come no... quel sogno di tanto tempo prima, quando aveva visto la piccola Risa venire affidata ad un prete... e poi...
<<...credevo di essere migliore a fingere.>> ammise, sarcasticamente.
Anche se aveva mantenuto quel segreto tanto a lungo, chiaramente lei non se l'era presa tanto, quindi sentiva di poter scherzare al riguardo.
<<Oh, sei terribile. Ma del resto, anche se le mie difese psichiche sono infallibili, non avevo idea di come fosse stato possibile. Poi è apparso quell'uomo senza volto, con cui tu, chiaramente, hai un po' di storia...>>
<<Si nota anche quello?>>
Lei annuì. <<In tutti i sensi possibili, credimi.>>
<<...e scommetto che c'è qualcosa per cui non ti fidi di lui.>>
<<Le sue intenzioni sembrano oneste, eppure decisamente le sue parole sono manipolatorie. Se dovessimo mai combatterlo, per favore, assicurati di non lasciarti ingannare.>>
La Giudice si alzò, con l'apparenza di essersi ripresa del tutto. Jacob non era certo che fosse così anche per sé, ma la seguì.
Usciti dalla cucina, trovarono subito Simona. <<Allora? Qualcuno?>>
Scosse la testa, delusa. <<Nessuno sembra aver reagito all'acqua. Potrebbe aver intuito il piano, o potrebbe essere stato fortunato a non fare colazione.>>
<<Ottimo lavoro, comunque.>> disse Risa <<Riproveremo a pranzo. Meglio discutere di nuovo, ora.>>
Così si incontrarono fuori dal rifugio, accanto alla porta.
<<Va bene, altre idee?>> domandò Jacob.
Non ottenne risposta.
<<Se questo non ha funzionato, rimane soltanto la trappola. Come si attira un Demone?>> ragionò Simona.
<<Non è solo un Demone qualunque. È un Incubo.>> precisò Raguel <<E questo significa che... è attratto dal desiderio sessuale, giusto?>>
Risa rispose di sì. <<Perché?>>
<<Be', perché noi Angeli possiamo scegliere quali emozioni provare, giusto?>>
Il silenzio risultante fu peggiore di quello precedente.
<<Non ne ho intenzione.>> disse Zedel.
<<Lo farò io! Nessun problema! Farò da esca.>>
<<Potrebbe... funzionare.>> ammise Simona. <<C'è qualche motivo per cui non dovrebbe?>>
<<-vuoi... simulare libido? Tu? Un Angelo Custode?>> chiese Risa.
Raguel annuì sorridendo.
<<...va bene. Sì, solo un Angelo potrebbe provarlo con tanta intensità da obbligare un Incubo ad uscire allo scoperto. Fai pure.>>
E con riluttanza, tutti dovettero dirsi d'accordo al piano.
Raguel si sarebbe seduta su una panchina nel cortile del rifugio, e lì avrebbe attirato l'Incubo solo con il proprio desiderio sessuale simulato. Nei dintorni sarebbero rimaste Risa e Zedel, le cui abilità nel colpire a lunga distanza erano le uniche veramente necessarie. Aveva fin troppo senso per un'idea del genere.
L'unico ad avere da obiettare era Jacob, che, una volta visti tutti in posizione, rimase addosso allo schienale della panchina per parlare con l'Angelo. <<Sei sicura che la tua simulazione attirerà il Demone?>>
<<Anche se la libido non fosse un'emozione, potrei comunque provare tutte le emozioni causate da esse così che diventano essenzialmente la stessa cosa.>>
<<No, intendo. Credi che un Demone seguirà una simulazione?>>
<<Hah, bella domanda.>> Raguel allargò un braccio sulla sua spalla. <<I nostri corpi sono programmati per reagire al mondo fisico in modo appropriato. Questo è tutto. Non è così che funziona anche per gli umani?>>
<<A volte sono triste senza motivo.>>
<<Se credi che ci siano cose senza motivo, sei più ingenuo di quanto pensassi.>>
<<Okay, okay. Ma, noi non possiamo scegliere le nostre emozioni come voi.>>
<<Come no?>> Gli mise una mano tra i capelli e cominciò a formare riccioli. <<Se mangi, diventi felice. Se piangi, scarichi la tristezza. E se ti concentri abbastanza a lungo, ti assicuro che puoi convincerti ad arrabbiarti per cose non necessarie. Sono tutte scelte. Solo più difficili.>>
Esitò. <<...suppongo. Però... ci sono cose che nemmeno noi possiamo evitare di provare. Roba causata da un trauma, per esempio.>>
<<È solo il vostro limite. Persino gli Angeli Custodi ne hanno uno.>> La sua mano scivolò velocemente sulla sua guancia. <<E io... sto per raggiungere... il mio.>> disse con respiro pesante.
<<Forse avresti dovuto aspettare per cominciare?>>
<<F-forse. Se non ti dispiace...>>
Il Giudice corse via, rientrando nell'edificio.
Ora che tutte erano fuori, ad accoglierlo fu solo Simona.
<<...ti fa un po' impressione?>> le chiese.
<<Nah. Raguel ha fatto di peggio.>> replicò <<Che ne dici di portarmi qua in giro, piuttosto?>>
<<Ho già incontrato troppe persone che conoscevo, per favore.>>
<<Sei del tutto concentrato sul trovare Berilix, huh...>>
<<L'ultimo Diavolo Accusatore.>> disse, come se fosse l'intera spiegazione.
<<...se vuoi fermarti, fallo ora.>>
Questa affermazione lo fece fermare, ma aveva la sensazione non si riferisse proprio a quello.
<<Senti, lo so com'è, il cercare di muoversi sempre avanti per non fermarsi sul passato.>> continuò la Giudice <<Una bici crolla se non corre, giusto. D'altra parte, una bici cade totalmente a pezzi se non si ferma ogni tanto.>>
<<N-non so di cosa stai parlando.>>
Jacob riprese a camminare. Lei tese una mano verso la sua testa, per fermarlo.
E si attivò come in automatico.
Il suo corpo girò su sé stesso e la Shamshir-e-Zomorrodnegār apparve prima che uno dei due potesse notarla.
La punta della lama era a pochi centimetri dal viso di Simona, che, in realtà, non sembrava per niente preoccupata.
Ansimando, il ragazzo si ritrasse.
<<Qual è la prima cosa da cui stai fuggendo? Inlus, Mara...?>>
Ancora la risposta mancò. Jacob stava solo fissando il pavimento.
<<È stato giusto oggi che sei apparso nel tuo appartamento, furioso e ricoperto di sangue. Cosa...?>>
<<...un'illusione.>>
Quella parola lì non aveva senso, ma Simona l'accettò, e si mise comoda.
<<Un Demone ha manipolato la mia memoria. Mi ha fatto dimenticare quel che dovevo fare, e chi ero. Poi ha tirato fuori i miei ricordi ed incubi su... su Inlus, e li ha mostrati a tutti, e io... sono scappato, e li ho uccisi tutti. O almeno... credo.>>
<<Credi?>>
<<Ancora... non so se quelle persone siano esistite o no.>>
<<Ah, capisco. Ad un certo punto... non serve nemmeno cercare di capire.>>
Il ragazzo dovette prendere un secondo in più per processare quell'affermazione.
<<...tu non sei stupida, Simona. Però non pensi alle cose molto a fondo, vero?>>
<<Quando lo faccio è una vera rottura.>> confermò lei.
<<Allora dovrai perdonarmi per questa domanda...>> disse <<...Simona, secondo te che quello che facciamo noi... è giusto?>>
Sembrò prenderla di sorpresa, o forse renderla un po' disturbata.
Come se quella fosse l'ultima cosa a cui volesse pensare.
Aveva proprio da ringraziarla solo per l'aver risposto.
<<Quando ho ricevuto il mio ruolo di Giudice... non avevo qualcuno da combattere, ero in una situazione di vita o di morte contro la natura avversa, non un nemico.>>
Era sempre stata segretiva riguardo alle circostanze di quell'evento. Così come su tutto il resto.
Sì, la prima troppo occupata a muoversi in avanti per pensare al passato era lei.
<<Suppongo abbia influenzato il mio modo di pensare a questo lavoro.>> continuò <<Non mi concentro sui miei nemici. Mi concentro su coloro che sto aiutando.>>
Ovvio. Quello era il loro compito.
<<...quel Demone, ha detto qualcosa.>> ricordò Jacob <<Ha detto che... al contrario dei Demoni, gli umani hanno la capacità di scegliere tra bene e male.>>
<<Hmmm. E quindi questo significherebbe che i Demoni non sono veramente malvagi?>>
<<Tu che dici?>>
<<...dico che quando troveremo Berilix, non avrò tempo per preoccuparmene.>>
E quella fu la fine della discussione.
Attesero ancora fino all'ora di pranzo, poco prima della quale uscirono di nuovo nel cortile.
Raguel era ancora seduta sulla stessa panchina a non far nulla se non sudare estensivamente.
<<D-dite che... p-possiamo finirla qui...?>> ansimò.
Si era tolta la felpa e le sue mani ora stavano aggrappandosi alla maglietta sottostante fino a quasi strapparla.
<<Per quanto sia divertente, sì, possiamo.>> rispose Simona.
<<Grazie.>> sospirò, e con un cambiamento della sua espressione, spense la libido chiaramente inutile.
Zedel e Risa uscirono dalle loro posizioni. La Giudice, in particolare, sembrava nervosa. <<Pare non stia funzionando nulla.>>
<<L'uomo potrebbe averci mentito.>> notò il suo Angelo.
<<Ma perché? Non ha bisogno di distrarci, di indebolirci o qualunque altra cosa, perché è capace di ucciderci tutti.>>
<<La sua storia è anche coerente.>> disse Jacob <<Facciamo un altro tentativo. Distribuiamo l'Acqua Santa a pranzo, e se non funziona...>>
<<...ne riparleremo con lui, sì. Raguel, puoi purificare da sola, no?>>
<<A meno che non bevano tè a pranzo...>>
<<Bene. Tu in cucina, Jacob e Simona, voi distribuite. Zedel, vieni con me, per piacere. Devo allontanarmi dall'edificio per una mezz'ora.>>
Allontanarsi? Non era un po' vaga come affermazione...?
Mentre le due si allontanavano, il ragazzo aprì la bocca per chiedere chiarimenti, ma fu fermato da Simona.
<<Penso voglia solo portarla a fare una passeggiata.>> sussurrò la Giudice <<Su, andiamo.>>
E si ritrovarono una seconda volta in cucina.
Questa operazione fu peggiore, naturalmente. Affrontare certe persone è ben diverso quando sono appena sveglie, e ormai, nessuno lì lo era più. Se avessero avuto qualche ruolo ordinatorio oltre a "dare cibo", sarebbero morti.
Be', in realtà, Simona si stava lamentando molto meno di Jacob. Anzi - salutava ogni singolo individuo a cui porgeva qualcosa, e non rompeva mai il proprio sorriso.
Era dedicata all'amicizia, almeno.
Soltanto una volta si interruppe, proprio nel bel mezzo del consegnare una porzione. <<-Jacob, lo senti anche tu?>>
<<Cosa?>>
La Giudice lasciò cadere il piatto con il cibo, saltò oltre il banco, e corse attraverso l'intera sala pranzo.
Tutti i presenti si girarono a fissarla, in silenzio.
Ci impiegò solo un paio di secondi a raggiungere il proprio obiettivo - un uomo seduto ad un tavolo, con un bicchiere d'acqua e un pezzo di carne davanti.
<<Hey.>> gli disse <<Mi sembrava avesse avuto una strana reazione a quell'acqua.>>
<<Acqua?!>> gracchiò lui. <<Sì, acqua è proprio il termine giusto!>>
Sbatté una mano sul tavolo. <<Quindi lo ammette! Quest'acqua le ha fatto male!>>
<<Cos'altro, sennò?! È la peggiore bistecca che io abbia mai mangiato!>>
<<...bistecca?>>
L'uomo le passò il piatto con la carne dentro. <<Buttala via e di' al cuoco di pentirsi delle proprie scelte di vita!>>
<<...ah. Sissignor signore.>>
La Giudice tornò al banco come se niente fosse. Prima di rimettersi a distribuire cibo, gridò nella direzione della cucina: <<Non devi benedire anche l'olio!>>
Ci fu una risata nella voce di Raguel.
Quella fu l'unica cosa più che monotona ad accadere. Anche alla fine, nessuno lì era stato ferito dall'Acqua Santa.
Risa e Zedel tornarono giusto in tempo per vedere la sala pranzo essere svuotata.
<<Ne deduco che abbiate fallito ancora.>> disse la Giudice. <<Ah, se mi perdonerete i termini.>>
<<No, no, hai ragione.>> rispose Jacob, seduto, come prima, in una sedia nella cucina <<Questi piani... inefficaci. Se ne avete un altro, proponete, perché io non ho nulla.>>
Ancora una volta, non ottenne una replica immediata.
Tuttavia, questa era diversa.
In particolare, sembrava che... Simona non stesse dicendo qualcosa.
...e anche Risa, non aveva la stessa espressione di sempre.
Come se avessero un'idea in mente... ma non la stessero dicendo...
...decise di non fare ulteriori domande. Erano più responsabili di lui, del resto. Sapevano quel che facevano.
<<...andrò ancora a chiedere in giro.>> concluse, rimettendosi in piedi e lasciando la stanza.
Le altre annuirono, ma non lo seguirono.
Jacob girò tra i tavoli da solo fino a trovare la persona che stava cercando, e che aveva ignorato fino a quel momento. <<Hey, Elliot.>>
Il senzatetto gli sorrise flebilmente. <<Jacob. Tutto a posto?>>
<<Sì, ma...>> Si sedette accanto a lui, dove non c'era nessuno <<...tu, stavolta, sei decisamente quello che non sta bene.>>
<<Niente di che, haha. È solo che... ho pochi giorni.>>
<<-pochi giorni? Pochi giorni di cosa?>>
<<Non lo sai... questo rifugio offre ospitalità per un massimo di sei mesi.>>
Sei mesi...? Immaginava almeno un anno.
Nel caso di Elliot, lui era stato lì da...
...inizio Giugno.
...nella prima settimana di Dicembre, l'avrebbero rimosso.
<<Ah... non hai trovato casa o lavoro, nel frattempo...?>>
Elliot scosse il capo. <<Per quanto mi abbiano aiutato, c'è ben poco che io sappia fare. O meglio, non ho qualificazioni ufficiali. Eh, è un sistema nel quale o sei dentro o sei fuori...>>
Con quest'ultima parte, lo guardò con un lungo sorriso.
...stava implicando... che il ragazzo ci era dentro, e doveva approfittarne...?
Non aveva mai ricevuto acidità o invidia da Elliot, e se davvero era così, ne rimase sorpreso...
...aveva ragione, ovviamente.
Lui sopravviveva con il denaro del Vaticano, ma... era uno studente. Aveva perfino trovato un lavoro, e comprato un appartamento - tutte cose che dava per scontato.
E per le quali Elliot, no, tutte le persone lì avrebbero lavorato più di quanto avesse mai fatto lui.
Perfetto, come se non bastasse tutto, ora si sentiva terribile.
Stava per proporre qualcosa, prima del quale però fu interrotto: <<Ma la tua amica bionda direbbe che "a domani provvede Dio", eh?>>
<<Importa quello che dice lei? Elliot, non preoccuparti. Hai ancora due settimane, se non sbaglio, farò tutto il possibile per trovare una soluzione.>>
L'espressione dell'uomo sembrò cambiare leggermente. Se c'era mai stata acidità, ora era un po' diluita. Il sorriso però rimase. <<Te l'ho detto, o sei dentro o fuori. Tutto ciò che si può fare per aiutarmi è fuori dal sistema.>>
<<...intendi dire illegale, non è così?>>
Elliot continuò a mangiare senza rispondere.
<<...ti ho detto che me la vedrò io. Prima, però, ho un altro problema... te lo dirò in breve.>> Si avvicinò al suo orecchio per sussurrare. <<C'è un Demone di nome Berilix in questo edificio.>>
<<Un Demone.>> ripeté lui, poco impressionato.
<<Sì, una Succube, è attratto dalla libido. Hai visto qualcosa di strano di recente?>>
<<Hm. Nulla se non te e le tue amiche. E un caffè terribile.>>
Il Giudice si lasciò cadere sul tavolo. <<...questo è l'ultimo Demone. Devo trovarlo... devo. Trovarlo.>>
<<Hmm. Hai detto che è una Succube?>>
<<Sì, ma potrebbe anche essere nel corpo di un uomo.>>
<<Avete provato una trappola attraverso la libido?>>
<<Anche quello, gli Angeli possono regolare le proprie emozioni, Raguel ha fatto da esca, non ha funzionato.>>
Elliot ragionò un po', alzando lo sguardo dal proprio cibo solo per guardare l'altro lato della stanza, nella direzione in cui si trovava Raguel stessa, per poi tornare a mangiare in tranquillità.
<<...Jacob, sei sicuro che a questo... "Berilix" interessino le donne?>>
<<Hm? Né Angeli né Demoni hanno sesso, non credo abbiano preferenze del genere.>>
<<Ah. Pensavo gli umani avessero un certo controllo nelle loro azioni, anche quando sono influenzati da questi Demoni.>>
<<No, no, infatti ce l'ha->>
Il Giudice capì.
"Infatti ce l'hanno".
Agli occhi di un umano, Raguel sarebbe stata indistinguibile da una donna qualsiasi.
Se l'umano fuso con Berilix fosse stato qualcuno senza interesse nelle donne, avrebbe sì sentito la sua libido, ma avrebbe potuto scegliere di rifiutarsi di abboccare.
Perciò quel di cui avevano bisogno... era...
<<Comunque, Jacob...>> disse Elliot <<Dov'è Arsalan?>>
-il Giudice raggiunse le altre in cucina.
<<...l'avevate già capito.>>
Solo ad annuire fu Zedel. <<Abbiamo bisogno di Arsalan per questo.>>
No.
Non lui.
Non Arsalan.
...dannata mano che non smetteva di fremere.
<<Lo farò io.>> disse.
<<Ricordi? Il desiderio sessuale deve essere abbastanza potente da convincere un Demone a->>
<<Lo ricordo!>> ringhiò il ragazzo <<E siamo sicuri che questo sia l'unico modo?>>
<<Se non vuoi distruggere le loro proprietà con dell'acqua, o perdere tempo prezioso analizzandoli tutti uno ad uno...>>
"...lo preferirei."
Se fosse stato per lui, forse l'avrebbe persino fatto.
L'unica obiezione, una voce nella sua testa.
<<Suppongo questo sia un momento buono come un altro. Jacob.>> chiamò ancora Zedel <<Mentre ci pensi, posso parlarti in privato?>>
In privato? Cosa voleva dire? Non aveva mai chiesto nulla di simile con lui.
Né lui si sentiva di farlo. Ma l'Angelo ormai aveva cominciato a camminare verso l'uscita più vicina.
Davanti agli sguardi confusi delle Giudici, la seguì finché non furono di nuovo fuori dall'edificio.
<<Andiamo. Che devi dirmi?>>
<<...Risa è convinta che gli umani non abbiano la capacità di scegliere il proprio destino, questo lo sai. Non c'è nulla che vorrei più che vederla cambiare idea, ma... la mia esistenza stessa è prova di quel che dice.>>
<<In... che senso?>>
L'Angelo non lo stava guardando negli occhi. Stava solo fissando il cielo, noncurante della luce del sole nei suoi occhi. <<È il Paradiso, vedi. Un posto dove gli uomini più buoni vivono dopo la morte. Ma quest'idea crea un dilemma. Dimmi tu, secondo te esiste libero arbitrio nel Paradiso?>>
Quella domanda... chiaramente nascondeva implicazioni che lui non riusciva a vedere. Perciò scelse di proseguire come capiva al momento, e scoprire il resto. <<Certo.>>
<<Ma allora, è possibile peccare in Paradiso? È possibile peccare, magari persino al punto di meritare l'Inferno?>>
<<...va bene, suppongo di no.>>
<<Dunque Dio toglie la vostra capacità di peccare, e il vostro amato libero arbitrio. Ma questo non significherebbe, allora, radicalmente modificare i vostri modi di pensiero, la vostra mente, e le vostre emozioni? Una volta che fa ciò... la persona che si trova in Paradiso è ancora la stessa che era in vita?>>
<<...eh, le persone cambiano. Ma rimangono sempre le stesse persone... credo.>>
<<Hm. Forse. Dimmi questo, allora: se dovessi prendere un assassino e fargli un lavaggio del cervello, cambiandone completamente la personalità, si potrebbe ancora dire che "merita" una punizione per gli omicidi da lui commessi?>>
Su questo, la risposta era facile. Aveva visto una bambina posseduta ed era stato controllato da Mara. Non aveva mai pensato che alcuno dei due fosse altro che innocente. <<No, certo che no.>>
<<E se prendessi l'uomo più buono al mondo e lo trasformassi in un assassino, meriterebbe ancora complimenti per essere stato buono?>>
<<No. Sarebbe tragico, ma ormai quell'uomo buono è andato.>>
<<Quindi, dopo che hanno avuto la personalità modificata da Dio, nessuna delle persone in Paradiso può meritarsi davvero il Paradiso.>> concluse l'Angelo. <<Ma la mia esistenza dimostra che il Paradiso esiste, e se è impossibile che le persone perdano il proprio libero arbitrio in Paradiso, l'unica soluzione... è che non l'abbiano mai avuto.>>
-l'unico rumore, lì, era quello delle macchine di passaggio, e fu così per un po' di tempo.
<<...ed è davvero così?>> chiese infine Jacob.
<<Prima che diventassi Angelo Custode, quando ero in presenza di Dio, sapevo tutto. Entrata nel mondo mortale sono diventata capace di errore. Ergo, non posso risponderti con certezza. Del resto, importa?>>
<<Come può non importare?>>
<<Se sapere la verità significa vivere un'esistenza misera come quella di Risa, forse è meglio avere torto.>>
Zedel si diresse di nuovo verso la porta, lasciando il ragazzo confuso.
Tese il braccio. <<Aspetta! Perché mi hai detto tutto questo, esattamente? Cosa vuoi che faccia?>>
Giratasi, lei incontrò il suo sguardo, con quei occhi di uno strano verde.
<<Non può controllarla, Risa, intendo, non può controllare la sua rabbia. Per questo lei non può comprendere la prima libertà di tutti noi, la libertà di scegliere come reagire alle azioni degli altri. Tu, invece, puoi, e nemmeno io posso forzarti, ma ti prego solo di essere comprensivo con lei.>>
Questa fu la chiara fine della discussione, e nemmeno Jacob osò fare altre domande.
Domande comunque inutili, perché dietro tutte le contorte argomentazioni dell'Angelo, il messaggio era chiaro.
"Un giorno io non potrò custodire Risa".
"Per favore, abbi cura di lei".
...e lo stava chiedendo a lui.
Come se ne fosse capace.
Ma quando è un Angelo a pregarti... è difficile dire di no.
"Va bene, Zedel. Farò... del mio meglio."
Questa era la seconda responsabilità che si era preso nell'ultimo giorno... nell'ultimo quarto d'ora, persino.
Quando tornò a parlare con le altre, il suo cuore si era decisamente fatto più pesante.
<<Allora, Jacob?>> domandò Risa <<Nessuna di noi vuole farlo, sia chiaro, ma se è necessario...>>
<<Non è necessario.>> negò lui.
Voleva che questo fosse chiaro. Che Zedel aveva ragione.
Una scelta esiste sempre. Una scelta orribile, sconveniente, o immorale, esiste sempre.
E voleva fosse chiaro che stava facendo una scelta, e che nessuno lo stava obbligando.
...era così?
Non c'era forse una voce nella sua testa ad influenzare le sue azioni?
"Un egoista non vince mai nessuna battaglia".
...quale era il punto di vincere se aveva bisogno di lui per farlo?
<<Va bene.>> concluse <<Andiamo a raccattare Arsalan.>>