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Initium Proelii

<<...vedi, Jacob...>> disse suo nonno <<Con il tempo, ho imparato a distinguere le scelte che ho fatto io e quelle che hanno fatto gli altri per me.>>

<<Gli altri?>> chiese il bambino. 

<<Quando è finita la guerra, e abbiamo tutti visto i risultati, mi sono detto... "Non è colpa mia! Tutti ci sono andati! Il governo ci ha portati lì!"... eccetera.>> L'uomo rise debolmente. <<Ci ho messo un po' a ricordare cosa mi avesse motivato... e a prendermi le mie responsabilità. Tu lo sai che bisogna sempre ammettere i tuoi errori, vero?>>

<<Certo!>>

<<E sai il perché?>>

<<Perché è giusto!>>

<<Anche. Ma la cosa più importante è che diventerai più saggio nel futuro. Impari, come ho detto, a distinguere le tue scelte da quelle degli altri. Jacob, questa è la cosa più importante che ho da dirti...>>

Il vecchio fissò negli occhi grigi di suo nipote, identici ai propri. 

<<...quando sarai grande, non lasciare mai che qualcun altro faccia le tue scelte al posto tuo, va bene?>>

Il bambino ovviamente non poteva comprendere del tutto a cosa si riferisse. Ma nemmeno poteva pensare a motivi per cui rifiutare. 

Jacob Aiagon non si sarebbe mai lasciato controllare dagli altri. 

<<Okay!>>

23 Novembre 2020

Rhoda si scansò con un grido, allontanandosi da quella figura. 

Non riuscì a prendere la Spada Sacra, ma tenne il martello e i Chiodi in mano. <<N-non ti muovere!>>

L'uomo senza volto fece proprio ciò. <<Senza la forza e la mira di Risa Dascira, quei Chiodi sono inutili. Se volessi farti del male, lo farei.>>

<<Già, già, aspetta che mi fido del cadavere!>> Rotolò di lato, e prese la veste che la Giudice le aveva lasciato. <<Vedi tutte queste armi? Anche queste sono inutili?!>>

<<Rhoda... non obbligarmi a contrattaccare.>>

In effetti, immaginava che se si fossero messi a lottare nel suo appartamento, avrebbero distrutto il palazzo intero. 

Tuttavia, nel panico, fece una scelta piuttosto idiotica. 

Prese un piccolo oggetto metallico con uno schermo ed un solo pulsante sopra. 

Lo premette, e lo lanciò nella direzione del nemico. 

L'uomo afferrò lo strumento al volo senza nemmeno esitare. 

La ragazza... non vide bene cosa accadde, poi. 

Fu come se, nel suo pugno, quell'oggetto si fosse semplicemente... disintegrato. 

Scomparve nel nulla, lasciando un breve bagliore. 

<<Non provarci di nuovo.>> la avvisò lui <<Mi stai solo facendo sprecare tempo. Io sono qui per aiutare il tuo amico.>>

<<Continuo a sentire dire che volete aiutarlo... ma perché dovrei fidarmi di te? Sei entrato qui di soppiatto, e non hai nemmeno una faccia che possa riconoscere!>>

<<Questa è un'ottima osservazione. Tuttavia...>> L'uomo alzò un braccio in direzione del corpo di Jacob <<...non ho bisogno che tu ti fidi di me, perché non puoi fermarmi.>>

Su questo aveva ragione, il bastardo...

In mezzo a tutti quegli Angeli e Demoni e creature uscite da chissà quale angolo dell'universo, lei non poteva fare nulla. 

Era fortunata a non averne incontrato nessuno che non avesse sembianze umane, o sarebbe andata fuori di testa molto prima. 

...la sua testa era, in quel momento, tutto ciò che aveva. 

Quell'uomo poteva distruggere con il tocco. Probabilmente poteva muoversi alla velocità del suono. Ma quanto era intelligente? 

<<...abbiamo parlato un po' di te, lo sai questo? Io e i Giudici, voglio dire.>>

<<La mia presenza è stata meno discreta di quanto desiderassi. Quella singola foto era già troppo per me.>>

Voleva davvero rimanere nascosto. Certo, chi arriverebbe a rimuovere il proprio volto se non un tipo come lui? 

Un tipo non solo desideroso, ma ossessionato. 

<<Perché ci ha permesso di capire chi sei?>>

<<...voi non avete capito chi sono.>> Era davvero difficile riconoscere cosa stesse provando. Rhoda scelse di credere che fosse preoccupato. 

<<Ti abbiamo chiamato l'Uccisore di Angeli, perché è quello che fai, no? Uccidi Angeli Custodi e crei Diavoli Accusatori.>>

<<È più complesso di ciò.>>

<<...lo fai perché stai accumulando potere.>>

Con questo stava, ovviamente, azzardando. Ma, secondo quello che gli altri le avevano detto... tutti i Demoni erano uguali. 

Tutti i Demoni volevano potere. Tutti i Demoni erano orgogliosi di qualcosa. Lui doveva essere orgoglioso del mistero sulla sua identità. Dimostrare che questo mistero era più piccolo di quanto pensasse avrebbe ottenuto la reazione che desiderava. 

...probabilmente l'avrebbe attaccata violentemente. 

<<Ci stai mettendo un bel po' ad "aiutarlo".>>

<<Se tu rimanessi... in silenzio...>>

<<Hai ottenuto molto potere, ma ancora non è abbastanza. Per questo hai bisogno di... hm... non hai bisogno di Jacob, vero? Hai bisogno di Arsalan.>>

<<...il tuo coraggio è ammirabile, ma inutile.>> L'uomo, a questo punto, doveva aver notato che Rhoda nascondeva le braccia dietro la schiena. <<Speri di farmi infuriare? O di prendermi in trappola?>>

<<Di... distrarti.>>

<<...da cosa?>>

All'improvviso, la ragazza rivelò il contenuto delle sue mani. 

Acqua Santa nella sinistra. 

Un umidificatore che aveva riempito con Acqua Santa nella destra. 

Essenzialmente, un'Arma Sacra fatta in casa. 

Con un leggero movimento delle dita, spruzzò un getto che al solo contatto fece gridare di dolore e cadere a terra quell'uomo. 

E per un secondo...

...ebbe un volto. 

Ma Rhoda non aveva il tempo di guardarlo. Finché il nemico era sul pavimento, aveva una chance. Preso un coltello, lo affondò nel suo braccio. 

L'uomo non sembrò nemmeno notarlo. <<Interessante.>> Afferrò la ragazza per un polso, e la lanciò in direzione del muro. 

Mancò poco perché colpisse con la testa. Fece comunque male. 

Ah... era stata troppo lenta...? O forse aveva sottovalutato quella... creatura? 

L'Acqua Santa lo aveva ferito, come previsto... aveva perfino brevemente rivelato la sua faccia... ma si era ripreso troppo in fretta...

<<Era quello il tuo piano?>> chiese lui <<Ti ringrazio, mi hai aiutato a comprendere meglio la mia natura. Ma... se mi tenti di nuovo... sarò costretto a disporre di te definitivamente.>>

Come se non fosse successo nulla, l'uomo si diresse verso l'uscita. <<Jacob Aiagon si sveglierà tra poco. Ti consiglio di essere qui quando accadrà.>>

Rhoda si stava rimettendo in piedi. Più per odio personale che per altro, non aveva intenzione di lasciarlo andare. Colpirlo alle spalle non sarebbe stata una mossa codarda, vista la differenza nel loro potere. 

Sarebbe stato facile. Sarebbe scattata a prendere l'umidificatore, e poi gli avrebbe piantato uno dei Chiodi nella schiena. L'avrebbe fatto senza timore. 

...se fosse stato neccessario, ma non lo fu. 

Non appena l'uomo aprì la porta, si trovò davanti Simona Paldim. 

<<Ciao!>>

La Giudice lo prese dal collo e scaraventò la sua testa sul muro di cemento dietro di sé. 

E poiché erano al piano terra, lo sollevò un'altra volta e lo lanciò direttamente attraverso il portone che dava sulla strada. 

Una famiglia che stava passando sul marciapiede gridò quando cadde accanto a loro. 

<<Che avete da guardare?>> chiese Simona, uscendo dal condominio <<Stiamo solo discutendo. O lo faremmo se avesse una bocca con cui parlare. Andate via.>>

Loro si allontanarono senza farselo ripetere. 

<<...Simona... Paldim.>> disse l'uomo, rimettendosi in piedi. Lei avrebbe potuto impedirglielo, ma... dove sarebbe stato il divertimento? <<La Giudice di discendenza ebraica.>>

<<Proprio io. E tu devi essere Cadaverus, il Demone di discendenza dei manichini.>>

<<...che sfrontatezza. Voi che vi credete il "Popolo eletto"... vi ritenete superiori a tutti, non è così?>>

<<Ah, quindi sei un goy.>> La ragazza si tolse la giacca, non preoccupandosi di lasciarla per terra. <<E ovviamente ti sbagli. Noi non siamo migliori di nessun altro in qualunque cosa. Io, tuttavia, sono la migliore a prenderti a calci in culo.>>

Attaccò con un calcio verso l'alto. L'uomo lo evitò saltando all'indietro. Lei si precipitò su di lui senza dargli un secondo, ma l'uomo riuscì a schivare anche il seguente pugno. 

Era veloce quasi quanto lei. Quasi. Poteva evitare i suoi colpi uno dopo l'altro. 

"Quindi non devo fare altro che colpire più di una volta alla volta, no? Sono così intelligente."

Facile. Saltò roteando nell'aria, lasciando giusto un attimo di tempo tra un calcio e l'altro. Questo non bastò nemmeno a sfiorare il nemico, così, non appena i suoi piedi toccarono terra, Simona usò la velocità guadagnata dal salto per lanciarsi in avanti. 

L'uomo non poté spostarsi in tempo. Il pugno della Giudice raggiunse il suo stomaco e sembrava che l'avrebbe trapassato. 

Per qualche miracolo, riuscì a rimanere in piedi. Ma ora si trovava direttamente di fronte a Simona. 

<<Che peccato->> disse lei. Sfruttando la stessa tattica di "più di una volta alla volta", scatenò una raffica di pugni. Concluse con un calcio dall'alto verso il basso, bloccandolo sull'asfalto. <<-non sai fare di meglio?>>

<<...è davvero un peccato.>> rispose. Nonostante tutti gli attacchi, nonostante fosse chiaramente ferito, la sua voce era stabile come prima. <<Volete obbligarmi a farvi del male. Allora... così sia.>>

L'uomo afferrò il suo piede. 

Il suo tocco fu come quello di un metallo ardente. 

Simona gridò, quasi cadendo all'indietro. Si distrasse per qualche secondo, e rialzatosi, il nemico ne approfittò per fuggire. Con un solo salto, raggiunse la cima del palazzo accanto. 

Anche se la Giudice sentiva il piede ancora bruciare, era disposta a seguirlo, ma Rhoda la fermò correndo fuori. <<Aspetta! Lascialo andare!>>

<<Perché dovrei?>> domandò lei. 

<<Non hai visto? Le sue mani... prima ha incenerito una delle bombe di Risa come se non fosse niente. Se l'unica cosa che puoi fare è corpo a corpo, sei praticamente già morta.>>

<<...quindi sono la peggiore a prenderlo a calci in culo...>> brontolò Simona. Chiarito che sarebbe rimasta lì, si tolse la scarpa dove l'aveva ferita. Le scottature non erano gravi. <<Cavolo... voglio dire, uh, posso usare il tuo bagno...?>>

Zoppicando, riuscì ad entrare nel suo appartamento, e lasciò che l'acqua corrente della doccia aiutasse la sua guarigione veloce da Giudice. <<Ahhh... la prossima volta...>>

<<Vi organizzerete meglio. Piuttosto, che ci facevi qui?>>

<<Hm? Non hai attivato tu il cercapersone di Risa?>>

<<Ah. Quindi non era una bomba...>>

<<Nemmeno lei oserebbe portare esplosivi in tasca. Ora spiegami tu cosa ci faceva lui, qui.>>

<<...non sono sicura. Ha detto di essere venuto per aiutare Jacob. L'ho solo visto alzare un braccio sopra la sua testa, però.>>

<<Odio questa sottospecie di magia.>> La Giudice si toccò una delle bruciature. Ritrasse il dito subito. <<E come sta ora Jacob?>>

<<Aveva detto si sarebbe svegliato presto, ma...>>

"...ma non ho visto alcun cambiamento."

Perché nel corpo del Giudice, nessun cambiamento era avvenuto. 

Ciò che l'uomo senza volto aveva fatto era stato rivolto direttamente alla sua anima. 

Ancora una volta, Jacob aprì gli occhi solo per vedere oscurità totale intorno a sé. 

<<...sempre così finisce.>> mormorò <<Sempre in questo dannato posto.>>

<<Heh. Altrimenti, come faresti a parlare con me?>> chiese una voce conosciuta alle sue spalle. 

<<...Salomone.>> Il ragazzo si girò. <<Sono svenuto, non è così?>>

<<"Svenuto" è dir poco. Eri così infuriato con l'Angelo Custode che la tua mente è crollata. Ma sopravvivrai. Assicurati solo di non farlo di nuovo.>>

<<...di non arrabbiarmi?>>

<<Jacob, anche se io capisco quel che provi, devi capire che Arsalene agisce solo per aiutare te, e l'umanità intera.>>

<<...e tu?>>

<<Hm?>>

<<Tu...>> disse Jacob, avvicinandosi al re <<Tu l'hai aiutato... con Mara...>>

Salomone, sempre cercando di mantenere l'apparenza calma, arretrò un po'. <<Uh... non mi ero accorto della sua presenza... ero recentemente morto, e il Signore dei Sensi...>>

<<Non intendo quello, bastardo. Quando Arsalan gli ha tagliato la testa... tu dov'eri? Dovevi essere lì.>>

<<Jacob... Jacob, aspetta->>

Ma dal punto di vista del Giudice, solo pochi minuti prima aveva giurato che nessuno l'avrebbe più controllato. 

Quindi quella scoperta...

<<...sei stato a guardare. Hai fatto qualcosa per fermare Arsalan, Salomone?>>

<<A-anche se avessi voluto...>>

<<Anche se?>>

Chiamatala a sé, lo minacciò con la sua stessa Spada. 

<<Jacob... era tutto...>>

<<Non. Osare. Dirlo.>>

Il sovrano ricevette il messaggio e lasciò quella frase incompiuta. <<Puoi... uccidermi, se vuoi. Prima o poi tornerò, comunque. Ma ti consiglio di non farlo.>>

<<Vai. Dimmi la tua scusa.>>

<<...io sono l'unica cosa, in questo momento, che sta tenendo Mara a bada.>>

Mara...?

<<Dov'è?!>> Il ragazzo si girò di scatto. 

E come nebbia che si dissipa, il Re Demone apparve di fronte a lui. La sua testa era tornata salda sul collo, come se lo fosse sempre stata. <<Eccomi! Ti sono mancato?>>

-ma il Giudice fece la stessa cosa. Lo pose sotto la Shamshir-e-Zomorrodnegār, pieno di rabbia negli occhi. <<Così, non hai rinunciato, vero?!>>

<<Rinunciato?>> chiese Mara, con il suo perenne sorriso sulle labbra canine <<E perché? È per il tuo->>

<<No!>> Anche se forse decapitarlo di nuovo sarebbe stato più utile, decise di sentire la sua faccia sul proprio pugno. <<Siete davvero tutti uguali? Tutti?>>

<<Perché sei sorpreso? Imporre i propri desideri sugli altri è ciò che fate tutti voi umani, non è così?>>

Salomone sbuffò, e mise una mano sulla spalla di Jacob. <<Non ascoltarlo. Le sue opinioni sull'umanità valgono quante quelle di un cane.>>

<<Oh? Sentiamo le tue, allora! Per esempio, le tue opinioni sulle donne.>>

<<Ahhh, non mi importa!>> gridò Jacob, lasciando cadere Mara e allontanandosi dai due. <<Non mi importa di voi, capito?! Non mi importa di Arsalan, non mi importa dei Demoni, non mi importa di nulla di queste cose!>>

<<E allora...>> tuonò una quarta voce <<Di che ti importa?>>

Tra Salomone e Mara risplendette uno spicchio di luce. Un'illusione temporanea che si mutò presto in una figura altrettanto bianca. 

Jacob si girò, vedendo un uomo senza volto. 

<<Sei tornato, infine.>> disse Salomone. <<Avevi piazzato una tua immagine in quest'anima, ma dev'essersi consumata, non è così?>>

<<Corretto. Per favore, lasciami a parlare con il Giudice.>> chiese lui. 

Mara gli si avvicinò, con gli occhi curiosi come quelli di un bambino. <<Sì, anche se questa è solo una proiezione, riesco già a vedere il tuo potere. Chissà se potrei fare la stessa cosa...>>

<<Signore dei Sensi, io->>

<<Allora?>> li interruppe Jacob. Il suo sguardo non era più caldo verso di lui che verso gli altri. <<Se sei qui, devi avere qualche consiglio da darmi.>>

<<-ovvio. È necessario che tu ti svegli.>>

<<Se sono crollato, ci sarà un motivo. Il mio corpo rimane a dormire.>> Aveva ancora la Spada in mano, e sembrava pronto ad usarla. 

<<Lo stress. La rabbia. Sei stato sveglio per più ore di quanto riconoscessi, ma con la tua fisionomia da Giudice, ti sei già rimesso in sesto. Manca solo la tua coscienza.>>

<<...mi sto impedendo io stesso di svegliarmi?>>

L'uomo annuì. <<Ovviamente, non potrai mai rimanere qui per sempre. Ma ho bisogno che tu esca ora.>>

<<Dimmi il perché.>>

<<Te lo dirò. Ti spiegherò ogni cosa, se vieni... hm... nei campi fuori città, all'alba. Mi farò trovare.>>

<<...e poi cosa succederà?>>

<<E poi vedremo tutto finire.>>

L'uomo fece un passo indietro, e come era apparso, scomparve in un'esplosione luminosa. 

<<Jacob...>> chiamò Salomone cautamente <<Non importa cosa pensi di me... non puoi fidarti di quell'uomo.>>

<<Nemmeno di te, se è per questo. Ma ho una scelta?>>

<<Che atteggiamento tipicamente umano. C'è sempre una scelta.>> disse Mara. 

<<...non per me.>>

Senza aspettare la risposta di uno dei due, cominciò a svegliarsi. 

Riuscì a riprendere a muovere il proprio corpo in tempo per sentire il suono di una porta in chiusura. 

<<Cosa...?>>

La sua vista era ancora sfocata. Ci mise qualche secondo a riconoscere di trovarsi nell'appartamento di Rhoda. 

A giudicare dal panno bagnato sulla sua fronte... doveva aver cercato di aiutarlo. 

Si mise in piedi con difficoltà. Aveva bisogno di assicurarsi di una cosa. 

Corse in direzione della finestra più vicina, e per poco non scivolò sul pavimento. 

"Acqua Santa...?"

C'era anche un contenitore mezzo vuoto... di quelli usati da Risa. 

"Hanno combattuto un Demone..."

Si sporse dalla finestra. 

Rhoda e Simona stavano lasciando l'edificio. 

"...devono avermi portato qui. Ed è apparso un Demone... in questa stanza."

Un Demone...

...ora aveva la quasi totale conferma che quell'uomo senza volto ne fosse uno. 

...più importante, sapeva di chi poteva fidarsi. 

"L'alba è tra poche ore. Ma..."

Ma non poteva andarsene senza dire nulla. 

Né voleva essere seguito da alcuni di loro. 

Fece la cosa più ovvia. 

Trovò carta e penna, e scrisse un messaggio. 

"Non preoccuparti."

"Dovevo andare."

"Grazie."

...questo era seriamente tutto. 

Si sciacquò la faccia e si cambiò i vestiti, ancora sporchi di sangue. 

Poi, presa la Shamshir-e-Zomorrodnegār e quel goccio di Acqua Santa imbottigliata, lasciò l'appartamento. 

Il cielo sembrava vuoto di nuvole, ma in realtà non si vedeva alcuna luna. 

Camminando da solo, il Giudice andò ad incontrare un uomo senza volto. 

6:07

"Ho mai visto questo posto non illuminato...?"

Era incapace di ricordare. 

Quella casa, il posto in cui Arsalan l'aveva portato tanto tempo prima... per lui era sempre stata avvolta nella luce del sole. 

Forse semplicemente odiava le città. Forse aveva dei buoni ricordi associati con quel posto. 

Come l'aver salvato Lucia Celesti. 

Proprio in quel giardino. 

Il suo più grande fallimento e il suo più grande orgoglio, l'aver combattuto con quella donna. 

...e una prova delle menzogne di Arsalan. 

Quando gli aveva detto che il fondersi con un Diavolo Accusatore fosse una scelta. 

Quando gli aveva detto che nessuno poteva esorcizzare un Diavolo Accusatore. 

Bugie per convincerlo a lottare. 

Non si sarebbe mai dovuto fidare di lui. Di un Angelo, una macchina capace di fingere oltre ogni riconoscimento. 

"Forse avresti dovuto informarti da te."

"Già, forse avrei-"

...un attimo. 

"-chi ha parlato?!"

Si guardò intorno, ma non c'era nessuno in tutto il giardino. Corse all'interno della casa. Nulla. 

Quella... era una voce, e non era la sua, né quella di chiunque altro conoscesse. 

Era giunta nelle sue orecchie come una folata di vento, scomparsa allo stesso modo. 

Doveva pensare che...? 

"...hm."

Sul pavimento di legno, dal mobile pieno di libri, ne era caduto uno. 

Si piegò per raccoglierlo. Non aveva mai controllato tutti i contenuti di quella libreria. Non si aspettava di riconoscerlo. 

Invece, era proprio l'unico che aveva consultato più volte. 

L'Apocalisse di Salomone, un'enorme raccolta di informazioni su Demoni. 

Trovato il suo posto, stava per rimetterlo sullo scaffale, quando notò qualcos'altro. 

Il nome dell'autore. 

Daniele Tobia Abel. 

"...A... bel...?"

Come... Diana... Abel...? 

Poteva essere una coincidenza...? 

Come a rispondere, il vento gli forzò un brivido attraverso la schiena. 

...aveva ancora tempo prima dell'alba. Quell'uomo aveva detto si sarebbe fatto trovare. 

Jacob si sedette, e aprì quel libro. 

L'Apocalisse di Salomone
di Daniele Tobia Abel

Tutto è inerente. 

Il destino e il tempo. La vita e la morte. 

Il bene e il male. 

Questo è l'universo in cui viviamo, il migliore di tutti i possibili mondi. 

Questo è l'universo in cui viviamo, dove cade ciò che deve cadere. 

I - Sulla Natura Dei Demoni
II - Demoni E Altre Creature Maligne
III - Prima Riflessione Sulla Natura Del Male

Niente di tutto questo aveva senso. 

Jacob sfogliò fino a raggiungere la prima sezione, Sulla Natura Dei Demoni, e lesse un paragrafo a caso. 

al contrario di un dio fisico, un Dio Vero non "controlla" un concetto quanto "è" un concetto, e il concetto stesso solo esiste in relazione al Dio Vero che lo rende quello che è, in una retroattiva definizione

...continuò a cercare. 

poiché il Logos è Dio, dovrebbe essere teoricamente possibile creare un Anti-Logos attraverso il peccato, e dunque, usando i sistemi naturali per convergere millenni di karma negativo in un singolo individuo, manipolando la realtà intorno a

...ancora...

imponendo la propria essenza attraverso la sovraimpressione risulterebbe in un Vero Nome unico, in qualche misura divino seppur umano, forse equivalente all'esistenza del Figlio,

...e ancora. 

Diavoli Accusatori

...eccolo. 

Ogni umano riceve dunque un Diavolo Accusatore in opposizione al proprio Angelo Custode. 

La posizione è fatta per essere occupata da un Demone Infernale, inviato dal Diavolo, ma sono stati riportati casi in cui è stato preceduto da un'altra creatura. Questo libro si concentra sui figli di Lucifero. 

Un Diavolo Accusatore tenderà a cercare di eliminare il proprio Angelo Custode corrispondente. Oltre a sconosciuti metodi di lotta fisica in uno stato non-fisico, è probabile che i Diavoli Accusatori diventino più potenti grazie alla corruzione dell'umano, ma questa rimane una teoria. 

Eliminato e rimpiazzato l'Angelo Custode, il Diavolo Accusatore cercherà di convincere l'umano ad accettare il suo potere, a qual punto, fonderà la sua anima con quella dell'umano. 

[Nota: l'eliminazione di un Angelo Custode è un evento raro. La Chiesa stima sia un evento da 1/100000. La fusione con umano è poi un evento da 1/100. In altre parole, le statistiche suggeriscono ci siano un totale di 2 Diavoli Accusatori su tutto il pianeta. Nonostante questo, la Chiesa li considera una minaccia prioritaria.]

Aspetta un attimo...

La fusione non può essere annullata in alcuna condizione conosciuta. Dunque, per rispedire il Demone all'Inferno, l'umano deve essere ucciso. 

<<...cosa...?>>

Il libro doveva essere errato... lui aveva avuto prova del contrario, aveva visto Lucia liberarsi dal proprio Demone...

Ad un Demone può convenire mentire sulla propria natura, sostenendo per esempio di essere Dio, ma non sulle azioni che compieranno dopo la fusione, poiché un umano non collaborativo è paragonabile ad una disabilità per i Diavoli Accusatori. 

Questo... tutto questo era... assurdo...

Qui, tuttavia, non sono fatti giudizi morali, riservati invece al terzo volume. Questo primo intende discutere della natura dei Demoni e del male, facendo metafisiche valutazioni ma non critiche. 

...no, un momento. 

Terzo volume? 

Il Giudice controllò la copertina e il bordo del libro. Non c'era alcun numero ad indicare che quello fosse il primo in una serie. 

Nonostante lo stile e la grafia raffinati, l'autore doveva essere qualcosa come un dilettante. 

Ma ormai la sua curiosità si era scatenata, e Jacob aveva intenzione di saziarla. Si alzò e cominciò a cercare tra gli scritti in quella libreria. 

Chiunque l'avesse compilata era davvero interessato a tutto il mondo religioso... alcuni dei nomi presenti, il ragazzo non li aveva nemmeno mai sentiti. 

Finalmente, lesse quasi di sfuggita il nome. 

Questo tomo era ancora più grande del precedente. Lo estrasse, ripulì dalla polvere... ed aprì. 

L'Apocalisse di Ezechiele
di Daniele Tobia Abel

Nulla è inerente. 

Nemmeno il destino, nemmeno il tempo. Né la vita, né la morte. 

Non il bene, non il male. 

Questo è l'universo in cui viviamo, perciò rendiamolo il miglior mondo possibile. 

Questo è l'universo in cui viviamo, e la nostra forza ci impedirà di cadere. 

I - Sulla Natura Degli Angeli
II - Angeli E Altre Creature Benigne
III - Seconda Riflessione Sulla Natura Del Male

Quindi... questo era il secondo di tre volumi. Uno dedicato ai Demoni, uno agli Angeli. 

...e se il primo conteneva informazioni sui Diavoli Accusatori, questo doveva...

Incarnazione di Angeli

L'universo intero utilizza l'Ousia - la Luce Divina - come propria fondazione, ma in forme diverse. 

Si dice Ousia Pura la Luce, senza caratteristiche fisiche, che compone Angeli, Demoni e spiriti. 

Si dice Ousia Impura la Luce che ha perso ogni traccia della Luce, diventando materia fisica. 

Si dice Ousia Mezza-Pura la Luce che mantiene le caratteristiche della Luce come se Pura, ma è comunque fisica come se Impura. Questa è l'Ousia che crea i corpi degli Angeli incarnati. 

Gli Angeli possono essere incarnati in due circostanze diverse. Uno, se come Angeli Custodi, il loro umano diventa Giudice. Due, se sono stati inviati sul mondo per una missione che richiede forma fisica. 

In ogni caso, agli occhi normali sono indistinguibili dalle creature di cui prendono la forma. Possono compiere tutte le attività degli esseri viventi, inclusa la procreazione. 

Le conseguenze della procreazione tra Angelo e umano sono varie. Gli ibridi risultanti sono detti "Nephilim" e poiché in parte composti da Ousia Mezza-Pura, sono capaci di comprendere l'Ousia in tutte le sue forme. Alcuni casi hanno dimostrato leggere abilità di manipolazione della Luce Divina. 

<<...Ousia, hm.>>

Aveva già incontrato An, il Demone che misteriosamente poteva controllare questa Luce Divina. E la Shamshir-e-Zomorrodnegār stessa era capace di tagliarla... perché Salomone l'aveva costruita per distruggere i Demoni, senza capire esattamente cosa significasse ciò. 

Ma quelle non erano gli unici casi che aveva visto di quella Ousia. 

Quando avevano combattuto Devadatta, e quell'Albero della Vita era apparso nel cielo...

Avevano sospettato potesse essere stato An a crearlo, anche se ne dubitavano. In ogni caso, non era mai tornato ad essere rilevante. 

Per gli altri, almeno. Jacob aveva sempre avuto i propri dubbi. 

Una colonna di luce che lo disintegrava nei sogni. 

Un lampo bianco che significava la "sua" apparizione. 

...ormai gli era chiaro chi fosse quell'uomo senza volto. 

Non rimaneva che andare a confermare con lui. 

Il sole stava cominciando a sorgere. 

In alto, rimaneva una sola stella. 

Una stella brillante come il sole stesso... e supportata da un raggio bianco che partiva da terra. 

L'aveva detto, che si sarebbe fatto trovare. 

Alba

Dunque i due si incontrarono, in un campo vuoto. 

Noncuranti del vento freddo, noncuranti dell'aria pesante, l'uomo aspettava, e il ragazzo si avvicinava. 

Si fermò lontano. La sua Spada radeva l'erba alta. 

<<Jacob Aiagon.>> disse l'uomo con una voce raschiante <<Il tempo corre, non è così?>>

<<Per chiarirci, non ho ancora deciso se fidarmi di te.>> Jacob alzò l'Arma <<Quindi, le domande le farò io. Chi sei tu?>>

<<Io-- sono l'Alpha e l'Omega. Colui che aspira all'infinito, e alla fine.>>

<<Non hai un volto. Devo credere che non hai nemmeno un nome?>>

<<A che serve un nome che l'universo dimenticherà? Quel che ero non importa. Quel che sarò, sarà ricordato per sempre.>>

<<No, no, a me importa moltissimo. Dimmi, chi eri?>>

L'uomo esitò. Poi cominciò a camminare, con passi lenti, verso di lui. Jacob si rifiutò di arretrare. 

<<Un avventuriero. Un temerario, ma uno che in realtà aveva sempre paura. Ero terrorizzato. Terrorizzato dall'idea - che prima o poi sarebbe tutto finito.>>

Il vento si quietò all'improvviso. Fu quasi spettrale. Ma l'aria non fece che diventare più tesa. 

<<La battaglia mi manteneva calmo, finché, un giorno, chiunque sia in alto mi colpì con la dura realtà. Una tempesta che distrusse la mia vita, tutti coloro intorno a me, e il mio futuro.>>

Passi delicati. Come una farfalla... no, come un fantasma. 

<<Quello fu il giorno in cui io morii. E quello fu il giorno in cui mi fu offerta l'occasione di risorgere. Ma perché vivere, se devi farlo come goccia d'acqua? Per questo decisi...>>

La sua mano pallida accarezzò il viso di Jacob. 

<<...che la morte non mi avrebbe mai reclamato.>>

-ci fu un bagliore. 

La luce dell'alba si riflesse su una scheggia. 

Un chiodo. 

Un Chiodo volò. 

E trapassò la testa di quell'uomo.