8
C'erano tre Angeli.
<<Che cosa gli hai detto?>>
domandò Raguel.
<<La verità.>>
rispose Arsalan.
<<Sempre?>>
domandò Zedel.
<<Sempre.>>
rispose Arsalan.
<<In tutta onestà, puoi dire che Jacob avrebbe accettato di diventare Giudice, se avesse saputo che sarebbe stato preso, torturato, e abusato?>>
domandò Raguel.
<<No.>>
rispose Arsalan.
<<Quindi lo sapeva o no?>>
domandò Zedel.
<<Non gliel'ho detto perché non lo immaginavo nemmeno io.>>
<<Pensavo... ci fossero pochi, deboli Demoni in questa città.>>
<<La solita feccia che striscia nelle ombre. Tevatort...>>
<<Una supposizione piuttosto azzardata, visto quello che è successo al tuo ultimo Giudice.>>
<<Proprio per questo. Non sarebbe potuto accadere due volte di seguito... credevo.>>
<<Avresti dovuto notare le coincidenze fin da subito. Questa città...>>
<<Pensate avrei potuto prevedere tutto questo?>>
<<Mara? Inlus? Il fottuto Anticristo?>>
<<Ho detto a Jacob che tutti gli uomini si fondevano con i propri Diavoli Accusatori volontariamente...>>
<<...perché non immaginavo Lucia Celesti. Dovrebbe essere uno di quei casi da una volta ogni millennio...>>
<<Su questo hai ragione. Non c'è mai stata una tale concentrazione di Diavoli Accusatori nella stessa zona ed epoca.>>
<<Aumenta il numero di Demoni e aumenta la probabilità che uno particolarmente potente appaia...>>
<<Sappiamo il motivo. Sappiamo che c'è un ultimo problema di cui dobbiamo occuparci.>>
<<Purtroppo, questo non è stato il tuo unico errore.>>
<<...lo so...>>
<<Hai accettato che Jacob Aiagon detestasse essere Giudice, sperando di poterlo convincere. E l'hai fatto. È diventato tuo amico.>>
<<Poi l'hai visto depresso. Hai cercato di aiutarlo. In parte grazie a te, in parte uccidendo An, si è ripreso.>>
<<E si è insuperbito. E l'incontro con Diana Abel l'ha fatto cadere ancora più in basso.>>
<<Ma è rimasto accanto a te, e tu accanto a lui. Soprattutto quando Inlus l'ha rapito, non possiamo negare che tu abbia fatto del tuo meglio.>>
<<Giunto Mara, tu sei diventato la sua unica ancora alla vita, e presto, la sua ossessione. Hai pensato avesse bisogno del tuo supporto.>>
<<Così, quando hai visto che non aveva funzionato, hai capito che continuavi a fallire.>>
<<Hai capito che i tuoi sentimenti di attaccamento per lui stavano danneggiando le tue capacità di giudizio.>>
<<Hai deciso di eliminarli.>>
<<E dove ti ha portato quella scelta?>>
<<Qui.>>
<<Ho pensato eliminare Mara sul posto fosse la cosa migliore da fare.>>
<<Hai pensato fosse giusto decidere di non lasciarlo decidere?>>
<<Hai pensato fosse bene mentirgli quando ha dimenticato l'evento?>>
<<L'ho pensato.>>
<<Adesso ha ricordato tutto.>>
<<Ti vede come uno schiavista inviato dal Cielo.>>
<<Con il compito di assicurarsi che il Giudice non possa mai smettere di essere tale.>>
<<Si sbaglia?>>
<<...non era quella la mia intenzione.>>
<<Io sono il suo Angelo Custode.>>
<<Devo fare le decisioni che ritengo più adatte a proteggerlo.>>
<<Ho pensato fosse giusto così.>>
<<Anche quando stava chiaramente soffrendo? Anche allora?>>
<<Non potete credere che fidarsi di Mara fosse l'opzione migliore.>>
<<Assolutamente no.>>
<<Allora quando avrei sbagliato?! Quando mi sono allontanato perché lui non voleva vedermi? Quando sono entrato nella sua anima per aiutarlo?>>
<<Non una singola volta.>>
<<Hai commesso solo un gigantesco errore di giudizio.>>
<<Hai voluto che Jacob Aiagon fosse Giudice nonostante tutto.>>
<<È stato scelto da Dio!>>
<<È stato convinto da te.>>
<<Distaccarti dai tuoi sentimenti è sempre un errore, Arsalan. Ma tu hai scelto quelli sbagliati.>>
<<Cosa... state dicendo...?>>
<<Non mentirti.>>
<<Lo sappiamo tutti e tre.>>
<<Tu non hai mai superato il tuo pentimento.>>
<<Non hai mai dimenticato il tuo Giudice precedente, Daniele Tobia Abel.>>
<<Se hai insistito perché Jacob Aiagon fosse Giudice, era per avere una seconda opportunità.>>
<<Dimostrare che non avresti fallito un altro umano.>>
<<No! Vi sbagliate!>>
<<Devadatta lo aveva quasi ucciso! Questa città era infestata dai Demoni!>>
<<Eppure non è di loro che parli.>>
<<Tu non ti sei mai definito un Giudice. Tu ti sei sempre definito una sola cosa.>>
<<Perché...>>
<<Io sono il suo Angelo Custode.>>
<<E non vuoi nient'altro.>>
<<Se non dimostrare che puoi salvare Jacob Aiagon.>>
<<Ma non puoi.>>
<<Fallirai sempre.>>
<<Io...>>
C'erano centoquarantaquattromila Angeli.
Una schiera di esseri cosmici, corona intorno all'universo, chiave dell'infinito.
Ed una sola luce.
23 Novembre 2020
Fuori nel cielo, la luna non cessava di rischiarare il cosmo.
Dentro l'appartamento, una macchia di sangue né rifletteva i raggi.
La ragazza spinse via l'Angelo e si diresse verso Jacob, ancora una volta inconscio <<Non lo toccare.>>
<<Rhoda->>
<<Silenzio.>> ordinò, sollevandolo.
<<Dove stai andando?>> chiese Arsalan.
<<Lo porto lontano da te. Da tutti voi.>>
<<Sai che non posso lasciartelo fare.>>
<<Vai al Diavolo.>>
Ma quel che fece fu apparire, quasi istantaneamente, tra lei e la porta.
<<Se mi dirai che è stato un Demone a fargli dire quelle cose, non ti crederò.>> disse Rhoda.
<<Non ti mentirò. Provenivano tutte dal suo cuore.>>
Questa risposta fece solo innervosire di più la ragazza. <<E con quale coraggio insisti... a custodirlo...?>>
Dall'altra parte, sul volto dell'Angelo, nessuna emozione era visibile. <<Se fossi stato con lui negli ultimi giorni, questo non sarebbe successo.>>
<<Ma non lo eri. Perché lui ti odia. Mi sembra chiara la situazione, no?>>
<<Prima o poi capirà. Ha bisogno di me.>>
<<In questo momento, l'unica cosa di cui ha bisogno è distanza dalla tua faccia.>>
<<Questo sarò io a giudica->>
L'Angelo si girò all'improvviso.
La sua testa fu veloce. Le sue braccia meno.
Una scheggia di roccia volò sfondando la porta alle sue spalle, e si conficcò nella sua schiena.
Prima ancora che potesse gridare, fu seguita da una donna che lo bloccò sul pavimento.
<<Preso, per una volta!>> esultò Simona.
Arsalan cercò di protestare, o forse di urlare per danneggiare le sue orecchie. Lei gli mise una mano sulla bocca.
I due si dimenarono, ma lei era più forte. L'avrebbe potuto tenere lì forse per ore.
Nel frattempo, Rhoda fu tirata fuori dall'appartamento.
<<Hey! Hey! Risa, cosa->>
La Giudice però era troppo occupata ad esaminare il corpo di Jacob tra le sue braccia e mormorare in Italiano. <<Santo cielo... che gli è- anzi, non dirmelo.>> Si tolse l'abito da Cavaliere, sotto il quale indossava una specie di tuta a pezzo unico, e lo avvolse con esso. Poi tirò fuori un mazzo di chiavi che le diede in mano. <<Se sembra pesante è perché è pieno d'armi. L'importante è che nessuno si accorga che c'è un uomo insanguinato sotto. Queste sono per la mia macchina, è qui fuori. Non serve l'ospedale. Portalo a casa.>>
Rhoda cominciò a correre seguendo i cartelli. <<Grazie di tutto, ma non pensare di essere senza colpa in questo!>>
<<...già.>> mormorò tra sé e sé <<Non serve che me lo dici.>>
Dopo averla vista scomparire per una scala, Risa tornò dentro l'appartamento. <<Avevi ragione, Simona. Una pietra piatta fa così poco rumore, nemmeno lui è riuscito a sentirla.>>
<<Visto? Heh.>> rise lei, avendo difficoltà a tenere fermo l'Angelo <<Ora, se non ti dispiace, potresti...?>>
<<Se non mi dispiace? Non scherzare. Non esistono parole per descrivere da quanto stavo aspettando questo momento.>>
Intanto, Rhoda aveva trovato l'auto a forza di aprire e chiudere.
Prima che potesse mettersi nel sedile del guidatore, si accorse... che ce n'era già uno.
<<Cia-ciao.>> salutò Raguel, al volante. <<Fresca fuori d'ospedale, ora tocca a lui.>>
<<Casa mia. Ti dirigo io.>>
<<Agli ordini!>>
Arrivarono al condominio ignorando ogni limite di velocità. La macchina tornò indietro non appena Rhoda l'ebbe lasciata.
Portone. Piano terra. Appartamento. Chiuse l'entrata a chiave e poggiò Jacob sul divano, con l'abito di Risa sul pavimento.
Respiro e battito erano regolari. Del resto, era un Giudice sovrumano, quindi forse le precauzioni tipiche non erano nemmeno necessarie. Rhoda prese comunque un panno bagnato freddo.
Non appena toccò la sua fronte con esso, le mani di Jacob cominciarono a tremare...
...e la Spada Sacra apparve dal nulla, spaventando la ragazza.
"Deve... essere una reazione istintiva." pensò "Senza coscienza... sente il contatto del freddo con il suo corpo come un attacco da cui difendersi."
Che schifo.
Che schifo il fatto che doveva temere ogni cosa.
Non studiava da chissà quanto. Ormai erano, cosa, sette mesi che combatteva Demoni? Avrebbe passato la sua intera vita in quel modo?
Inizialmente, l'aveva accettato. L'aveva visto come una specie di eroe coraggioso. Lo riteneva spericolato, ma comprensibile. Ora aveva un'idea migliore di cosa significasse quella parola.
Giudice.
...una situazione di proporzioni bibliche.
Per definizione, più grande di ogni uomo.
Sicuramente, più grande di quel Jacob Aiagon.
Non importava come la si mettesse, lui non poteva essere Giudice.
Rhoda ancora non conosceva tutti i dettagli. Come funzionasse esattamente la sua esistenza, quello non le era chiaro.
Ricordava, però, alcune delle sue spiegazioni al riguardo.
Arma Sacra. La Shamshir-e-Zomorrodnegār di Re Salomone.
Giudice del Signore. Jacob Aiagon.
Questi due fattori rendevano poi possibile l'incarnazione del terzo.
Angelo Custode. Arsalene.
In realtà, non era molto sicura che ciò che stava per fare avrebbe funzionato. Forse quel "ricordo" era solo qualcosa che lei aveva dato per scontato, ma era falso.
Tuttavia... c'erano poche cose che potesse fare.
Rhoda posizionò quella Spada Sacra, un oggetto tenuto da nientemeno che Re Salomone, a terra in mezzo alla stanza.
"Jacob... spero di non stare commettendo un errore..."
Prese anche l'abito di Risa, e lo aprì completamente.
Come sospettava, non c'erano solo coltelli, pagine della Bibbia, e altre armi inferiori.
C'erano anche i quattro Chiodi Sacri.
"...ma non posso aspettare oltre."
Infine, trovò un normale martello. Sperò non si sarebbe frantumato.
"Questo... è l'unico modo per liberarsi di lui, non è così...?"
Tenne uno dei Chiodi sopra la lama della Shamshir-e-Zomorrodnegār.
Con l'altra mano alzò il martello.
Si preparò a qualunque cosa sarebbe successa.
"...così sia, suppongo."
Ed abbassò la mano.
...o almeno...
...ci provò.
...senza successo.
...perché qualcuno le stava tenendo ferma la mano.
<<Che cosa pensa di stare facendo?>>
Dietro di lei.
Pallido come un cadavere.
Vestito come un vagabondo.
C'era un uomo.
Un uomo senza volto.