Aliquid Memoratum
<<E andiamo-!>> gridò Rhoda, lanciando via il telefono sul divano.
Continuava a provare a chiamare Jacob, ma era come se non avesse più un cellulare.
Doveva pensare che fosse in pericolo? No, stando a quanto diceva Arsalan, almeno ogni notte era vivo e vegeto nel proprio letto.
...che metodo del cazzo, comunque, tornare a casa solo per dormire un paio d'ore e poi andarsene subito, solo perché non vuoi parlare con il tuo coinquilino. Quei due erano diventati ridicoli.
O forse gli Angeli non possedevano un senso del ridicolo.
In ogni caso, nessuno dei due si stava comportando in modo normale.
Per questo Rhoda si era trovata costretta ad entrare nel loro appartamento.
...non ci era entrata di nascosto o nulla del genere. Era semplicemente andata a visitare Jacob.
E aveva trovato la porta aperta.
Niente segni di lotta. La Spada Sacra era a posto. Non una goccia di sangue, o una frattura nel muro.
Sembrava semplicemente che Jacob fosse uscito di casa, e si fosse dimenticato di chiudere.
<<...idioti.>>
Non aveva altro da dire- per la prima volta, odiava tutta quella storia, il sapere che uno dei suoi amici era un Giudice scelto da Dio e l'altro un Angelo del Cielo, il sapere che potevano ritrovarsi a combattere e morire contro un Demone pazzo da un giorno all'altro. Ma soprattutto, il sapere che questi due guerrieri esperti erano totalmente incapaci di agire come persone normali.
Li trovava pietosi e li odiava.
E se le altre due Giudici non avrebbero rimediato a quella commedia, l'avrebbe dovuto fare lei, così da risparmiarsi dolori futuri.
Con un sospiro, si sedette nella prima poltrona che capitò, decisa ad attendere il ritorno di uno dei due.
22 Novembre 2020
Non avrebbe potuto immaginare che Jacob stava appena arrivando all'ufficio della Dottoressa Quiner.
La psicologa gli aprì ancora prima che lui suonasse il campanello. <<Jacob! Era giusto te che aspettavamo!>>
Lui salutò gli altri e gli altri salutarono lui.
<<Senta, Dottoressa...>> Si rovistò tra le tasche e prese un anello d'oro. <<Ho trovato questo, prima... è suo?>>
<<Hm? Mai visto prima.>> rispose <<Io non porto anelli.>>
<<Nessun anello? Nemmeno quello nuziale?>>
<<Haha, cosa ti fa pensare che io sia sposata?>>
...già... cosa glielo aveva fatto pensare...?
<<Allora... a chi tocca la seduta critica, oggi?>> chiese la Quiner.
Al centro del cerchio era già stata posta una sedia, ancora vuota.
Ivo e Francis, gli unici che non l'avevano ancora avuta, indicarono Jacob.
E anche Siobhán e Jordan, esattamente allo stesso momento, indicarono Jacob.
<<Io? Ma io sono già stato seduto...>>
Loro non risposero. Invece, quel che fecero fu prenderlo con la forza, e gettarlo sulla sedia.
<<U-un attimo! Cosa->>
<<Hah! Guardatelo!>> disse Jordan <<Sembra proprio uno che ammazza i bambini!>>
In coro, tutti i pazienti risero di lui. La Dottoressa sembrava non notare nulla.
<<Allora, Jacob, cos'hai da dirci oggi?>>
<<Io...>>
<<Lascia perdere, lo vedremo da soli.>>
Qualcuno schioccò le dita, e sulla parete più vicina apparve un video.
Non c'era proiettore. Solo un'immagine in movimento.
Mostrava lui, nell'appartamento della famiglia Abel.
Con un salto, stava uccidendo la piccola Diana. Ma non appena la Spada usciva dalla sua testa e la luce lasciava gli occhi della bambina, il video ripartiva da capo.
<<Ooh!>> gridò Siobhán <<Ti divertivi, vero? Non ne avevi abbastanza a trapassare quella bambina, ah?!>>
<<Dove... cosa...>>
Poi la scena cambiò.
In una stanza buia, ma chiaramente visibile, era Jacob nel panico, in preda ad allucinazioni di ragni e insetti.
Il Demone Inlus e la Spada Sacra non c'erano, come se rimossi dal video, quindi il suo corpo nudo era completamente visibile.
Tutti scoppiarono a ridere.
<<O-okay... haha... va bene così, vero...>>
No. Le risate non smisero, e il video non si concludeva, né ricominciava.
Elizabeth entrò nella stanza insieme a lui.
Come aveva fatto ogni settimana, gli diede un bacio lento. E quella sarebbe dovuta essere la fine, ma non lo fu.
Le immagini mostrarono uno dei suoi incubi, nei quali Jacob si arrendeva ai propri desideri con Elizabeth ed Inlus. E quando aveva avuto quel che voleva, procedeva a sottometterla e infine ad ucciderla. Ma ancora a quel punto-
Guardando questo video.
Sentendo le risate incessanti.
Un conato di vomito salì per il corpo di Jacob.
<<D... devo andare...>>
La Quiner indicò con la penna. <<In fondo al corridoio.>>
Il Giudice corse via. Le voci di scherno dei suoi compagni non si interruppero.
Continuò a correre. E a correre. E a correre ancora e a correre ancora.
E dopo quella che era sembrata tutta la sua vita, raggiunse una porta aperta.
Si chiuse alle sue spalle.
Una luce si accese.
-quello.
--non era un bagno.
Il pavimento era rosso. I muri erano rossi. Il soffitto era rosso.
Rosso era il sangue del corpo squarciato, che con una corda si trovava sospeso sopra un fornello caldo.
Quell'uomo... sì, l'aveva visto, era...
...il marito della Dottoressa...?
<<C-cosa... cosa sta succedendo qui...?>> Jacob provò a tornare indietro.
La porta era scomparsa.
Non poté che guardare mentre, per il calore sotto i suoi piedi, quel corpo si scioglieva... no, non si stava sciogliendo.
Come se fosse ricoperto da cera, essa si liquefece, rivelando al di sotto un altro volto.
<<Gwyana...?>>
Era lui. Era l'uomo che era convinto non esistesse.
Stavolta, quando si sciolse, il corpo scomparse nel nulla.
Lasciando solo un disgustoso odore.
E al solo sentirlo, Jacob evocò la Spada Sacra.
<<Ah! Che cos'è questa?!>>
Una spada... apparsa dal nulla.
Una spada... che aveva già visto...
Una spada... una spada...
<<...Spada... Spada Sacra.>> si ripeté. <<Cosa... cosa dovrei ricordare... Spada... Spada... Sha... Shamshir... e...>>
Dalla sua tasca cadde un anello.
<<...Shamshir-e-Zomorrodnegār, la Spada di Re Salomone.>>
Scattò per prendere l'oggetto e rimetterselo al dito.
La sua vista, per un solo secondo, fu riempita dall'immagine di un vecchio dalle vesti regali. <<Ricorda, Jacob! Tu. Sei. Il Giudice. Del. Signore.>>
Giudice... del...
...Signore...
...lui... era il Giudice del Signore...
...e quell'odore...
<<Demone.>>
<<Alla fine, ce l'hai fatta.>>
Dietro di lui.
L'unica persona che sarebbe potuta essere. L'unica persona che avrebbe sospettato se non avesse mandato all'aria la sua mente.
<<Jordan.>>
Il ragazzo biondo sorrideva, soddisfatto. <<Sei davvero un pollo, lo sai questo?>>
<<Tu... bastardo... che cosa mi hai fatto?!>>
<<Nulla in confronto a quello che ti farò ora.>>
Jordan schioccò le dita. Dal pavimento apparirono tre ombre umanoidi.
Jacob non avrebbe lasciato che lo attaccassero. Agì per primo.
Attraversò il petto di una con la Spada, e la lanciò di lato. Allo stesso tempo bloccava un'altra per il collo, e una volta liberatosi della prima, finì anche quella, mozzandole la testa.
La terza cercò di soffocarlo alle spalle. Era debole. La fece fuori tagliandola orizzontalmente in due.
Spianata la strada, si lanciò sul loro comandante.
Doveva essere un Demone debole, perché non contrattaccò.
<<Pensavi di potermi controllare?! Come tutti gli altri?! Pensavi te l'avrei lasciato fare?!>>
<<Jacob, aspetta->>
<<Non aspetterò più!>>
E conficcò la Shamshir nella sua testa, appendendola al muro.
<<Mai... più...>>
Con Jordan andato... nessuno l'avrebbe mai... più... controllato.
Il suo respiro pesante cominciava a farsi più leggero. Il suo cuore stava riprendendo il ritmo normale.
Poi, la Dottoressa batté le mani.
<<Il gioco...>>
Dietro Jacob, la Dottoressa Quiner applaudì.
<<...è finito, Jacob.>>
...no.
No.
Non poteva essere.
<<Che cosa non può essere, Jacob? Non ricordi quel che abbiamo detto? Devi sempre fidarti della Dottoressa.>>
Tutt'intorno a lui... l'aria girò su sé stessa.
L'illusione intorno ai suoi occhi svanì come se non ci fosse mai stata.
E Jacob vide.
In quella stanza rossa, sul pavimento, vide i corpi senza vita di Francis, di Siobhán, di Ivo.
Le ombre che lui aveva appena distrutto... erano...
<<No. No, no, come... cos'hai fatto...?>>
Il Giudice cadde in una pozza di sangue, in ginocchio.
Era troppo.
<<Io? Ho solo spostato un po' i tuoi ricordi. Ma non ti ho obbligato a fare niente.>>
<<Jordan... Francis, Ivo, Siobhán...>> invocava i loro nomi.
<<Ma di chi parli? Guardati intorno.>>
Incapace di non obbedire, lui lo fece.
I cadaveri dei suoi compagni di terapia, da lui uccisi...
...non c'erano più.
Nemmeno il sangue.
<<Nessun "Francis", nessun "Ivo" o "Siobhán" o "Jordan" sono mai esistiti.>>
<<Ma... ma...>> Si mise una mano sulla faccia in lacrime <<Ma io mi ricordo...>>
<<Oh? Allora, se te li ricordi devono essere esistiti.>>
E all'improvviso, i cadaveri apparvero di nuovo, stavolta cadendo dal soffitto uno dopo l'altro.
Jacob lanciò un grido e si spostò quando uno toccò la sua testa. Ottenne solo di immergersi ancora di più in quel liquido rosso.
<<In realtà, non è davvero importante.>> continuò la Dottoressa <<Resta il fatto che li hai uccisi con piacere, come hai fatto a numerosi dei miei compagni.>>
<<De... Demoni... sono malvagi...>> riuscì a balbettare.
Lei lo ribaltò con un calcio. <<Tutti gli uomini sono malvagi! Ma voi avete il dono del libero arbitrio, eppure decidete comunque di peccare. Voi siete il veleno della Terra! Tu non hai il diritto di giudicare noi!>>
Il ragazzo tossi violentemente. <<Basta... per favore...>>
<<Basta? Basta?!>> Stavolta, la Quiner lo prese per i capelli, e lo tirò al proprio livello degli occhi. <<Io, Nargatas, ho dedicato il mio tempo ad ottenere vendetta su di te. Se vuoi pietà, chiedila a coloro che hai ucciso.>>
Di nuovo lo gettò giù.
<<Potrei farti a pezzi, scavare nelle tue ossa, ma non ho bisogno di farlo. Tutti i pezzi sono già in posizione per la tua fine, e lo sono sempre stati. Per lo scacco matto, mi basta far uscire ciò che hai dimenticato dall'ombra.>>
Nargatas cominciò a gesticolare in modo ipnotico. Le palpebre di Jacob si bloccarono.
<<La tua memoria era già debole, così debole da essere libera a me, sin da quando hai lasciato Mara. Tu non ricordi, non è così? Non ricordi cosa sia successo davvero al Re Demone. Quello che Arsalan, nella tua anima, abbia fatto. Allora, Jacob Aiagon- ricorda!>>
La sua mente si spaccò in due.
Il ragazzo urlò.
Tirandosi i capelli, vide sangue scorrere.
<<Ricorda, Giudice!>>
Sì, i ricordi stavano tornando, forzati ad uscire come un neonato dalla madre.
Ma allo stesso tempo, la sua forza.
La sua forza stava tornando.
Il suo corpo stava guarendo.
I suoi sensi stavano aumentando.
L'Angelo si stava avvicinando... di pochissimo, ma si stava avvicinando.
<<Ancora un po'!>> disse il Diavolo Accusatore <<Non arriverà prima che tu abbia ricordato! Ricorda, Giudice, ricorda la battaglia, ricorda tutto!>>
La memoria stava-
<<No!>>
Jacob si lanciò sulla Dottoressa Quiner.
Gridò.
Un grido lungo, continuo, incessante.
E colpì.
Con una mano afferrò la sua testa, e la infranse sul muro, lasciando una macchia rossa.
E lo fece ancora.
E ancora.
E ancora.
E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E
XX:XX
Mara cadde.
In piedi di fronte a lui, Arsalan teneva una delle Spade Sacre in mano.
In qualche modo, nell'anima di Jacob non solo poteva apparire, ma potevano apparirne due.
Il "come" non gli importava.
Gli bastava avere un modo per distruggere quel Demone. <<È una trappola, Signore dei Sensi? Non hai ancora usato il tuo Occhio. Devo supporre fosse un'illusione?>>
Intorno a loro, l'aria era rimasta immobile, non importava quanto violento si fosse fatto lo scontro. Solo il corpo inconscio di Jacob fluttuava leggermente nell'oscurità.
<<Gh...>> gemette Mara <<Non posso usarlo per atti violenti, tu lo capisci...>>
<<Hm.>> rispose. Si avvicinò con la Shamshir-e-Zomorrodnegār alzata.
Stava per abbassarla, finendo l'esistenza del Re Demone in quel mondo, quando sentì un rumore dietro di sé.
Si girò. Afferrò per i capelli il Mara che lo stava attaccando alle sue spalle. Lo gettò nello stesso punto in cui si trovava l'altro Mara.
Non appena ebbe sbattuto le palpebre una volta, i due divennero uno solo.
Lo bloccò subito con un piede sullo stomaco.
<<...però puoi usarlo per sdoppiarti, capisco.>>
Ancora una volta, l'avrebbe ucciso lì, ma Mara riuscì a bloccare il colpo a malapena con la propria Spada. <<Arsalan! Arsalan... perché dobbiamo lottare?>>
Lui cercò di colpire ancora. Stavolta Mara si teletrasportò fuori dalla sua vista.
<<...sei stato tu a proporre di combattere.>> notò l'Angelo.
<<Perché pensavo non avresti mai accettato se non ti avessi prima indebolito un po'!>>
<<Accettato... cosa?>>
<<Tu dici di voler fare il bene di Jacob Aiagon. Io dico di voler fare il bene di Jacob Aiagon. Dobbiamo davvero litigare?>>
<<...non provarci.>>
Mara non lo ascoltò, e abbassò una mano.
Nello stesso modo, si abbassò il corpo di Jacob nel buio.
E il ragazzo cominciò ad aprire gli occhi.
<<Cosa... sta succedendo, qui...?>>
<<Buongiorno.>> salutò il Deva <<Se ho progettato bene la tua dormita, tu dovresti aver già visto tutto.>>
<<Tutto...?>>
Lui... cosa aveva visto...?
Aveva visto... Risa e Simona... aveva visto sé stesso... aveva visto... infinite scale...
...ed Arsalan.
L'aveva sentito parlare dei propri sentimenti.
<<Avevo pensato sarebbe stata una buona idea portarmi avanti con il lavoro, ma ora capisco... devi essere tu a decidere, Jacob.>>
L'Angelo accanto a lui sospirò. <<Se è a questo che vuoi giocare, Mara... non devi temere nulla. Io mi fido del mio Giudice.>>
<<Lo vedremo.>> Si rivolse di nuovo al ragazzo <<Allora, Jacob. A te la scelta.>>
Scelta...?
<<Io sono Mara, il Re Demone. Ti offro una via di fuga dall'esistenza come Giudice. Se questo tipo collaborerà, non dovrai nemmeno mangiare nessuno!>>
<<E io sono Arsalene, tuo Angelo Custode. Ti offro di rimanere sulla retta via, di usare il tuo potere come hai giurato avresti fatto, per salvare le persone intorno a te. E non sarai più controllato dall'edonismo di Mara.>>
Le due figure dal volto uguale si fermarono di fronte a lui.
...volevano fosse lui a scegliere una strada.
Ma il ragazzo... era ancora così confuso...
E non era una decisione facile...
"Ha detto... Mara... il Re Demone, nemico del Buddha... causa della mia ossessione di questi giorni... non posso certo fidarmi di lui..."
...si stava mentendo, ovviamente.
Aveva avuto la prova di quanto Mara fosse cambiato. E nel suo piano, nemmeno Arsalan aveva trovato un errore.
"Sì, posso fidarmi di Mara... e voglio, come non voglio più soffrire così... ma... se smetto di essere Giudice, Arsalan sparirà... Risa e Simona non avranno più il mio aiuto..."
No. Questo era il modo sbagliato di pensare. "Risa e Simona non hanno bisogno del mio aiuto. Sono capaci di combattere da sole."
...però... "So già cosa accadrà... qualcuno rimarrà ferito, o peggio, di fronte a me. Non sarò capace di aiutarlo. E mi pentirò della mia decisione."
Era sempre a quello che tornava.
Il futuro pentimento.
Lo terrorizzava.
Perciò, non poteva permettersi di fare una scelta affrettata.
<<Io...>>
Giudice, non Giudice... responsabilità, libertà... sofferenza, piacere...
Forse... forse... avrebbe dovuto...
<<Ah, maledizione.>> disse Arsalan.
L'Angelo si mosse di scatto e tagliò la testa a Mara.
La stessa ferita fu sentita sul collo di Jacob.
Il ragazzo gridò, e pensò che sarebbe morto.
<<Ahhh...>> sospirò Mara, la cui testa stava scomparendo nel nulla <<Bas... tar... do...>>
Ma nemmeno così Jacob si sentì meglio.
La sua anima si incrinò.
La sua mente crollò su sé stessa.
L'oscurità si trasformò in un'esplosione di colore.
L'ultima cosa che vide, prima di riapparire nel mondo dei vivi, fu l'occhio azzurro di Arsalan.
<<Io... ti... odio-!>>
Così tutto finì.
23 novembre 2020
E ancora.
E si fermò.
Il cranio della Dottoressa Quiner era in pezzi. Solo l'interno rimaneva.
E i suoi capelli rossi.
Rossi.
Tutto rosso.
Così tanto rosso.
Jacob stesso ne era ricoperto.
<<Hahhhh... hahhhhh...>
Troppo.
Troppo.
Troppo.
Facendosi strada tra i corpi dei suoi compagni, o quelli che sembravano tali, trovò la porta.
Uscì dalla stanza rossa.
Ma i suoi occhi vedevano ancora un solo colore.
Non sapeva più dove si trovava. Continuò a camminare.
Sentì grida intorno a sé. Non vedeva la fonte. Non vedeva nulla se non un colore.
E poi.
Non sapeva dove si trovava. Ma vide un uomo.
Un Angelo dai capelli rossi.
<<Oddio... Jacob, che cosa->>
<<A... A...>>
...lo attaccò con la Spada Sacra.
<<ARSALAN!>>
Ruggendo, cercò di passarla attraverso il suo cuore. L'Angelo lo disarmò.
Così lui cercò di tirargli via la faccia con le proprie mani, ma fu bloccato.
<<Muori, maledetto, muori! Perché non muori?! Perché non muori mai?!>> gridò.
<<Jacob, io... mi dispiace...>> mormorò l'altro.
<<Se ti dispiace allora ucciditi! Risparmiaci tutti e due e ucciditi, bastardo!>>
Con una testata gli fece perdere l'equilibrio giusto un attimo.
L'attimo bastò perché il Giudice potesse colpirlo in faccia.
Mise tutta la sua forza in un solo pugno.
E alla fine, non gliene era rimasta nemmeno per reggersi in piedi.
<<Hahhhh... hahhhhh... avrei dovuto... farlo...>>
Troppo.
Troppo per la sua mente.
Il ragazzo, schiacciato dal peso di sé stesso, collassò.