Amen 666
<<...dimmi che lo senti anche tu.>> disse Simona.
<<Questo profumo?>> chiese Risa.
<<È normale che venga un profumo improvviso dalla stanza di Jacob?>>
<<No.>>
Immediatamente aprirono la porta.
...trovarono il Giudice e l'Angelo privi di coscienza sul pavimento.
Privi di coscienza e di battito cardiaco.
Prima che potesse precipitarsi a soccorrerli, la ragazza italiana tenne l'altra alla larga. <<Questo fa parte del rituale. Non preoccuparti.>>
Intorno a loro, sui muri, sul pavimento, e persino sul soffitto, erano disegni e scritte fluorescenti.
<<I loro cuori si sono fermati dopo essersi sincronizzati sulla stessa emozione>> continuò a spiegare Risa <<così che Arsalan potesse entrare nell'anima di Jacob, e capire cosa ci sia di sbagliato in essa.>>
<<Comincia ad essere piuttosto piena, quell'anima...>>
<<Ma questo odore... sai cosa potrebbe essere?>>
Entrambe annusarono l'aria. Simona azzardò, non sicura: <<Un fiore?>>
<<Un fiore... un fiore di... non è acacia... non sono rose... non... non è...>> La Giudice sbuffò, mani sulla testa.
<<Tutto a posto?>>
<<Sì, sì, devo solo... riposare...>> mormorò, crollando a terra <<Un po'...>>
<<Risa?!>>
Simona si piegò per controllarla. Il suo cuore stava rallentando sempre di più, diretto verso la stessa stasi di Jacob e Arsalan.
Sarebbe andata a cercare aiuto o portarla in ospedale, ma...
...presto, le sue gambe la tradirono.
I suoi occhi si chiusero.
E inebrite da quel profumo, tutte e due furono rinchiuse nell'anima di Jacob.
Vicikitsā
Niente aria.
Niente vento.
Questo universo è un falso, un costrutto generato intorno all'anima di Jacob Aiagon.
Un vuoto dalle sembianze bianche, come materia non plasmata, dove il concetto stesso di vita dovrebbe essere una contraddizione.
Eppure, per un miracolo celeste, eccomi qui.
Il mio nome è Arsalene.
Ho vissuto per millenni.
Ma non ero pronto per questo.
Angelus
N° 0
Se davvero è un uomo a generare il tempo, allora anche qui passerà.
Ergo, non ho un secondo da perdere.
Alla mia destra non c'è nulla, se non un'accecante antimateria.
Alla mia sinistra, ugualmente. I miei sensi non percepiscono niente, in questo luogo. È la risonanza del mio animo a simulare la vista e il tatto.
Mi rendo conto che idee di destra e sinistra, qui, non si applicano. Eppure un movimento, se relativo, deve essere possibile.
Guardo verso l'alto.
...scale.
Ci sono infinite scale a pioli, sospese nel falso cielo, estendendosi per quelli che sembrano chilometri.
Esiste una fine?
Come se il mio pensiero l'avesse generata, scorgo qualcosa, in cima all'assurda salita.
Un...
Un palazzo.
Un palazzo circolare, a forma di anello. Immobile negli estremi del cosmo.
Thump.
Thump.
Sento il mio cuore battere.
Se voglio trovare Jacob, devo andare lì.
Non posso esitare - qualunque cosa stia accadendo, deve essere conclusa.
Ma non appena mi sollevo da terra con un salto, qualcosa mi tira verso il basso, e non riesco a raggiungere nemmeno la prima scala.
Cado, e sento una voce.
<<Ah, Angelo, corri a custodire il tuo Giudice?>>
Mi giro sapendo già chi avrei visto, eppure sembra mi sbagliassi.
Non è l'assassino. È un vecchio dalle vesti bianche, ancora più del vuoto intorno a noi, e con una piccolissima chiave in mano.
...che cos'è questo?
<<Non ti vergogni a fare questa domanda? Sono io, San Pietro.>>
No, non lo sei. Io lo conosco. La tua faccia assomiglia alla sua ma non è la sua. E quella voce...
<<Perché importa il mio aspetto? Siamo dentro l'anima di Jacob Aiagon. Io sono solo una manifestazione di lui e te.>>
Di lui o di me?
<<Ingenuo, a pensare ci siano solo due persone. Non ci sono forse infinite ombre in mezzo ad ogni coppia?>>
...hai intenzione di fermarmi?
<<Non oserei mai.>>
Bene. Salto di nuovo, e stavolta non tenta nemmeno di impedirmelo.
Raggiungo la prima scala e lo vedo apparire in cima. Seduto in equilibrio.
<<Dunque, Arsalan... mi sembri determinato a salvare Jacob Aiagon.>>
È il mio umano. Io sono il suo Angelo Custode.
<<Ah. Ma non ricordi la parte dove è andato fuori di senno e tentato di uccidere diverse persone?>>
Non mentirmi. Sappiamo entrambi che è controllato da un Demone, o una qualche entità misteriosa.
<<Be', chi c'è qui in giro oltre a me?>>
Nessuno. Per questo mi aspetto di trovarlo lassù.
<<Prova a guardarti allo specchio.>>
...che affermazione coraggiosa.
Che cosa stai cercando di dire? Che sta facendo tutto a causa mia?
<<Ti sarai certamente accorto della sua ossessione per te.>>
Come ti ho detto. Un'entità l'ha causata.
<<Arsalan, Arsalan, Arsalan... pensi davvero che un Demone, creatura di Satana, possa creare amore?>>
...penso che scalerò in silenzio, da ora in poi.
Iudex
N° I
I tetti di Roma sono bellissimi, come l'ultima volta che li ho lasciati. Il cielo non è corrotto da una singola nuvola e i romani attraversano la città, vivi ed entusiasti, sotto questo sole cocente.
...ma è tutto un falso, non è così?
Questa non è davvero Roma. Il Colosseo non dovrebbe essere lì. Questo vento non è il vento italiano.
È una proiezione dell'idea di Roma come immaginata da Jacob Aiagon, e come immaginata da me, Risa Dascira, ed incontrata a metà strada tra le nostre menti.
Capisco come sia successo... perché è successo?
Perché c'è una proiezione di Roma nell'anima di Jacob? Dovrebbe essere un luogo importante a lui. A meno che...
...a meno che non sia stata io a proiettarla usando la sua idea.
No, è meglio dire che qualcuno ha proiettato un luogo importante a me usando la sua idea. Questo qualcuno è il mio nemico.
Questo qualcuno ha usato il rituale per catturare anche me in questo luogo. Sarebbe uno spreco andarsene senza affrontarlo.
Scendo dal soffitto della casa su cui sono apparsa. Nessuno nella folla lo trova strano. Chissà quanta coscienza hanno queste persone.
Penso che lo verificherò di persona.
Mi avvicino ad un passante di spalle, un uomo che cammina per la strada con sua moglie.
Mi scusi, signore, potrei sapere che ore sono?
La coppia si gira, e-
...e...
...papà... mamma...?
<<Risa?>>
Faccio un passo indietro, e la terra trema.
I palazzi cominciano a crollare.
Una... una voragine si è aperta nella strada e sta ingoiando l'intera Roma.
No... questo è tutto falso. Non lasciarti ingannare.
Non lasciarti...
<<Risa!>>
Una voce in lontananza.
La mia voce...?
Comincio a correre.
Verso il centro della voragine, dove tutto sta convergendo.
Ed eccola lì, la piccola Risa Dascira.
Appesa ad un'enorme croce di legno, sta per cadere nel buco.
...ma non lascerò che accada.
Ho ancora i poteri di un Giudice.
Saltando da una rovina all'altra, raggiungo Risa sulla croce, la prendo tra le mie mani, e la porto via.
Tranquilla, piccola, ti salverò.
<<Non è il buco il problema...>>
Non il buco che sta ingoiando la città? E qual è, allora?
<<È lui.>>
...davanti a me.
Un uomo fluttua nell'aria.
Ha un coltello in mano, e-
Prima che io possa reagire, la lama vola verso la piccola Risa fra le mie mani.
Il corpo comincia a polverizzarsi.
Presto non rimane niente.
...se non uno strano sentimento.
Questa è un'illusione. Questa è un'illusione.
Eppure...
...quest'uomo mi ha fatto infuriare.
<<Risa Dascira.>>
Io... so chi sei.
Il terreno sotto di noi si riassesta, come se il tempo stesse girando all'indietro, ma Roma non torna mai. Ciò che nasce è una piana desertica.
Dove la vita non osa abitare e la morte è bandita.
Questa è Armageddon.
E tu... tu hai distrutto tutto.
<<Ma puoi porre rimedio.>>
La voce di Satana è tagliente come diecimila rasoi. Una sola sillaba mi fa venir voglia di vomitare, ed incrociare il suo sguardo mi causa la pelle d'oca.
Ma questa è la battaglia finale tra il bene e il male, e io devo sconfiggerlo.
Così brandisco il coltello, lo stesso coltello che ha ucciso Risa, e mi lancio sul Demonio.
...e non riesco a colpirlo.
La mia mano... perché la mia mano... non avanza...? Perché si ferma ad un centimetro dal suo petto...?
<<Lascia che ti mostri.>>
Satana alza il capo e tira fuori da sotto la veste una catena intorno al suo collo.
C'è... una croce d'argento.
Come fa il Diavolo... perché il Diavolo... ha una croce intorno al collo?
<<Tu sei l'unica qui che mi vede come il Diavolo. E cosa dice ciò su di te?>>
All'improvviso, la temperatura comincia ad alzarsi.
Lentamente, giro la testa.
Alle mie spalle si trovano le porte dell'Ade, gli eserciti Infernali, le fiamme e lo zolfo, i Demoni di Lucifero.
Dal lato opposto della piana vedo i cancelli del Paradiso, le truppe celesti, l'acqua e i fiori, gli Angeli di Dio.
La battaglia di Armageddon sta per cominciare... ma io... perché sono dal lato dei Demoni...?
<<Perché sei una di loro, Risa.>>
Io...
No... no, no, no, io sono un Cavaliere...!
La mia invocazione viene sentita e le nuvole si schiariscono in un singolo punto del Primo Cielo.
Una stella distante mi sta guardando negli occhi, e ne sento tutto il calore nel mio animo.
Mio Signore... io ti sono sempre stata fedele...
Ma Lui non sembra volermi ascoltare.
E dai più lontani angoli del cosmo, lo sento rispondere con un urlo.
Il sole è tagliato a metà dalla Mano.
Tutta l'energia al suo interno è rilasciata istantaneamente.
Ed è diretta verso di me.
Non posso che gridare. Gridare perché sto impazzendo. Gridare fino a strappare le corde vocali. Gridare per silenziare i lamenti del mio animo.
Ogni cellula del mio corpo è fatta a pezzi.
-e mi sveglio nel Limbo.
-non l'ho mai visto, ma so che questo è il Limbo.
Il mondo di zolfo dove non c'è dolore né piacere.
Il mondo dove non c'è luce, ma non c'è desiderio di luce.
Il mondo dietro l'Inferno.
Ironicamente, è peggiore.
L'Inferno è stato creato da Dio. Ma il Limbo è una terra interamente delineata da Lucifero.
Non voglio essere qui.
Dov'è qui?
Perché mi trovo su un letto di ospedale? E perché non riesco ad alzarmi?
...sento dei passi.
L'uomo con la croce appare dal nulla.
Che cosa vuole da me, questo?
<<Non mi riconosci?>>
Dovrei?
Dalle sue spalle appaiono due ali piumate.
<<Io sono l'Arcangelo Gabriele. E sono qui per portarti un messaggio.>>
...quale messaggio?
<<Risa, Dio ti ha scelta come suo Cavaliere e Giudice. Sai cosa significa questo, vero? Significa che devi essere totalmente, assolutamente, definitivamente, consacrata a Lui.>>
...io sono una peccatrice, questo lo so. Ma faccio del mio meglio per essere fedele a nostro padre.
<<Questo è il tuo meglio?>>
Sono fallibile. Come ogni umano.
<<Tu sei più di un umano. Sei una Giudice. Un Cavaliere della Quinta Sfera Non puoi essere fallibile. Per questo siamo qui.>>
La figura di Gabriele vibra come un'allucinazione, e si sdoppia, generando un secondo Angelo.
Ha una spada di fuoco in mano.
...Michele.
Che cosa... ci fa qui?
<<Michele è qui per assicurarsi che tu obbedisca, Risa.>>
La spada di fuoco si avvicina alla mia fronte.
Iudex
N° 2
...che... che succede...?
Che stanza è questa...? I muri sono blu, ci sono solo due sedie ed un tavolo...
...ah, l'ho vista in alcuni film... e ci sono stata una volta io stessa. Qui è dove interrogano i sospetti in una stazione di polizia.
Aspetta, no. Questa è l'anima di Jacob. Pensavo un'anima dovesse essere del tutto oscura?
Suppongo possa essere un'illusione... non siamo in circostanze del tutto normali... ma perché di questo luogo?
I miei vestiti sono quelli di una carcerata, con il mio nome, Simona Paldim, sul petto. I miei polsi sono bloccati da manette. Non sarebbe dovuto essere lui, quello prigioniero?
<<Non lo siete tutti?>>
Huh? Chi parla?
Quest'uomo... è apparso dal nulla. La porta non si è mai aperta.
Non ricordo di averlo mai visto, ma assomiglia quasi... a me?
...no, io non porterei mai una croce al collo. Chi sei, un prete?
<<Quello è il mio ruolo. Posso sedermi?>>
Solo dopo che avrò saputo cosa ci fai qui.
<<Facile. Sono qui per la tua ultima confessione, prima che riceva la pena capitale, Simona.>>
Pena capitale...?
Questo è quello che Jacob pensa di me...?
<<Hahahaha, no! Lui è da un'altra parte!>>
...per che cosa sono in prigione?
<<Questo è quello che voglio sapere.>>
Cosa... ma io... non lo so...
Un momento. Cos'è quella roba che sta scendendo dal soffitto...?
<<Hm?>>
C'è un liquido che sta colando dal soffitto e sta scivolando per i muri, che cos'è quello?!
<<Oh, quello. Quello è il sangue. È la prova di ciò che hai fatto. Ma io voglio solo sapere cosa sia. Che cos'hai fatto, Simona Paldim?>>
Angelus
N° 0
<<Rispondi, Arsalan. Credi davvero che l'amore di Jacob sia frutto di un Demone?>>
Non è amore. È un'ossessione perversa.
<<Hai sincronizzato la tua anima con la sua. Sai benissimo quale sentimento fosse.>>
Le mie emozioni sono false. Così sono le sue.
<<Qual è la differenza tra emozioni false ed emozioni vere?>>
Le mie sono programmate. Se non mi piace ciò che provo, posso smettere di provarlo.
<<Tutte le emozioni sono programmate. E il potere di ignorarle non le rende false.>>
Stai semplificando molto l'esistenza umana.
<<L'esistenza umana è semplice agli occhi di chi ha visto Dio.>>
Vedere Dio non ti rende capace di comprendere gli umani.
<<Oh, non oserei mai dire questo. Del resto, tu sei la prova al contrario, no?>>
Se vuoi accusarmi di non capire Jacob, sei fuori strada.
<<Certo, la tua comprensione di Jacob è perfetta. In un vuoto, le sue azioni sono ovvie e prevedibili. Ma non esistono solo le sue azioni - esistono anche le tue reazioni, e con quelle...>>
L'ho già ammesso. Essere Angelo Custode è difficile.
<<Non sai come si faccia.>>
Lo so. L'ho fatto per millenni.
<<Sai che cosa farai quando avrai raggiunto Jacob?>>
Sì.
<<Troverai il Demone e lo ucciderai?>>
Sì.
<<Ma i sentimenti di Jacob sono genuini.>>
Sì.
<<E che cosa farai riguardo a quelli?>>
Gli dirò di superarli.
<<Dopo che l'hai ingannato?>>
-io non l'ho ingannato.
<<Lo hai sempre fatto.>>
Se gli ho fatto credere che lo amassi anche io, era per il suo bene.
<<È sempre per il suo bene, non è così?>>
Sono il suo Angelo Custode.
<<Ma non sai cosa ciò significhi.>>
Lo so. L'ho fatto per millenni.
<<Era per il suo bene trasformarlo in un Giudice, pur conoscendo il destino che tocca loro?>>
Era il volere di Dio.
<<Era giusto?>>
Dio è giusto.
<<Era giusto?>>
Se era il Suo volere, era giusto.
<<E se fosse stata una coincidenza? Forse la Spada toccava a qualcun altro?>>
No, ha scelto lui.
<<Credi nella predestinazione?>>
No.
<<Quindi come puoi sapere che toccasse a lui?>>
È stato lui a trovarla. Dio sa chi sceglie come Giudice.
<<Tutto ciò che è accaduto, ogni disgrazia, Dio ha scelto che accadesse?>>
Il futuro è nelle mani degli uomini.
<<Jacob avrebbe potuto impedire che Inlus lo rapisse e che An uccidesse il suo gatto?>>
No. Ma così è stato.
<<Se non poteva farlo, allora il futuro è impossible da cambiare?>>
No. Il futuro è nelle mani degli uomini.
<<Solo degli uomini?>>
Dei mortali.
<<Solo dei mortali?>>
...di tutti gli esseri in questo mondo.
<<Quindi anche gli Angeli.>>
Sì.
<<Per questo esistono gli Angeli Custodi.>>
Sì.
<<Quindi di chi è la colpa se tutto questo è accaduto a Jacob?>>
Mia.
<<Quindi era tutto per il suo bene?>>
Sì.
<<Ma hai fatto il suo bene?>>
No.
<<Quindi hai fallito.>>
Sì.
<<Quindi sei capace di fallire.>>
Sì.
<<Quindi potresti fallire ancora.>>
Sì.
<<Quindi perché stai salendo queste scale?>>
Non ho altra scelta. Devo provare.
<<E se dovessi fare il male di Jacob?>>
Gli errori capitano.
<<Gli Angeli non dovrebbero commetterne.>>
No.
<<Gli Angeli sono logici.>>
Sì.
<<Gli Angeli possono simulare il futuro.>>
Sì.
<<Gli Angeli sono partecipanti in Dio.>>
Sì.
<<Quindi è possibile che tu abbia sbagliato?>>
No.
<<È possibile che qualcuno che prevede tutto faccia errori?>>
No.
<<E tu hai previsto tutto correttamente?>>
No.
<<Ma potevi farlo.>>
Sì.
<<Ma non l'hai fatto.>>
No.
<<Se la logica ha fallito, devi essere stato influenzato dalle emozioni.>>
Sì.
<<Hai lasciato che le tue emozioni oscurassero il tuo giudizio.>>
Sì.
<<Quindi provi qualcosa per Jacob Aiagon.>>
Sì.
<<Avresti potuto evitare di provarlo?>>
Sì.
<<Ma perché non l'hai fatto?>>
Non lo so.
<<Chi è stato il corruttore del primo Angelo Caduto, Lucifero?>>
Lucifero.
<<Solo un Angelo può portare un Angelo ad errare.>>
Sì.
<<Quindi hai scelto di errare.>>
Sì.
<<Quindi era tutto per il suo bene?>>
No.
<<Sapevi cosa dovevi fare, ma non l'hai fatto.>>
Non l'ho fatto.
<<Perché?>>
Non so cosa sia il bene.
<<Non è felicità e virtù?>>
Cosa sono felicità e virtù?
<<La via di Dio?>>
No, felicità e virtù sono raggiungibili senza Lui.
<<Quando hai deciso di fargli credere che lo amassi per poter entrare nella sua anima, quello era felicità e virtù?>>
No.
<<Quando hai deciso di lasciarlo combattere anche se lo odiava, quello era felicità e virtù?>>
No.
<<Quando hai deciso di supportare il suo nuovo orgoglio ed egoismo, quello era felicità e virtù?>>
No.
<<Quando hai deciso di promettere di difenderlo, quello era felicità e virtù?>>
No.
<<Quando hai deciso di farti odiare da lui, quello era felicità e virtù?>>
No.
<<Quando hai deciso che sarebbe stato Giudice, quello era felicità e virtù?>>
No.
<<Quindi hai mai fatto il suo bene?>>
No.
<<Quindi perché tenti ancora?>>
...sono quasi arrivato.
<<Rispondi, Arsalan. Perché tenti ancora?>>
...avevi ragione, l'ho ingannato.
La verità è che non volevo fallire un altro Giudice.
E forse non sono mai riuscito a separare Jacob da... lui.
Ogni errore, pensavo di poterlo risolvere, e di salvare almeno un Giudice.
Ma non so cosa significhi essere un Angelo Custode.
Non sono capace di proteggerlo.
<<E allora... perché stai proseguendo per quelle scale?!>>
Cosa dovrei fare, altrimenti?
Abbandonare tutto? Arrendermi? No.
...sei stato tu a dirlo.
Io ho fatto errori perché ho lasciato che i miei falsi sentimenti oscurassero il mio giudizio.
Perciò.
Non dovrò fare altro che liberarmene.
Se questa è la cosa giusta da fare...
...dimenticherò tutto ciò che provo per lui, e lo guarderò come uno sconosciuto.
Sarò la macchina logica di Dio, incapace di farsi influenzare dalle emozioni.
Io lo aiuterò.
I miei e i suoi sentimenti vadano all'Inferno.
Io sono solo una cosa.
Io sono il suo Angelo Custode.
-con questo, salto un'ultima volta, entrando nel palazzo circolare.
Iudex
N° 1
La spada di fuoco... è ancora nella mia fronte... ma brucia come se fosse appena stata inserita.
Non riesco... nemmeno... a gridare...
<<Risa Dascira, sarai sempre fedele al nostro Dio?>>
Lo sarò...!
<<Lo sarai?>>
Sì... sì, cercherò di esserlo...!
<<Cercherai o lo sarai?>>
Voglio essere fedele a Lui, ma...
<<Se non puoi promettere...>>
Lo prometto!
<<Stai mentendo. Michele, inserisci la spada nel torace.>>
Oh no, non lo farai.
Non ho un coltello, ma mi è stato insegnato ad improvvisare.
Blocco la spada con la croce al mio collo.
...per quanto... possa resistere...
<<Non importa se puoi. Devi seguire solo il volere di Dio.>>
E io lo faccio sempre!
<<Non è così.>>
Solo perché non sono perfetta...
<<Devi essere perfetta.>>
Nessuno... lo può essere...!
<<Se Dio lo vuole, è giusto.>>
Mi ucciderà! Dio non vuole questo!
<<Pensi di poter capire i Suoi desideri meglio di noi, i suoi Angeli più vicini?>>
...no... gli Angeli non possono fare questi errori...
<<Quindi, cosa ti dice questo?>>
...voi non siete Angeli.
<<E cosa siamo, allora?>>
Le fiamme esplodono, coprendo la mia vista. Una volta dissipate, Gabriele e Michele non sono più tali.
...ora sono i miei genitori.
<<Siamo noi a trapassarti con una spada infuocata?>>
No, voi... volevate solo il meglio per me.
...ora sono gli esorcisti della Chiesa.
<<Siamo noi a tenerti prigioniera su un letto?>>
No, voi... avete solo ubbidito.
...ora sono il papa e il capo dei Cavalieri.
<<Siamo noi a farti male?>>
No, voi... state facendo la volontà divina.
<<Allora chi è, Risa? Chi è?!>>
...sono io, non è così?
Due Risa appaiono davanti a me prima di fondersi in una sola.
<<Sono io?!>>
Sì... sì, è solo colpa mia se aspiro sempre alla perfezione...
Dovrei solo... imparare a perdonarmi...
<<Ma sei scema o cosa?!>>
Arrabbiata come se fosse me, Risa rovescia il lettino con un calcio, e poi mi prende per il colletto.
<<Non vedi le contraddizioni, decerebrata?! Dici che Dio non vuole farti soffrire, ma ciò che loro ti hanno fatto era giusto?>>
Ah... sono sopravvissuta, e diventata più forte...
<<Lo vedi?! Dici che devi perdonarti e poi dai la colpa a te stessa?!>>
Alla base della fede sta la capacità di riconoscere le colpe perché possano essere perdonate...
<<Ma se riconosci solo le tue e non quelle degli altri, stai sbagliando ancora peggio di prima!>>
Guarda prima la trave nel tuo occhio, prima della polvere in quello dell'altro.
<<Allora guarda la trave, cretina, la trave in fiamme nel tuo dannato cuore, chi ce l'ha messa?!>>
...io.
Per questa risposta, Risa mi da un pugno immediato.
<<Il tuo corpo è un tempio. Hai il dovere di difenderlo, di scacciare i farisei. Cos'hai intenzione di fare?>>
Gli unici farisei qui siamo noi.
...un altro pugno.
<<Visto che l'unica persona a cui riesci a dare la colpa è te stessa, lo farò anch'io.>>
Un altro pugno.
E un altro.
E un altro.
E...
...e il mio corpo scatta per fermare Risa.
Stavolta sono io a darle un pugno.
Me lo godo molto.
Ma la sua faccia muta in quella di qualcun altro.
Di mio padre.
<<Avanti, colpisci!>>
...sto per farlo, ma...
...ma non riesco.
Si trasforma in mia madre.
<<Colpisci!>>
Ma non riesco.
Poi si trasforma nell'esorcista.
Ma non riesco.
E si trasforma nel Capo Cavaliere.
Ma non riesco.
E si trasforma nel papa.
Ma non riesco.
E non è rimasto più nulla.
Se non...
...ora sotto il mio pugno è il volto del Messia.
Dalla Sua bocca esce la mia voce.
<<Perché non puoi farlo?>>
Tu... tu sei il mio Signore...
<<E cosa accadrebbe se colpissi il tuo Signore?>>
Dopo...
...se non avessi il mio Dio... non avrei più niente...
All'improvviso, Risa appare e mi lancia verso l'alto, colpendomi in volto.
<<Esatto. Non puoi ammettere le colpe dei tuoi genitori, del Vaticano, di tutti coloro che ti hanno resa quello che sei, perché altrimenti, quello che sei sarebbe sbagliato.>>
Mi scaraventa sul terreno con violenza.
<<E senza Lui, ti perdi. È questa la tua prigione, Risa Dascira. Non sei capace di trovare una strada per la tua vita che non sia Lui.>>
Mi cammina sullo stomaco senza pietà.
Questa è... tutta la rabbia che provo.
<<La rabbia di una donna in cattività. La rabbia che provi quando scopri di non essere capace di dedicarti interamente a Lui - e se non puoi fare quello, allora davvero, non hai motivo per vivere. Ti sei rassegnata ad un destino già deciso.>>
Una moneta rotea nell'aria.
<<Ma perché? Come siamo finite in questa condizione?>>
...non ci siamo gettate all'Inferno da sole, non è così?
<<Di sicuro lo stiamo perpetuando, ma qualcuno ci ha trascinate lì prima. Devi solo riuscire ad ammettere chi sia.>>
...chi sia...
<<Dillo.>>
...chi è stato...
<<Dici i nomi di coloro che ti hanno distrutta.>>
...a distruggermi...
...sono stati loro.
Di fronte a me, eccoli.
Mamma e papà.
Anche Risa li vede.
<<Avanti.>>
...non so se posso farlo.
<<Devi provarci.>>
E se fallissi?
<<Allora rimarrai dove sei. Statica. Ferma. Nulla peggiorerà né migliorerà. Ti piace, il posto dove ti trovi?>>
...no.
<<Allora fallo.>>
Mi rimetto in piedi.
E lancio le lame dei miei coltelli verso di loro.
Ma non sono gli unici bersagli.
Gli esorcisti della Chiesa. Colpisco anche loro. Senza pentirmene.
E il Capo Cavaliere. E il papa. Stavolta, non mi fermeranno.
E infine...
Appare Lui.
<<Puoi davvero uccidere anche Me?>>
...io non Ti odio. Tutto il contrario.
<<Lo so.>>
...non ho bisogno di ucciderti.
<<E allora, cosa farai? Sono stato io a creare questa prigione.>>
...ma non sei capace di mantenerla in piedi.
Risa appare alle mie spalle, mentre dico ciò.
<<Non è possibile distruggerla.>>
Anche se volessi, uccidendo Lui in ogni caso non avrei alcun motivo di vivere.
<<Quindi?>>
Quindi, quando ne avrò trovato un altro, sarò libera.
<<E dove pensi di trovarlo?>>
...forse non ho bisogno di trovarlo. Forse...
...lo stavo sempre cercando.
<<A cosa ti riferisci?>>
Non a cosa.
-senza dire nulla, torno al lettino.
Lo rimetto in piedi, e mi ci siedo sopra.
E faccio quello che ho fatto sempre.
Comincio a pregare.
"Angele Dei, qui custos es mei..."
Il mondo comincia a tremare. Le fondazioni di questo cosmo stanno crollando.
"Me, tibi commíssum pietáte supérna..."
Presto, anche sul pavimento e il cielo si formano crepe.
"Illúmina. Custódi."
Un'apertura si crea esattamente sopra di me. Un taglio nella fabbrica della falsa realtà, verso quella vera.
"Rege, et gubérna."
Una luce.
Alzo lo sguardo al cielo.
Estendo la mia mano in una distorsione infinita.
...Zedel risponde.
Non la vedo o la sento. Ma la sua esistenza risuona con la mia.
L'illusione è scomparsa.
L'illusione dell'anima, e l'illusione nella mia mente.
...non sono ancora libera, ma...
...con Zedel, potrò abbattere queste mura.
Amen
Iudex
N° 2
<<Allora, Simona, che cos'hai fatto per meritare la pena capitale?>>
Lasciatemi andare! Non ho intenzione di rimanere qui!
<<Ti lascerò andare dopo che mi avrai risposto. Che cos'hai fatto?>>
Perché le interessa?! Sono affari miei!
<<Le tue azioni hanno un impatto su tutti intorno a te. È questo il lato negativo dell'essere amici.>>
Ah, basta così!
Mi lancio per sfondare la porta, ma...
Non c'è un corridoio, o un'altra stanza. C'è un vicolo rischiarato dalla luce della luna.
Il corpo di un uomo morto è steso per terra.
È stato ucciso con un coltello, e l'arma del delitto è nelle mie mani.
Il prete mi raggiunge.
<<Ah, quindi è omicidio?>>
Io...
...io corro ancora. Distruggo il muro di mattoni, e stavolta finisco...
...in una casa in fiamme. Sento grida lontane da persone che non posso salvare. Il prete è sempre indenne dietro di me.
<<E questo? Hai lasciato morire i tuoi genitori?>>
Scappo ancora.
Appare un giardino. La mia vista si concentra solo su un albero.
Appesa ad un ramo, c'è una ragazza impiccata.
<<Hai spinto tua sorella al suicidio?>>
No, no, no, perché devo vedere tutto questo?!
Corro via. Le visioni non smettono.
Un bambino caduto da un edificio. Una donna investita da una macchina. Un ragazzo morto annegato.
Perché...?
Non posso... non voglio... ricordare... tutto...
Smettendo di correre, torno in quella stazione di polizia immaginaria.
<<...ho visto molte cose, Simona. Molti incidenti...
No... non c'è mai stato alcun incidente...
<<...ma ancora non mi è chiaro, cosa tu abbia fatto.>>
...ha detto di aver visto, padre.
<<Ho visto storie. Non ho visto te commettere alcuna azione.>>
...che cosa sta dicendo...?
All'improvviso, la porta si spalanca.
Ad entrare è... Risa?
<<Sta dicendo che sei una bugiarda, Simona.>>
Da quella stessa porta entra poi Zedel.
<<Sta dicendo che se davvero ti senti in colpa, devi ammettere ciò che hai fatto.>>
Ed Arsalan.
<<Perché nessuna di quelle cose era reale.>>
E Jacob.
<<Ma qualcos altro lo è.>>
E all'unisono...
<<Che cos'hai fatto, Simona?>>
I-io...
<<Che cos'hai fatto, Simona?>>
Io non...
<<Che cos'hai fatto, Simona?>>
Io non posso... lasciare... che lo sappiano.
<<Ma non siamo forse i tuoi amici?>>
Proprio per questo...
<<Temi che perderemo il rispetto per te?>>
Se lo sapeste... mi odiereste... no, sareste disgustati...
<<L'amicizia non si rompe così facilmente.>>
Smettetela di parlarmi di amicizia! Non voglio sentirlo!
<<Ma è quello in cui credi, non è così, Simona?>>
Fate silenzio!
<<O forse non è così?>>
...se non vi state zitti... vi faccio stare zitti io.
E così batto le mani con abbastanza forza da respingerli via.
Tutti i miei amici cadono a terra, feriti e con le orecchie sanguinanti.
...no... che cosa ho fatto...?
Corro ad aiutarli a rimettersi in piedi...
...ma sono tutti scomparsi nel buio.
È rimasto solo un prete alle mie spalle.
<<Loro stavano solo parlando la tua lingua, Simona. Sei tu a credere che l'amicizia sia la cosa più potente di tutte.>>
...già.
<<O avevano ragione a dire che non ci credi davvero?>>
...no... io, ho dovuto crederci.
<<E perché è questo?>>
...era l'unico modo per essere perdonata.
L'unico modo per poter scontare la mia pena.
<<Ma nessuno sa quel che hai fatto.>>
Io sì. E non posso mai dimenticarlo.
Ma forse... se l'amore ingentilisce l'animo...
...pensavo che l'amicizia potesse riparare ciò che non va in me.
<<Ed è successo?>>
...no.
No. Io sono ancora un mostro.
<<Non devi dire così.>>
Per favore...
<<Tutto può essere perdonato, non importa quanto orribile.>>
No, non tutto.
<<Simona, se conoscessero il pentimento che provi tu, chiunque ti perdonerebbe.>>
Appunto.
<<Appunto cosa?>>
...non provo alcun pentimento.
<<Ma...>>
Anche se quel che ho fatto era orribile, non era tanto da rendermi imperdonabile.
Ma... per il perdono, è necessario pentimento.
E io non mi sono mai pentita.
<<Ti ho appena vista torturarti.>>
No, non capisce.
Io so che ciò che ho fatto era orribile. Ma il mio cuore non ci crede.
Non c'è alcuna tristezza. Non c'è paura. Non c'è colpa. Non c'è nulla, quell'evento non esiste nel mio cuore, e se non mi fossi obbligata a ricordarlo, l'avrei già dimenticato da tempo.
Questo mi rende veramente un mostro.
<<...non pensi di esserti mai pentita?>>
No.
<<Ma questa tristezza della tua mancanza, non è una tristezza per ciò che hai fatto in sé?>>
No. Questo è solo un desiderio egoista.
Voglio solo non dovermi sentire come una persona orribile. Non mi importa di coloro che ho ferito.
<<Non eri preoccupata per i tuoi amici, poco fa?>>
No. Ero solo terrorizzata all'idea dell'aver perso il controllo.
<<E quando loro sono feriti da qualcun altro, non provi nulla per loro?>>
Certo. Ma è solo altro egoismo.
I miei amici rendono me felice. Voglio che stiano bene perché io sia felice.
<<...Simona, stai pensando troppo a fondo a tutto questo.>>
Oh, stai zitto! Non provi ciò che provo io, non puoi avere la certezza di comprendere!
<<Io no. Ma c'è qualcuno che può.>>
No, no, no che non c'è! Chi mai può capirmi completamente?
<<Perché non mandiamo indietro il nastro?>>
Il...?
...il tempo sta scorrendo all'indietro...?!
<<Che cos'hai fatto, Simona?>>
Oh no...
Perché Jacob, Arsalan, Risa e Zedel, di nuovo qui...?
<<Rispondi alla loro domanda, Simona.>>
Cosa stai cercando di dimostrare, vecchio?! Spiegati a parole.
<<Ah, no. Qui le spiegazioni le devi tu. A loro.>>
Io non devo spiegare proprio nulla, o...
<<Se non ti spieghi, loro non ti capiranno.>>
...o...
<<Quindi perché ti lamenti del non essere compresa? Quella è colpa tua.>>
...ma...
<<Ma tu non lascerai che ti comprendino finché non sarai certa che ti perdoneranno. E quando ne sarai certa, Simona?>>
...quando sentirò che l'amicizia avrà pulito la mia anima.
<<Non lo farà mai. Sai perché?>>
Perché sono...
<<Non è perché sei un mostro, idiota. È perché se nascondi ai tuoi amici la tua vera anima, essa non riceverà alcun aiuto.>>
...non è molto sacerdotale, chiamarmi idiota.
<<Hai ragione. Lasciami togliere questa.>>
Il prete si rimuove la veste, e da sotto essa esce...
...me stessa.
Ovviamente. Dovevo parlare con me stessa, prima o poi.
<<No, non dovevi. La verità è che non hai fatto altro che parlare con te stessa.>>
In che senso?
<<Credi che gli amici siano la chiave, ma hai raggiunto questa conclusione da sola. Una logica fallibile e incapace di sostenersi.>>
...quindi, che dovrei fare?
<<Tu sei un'egoista, non è così?>>
Sì.
<<Non ti importa della giustizia, ti importa solo di te stessa.>>
Sì.
<<E oggi non è il tempo di cambiare questa idea.>>
No, decisamente.
<<...allora rimani come sei. Rimani colei che non disprezza alcun male, ma il proprio mancato disprezzo del male.>>
Ma non posso continuare così.
<<No. Poiché sei un'egoista a cui interessa solo di sé stessa, devi perdonarti.>>
Non ci riesco.
<<Allora lascia che sia qualcun altro a farlo.>>
Ma non posso parlarne con nessuno.
<<Non devi parlarne con nessuno. C'è qualcuno che sa già tutto.>>
...chi...?
<<In verità, c'è qualcuno che sa tutto, e ti ha perdonata, e che, se lo chiedi, ti aiuterà a conseguire qualunque obiettivo egoista desideri.>>
...ah.
È vero.
-vedo la porta aprirsi, e stavolta, c'è un corridoio.
Sì, c'era qualcosa che non avevo mai preso in considerazione.
Lei sapeva tutto.
E mi aveva sempre perdonata.
Saluto Simona, e lascio la stanza.
In lontananza, c'è un letto di ospedale, su cui è coricata una ragazza dai capelli blu scuro.
Sento la sua anima risuonare con la mia, e tutto trema.
Sto uscendo da qui.
Giusto perché posso, decido di gridare il suo nome.
<<Raguel-!>>
Amen
Nel palazzo a forma di anello non si udiva un singolo suono. Arsalan proseguì senza lasciarsi spaventare.
Sul pavimento trovò i cadaveri di mille serpenti. Li ignorò e attraversò i corridoi.
Quella era una reggia, ma una poco elaborata. Un falso che nemmeno cercava di sembrare vero.
Il centro era mancante, poiché quella era la forma di un anello, ma era presente una piccola stanza connessa da quattro ponti.
L'Angelo ci entrò.
Non c'era nulla.
Solo oscurità cremisi.
Quello era il vero nucleo dell'anima di Jacob.
E Jacob stesso era lì, sospeso nell'aria, addormentato.
L'Angelo cercò di avvicinarsi a lui, ma un rumore di passi alle sue spalle lo mise all'erta.
Un profumo inondò le sue narici. <<...questo odore... non è zolfo.>>
<<No.>> rispose una voce familiare.
<<Tu non sei un Demone.>>
<<No.>>
<<Ma sei la creatura responsabile per tutto. Per la sete di sangue di Jacob, per la sua ossessione, per averlo imprigionato qui.>>
<<Ho solo manipolato ciò che già esisteva.>>
<<Basta così.>>
Arsalan si girò, e davanti a sé vide...
...il proprio riflesso.
Le fattezze di quella figura... erano identiche alle sue. Il corpo era lo stesso.
Ma la bocca non era umana. Era come la bocca di un cane, lunga, che si estendeva disgustosamente fino alle guance.
I capelli rossi erano rivolti verso il basso e sporchi di fuliggine.
E gli occhi... non erano azzurri, ma dorati.
<<...tu... chi sei?>>
<<Non è ovvio?>> rispose la creatura con quell'orribile muso salivante <<Io non sono un'entità esterna. Io sono il Demone con cui tutti devono vivere.>>
Si fece avanti.
L'odore si fece sempre più forte... e più gradevole.
Fiori di loto.
<<Io sono la Morte, il destino, il nemico dell'Illuminato. Io sono il Signore dei Sensi e il Re Demone del Sesto Cielo.>>
Illusioni e lussuria.
Dannazione, era così ovvio.
<<Tu... il suo Diavolo Accusatore?>>
Una flebile luce lampeggiò dalla fronte della creatura.
La Shamshir-e-Zomorrodnegār apparve nella sua mano sinistra.
<<Io... sono... Mara.>>