logo

Renovatur Integra

30 settembre 2020
Rhoda

Una ragazza, tardi la notte, camminava in città per schiarirsi le idee. 

Rhoda aveva chiesto ad Arsalan se c'era qualche modo in cui poteva aiutarlo a trovare Jacob, e lui non aveva dato una risposta negativa, né positiva. Aveva solo detto che fosse troppo pericoloso. 

Ma a lei questo non importava. Nonostante tutto, Jacob era suo amico. 


Sicuro, dal giorno di quell'"incidente" non gli aveva più parlato, ma anche se non avrebbe perdonato un'altra persona, capiva che l'essere un Giudice e quella roba lì doveva avergli mandato in fumo il cervello. Nessun umano dovrebbe avere un lavoro simile. E del resto, non gli augurava certo di essere rapito da un culto. 

...Arsalan non aveva spiegato la situazione, ma era ovvio. Era stato rapito. 

E Rhoda voleva fare qualcosa... aveva cercato di fare qualcosa, senza successo. Non sapeva nemmeno dove trovare Arsalan. Non sapeva nemme-

<<...?>> Improvvisamente, vide una figura familiare sul ciglio della strada. 

Il freddo autunnale era più simile ad uno invernale, di quei tempi, ma quell'uomo non aveva nulla se non alcuni stracci addosso. 

La ragazza corse vicino a lui. <<Elliot?!>>

<<Oh, hey.>> Il senzatetto sorrise <<Come stai, Rhoda?>>

Senza rispondere, lei si tolse la giacca e la volse accanto a lui. <<Faccio io le domande, che ci fai qui?! Non dirmi che sei fuggito un'altra volta!>>

Elliot accolse la coperta, ma non sembrò sentirsi meglio riguardo alla temperatura. <<Ah, ma vedi... avevo un buon motivo, stavolta... per Jacob...>>

<<...per Jacob...? Sai qualcosa su quel culto?>>

Annuì. <<Una voce che ho sentito, tempo fa... ci sono molte persone che sono felici di essere state salvate da Jacob, sai... e una di queste persone si fa chiamare... Inlus... nessuno l'ha mai vista, ma erano tutti in contatto telefonico con lei...>>

<<Dove l'hai sentito, Elliot? Chi erano queste persone?>>

<La terza volta che sono scappato, sono arrivato alla piazza qui, in fondo alla strada... c'era un gruppo di senzatetto lì...>>

Rhoda gli diede una pacca sulla spalla e sospirò. <<Grazie, Elliot. Torniamo al rifugio, ora. Sta per cominciare a piovere, qui.>>

<<Non mi hai sentito?>> rise lui <<Devo andare alla piazza in fondo alla strada, e trovare quei senzatetto!>>

<<Lo farò io. Tu... non mi sembri in forma.>>

<<No, non lo sono.>> confermò <<Ma non lo era nemmeno Jacob quando è stato accoltellato per salvarmi.>>

...già. 

Jacob rimaneva ferito spesso, in battaglia. Rhoda sapeva di alcuni eventi... quando aveva usato il proprio sangue per disegnare un Sigillo... quando aveva rischiato di prendere fuoco...

...quel ragazzo non era di certo un santo altruista. A volte era il contrario. Ma non voleva vedere nessuno ferito per colpa sua, né voleva ci fossero Demoni a piede libero per la sua città. Quindi, rischiava. 

Un giorno, sarebbe stato troppo lento. O avrebbe sbagliato un fendente. E non si sarebbe più alzato. 

Lo sapevano tutti. Vivi di spada. Muori di spada. 

Rhoda si chiedeva se quel tipo di sacrificio fosse sensato. 

Poi, nel riflesso di una finestra oscurata, vide la propria faccia. 

"Se non è sensato... cosa dovrei fare...?"

Stava cominciando a piovere. 

<<...va bene.>> disse infine <<Ma almeno lascia che ti compri da mangiare, prima.>>

1 ottobre 2020
⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛

Un uomo senza volto entrò di nascosto nella mente del dormiente Jacob Aiagon. 

Non era la prima volta che lo faceva, ma erano più numerose quelle in cui si rendeva esplicito, apparendo nei suoi sogni. 

Stavolta rimase negli angoli del subconscio. Impossible da notare. Almeno... per il Giudice. 

L'altra entità sapeva già che fosse lì, questo era chiaro. L'uomo aveva una vaga impressione che le sue operazioni non si fossero fermate. Non poteva essere certo, però, come non poteva essere certo di chi fosse quell'entità. 

Ma essa lo stava ignorando, perciò lui fece lo stesso. 

Decise di spiare ciò che Jacob stava sognando. 

...la battaglia contro Devadatta. 

Le fasi finali, per la precisione. 

Sì, il Giudice stava gettando via la Spada Sacra. E Devadatta si stava rimettendo in piedi. Anche se I dettagli non erano del tutto uguali, gli eventi sembravano esserlo. 

Almeno, fino a che Devadatta non si fece esplodere. 

Nella realtà, Jacob era stato salvato per un soffio da Arsalan, l'Angelo che aveva pianificato di lasciar morire. 

Ma ciò non avvenne nel sogno. 

Jacob si trovò disteso a terra, con ogni arto incinerito, e la faccia mezza disfigurata. 

Era vivo. 

<<Aahh... aaaahhh...>>

Vivo e gemente. L'uomo sentiva ciò che sentiva il sognatore: un cuore sempre più lento, un fischio nelle orecchie, e fumo intossicante nella gola. 

<<Aaahhhh... Aaahrsalahnnn...>>

Il mondo del sogno... no, dell'incubo, cominciò a crollare. Ma non prima che Arsalan potesse apparire. 

Il corpo dell'Angelo, dal collo spezzato e la testa sanguinante, cadde accanto al suo. 

E con il suo impatto, l'incubo collassò. 

<<...hm.>> Uno spettacolo pietoso, a dir poco. Jacob era certamente in grande sofferenza. 

Ma sarebbe sopravvissuto, e quello era l'importante. 

...tuttavia, avrebbe preferito che non gli fosse fatto alcun lavaggio del cervello. Almeno, non permanente. 

Forse i suoi amici avevano bisogno... di un piccolo aiuto. 

2 ottobre 2020
Tic
Toc

Anche la casa fuori città aveva un orologio. Un vecchio pendolo. Sembrava non avere mai intenzione di fermarsi. 

Tic. 

Toc. 

Arsalan non disse niente, ma Risa sapeva, che era passata la sua settimana. 

Avrebbe rispettato il patto. Così si mise in contatto con il Vaticano. 

Disse tutto. Un Demone di nome Inlus. Un culto online. E il rapimento di Jacob Aiagon. 

L'agente dall'altra parte del telefono rispose di aver ricevuto, e andò a riferire la situazione ai propri superiori. 

Una volta tornato, avrebbe certamente ordinato a Risa di fare rapporto a Roma per poter effettuare un cambio di Angelo. 

Ma...

C'era ancora tempo. 

<<Arsalan... se non ti dispiace...>> chiese la Giudice <<Rievoca la Spada Sacra.>>

Lui lo fece. Sulla lama era ancora presente ciò che avevano scritto in inchiostro:

"Dove sei?"

E la risposta... ancora una volta nel sangue...

...era "Metallo buio". 

In altre parole, sapeva solo di essere su un pavimento di metallo... e forse un muro... in una stanza buia. 

Informazione quasi inutile. Quanti tipi di stanza chiusa avevano superfici di metallo? Era in un bagno? In una prigione? Impossible da sapersi. 

<<E ora?>> domandò Simona <<Cosa gli scriviamo?>>

...nessuno sapeva come rispondere. 

Quel metodo... era troppo limitato, e Jacob sapeva troppo poco. 

L'unica cosa che potevano fare...

<<...il Vaticano probabilmente possiede un liquido, o un profumo che funga da tracciatore.>> concluse Risa <<Pare che siano proprio la soluzione a tutti i nostri problemi... scusatemi se l'ho rimandata così a lungo.>>

Ma Arsalan la interruppe. <<Zedel merita di rimanere qui quanto Jacob. Spero almeno tu capisca perché detesto il Vaticano, ora.>>

Lei non disse nulla. 

In quel momento, il telefono squillò. 

Risa rispose senza esitazione. Era stanca di rimandare. 

<<Pronto?>>

<<Voi non lavorerete più con il Vaticano.>> rispose una voce sconosciuta, non in Italiano. 

<<...cosa... con chi sto parlando?>>

Gli altri presenti la guardarono, confusi. 

Il vivavoce del cellulare si attivò da solo. 

<<Quell'Angelo mi serve. Non posso permettere che sia eliminata. Perciò non potete lavorare con il Vaticano.>>

Era una voce profonda, persino rauca. Come quella di un uomo in punto di morte, ma troppo potente per essere tale. 

<<Ti ho fatto una domanda.>> disse Risa <<Chi. Sei?>>

<<Non ho più un nome da tempo. Ho solo un desiderio. Voglio che Jacob Aiagon torni a casa sano e salvo, e che nessun Angelo debba morire nel processo.>>

Solo gli Angeli. Non gli importava degli altri due Giudici, quindi? 

<<Senza l'aiuto della Chiesa, Jacob non tornerà a casa.>> disse Arsalan, appena giunto accanto a lei. 

<<E se vi dessi qualcosa di meglio? Se vi dessi l'aiuto dell'uomo più intelligente del mondo?>>

<<...intelligente...?>>

<<Non solo intelligente, ma anche possessore di una connessione diretta al nostro Jacob! Se trovate uno, trovate l'altro!>>

<<Hmm.>> L'Angelo sospirò, sapendo di non avere altra scelta. <<E dove si trova, esattamente?>>

<<Diciamo che avrete bisogno di un oggetto. Un anello d'oro. L'anello che un tempo stava al dito di Jacob Aiagon stesso.>>

...Arsalan se n'era completamente dimenticato. L'anello regalatogli dal nonno, anni prima. 

<<Gli è caduto giù...>> concluse la voce <<...o meglio, si è buttato giù... quando è stato catturato. Sul terrazzo di quello scrittore. Dovete tornare alla casa di Jo.>>

3 ottobre 2020
Elliot

C'era una scia. Difficile da seguire, ma non impossibile. 

Da un paio di senzatetto, ad un altro, ad una prostituta, ad un edicolante, ad un vecchio seduto davanti al bar, ad un ex-confratello. 

Ora, Rhoda ed Elliot erano arrivati all'ultimo anello della catena. 

Un trentenne disoccupato. 

Charles era anche conosciuto online come AllowZeps, moderatore di tre o quattro comunità sugli argomenti più disparati. Seduto nel proprio appartamento, mostrò la schermata del computer ai due ospiti. 

<<Questo era il nostro forum.>> spiegò, prima di rivolgersi ad Elliot. <<Un forum è->>

<<No, no, lo so cos'è.>> lo interruppe il senzatetto. Gesticolò perché riprendesse senza indugio. 

<<Ah. Come stavo dicendo... moderavo questo forum di leggende urbane, prima della sua chiusura. Pensavo di avere potere... poi il forum è stato chiuso, non posso rivelarvi da chi, ma è l'ultima organizzazione che vi aspettereste.>>

Gli altri due avevano una mezza idea. Decisero di lasciar perdere. <<E dopo?>>

<<Molti utenti cominciarono a pensare ad una cospirazione nazionale, se non globale. Cosa pensate abbiano fatto? Niente. Un mucchio di scemi su internet non avrebbero fatto niente. Ma uno di loro non era tanto scemo.>>

<<Inlus.>> disse Elliot. 

Charles annuì leggermente. <<Inlus era... un abilissimo manipolatore. Sapeva quali fossero gli argomenti che avrebbero convinto più persone e li sfruttava con piacere. Così cominciò a parlare di un'organizzazione satanica che controlla il mondo, e che voleva censurare lo Iudex.>>

<<Lo... Iudex?>>

<<Una delle leggende urbane, un uomo armato di spada che girava per la città.>>

I due si scambiarono uno sguardo preoccupato. 

<<Inlus ha cominciato a parlare dello Iudex come un eroe che si stava scontrando con i satanisti dietro le quinte.>> continuò <<Non importava quanto ridicola fosse come affermazione... troppi ci credettero. E lo seguirono. Io realizzai che quel mondo era troppo disgustoso per me, e lo lasciai, ma non prima di scoprire tutto ciò che potevo su Inlus.>>

<<Questa è la parte che ci interessa.>>

Charles si guardò intorno prima di aprir bocca di nuovo. Aveva detto di non essere più nel soprannaturale... eppure, quella cosa doveva sembrare inquietante persino a lui. <<Inlus era una persona normale, un tempo, seppur un po' ossessionato con l'attenzione. Mentiva, ma era terribile a mentire, e così a manipolare. Un giorno ha riportato di aver incontrato... un vero criptide, in carne ed ossa. Un criptide sarebbe una creatura di cui si parla nelle leggende urbane. Qualunque cosa fosse, ne ha fatto una foto. Poi non ha più scritto nulla per quasi un mese.>>

Mostrò loro, lentamente, la foto in questione. 

Si trattava di una figura umanoide, pallida, come un cadavere, nascosta tra degli alberi. Indossava forse dei vestiti, non era chiaro dall'immagine. Era quasi sicuramente non umana, ma...

<<...queste foto tendono ad essere truccate, ed il criptide in questione non è stato visto come molto interessante dalla comunità. In ogni caso, Inlus postò questa foto, scomparve per settimane, e poi tornò... e il suo stile di scrittura è del tutto diverso. Il carisma, l'intelligenza, l'abilità manipolatrice che lo ha reso capace di fondare quello che è quasi un culto, sono cose che ha ottenuto solo dopo questo incontro.>>

Rhoda fissò l'immagine. Sembrava non sapere cosa fosse quella creatura, ma essere certa che fosse un problema. <<Grazie dell'aiuto, Charles. Se potessi inviarmi una copia della foto...>>

<<Posso farlo, sì. Ma non è tutto.>>

<<Cos'altro c'è?>> chiese Elliot. 

<<La città dove abita Inlus. Non è molto lontana da qui.>>

4 ottobre 2020
Arsalan

L'anello d'oro fece un cerchio sul tavolo prima di fermarsi rumorosamente al centro. 

Erano tornati nella casa fuori città dopo quasi due giorni ininterrotti di ricerche. Era già notte, ed erano tutti esausti. 

<<Dannato anello...>> si lamentò Simona <<Come ci sei finito in quel fiume...>>

<<Rotolando.>> rispose Raguel, prendendolo per guardarlo bene. 

Risa gielo tolse dalle mani. <<Rotolando molto. È quasi come se avesse vita propria.>>

<<...un anello, hm.>> fu tutto ciò che disse Zedel. 

Erano tutti lì. 

Arsalan ne era felice. Solo poco. Non avevano ancora finito nulla. 

Allora il telefono squillò, e l'Angelo non permise a nessun altro di rispondere. 

<<L'abbiamo trovato.>>

Dall'altra parte della chiamata, la voce rauca non era cambiata per nulla: <<Perfetto. Ora dovrò chiedervi di chiudere tutti gli occhi.>>

<<La cosa si sta facendo ridicola.>>

<<Chiudete gli occhi.>>

Con un sospiro, Arsalan riferì agli altri, che obbedirono, seppur controvoglia. 

...un flebile rumore di passi. 

La chiamata era terminata, ma Arsalan sentì la voce rauca sussurrare: <<Dimmi, era tutto parte del tuo piano, o re?>>

Non vedeva niente. 

Eppure la seguente esplosione di luce fu tanto potente che sembrò stare per accecarlo comunque. 

Arsalan decise che era stanco di quei giochetti, e come fecero tutti, aprì gli occhi. 

Un uomo senza volto era di fronte a lui. La sua pelle, pallida come un cadavere. 

<<Prego.>> disse. 

Lanciò l'anello. 

L'Angelo lo prese al volo. Il gioiello scivolò direttamente sul suo dito. 

Mentre Zedel scattava per fermare quell'uomo, egli mise una mano sulla faccia di Arsalan. 

<<Buonanotte.>>

Il mondo scomparve. 

<<...tutti i sogni sono così? Tutti nel buio?>> chiese l'Angelo, non sapendo cosa fare. 

<<Questo è difficilmente definito come sogno.>>

Arsalan si girò. 

C'era qualcuno con lui. 

Un uomo dalla pelle scura, la barba lunga e grigia, e più vistose di tutto, delle vesti regali. Sembrava l'immagine di un imperatore del mondo. 

Ma Arsalan sapeva chi fosse. <<...cosa ci fate, voi, qui?>>

Il re non smise di sorridere un attimo. <<Vediamo. La mia anima è legata a quest'anello da circa tremila anni. In ogni senso sono morto, ma non mi sono permesso di andare nell'oltretomba.>>

<<Quindi siete rimasto... dentro l'anima di Jacob?>>

<<Dentro l'anima di chiunque indossasse l'anello. Almeno fino a qualche mese fa, quando qualcuno ha deciso di uccidermi.>>

<<...qualcuno...?>>

<<Pensi che abbia il tempo di spiegarti? Sappi solo che questo qualcuno è molto potente, ma non abbastanza intelligente da sapere come sciogliere la mia anima dall'anello. Mi sarebbe bastato un po' di tempo, e si sarebbe riformata.>>

<<...lui ha accelerato il processo.>> Quell'uomo senza volto...

Il re annuì alla sua intuizione. <<Immaginavo che prima o poi sarebbe potuto succedere. A cosa vi serve il mio aiuto? Ho una vaga idea che un Demone particolarmente forte abbia catturato Jacob Aiagon.>>

<<...davvero saggio. Potete trovarlo? Siete ancora legati a lui?>>

<<Leggermente. Posso solo indicarvi una zona piuttosto ampia.>>

<<E io posso restringerla. Nessun problema. C'è altro?>>

<<...quella Spada. Questo smeraldo che porto al collo, un tempo, era incastonato in essa. Hai già capito il suo nome e il suo potere, vero?>>

<<...sì. Credo di sì.>>

<<Allora va, Angelo del Signore.>> L'oscurità cominciò a dissiparsi. <<Con la mia arma, non devi temere creatura della Terra né dell'Inferno, ma solo la tua stessa forza.>>

<<Grazie per la vostra saggezza...>>

L'Angelo si inchinò.

<<...Re Salomone.>>

Quando aprì gli occhi, vide Simona tentare di svegliarlo con dei pizzicotti. L'uomo senza volto era scomparso nel nulla. 

<<Oh hey, sei vivo.>> disse la ragazza <<Allora? Cos'è successo?>>


<<...ve lo spiego per strada.>> rispose <<So dove trovare Jacob.>>

5 ottobre 2020

Né Rhoda, né Elliot, erano mai stati in quella cittadina, a tanti chilometri da casa. 

Era antica, questo lo sapevano. Più una meta turistica che un luogo da abitare, in realtà, ma questo non significava fosse una città morta. D'altra parte, l'idea che fosse la stessa località dove Jacob era tenuto ostaggio da un culto demonico avrebbe reso anche il più bel paesino terrificante. 

Si erano alzati presto anche quella mattina per cercare dove esattamente fosse questo culto. Fu una fortuna, e questo lo realizzarono quando videro una macchina entrare per la stessa strada da cui erano arrivati loro. 

Il veicolo si fermò di scatto. 

<<E voi che ci fate qui?!>> chiese Arsalan, incredulo. 

Le altre due Giudici, che loro non avevano mai incontrato, scesero prima di lui. Quella dai capelli scuri domandò: <<Ah, amici vostri? Dovevi aspettartelo.>>

<<Sono d'accordo con la ragazza.>> disse Elliot <<Perché non hai lasciato che ti aiutassimo?>>

L'Angelo saltò giù dall'auto. <<Non abbiamo bisogno di->> Quasi scivolò sul terreno solido. Dovette aggrappare uno sportello per non cadere. 

Rhoda non l'aveva mai visto in quel modo, e avrebbe riso se la situazione non fosse stata tanro seria. <<Arsalan... hai dormito nelle ultime due settimane?>>

<<Dormito? Gli Angeli non ne hanno bisogno.>>

Risa lo colpì sul braccio. <<No, ma l'attività continua li stanca. E tu non ti sei fermato un attimo.>>

Arsalan abbassò lo sguardo. 

<<...nessuno di noi l'ha fatto.>> concluse Zedel. 

<<Beh, io sono del tutto normale, quindi sì.>> Raguel specificò <<Ma... Inlus è un Demone incredibilmente forte. L'avete visto tutti quanti. Dobbiamo essere al nostro assoluto meglio.>>

<<...quindi dovrei dormire mentre Jacob rimane sofferente?>> chiese Arsalan. 

Rhoda gli mise le mani sulle spalle. <<È vivo. Rimarrà vivo. Questo è l'importante.>>

Su questo erano tutti d'accordo. 

Jacob Aiagon era vivo. 

E se volevano che rimanesse tale, dovevano essere pronti. 

<<...Jacob... perdonami.>> pregò Arsalan <<Devi resistere solo un altro po'.>>

6 ottobre 2020
Jacob

Fame. 

Sete. 

Freddo. 

Jacob si forzò a non tossire, o sentiva che avrebbe sputato il proprio intestino. 

Il cibo era finito da giorni. L'acqua era caduta sul pavimento a metà ciotola piena. Il Giudice era solo, nel buio, da una settimana. Ma aveva perso il conto, ormai. 

Cominciò a pensare che le sue ossa dovevano essersi polverizzate. Che magari il suo sangue era asciutto. Forse non si era accorto di essere già morto. 

Cercò di sentire qualcosa che confermasse il contrario. Mosse il collo. Ci riuscì. Eppure i muscoli sembravano inesistenti. 

Alla sua sinistra c'era ancora quel cadavere. Di quel ragazzo. Aveva fatto un passo sbagliato, ed era morto. 

<<Hahahahahaha, già!>> rise il corpo deceduto <<Una sola mossa falsa! Hahahahaha! Venti anni di vita finiti come se non fosse nulla! Hahahahahahahahahaha!>>

<<Tu... tu sei morto...>> mormorò Jacob. 

<<Morto? Tu chiami me morto?!>> Il cadavere non si alzò, ma strisciò verso di lui. <<La differenza tra la vita e la morte sta solo nell'avere un corpo! Tu ce l'hai un corpo?>>

<<Io... certo...>>

<<Hahahahahaha! E allora perché non riesci a muoverlo?!>>

<<Io...>> Per dimostrarlo, Jacob alzò una mano. Ma non sentì nulla. E quando si voltò, non la vide. 

La sua mano era composta solo da milioni di ragni. No... era stata divorata da milioni di ragni. 

Il ragazzo urlò. 

Provò ad alzarsi, ma le sue gambe erano state mangiate dai vermi. 

Quale avrebbe finito il suo corpo prima? I ragni, o i vermi? E poi? Avrebbero combattuto? Avrebbero fatto la guerra? Avrebbero desecretato i suoi resti con i propri? Quale delle due fazioni avrebbe usato il suo cranio come scudo? 

<<Aiuto! Aiuto! Aiut->>

<<Shhhh.>> Il cadavere lo fissò. Lentamente, con le proprie mani, si aprì la testa frantumata. Una volta che fu abbastanza grande, ne uscì una singola, enorme, tarantola, che si diresse subito a divorare il suo cervello. <<Arriva il re.>>

<<No, no, no, no, no, no, no-!>>

Clang. 

Tutto scomparve. 

<<...?>>

Jacob si guardò le mani... e le gambe... e il cadavere. 

Non era mai successo nulla. 

Aveva... allucinato...

<<Per favore... basta...>>

Aveva perso il controllo della propria mente. 

E se non aveva quello... cosa aveva più...? 

<<Hahhh... hahh...>>

Presto i suoi occhi l'avrebbero ingannato un'altra volta. Chissà. Magari si sarebbe ucciso, delirante. Morto senza nemmeno avere il diritto ad un ultimo pensiero. 

...il Giudice si mise le braccia intorno al corpo, per quanto riusciva. 

Calore. Il calore di un corpo. Il calore di Arsalan. 

<<Dio... Arsalan... ho bisogno di te...>> ripeté, fissando il vuoto. 

<<Incredibile!>> esultò una voce in avvicinamento. 

Elizabeth...? Quand'era entrata...? 

<<La tua mente è crollata, amore mio. Tra poco penso che potrò liberarti!>>

Lui aveva in mente un paio di insulti da gridare. 

Non riuscì a tirarli fuori. 

<<Ma non sono del tutto crudele, quindi, ecco la tua pappa settimanale!>> Poggiò le due ciotole sul pavimento. 

Jacob cercava di nascondere quanto le desiderasse, ma nel suo stato, certamente fallì. 

<<Però... dovrai fare qualcosa per meritartele.>>

Fare qualcosa? Non aveva nemmeno la forza di tenere gli occhi aperti. 

E poi. 

Elizabeth mangiò il cibo al posto suo. 

Lo... mise in bocca... e masticò... ma non ingoiò. 

La donna si inginocchiò e avvicinò la testa alla sua, sorridendo. 

...era chiaro cosa volesse. 

Poteva quasi sentirla nella propria testa, pazzo come era. 

"Se vuoi il cibo, dovrai prendertelo da qui. Lasciando incontrare la tua lingua e i tuoi denti con i miei. Allora, Jacob, cosa farai?"

La scelta... era... ovvia. 

Per assicurarsi di non morire, quella volta Jacob fu costretto a ricambiare il bacio di Elizabeth. 

7 ottobre 2020

La mezzanotte era passata da poco. 

Arsalan girava per la città da ore, ma dopo tutto quel sonno, avrebbe potuto correre una dozzina di maratone. 

Dietro di lui, Risa Dascira e Zedel, Simona Paldim e Raguel. Tutti con gli abiti adatti al nascondersi. Non che sapessero se qualcuno li stesse guardando. 

Tutto ciò che sapevano era che il culto di Inlus... no, il culto dello Iudex, si stava incontrando da qualche parte in quella città. 

Per trovarli, l'Angelo stava usando un bilanciere. Preso direttamente da una palestra, pesava cento chili. 

Arrivarono in fondo ad una strada e scosse la testa. <<Torniamo indietro e prendiamo l'altra direzione.>>

Così fecero, e così avevano fatto per le ultime ore. 

A volte, il bilanciere sembrava diventare più pesante. Altre, invece, più leggero. 

Ma non era il bilanciere a cambiare. 

Era la forza di Arsalan. 

La forza di un Angelo, che aumentava o diminuiva secondo la distanza con il suo Giudice. 

In quella situazione, poteva essere usata come bussola. 

E la bussola, infine, li portò davanti all'entrata di un enorme... manicomio abbandonato da decenni. 

Simona si sporse in avanti. <<Allora, Arsalan, cosa dice il bilanciere?>>

L'Angelo esitò. 

Oltre alla forza, aumentavano anche tutti i suoi sensi. 

Vedeva una luce all'interno dell'edificio. 

Sentiva i suoni di una folla giubilante. 

E odorava una puzza di zolfo. 

Strinse il pugno. 

Come se fosse un bastoncino di legno, Arsalan roteò il bilanciere nell'aria, e lo conficcò nel duro asfalto. 

Al suo posto, evocò una Spada Sacra. 

<<Andiamo a liberare Jacob Aiagon.>>