Ante Mortem
E Jacob era felice.
Del resto, come avrebbe potuto non esserlo? Dall'ultimo giudizio, con il quale aveva dimostrato la propria infinita saggezza, la corte non aveva smesso di applaudire e lodarlo.
Il suo palazzo non era mai stato tanto splendente, e la benedizione del Signore mai tanto potente.
Un servo si fece avanti, timidamente. <<Maestà, ci sono altre tre donne che richiedono il suo giudizio.>>
<<Hah!>> rise Re Jacob <<Fatele entrare! Questo è il mio compito, del resto!>>
Nella sala aumentarono, per un secondo, le grida di adorazione, e poi si spensero completamente, lasciando solo il silenzio.
Il portone si aprì. Tre figure dal viso coperto lo attraversarono con un servo.
Fu quest'ultimo a parlare: <<Maestà, le tre donne dicono di aver portato doni per lei. Può accettarne solo uno.>>
<<Ah, davvero? E quali sono le mie opzioni?>>
<<La prima dice: Io ti porto tutto l'oro dai quattro angoli della Terra, tutte le ricchezze dai trentatré mondi, ogni lussuria ed ogni piacere.>>
Si diffusero risatine tra la folla. Un'offerta così ridicola... certamente nulla avrebbe potuto convincere il Re a rifiutarla. Ma Jacob alzò una mano per indicare di far silenzio. Non avrebbe permesso opinioni così superficiali.
<<E la seconda opzione?>> chiese.
<<La seconda donna dice...>> rispose il servo <<Io ti porto la distruzione del tuo regno, e ti maledico ad una vita da viandante.>>
<<...eh?>>
Prima ancora che Jacob potesse capire quelle parole, l'intero palazzo cominciò a tremare.
Presto il pavimento si spezzò in due, portando giù tutti i presenti.
<<No...>>
Subito il soffitto crollò, schiacciando tutti i possedimenti del Re.
<<No! No! Che cosa->> Re Jacob alzò gli occhi al cielo <<Mio Signore! Perché mi hai->>
Ma tutto ciò che vide fu un'ombra.
Come se il Sole stesso l'avesse lanciata, una Spada Sacra cadde trapassando la sua fronte.
E Jacob si svegliò dall'incubo.
Senza sapere se la realtà fosse peggiore o meno.
Rotolò giù dalla macchina su cui era stato lanciato.
In lontananza, sentiva i rumori della battaglia.
Risa, Zedel ed Arsalan stavano affrontando un semplice umano, e perdendo.
21 settembre 2020
Sarebbe dovuta essere una missione semplice.
<<Mai sentito parlare di Chaos Magic?>> aveva chiesto Risa, camminando per il giardino della casa fuori città.
L'unica risposta di Arsalan era stata: <<Ho avuto il dispiacere di incontrare Aleister Crowley di persona.>>
<<Esatto. Pure tra le arti occulte, la Chaos Magic è pericolosa... è in continua evoluzione in modi pochi comprendono, e soprattutto: può essere attivata molto facilmente senza volerlo.>>
<<Ah... che cos'è successo?>>
<<Un aspirante scrittore ha accidentalmente creato un Ipersigillo con un romanzo di fantasia. Un normale incidente di Chaos Magic non sarebbe affare dei Giudici... ma un Ipersigillo merita la nostra attenzione.>>
<<...un cosa?>>
<<Ve lo spiegherò strada facendo. Jacob, hai intenzione di venire?>>
Il Giudice li aveva ascoltati senza dire niente fino a quel momento.
Stavano andando alla caccia di un'altra persona che non aveva fatto nulla di male... ma almeno non l'avrebbero dovuto uccidere.
<<...è il mio lavoro.>> fu la risposta.
E così erano tutti andati in città, alla ricerca di questo scrittore. Tutti tranne Simona e Raguel, che erano tornate con la famiglia Paldim per celebrare il... "Rosh Hashanah", il nuovo anno giudaico, e sarebbero rimaste per il seguente Yom Kippur.
Del resto, due Giudici e due Angeli sarebbero dovuti essere abbastanza per occuparsi di un qualche scrittore che aveva creato un Sigillo per sbaglio... giusto?
I ragionamenti di Jacob furono interrotti quando dalla finestra due piani sopra cadde Zedel. L'Angelo atterrò accanto a lui.
<<Sigilli... mai piaciuti. Ipersigilli...?>>
<<Posso sapere almeno che roba sia?>> domandò lui.
<<Intrappolando un Demone, è possibile usarlo per manipolare la realtà, come una sovrascrittura.>> disse lei, lanciandosi di nuovo all'interno dell'edificio.
<<...sovrascrittura...?>>
Il Giudice la seguì con un salto.
Eccoli lì.
I tre stavano rovinando la bella casa a due piani dove abitava quel tipo.
Ma dall'altro lato, il tipo stava facendo la stessa cosa. Camminava all'indietro, cercando di raggiungere la porta per la terrazza. La sua arma... un lanciafiamme.
Anche con quello, non sarebbe dovuto essere capace di tener testa a tutti loro. Perché la sua vera arma era, apparentemente, un'enorme fortuna.
<<Jo!>> gridò Risa <<Metti giù tutto e lasciaci parlare!>>
Ma Jo, lo scrittore, non aveva alcuna intenzione di fare ciò. Quando Zedel cercò di colpirlo con i quattro Chiodi Sacri, lo mancarono, volando alla sua sinistra.
<<Zedel?!>> la rimproverò la sua Giudice.
<<Scusatemi... fumo negli occhi.>> rispose.
Nel frattempo, Arsalan era apparso accanto al nemico, per colpirlo con un pugno. Solo che, un attimo prima di farlo, una tenda gli coprì la vista, e inciampò.
Jo puntò il lanciafiamme su di lui. L'Angelo schivò per un soffio.
<<Okay.>> sbuffò Risa <<Vaffancavolo.>>
Lanciò i quattro Chiodi per poi scattare subito nella sua direzione.
Nessun umano, Jo compreso, avrebbe avuto i tempi di reazione necessari per salvarsi.
Per sua fortuna, in quel momento esatto, un tubo del gas esplose sotto di loro, lanciando all'indietro Arsalan e Risa, la quale istintivamente richiamò i Chiodi nelle sue mani prima che raggiungessero il bersaglio. Zedel corse ad aiutarla.
<<...huh.>> disse Jo. La stanza era a pezzi. Aveva raggiunto il terrazzo. <<E tu?>>
<<Io?>> chiese Jacob.
<<Vuoi combattere?>>
<<Pare che il compito di un Giudice sia solo... combattere. Picchiarsi. Ammazzare. Quindi... scusami, ma temo di doverlo fare.>>
<<Hmm. Ok.>>
...per essere uno scrittore, era di pochissime parole. Sembrava quasi imbarazzato. Ma aveva un lanciafiamme che ora stava alzando nella direzione di Jacob.
Il ragazzo saltò verso di lui.
Jo premette il grilletto, pronto a friggerlo.
E poi...
...l'arma fu tagliata in due da un Chiodo.
<<Hah.>> disse Zedel.
<<Oh.>> disse Jo.
Il pugno di Jacob lo lanciò attraverso la porta.
<<Finalmente!>> gridò Risa, tornando tra loro <<Come hai fatto, stavolta?>>
<<Ringrazia Zedel.>> rispose Jacob <<Pare la sua fortuna fosse... limitata.>> Uscì sul terrazzo e si rivolse allo scrittore. <<Allora, dov'è l'Ipersigillo?>>
<<Ahiahiahi... che male...>>
<<Non farmelo ripetere.>> Evocò la Spada Sacra. <<L'Ipersigillo. Dov'è?>>
<<Sul... auhhhh... sul mio cellulare... sotto...>>
Arsalan corse a prenderlo e tornò in pochi secondi. <<Deve essere questo. Quale sarebbe l'Ipersigillo? Questo testo? "Arte di Inlus"?>>
Jo non rispose, continuando invece a lamentarsi.
<<Vediamo... ci sono quasi una ventina di capitoli... ma l'Ipersigillo non l'hai attivato fino a poco tempo fa, giusto? Quindi... huh...>>
Risa si avvicinò. Ora erano tutti sulla terrazza. <<Cosa?>>
<<...correggetemi se sbaglio. Un Ipersigillo in forma di romanzo opera proiettando sulla realtà la trama della storia, giusto?>>
<<Giusto.>>
<<E perché ciò accada è necessario un personaggio nella storia che funzioni da legame, e le cose che accadono a lui accadono anche alla persona con cui l'Ipersigillo è legato.>>
<<Giusto. E il nostro Jo qui ha creato un personaggio basato su sé stesso, no?>>
<<Quella deve essere stata l'intenzione, ma... qui leggo che il protagonista fa parte di un team... e stanno andando a combattere un avversario con poteri di fortuna invincibile... e l'unico capace di sconfiggerlo è appunto il protagonista...>>
<<...aspetta. Il nemico è quello fortunato?>>
<<Sì. Il che significa che... Jo non aveva mai connesso un Ipersigillo a sé stesso...>>
<<...l'ha connesso all'unica persona che è stata capace di sconfiggerlo.>>
<<...Jacob.>>
Il ragazzo andò subito nel panico. <<Ha fatto cosa?>>
Arsalan spense il cellulare mentre Risa si avvicinava al ragazzo. <<Va bene, Jacob... hai in qualche modo una connessione ad un Sigillo... dobbiamo capire di cosa si tratta e...>>
<<Oh andiamo, perché io?!>>
<<Perché... hm... gli somigli.>>
<<Gli...?>>
Si girò, e vide che Jo aveva... capelli neri e ricci... occhi scuri... indossava una giacca... e aveva la sua stessa età.
<<...bastardo.>> Jacob sospirò <<Allora, cosa succede al protagonista dopo? L'Ipersigillo dovrebbe essere ancora attivo, no?>>
<<Dopo di quello... il protagonista in qualche modo scopre di essere estremamente fortunato... e poi...>> Arsalan si bloccò.
<<...e poi? Che succede?>>
<<...e poi... riceve estrema sfortuna in ritorno. Tutti... i suoi amici cominciano a rimanere coinvolti in terribili incidenti...>>
<<...ah. Credo... convenga che ci liberiamo dell'Ipersigillo il prima possibile. Risa?>>
La Giudice sembrava... preoccupata. Era raro vederla tale. <<Jacob, noi... non sappiamo come annullarlo.>>
<<...non... lo sapete?!>>
<<Se non sappiamo come sia stato creato, non possiamo cancellarlo... ho già detto che la Chaos Magic è imprevedibile... dovremmo portarti al Vaticano, ammesso che loro possano farci qualcosa...>>
<<No, il primo incidente è proprio un incidente aereo.>> disse Arsalan <<Non possiamo rischiare un viaggio simile.>>
<<E se aggiungessimo alla storia?>> chiese Zedel.
<<Ciò che è stato scritto non si può annullare... qualunque aggiunta facciamo, non cambierà gli incidenti già decisi...>>
Il ragazzo intanto si stava avvicinando a loro, senza dire una parola.
<<Jacob, adesso rimani calm->>
La Spada Sacra apparve nelle sue mani.
Quella non era colpa sua. Lo sapeva.
Eppure...
Non riusciva a non considerarla tale.
Ancora una volta, stava venendo usato come arma per ferire gli altri.
Non era un eroe. Questo l'aveva capito.
Ma doveva proprio essere una bomba ad orologeria?
Gli veniva in mente una sola cosa da fare. Forse avrebbe funzionato, forse no.
<<Bastardo Sigillo, bastardo scrittore, bastardo...>>
Il Giudice si mosse d'impulso, e con un fendente della Spada, cercò di mandare in frantumi il cellulare.
<<...bastardo!!>>
L'impatto causò un'esplosione, lanciandoli tutti all'indietro.
Le orecchie di Jacob smisero di funzionare per qualche secondo.
<<...ughhh... che... cos'era quello?>>
Zedel era a malapena rimasta stabile. In qualche modo, il suo equilibrio era eccezionale. <<...energia magica. È appena successo... quel che penso sia successo?>>
<<Il telefono... è integro. L'hai mancato.>> disse Arsalan rimettendosi in piedi. <<Ma tutta quell'energia...>>
Anche Risa riuscì a rialzarsi, con l'aiuto del suo Angelo. <<Hai seriamente distrutto la connessione dell'Ipersigillo con quella Spada?!>>
<<Non lo so. L'ho fatto?>>
Annusò il cellulare. <<La puzza di zolfo è andata. Forse il Sigillo in sé esiste ancora... ma senza connessione alla realtà, è come se non ci fosse più.>>
<<...l'ho fatto io?>> chiese Jacob.
<<Non... dovrebbe essere possibile. Ma del resto... nemmeno tagliare Ousia, la Luce divina, dovrebbe esserlo... e tu l'hai fatto.>>
...giusto.
Uccisore di dei. Era stato lui una volta.
Ma adesso... non era più quella persona... vero?
Arsalan gli si avvicinò. <<Beh, è inspiegabile, ma guarda al lato positivo.>>
...e diede un abbraccio al suo Giudice. <<Ci hai salvati da un destino scritto.>>
Per essere un falso umano, il suo corpo era caldo, e quel gesto confortevole... come un bambino nelle braccia della madre.
Ma sentiva scaldasse ben oltre la carne.
<<...heh.>>
Aveva cancellato un destino prescelto...
E salvato tutti coloro che conosceva...
Forse... forse non era un'arma pericolosa.
Forse... non era condannato a servire quel Dio tiranno per sempre... se poteva evitarlo...
L'Angelo gli lasciò le spalle. <<Allora, Risa, ora che ne->>
Fu interrotto da Zedel, che aveva evocato i Chiodi Sacri, e gridato: <<Un altro?!>>
Nessuno ebbe il tempo di chiedere spiegazioni. Né di reagire.
Il pavimento si aprì.
Nell'unico metro tra Arsalan e Jacob, una donna apparve da sotto volando verso l'alto.
Era veloce.
Entrambi riuscirono a notarla, ma non a muovere un singolo muscolo.
La donna... immediatamente, colpì i due con un calcio doppio.
Furono lanciati in due direzioni opposte.
Arsalan si sentì volare per... cinque metri... quindici metri... trenta metri...
...ed ogni secondo, era più lontano dal suo Giudice, era più debole.
Finalmente toccò una superfice. Terra? Muro? Non sapeva. Non riusciva più nemmeno a vedere o a sentire.
<<Ja... cob...>> mormorò.
E precipitò a terra, svenuto.
XX:XX
Un Angelo Custode.
Due Giudici del Signore.
Arsalene, il Leone di Dio, si trovò una pistola tra le mani.
<<Chi va là?>>
Nient'altro che il buio. Ed un rumore di passi.
Un uomo apparve di fronte a lui.
Lo conosceva bene.
<<La maledizione dell'Anticristo non avrà mai fine, Arsalene.>> disse il deceduto Papa. <<Egli è morto inutilmente.>>
Ma l'Angelo non si sarebbe lasciato spaventare da quell'apparizione. Se necessario, avrebbe eliminato ogni emozione negativa solo per ucciderlo.
La pistola scomparve in polvere, rimpiazzata da una Spada. <<Quella storia è finita. Adesso ho Jacob. E su lui non hai alcun potere.>>
<<Hahaha... io di sicuro no... ma se pensavi Abel conoscesse il dolore... oh, il tuo Aiagon soffrirà cose che nemmeno osereste immaginare.>>
Arsalan colse un flebile riflesso del proprio volto nella Spada.
Ma non era il suo.
Quello... era... una Bestia di-
<<Ah.>>
E poi si suicidò.
22 settembre 2020
Arsalan
L'Angelo aprì gli occhi su un letto.
<<Sei sveglio?>> chiese Simona, seduto accanto a lui <<Non muoverti, potrebbe fare ancora male.>>
<<C... che sta succedendo? Cosa fai qui?>> chiese. Stava sudando più di quanto un Angelo avrebbe dovuto.
<<Hai dormito per un giorno. Oggi posso lavorare. Così, quando Risa mi ha chiamato riguardo il rapimento di Jacob, sono volata subito qui.>>
<<Il... rapimento...?>>
La porta si spalancò. Era Raguel.
<<Yo, Arsalan. Quando te la senti, scendi giù, che abbiamo molto da discutere.>>
22 settembre 2020
Risa
La Giudice e il suo Angelo sedevano ai lati opposti del tavolo. Non osavano alzare lo sguardo.
Risa Dascira era stata inviata dal Papa in persona per assicurarsi che Jacob Aiagon non mandasse il lavoro di Giudice all'aria. Poi era tornata, per investigare i suoi bizzarri poteri... distruzione di Ousia... e ora un Ipersigillo...
In entrambi i casi, aveva fallito.
Quella donna... quel Demone... era apparsa dal nulla. Aveva scaraventato via Arsalan. Loro due avevano provato a fermarla, ma...
...era forte. Sembrava che anche se non avesse schivato i Chiodi... non si sarebbe fatta niente.
E così aveva preso Jacob.
Un intero Giudice, perso ad un Demone a caso.
<<Risa.>> chiamò una voce maschile, l'unica in quella casa.
Arsalan si era rimesso. <<Dov'è. Jacob?>> chiese.
<<Non lo sappiamo.>> rispose Zedel al posto suo. <<Quella donna l'ha portato via.>>
<<La Chiesa Cattolica non riesce a trovare un solo Demone? In un giorno?>>
<<...non l'abbiamo ancora riferito.>>
L'Angelo quasi spezzò in due il tavolo. <<Cosa?>>
<<Arsalan, io...>>
Risa si alzò di scatto e prese Arsalan per il collo. <<Se dirò al Vaticano di aver perso un Demone, se scopriranno quanto sia forte, o che ha rapito un Giudice, daranno la colpa alla disabilità di Zedel. Stanno solo cercando una scusa per rimandarla in Paradiso e farmi avere un Angelo "migliore".>>
Lui non disse nulla. L'italiana si aspettava ribattesse che non gli importava. Ma non lo fece.
<<Per favore. Dammi... dieci giorni. Se non l'avremo trovato nel frattempo, chiederò l'aiuto della Chiesa.>>
<<...spero per te non abbia intenzione di ucciderlo.>>
Simona apparve all'improvviso per separarli. <<Ecco, a questo proposito. Che intenzioni avrà?>>
<<L'Angelo qui può stare tranquillo, se avesse voluto ucciderlo l'avrebbe potuto fare sul posto.>> rispose Risa <<Forse un ricatto. Forse... i suoi poteri.>>
<<...poteri?>>
<<C'è qualcosa di strano in Jacob Aiagon. In quanto a Giudice è... di qualità media. Ma ha distrutto la Luce divina che forma l'universo, l'Ousia, e ha annullato un Ipersigillo. Non è normale.>>
<<Già. Se sapessi di cosa parlate. Comunque...>> Lanciò una mappa della città sul tavolo. <<Anche se non in questa città, è probabile siano da qualche parte nella direzione in qui ha scaraventato Jacob.>>
<<Un Demone così potente deve avere un enorme culto. Questo può aiutarci.>> aggiunse Risa. <<Voi due potete fare qualche simulazione, vero?>>
I due Angeli annuirono prima di sedersi e chiudere gli occhi.
Quanto a Raguel, non poteva fare nulla del genere. Ma disse di avere un'idea, e corse fuori senza spiegazioni.
Risa e Simona si trovarono da sole, ora.
<<Avete fatto un bel casino.>> disse la seconda. <<Jacob... non si merita questo. Potrebbe distruggerlo.>>
L'altra Giudice lanciò una moneta. Guardò il risultato. Poi la gettò a terra. <<Lo troveremo.>>
22 settembre 2020
Jacob
Aperti gli occhi, il ragazzo pensò di stare ancora sognando, inizialmente. Ma non era così. L'intossicante odore di zolfo doveva essere reale.
Quei tentacoli multicolore e fluorescenti che ricoprivano del tutto il suo corpo nudo, costringendolo seduto in una stanza buia, erano reali.
Li sentiva muoversi. Poco. Che cos'erano? Non era un polipo... né un qualunque altro animale che avesse visto... e il fatto che la puzza fosse più forte che mai...
<<...un Demone.>>
Diavolo Accusatore incarnato. Raro, nella sua esperienza, ma non nuovo.
Tevatort l'aveva fatto... aveva combattuto Arsalan e abbandonato Devadatta. Ma ora il Demone non stava combattendo... era solo... una disgustosa creatura... che lo teneva fermo.
Non gli piaceva stare fermo.
L'apparizione della Spada Sacra illuminò quell'oscurità.
Jacob cercò di muoverla per fare a pezzi quel Demone. Cercò, e fallì. Prima ancora che potesse provarci, un tentacolo uscì fuori da quella massa alla velocità di un treno e scaraventò l'Arma verso un muro.
Fu presa al volo da una mano nascosta.
<<Non puoi cogliere Inlus di sorpresa. Fai qualcosa del genere di nuovo, e ti taglierà una mano, Jacob Aiagon.>> avvisò una voce nel buio.
La donna si fece avanti. Una piccola luce si accese in alto.
Era lei.
L'umana del Diavolo Accusatore.
<<L'ho pronunciato correttamente? Ai-a-gon?>>
<<Prova questo, invece: Ai-a-fotterti.>> Questa era bella. <<Chi sei e cosa vuoi da me?>>
<<Pfft... Ai-a-fotterti. Sei simpatico.>> Si piegò per incontrare meglio il suo sguardo. <<Ti sei meritato entrambe le risposte, Jacob~>>
Il modo in cui diceva quel nome... era...
<<Mi chiamo Elizabeth, per te solo Elizabeth. E il mio Diavolo Accusatore... è Inlus.>>
<<...Inlus.>> guardò i tentacoli su di sé.
<<Quello è lui, sì.>>
<<Non si direbbe impressionante, visto così. Qual è il segreto del vostro potere?>>
<<Segreto? Nulla del genere! Inlus non potrebbe essere un Diavolo Accusatore più normale! Abbiamo fondato un culto ed è finita lì.>>
No, non poteva essere "finita lì". Quella donna... Elizabeth... era troppo potente per essere solo la testa di un culto. In quanto a pura forza fisica, sembrava superare persino An. Una cosa del genere avrebbe richiesto un'intera chiesa. <<Culto? Di che tipo? Dove sono i tuoi?>>
<<Oh, la maggior parte sono qui.>> Si diresse verso un angolo della stanza, e...
...accese lo schermo di un computer.
<<Cosa...?>> Un culto online?
<<Diciamo che la definizione di "culto" è abbastanza semplice... ma se più di un milione di persone sono devote a me e credono tutto ciò che dico loro, è praticamente un culto!>>
<<M-milione?>>
Ripensò a Devadatta e il suo culto di... centootto membri.
<<Un milione e quarantamilatrecentoventuno, per la precisione.>> Elizabeth spense il computer e tornò a parlare direttamente con Jacob. <<Sono certa tu conosca cosa sia un forum, ma non ti aspettassi un uso simile.>>
Era vero. Ovviamente, l'avrebbe negato. <<Nulla di che. Ho affrontato Diavoli Accusatori peggiori di un polpo.>>
...la donna esplose in un'enorme risata vanitosa. Echeggiò nell'edificio abbastanza a lungo per assicurarsi che Jacob non la scordasse mai.
<<Avevi un'altra domanda, se non sbaglio? Cosa voglio da te? Questa è persino più semplice.>>
Facendosi avanti, Elizabeth gli sussurrò nell'orecchio: <<Ti distruggerò mentalmente e ti renderò il mio schiavo.>>
<<A-ah. E con quale metodo? Sono certo conosca tutti i modi per distruggere un uomo...>>
<<Oh, è molto semplice.>> disse, prendendogli la faccia tra le mani. <<Ti lascerò qui. Da solo. Per giorni. Settimane. Mesi. Anni, se necessario. Stimolato da Inlus ogni secondo. Giusto quel che basta per ricordarti che sei vivo, ma solo. E una volta che ti sarai convinto di essere l'unico uomo rimasto in un universo morto, non avrai altra scelta se non rivolgerti a me... l'unica che ti ama davvero.>>
<<L'unica che mi...>> Distolse lo sguardo. <<Pensi di riuscire a farmi credere qualcosa del genere?>>
Senza rispondere, e senza indugiare, Elizabeth forzò un bacio dalle labbra del Giudice.
Jacob... fu colto tanto di sorpresa da nemmeno sapere come avesse reagito. La sua mente si azzerò per diversi secondi. Poi la donna lo lasciò andare, e solo allora il Giudice ebbe una reazione.
Disgusto.
<<Se questa è la tua tattica... sei un'ingenua.>> fu tutto ciò che riuscì a dire.
<<Hehe.>> Elizabeth si allontanò nel buio. <<Ci vediamo tra una settimana, mio amore.>>
La luce si spense, rendendola invisible, ma l'udito funzionava ancora alla perfezione.
Una porta metallica. Aperta. Chiusa.
E poi silenzio.
Silenzio e freddo.
Anche se il suo intero corpo stava venendo abbracciato, Jacob sentiva freddo.