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Amen IV

2 settembre 2020

Un appartamento rosso cremisi decorato da cadaveri, mutilati e sfigurati oltre ogni riconoscimento, torturati, messi da parte dopo la morte. 

E al centro di tutto ciò, una bambina. 

<<Quella lama... è sporca di sangue.>>

Jacob non distolse lo sguardo da lei. Anzi, indietreggiò. Ma solo di un passo. Doveva essere... coraggioso. 

<<Il sangue di...>> la bambina piegò leggermente la testa, in un gesto normalmente carino <<Quattro Demoni. Vedo che ne hai ucciso solo uno... ma hai combattuto quattro Demoni.>>

<<E-esatto.>> Non sapeva dove vedesse ciò. <<Vuoi essere il quinto?>>

<<...so di non avere più scampo. Ho ucciso chiunque decidesse di ficcare il naso... ma se affrontassi te, perderei.>> Guardò i corpi sparsi in giro. 

Ah... era chiaro, che in una battaglia, il Diavolo Accusatore sarebbe stato sconfitto... dunque, stava aspettando che lo uccidesse...? 

...eppure...

...il Giudice non poteva calare la Spada su quella bambina...

<<Hai un'occasione per salvarti, Demone.>> disse, cercando di mostrare sicurezza <<Lascia questo corpo. E io lascerò andare te.>>

<<Non posso. Mi sono fuso con la sua anima.>>

Questo... non era possibile...

<<La fusione... avviene solo quando l'umano accetta il Demone. Vuoi farmi credere che questa bambina abbia accettato tutto questo?>>

Il Diavolo Accusatore annuì. <<Ha dato il consenso. Oh, forse vuoi sentirlo da parte sua?>>

Gli occhi accesi della ragazza lentamente mutarono in un colore più scuro. 

Poi ne uscirono delle lacrime. 

La bambina corse via, verso la cucina. 

<<Aspetta! Non voglio farti male!>> Per dimostrare la sua buona fiducia, Jacob gettò la Spada Sacra, e la inseguì. 

Attraversò la porta della cucina, e...

"--?"

...un lievissimo rumore proveniente dalla sua destra. 

Nascosta dietro la porta, invisibile prima che qualcuno entrasse. La piccola era lì con un enorme coltello in mano. 

Con il quale stava per tagliare il piede del Giudice. 

Se lui non l'avesse disarmata con la sua Arma, ci sarebbe riuscita. 

<<Allora, Demone, a che gioco stiamo->>

...ma non era stato il Demone. 

Gli occhi della bambina erano rimasti scuri tutto il tempo. 

Il colpirlo con quel coltello... lo stava facendo di propria spontanea volontà. 

Così come... prendere un paio di forbici e cercare di accecare Jacob con esse. Un altro attacco non riuscito. 

Solo allora, il Diavolo Accusatore ne riprese il controllo. 

<<Vedi, Giudice? Dovreste ringraziarmi... tutti voi. In questo momento sto salvando l'umanità.>>

<<Piccolo bastardo...!>> Prese il piccolo corpo dal collo e lo sbatté sul muro <<Parla chiaro! Cos'hai fatto a questa bambina?!>>

<<Il suo nome è Diana Abel. Ti dice qualcosa?>>

<<Abel...? Dove l'ho già sentito...?>> No, sentito non era il termine giusto. L'aveva... letto. 

<<Forse da qualcuno del Vaticano. Questa bambina non è altro che l'obiettivo finale di ogni Giudice, la minaccia più grande che potreste affrontare!>>

<<Non ho tempo per le tue cazzate!>>

<<Questo è l'Anticristo.>>

La mano del Giudice si aprì. Il Demone cadde a terra, atterrando in piedi come se non fosse niente. 

<<Già.>> continuò <<Diana serviva da incubatore. Un giorno avrebbe commesso un triplice peccato senza ragione... pensiero, parola, e opera. Questo peccato avrebbe attivato la trasformazione nell'Anticristo e causato l'Apocalisse. Questo peccato fu uccidere i suoi genitori e fratelli.>>

Fu accecato un attimo dall'apparizione della Spada Sacra. Jacob non osava parlare, ma nemmeno rimuovere la lama dalla sua fronte. 

<<E tu ne sei il frutto?>>

<<No, io sono la soluzione. Diana ha cominciato a pensare. Pensare a quanto voleva farli tutti a pezzi. Poi ha cominciato a parlarne. Non con qualche amico... ne ha parlato con me. Avevo eliminato il suo Angelo Custode, avevo capito che lei fosse l'Anticristo. E avevo la soluzione al problema. Soddisfare personalmente i suoi desideri di omicidio.>>

<<Quindi lei... ha accettato di avere l'anima corrotta...>>

<<...con un inganno. Le ho detto che avrei eliminato gli impulsi omicidi. Invece, li ho fatti miei. Ogni volta che qualcuno è venuto qui, e lei ha desiderato di ucciderlo, io ho preso il controllo e l'ho fatto al posto suo. Così non ha ancora commesso "l'opera", non è ancora diventata totalmente l'Anticristo.>>

Il Demone mise le mani intorno alla punta della Spada, ma Jacob la ritrasse. 

<<Un Diavolo Accusatore... che non vuole vedere la fine del mondo.>>

<<Satana manda sempre un Demone come Diavolo Accusatore di ogni singolo umano... ma è possibile precederlo, occupare il posto. Io non sono un Demone. Sono una creatura senza nome che ha deciso di diventare il Diavolo Accusatore dell'Anticristo in attesa di questo giorno. Io sono un Daimon... un Divisore.>>

<<...un Diavolo Accusatore che non viene dall'Inferno, hm. E ora? Finisce tutto qui? Dovrai uccidere persone per l'eternità?>>

<<Pensi sia facile, mantenere l'Anticristo a bada? Prima o poi, io crollerò. Diana ucciderà qualcuno. Anche se non accadesse, uscirebbero tutte le Bestie dell'Inferno per assicurarsi che l'Anticristo nasca. L'unica soluzione è ucciderci.>>

<<...no...>>

<<Giudice del Signore. Questo è il tuo compito.>>

Il Divisore si avvicinò. Jacob saltò all'indietro per allontanarsi. <<No. No! Non farò niente del genere ad una bambina innocente! Non posso farlo!>>

Per un attimo il suo sguardo cadde su uno specchio insanguinato. Vide un uomo senza volto. "Questa è spazzatura, Jacob."

<<Zitto!>> gridò in risposta a quella voce che solo lui poteva sentire <<Non lo farò! Non lo farò! Questa missione è da Dio, io non... io sconfiggo i Demoni...>>

Nel panico al solo vedere quella bambina, evocò la Spada. Apparve nella sua mano sinistra, ma subito la passò alla destra, senza pensarci. 

<<Per favore, Giudice.>> implorò il Diavolo Accusatore <<Non capisci il peso del peccato che crea l'Anticristo...! Diana ha pensato di ucciderti, e ora non si fermerà finché non l'ha fatto!>>

<<Perché me?! Perché devo fare questo?!>>

<<Perché sei un Giudice. Ti ha visto da quel balcone, e il solo aver visto un Uomo Santo ha attivato sentimenti che non puoi immaginare. Il suo desiderio di farti male...>>

<<Chiamerò... sì, chiamerò gli altri Giudici. Risa e Simona. Loro... mi aiuteranno, sapranno cosa fare.>>

<<No! Non farl->>

Ancora una volta, gli occhi accesi si spensero. 

Diana Abel aveva ripreso controllo del proprio corpo...

Era stata quella parola, "Giudice", a permetterlo? Era stata colpa sua? Era stato lui a scatenare l'Anticristo? 

La bambina raccolse il coltello e con passi veloci saltò addosso a Jacob. <<Muori!>> gridò. 

Peccato di parola. 

Doveva solo commettere l'opera. 

E sarebbe giunta l'Apocalisse. 

La lama si conficcò nel pavimento accanto a lui. Jacob rotolò via e schivò un'altra volta. 

Quella bambina... era forte. Come faceva ad essere cosi-

...giusto. Il Diavolo Accusatore... le impediva di diventare l'Anticristo, ma allo stesso tempo... la rendeva potente... come Devadatta, come il Supermaestro, come Padre Thomas, come An...

...ad otto anni. 

Il Giudice la sottovalutò. Era spaventato. Era confuso. Era in un ambiente sconosciuto. Sbatté contro il tavolo. 

Qualunque la causa, commesse un errore, tale che si trovava steso sul pavimento, con l'Anticristo sul torace ed un coltello troppo veloce diretto più volte sulla sua faccia. 

...ed era lontano da Arsalan. Era debole. E l'Angelo non sarebbe venuto in suo aiuto. 

La lama metallica gli procurò un taglio sulla faccia. 

Rabbia. La rabbia che lo alimentava. 

Con un calcio, lanciò la bambina sul soffitto. Se ne pentì subito. 

<<Io... non volevo... non...>>

Ma a lei non interessava. Lanciò il coltello. Colpì Jacob in fronte - con il manico. Lo fece cadere, obbligandolo ad appoggiarsi ad una sedia. 

Diana saltò, con una lama pronta per affondare nella sua schiena. 

E poi la lasciò andare. Il coltello precipitò con un rumore metallico. 

<<...hai visto, Giudice?>> disse il Divisore, faticando per mantenere il controllo <<L'Anticristo è il capolavoro di Satana. Non può essere fermato. Anche se chiamassi altri due Giudici... anche se chiamassi ogni Giudice della storia... non potresti fare nulla se non uccidere Diana Abel.>>

Jacob guardò il coltello sporco di una goccia del suo sangue. Cercò di piegarsi per prenderlo e lanciarlo via. Le sue braccia tremavano troppo. Se il suo respiro fosse stata indicazione, stava per morire. Purtroppo no. <<Hahhh... hahhh... non chiedermi di fare questo... per favore...>>

<<Quando cerco di suicidarmi, lei prende il controllo e me lo impedisce. Nessun altro può farlo. Questo è il compito di un Giudice... sporcarsi le mani per gli umani. Cadere più in basso di chiunque altro per il vostro Dio. Nulla... ah... nulla... più->>

Improvvisamente, gli occhi si spensero di nuovo. Ma Diana non attaccò Jacob. 

Aveva sentito un rumore. 

La porta dell'appartamento si stava aprendo. 

L'Anticristo era nascosta, pronta per uccidere chiunque apparisse. 

<<C'è nessuno?>> domandò una voce femminile.  

Lui sapeva chi fosse. "Questa... no... questa è..."

Raguel fece il primo passo nella cucina. 

Diana alzò il coltello. 

Così aveva ucciso tutti gli altri. Tutte le persone normali. Lì, l'Angelo potente quanto una persona normale. 

<<No->>

Jacob evocò la Spada Sacra. Scattò in avanti come un fulmine. 

Dall'alto, verso il basso. 

Jacob Aiagon trapassò Diana Abel, otto anni, con una Spada Sacra, uccidendola in un solo colpo. 

<<...Dio...>> fu tutto ciò che riuscì a dire, se come imprecazione o per chiamarlo. 

L'Angelo lo guardava senza muoversi. Per la prima volta, non stava sorridendo. 

<<Sì, Jacob, questo è ciò che tutti noi Giudici dobbiamo fare.>>

Gli diede una mano per rialzarsi, e gli coprì la schiena con la sua giacca. 

2 settembre 2020
23:59

Nonostante tutto, faceva freddo quella notte. Il vento soffiava fin troppo forte e le nuvole erano grigie. Come se l'autunno fosse in anticipo. 

Ma Jacob non aveva intenzione di mettersi al riparo. Sedeva sul tetto di una chiesa - non sapeva quale, né gli importava. 

Aveva fatto un salto al rifugio per senzatetto e prima di bussare alla porta aveva cambiato idea. Si era diretto verso l'appartamento di Rhoda per poi pentirsene non appena fosse visibile. 

Errore. 

Pentimento. 

Correzione. 

Questo ciclo non sarebbe mai finito...? Avrebbe davvero vissuto i suoi anni così? 

Pensava fosse finita. 

Uccisore di dei, Giudice del Signore, netturbino, eroe. Si era dato diversi titoli di cui essere fiero. 

E ora li stava gettando nel fango. 

"Diana Abel... non aveva fatto nulla per meritarsi questo..."

-Jacob aveva sbagliato un'altra volta. 

Devadatta era un terrorista sociopatico, il Supermaestro un dittatore vanaglorioso, Padre Thomas uno zelota assetato di sangue, An un assassino con complesso da dio. 

Diana Abel era nata come incubatrice per l'Anticristo. Per essere stata tanto sfortunata, doveva morire. 

La Spada Sacra apparve nelle sue mani. 

Gli era stato detto che la lama fosse sporca nel sangue di Demoni. Lui non riusciva a vederlo... ma per la prima volta, lo percepì. Non con la vista o con il tatto. Ne sentì la presenza... l'essenza di coloro che erano stati suoi nemici. 

Era tutto vero. Il Giudice deve sporcarsi le mani quando nessun altro lo farà. Il Giudice è una macchina da guerra. 

"...come Arsalan."

Arsalan. 

Gli Angeli non erano propriamente umani. Emozioni artificiali, diceva. Erano poco più di armi nella guerra di un Dio contro i Demoni che non poteva arrangiarsi di respingere da solo. 

<<Bastardo.>> mormorò, stringendo i denti. 

Forse uccidere Arsalan sarebbe stata la cosa giusta. Forse sarebbe stata l'unica fuga da quei massacri. 

No... era stato costruito per questo. Non avrebbe mai girato le spalle al suo Creatore. 

"...tu, ti fai chiamare infinitamente buono e pietoso, non è così?"

Guardò la luna. La luna non rispose. 

"Se non posso smettere di essere un Giudice... se io e Arsalan siamo condannati ad essere tuoi servi per sempre... fammi almeno il favore di non lanciarci contro altri innocenti."

...ancora, la luna non rispose. Continuò a risplendere, come se non le importasse di cosa lui avesse da dire-

<<Jacob!>> chiamò qualcuno dal livello terra. 

La riconobbe subito. 

Con un balzo, Simona apparve accanto a lui. 

<<...Raguel non è riuscita a fermarti?>> le chiese. 

<<Figuriamoci. Ma ha mantenuto i suoi propositi, e non mi ha detto cosa sia successo.>> rispose. 

<<Se vuoi saperlo...>>

<<No. Sai che non devi parlare di quello che non vuoi.>>

Troppa enfasi sul "volere". Ormai, poteva più fidarsi della propria volontà? <<...tu hai mai combattuto Demoni, prima?>>

La ragazza si stese accanto a lui senza fare troppo rumore. <<Veri Diavoli Accusatori in carne ed ossa? Quelli non hanno una sola chance contro di me. Purtroppo, quel che voi chiamate Demoni si estende a campi oltre la mia forza fisica.>> E per spiegarsi, si mise una mano sul cuore. 

Per metterla in un modo simile... Simona era... così ingenua. Infantile <<Sì. Tutti dobbiamo affrontare i Demoni dentro, suppongo. Ma non è quello il mio problema.>>

<<Non lo è? Allora perché ti preoccupi? Chiunque fosse il nemico, l'hai sconfitto.>>

<<...è più serio di così.>>

<<Lo so. Perché anche se il Demone è tornato all'Inferno, nessuno sopravvive un incontro del genere senza esserne cambiato. Potresti dire che una sua scheggia è rimasta nel tuo animo, metaforicamente parlando.>>

<<...una scheggia.>> Gli venne subito in mente il modo in cui An era esploso come se fosse vetro. <<Non la si può sconfiggere con un fendente di Spada.>>

<<Ovviamente no.>> Simona si alzò. <<Ma le radiazioni possono sia causare che curare il cancro. Basta scegliere quelle giuste.>>

<<...metaforicamente parlando?>>

<<Un Giudice non può interagire solo con i Demoni che divorano lentamente la sua anima. Ha bisogno di amici. Persone che gli vogliono bene. Che lo supportino. L'amicizia è la cura a tutto ciò per cui non lo sono i pugni.>> Allungò un braccio per aiutarlo a rimettersi in piedi. <<Capisci, ora? Vieni. Gli altri ti stanno aspettando.>>

Per metterla in un modo simile... sembrava... così ingenua. 

Ma... il modo in cui lo diceva... Simona aveva ragione. 

Forse ciò di cui aveva bisogno era lei... e Raguel... e Risa e Zedel... e Arsalan-

<<L'Anticristo non può essere fermato.>>

Le immagini dello scontro gli attraversarono il cervello tutte insieme. 

<<No!>> gridò Jacob, facendosi indietro. 

Tutti loro... erano anche loro servi dello stesso Dio, onnipotente e crudele. L'amicizia non avrebbe cambiato nulla. 

Un giorno si sarebbero tutti sporcati le mani. 

<<Simona... vai via.>> ordinò. 

<<Jacob->>

<<Via.>>

La Giudice non se lo fece ripetere una terza volta. Saltò giù dal tetto, e lasciò il ragazzo ad autocommiserarsi. 

<<...un giorno capirai, Jacob Aiagon.>> disse Simona <<Noi... noi tutti... siamo come gocce d'acqua che cadono dal cielo... da soli, irrilevanti goccioline. Ma insieme...

...insieme, la pioggia può creare e distruggere un mondo.>>