Philia
Il Giudice del Signore, Jacob Aiagon, era da solo. Disarmato. Indifeso. Camminava per strada come una persona normale, portando una busta della spesa.
Ma i suoi sensi erano tesi. Non gli sarebbe sfuggito quel che stava per accadere. Così decise di allontanarsi dal pubblico, in un vicolo appartato.
Allontanò un gatto con una mossa del piede prima di fermarsi.
C'era qualcuno alle sue spalle.
<<Hey. Jacob.>> disse una voce.
<<...hm. Siete amici di quel tipo di ieri, vero?>> rispose senza girarsi <<Quello che stava assalendo una ragazza?>>
<<Quello a cui hai cercato di rompere il braccio, sì.>>
<<Se il braccio è ancora intero è perché non ci ho provato.>>
<<Ah! Ma noi non saremo altrettanto gentili.>>
Quel "noi" era la conferma - erano almeno in due. Tre secondo il riflesso nel suo cellulare. Tre ragazzi più grandi di lui.
Era in chiaro svantaggio.
...questo si diceva per giustificare la sua prossima reazione.
Jacob mise una mano nella busta. <<Mi piacerebbe evitare questo stupido litigio, ma sapete com'è... qualche tempo fa, mi è stato detto di eseguire un compito...>>
Ne uscì una Spada Sacra più grande della busta stessa. <<...e dunque, lasciate che porti fuori la spazzatura!>>
In un istante saltò all'indietro, e piroettando nell'aria, si trovò faccia a faccia con i ragazzi. La punta della Spada toccò terra, facendoli indietreggiare.
<<Cosa->> disse quello più vicino.
<<Occhi in alto!>> gridò il Giudice guardando il proprio pugno avvicinarsi ad un volto nemico.
Il ragazzo lo fermò per un soffio, ma il suo braccio fu comunque spinto all'indietro. Con una spinta in più, cadde sulla strada.
Jacob mise il piede sulla sua caviglia, in un mezzo tentativo di frantumarla, e allo stesso tempo usò l'altra gamba per fermare il secondo ragazzo. Assicurandosi di non fargli danni permanenti, lo sbatté sul muro.
Il terzo ragazzo non aveva avuto l'opportunità di muoversi, tenuto lontano dalla Spada, così Jacob gliene diede una. Lanciò l'Arma verso il cielo e attaccò con una ginocchiata prima che tornasse nelle sue mani.
Finalmente, colpì i due ancora in piedi con l'elsa, e tanto per prenderli in giro, li fece sedere sul pavimento accanto al loro amico.
A quel punto la Spada Sacra scomparve, come se non ci fosse mai stata. L'avrebbe potuta evocare di nuovo, ma secondo il nuovo codice stabilito con Arsalan, l'evocare la Spada due volte indicava un pericolo, mentre solo una non era un problema. E del resto, ormai quei tre avevano imparato la lezione.
<<Beh, scusate per il trattamento, ma mi avete provocato.>> disse, recuperando la busta da terra. <<Non scomodatevi a tornare a farmi visita, secondo le regole io dovrei ignorare chiunque voglia picchiarsi.>>
Cominciò ad allontanarsi verso casa, quando sentì uno dei tre mormorare: <<Allora... perché non hai ignorato noi?>>
<<...heh.>> Il ragazzo sorrise. <<Vuoi sapere il perché?>>
...e lanciò la busta appena ripresa a terra, gridando pieno di frustrazione: <<Perché mi annoio!!>>
2 Settembre 2020
<<Ti annoi, huh?>> domandò Rhoda, seduta su una panchina accanto a lui.
<<Non appaiono Demoni da mesi! Non ho nulla da fare e l'estate sta finendo!>>
<<E non possiamo di certo andare in giro insieme ogni giorno.>> disse lei <<Che mi dici di Alexander- uh, Arsalan?>>
<<Sta bene, ovviamente.>>
<<No, intendo dire, perché non esci con lui? Sembra un tipo con cui non ci si annoia mai.>>
<<La sua idea di divertimento è aiutare al rifugio per senzatetto. O a volte va a ricostruire edifici distrutti, pulire le strade, trovare persone scomparse.>>
<<Quindi... ti lascia da solo?>>
<<Ho insistito affinché non mi stesse addosso in caso di attacchi. Perché lo chiedi?>>
<<Pensavo foste amici più stretti.>>
Jacob non rispose. Non capiva se quella fosse un'altra battuta sulla relazione tra loro, o se parlasse di amicizia seriamente.
Ma, in effetti... la sua amicizia con Arsalan era strana. A volte si chiedeva se sarebbero stati così vicini, rimosse le circostanze in cui si trovavano. A volte si chiedeva... cosa provasse proprio per lui.
E poi se ne pentiva subito. "Hey. Signor Giudice. Che domanda sarebbe quella?"
Sapeva benissimo cosa pensasse di Arsalan. Era solo un Angelo Custode, mandato specificatamente dal cielo per aiutarlo... ma non era quel che era lui, il Giudice del Signore, uccisore di dei.
Se doveva portare fuori la spazzatura regolarmente, non poteva certo permettersi di comportarsi in quel modo, stupido e sentimentale. Arsalan non era suo amico. Arsalan era... il suo assistente. Il suo servo. Il suo scudiero. Niente di più.
I suoi sentimenti andavano rivolti verso coloro che lo meritavano.
<<Amici stretti? Io ed Arsalan? Nah.>> il ragazzo replicò, sorridendo. <<Ci sono altri con cui sono molto, molto più vicino.>>
La sua mano accarezzò la guancia di Rhoda mentre avvicinava le proprie labbra alle sue.
Non ci arrivarono mai. Fu immediatamente spinto all'indietro, e indebolito dalla lontananza da Arsalan, quasi cadde giù dal suo posto.
<<-indietro.>> disse Rhoda, il suo volto ora fattosi del tutto serio.
Lui si rimise a sedere. Quella situazione sarebbe stata incredibilmente imbarazzante per chiunque altro, ma Jacob Aiagon... il Giudice del Signore... si era già da tempo stancato di essere sempre in imbarazzo, e di esitare.
Purtroppo per lui, esitare ha un'utilità che aveva dimenticato, e cioè quella di dare il tempo giusto per pensare. Jacob non pensò. Disse la prima cosa che gli passò il cervello: <<Oh, seriamente?!>>
Capì il suo errore un momento prima che Rhoda si alzasse.
<<Okay, okay.>> cercò di dire <<Mi dispiace, non volevo... fare nessuna delle due cose, mi dispiace.>>
Ma questa scusa disinteressata non la convinse. <<Se è così che diventi quando annoiato, credo aspetterò la fine dell'estate.>> E con questo, fece un gesto della mano, e se ne andò.
"...stupido."
Se non fosse stato così debole in quel momento, avrebbe fiondato la propria testa sullo schienale metallico della panchina.
"Pensavo fossero finiti... i miei tempi a rovinare tutto... a fare errori e a pentirmene..."
Forse... aveva sopravvalutato il proprio status dopo l'uccisione di An. Eppure...
...non si era mai sentito meglio che uscendo da quel mare. Non poteva certo essere stata la scelta sbagliata. Non voleva lo fosse.
<<Jacob?>> chiamò una voce femminile accanto a lui.
Non registrò il suono perfettamente, perso nei propri pensieri, ma comunque si girò di scatto. <<Rhoda?!>>
"...no..."
No, di fronte a sé c'era una donna con la pelle più scura, i capelli castani, e vestita con una canottiera nera. Questo però lo notò solo dopo. Prima, il suo sguardo fu catturato dalla muscolatura... simile a quella di una wrestler olimpica. Simile a quella di Arsalan.
E infine, notò il sorriso sulla sua faccia. <<Jacob Aiagon, Giudice del Signore?>>
...lei... lo conosceva? <<E tu chi->>
Improvvisamente, la donna creò un buco nella panchina con un pugno. Se avesse mirato sul ragazzo, non sarebbe riuscito ad evitarlo.
Jacob arrivò alla conclusione che quella non era una persona normale. Arrivò anche alla conclusione che lo stava attaccando. Questo poteva significare solo una cosa.
Diavolo Accusatore.
Si lanciò il più lontano possibile, ed evocò la Spada Sacra.
<<Ah, dunque è vero... voi altri combattete usando Reliquie!>> Si sistemò la canottiera. Il suo sorriso non si era ristretto nemmeno un po', anzi, si stava allargando. <<Ti chiamerei codardo, ma del resto, senza quello stuzzicadenti non avresti una chance.>>
Hm. Arrogante. <<...va bene. Penso che ti farò del male.>>
Non che fosse nella posizione di minacciare, dato che era, attualmente, poco più forte dell'umano medio.
La donna corse nella sua direzione e tirò un altro pugno, stavolta diretto allo stomaco.
In quel momento, la Spada scomparve.
"...proprio adesso?!"
Il codice con Arsalan era ancora valido. Ogni volta che lui evocava l'Arma, l'Angelo doveva riprendersela per verificare che gli servisse davvero. Solo che non aveva il tempo di evocarla di nuovo prima di essere colpito.
Saltò per schivare lateralmente, e fu preso sulla spalla. Precipitò a terra.
<<Bas... tar... da...>> riuscì a dire.
Ma la ragazza era distratta. Stava gridando a due passanti: <<Che avete da guardare? È tra me e lui! Via!>>
"Un Demone che allontana gli innocenti invece di farli a pezzi... è nuovo." ragionò il Giudice "Spada."
L'Arma Sacra tornò tra le sue mani. In un tentativo disperato, la lanciò verso l'avversaria.
Lei la respinse con un piede, come se fosse un pallone da calcio. <<Non provarci nemmeno!>>
Jacob riuscì a rialzarsi, in qualche modo. <<Che cosa vuoi... esattamente?>> domandò. Anche se la spalla faceva ancora male, stava guarendo sempre più in fretta. Poi cominciò a sentire un suono familiare in lontananza. Doveva solo distrarla. <<Come si chiama il tuo Demone?>>
<<Demone? Haha!>> rise la donna. <<Non conosco nessun Demone, però se vuoi posso presentarti- huh. Lo senti anche tu?>>
<<Sentire cosa?>>
<<Questo...>>
La donna si girò di centoottanta gradi in un attimo. Tese il braccio in avanti.
In quel momento, il pugno di Arsalan, giunto lì alle sue classiche velocità sovrumani, raggiunse il suo corpo.
Ma non la ferì come previsto. Fu bloccato dalla sua mano.
E si sentì un'esplosione.
Il muro del suono.
<<Gli Angeli Custodi in questa città sono decisamente impressionanti.>> disse lei.
<<Questa forza... per una Bestia di Satana...>> disse lui.
<<Ancora? Finitela, io non sono né un Demone né una Bestia, sono->>
Arsalan non ascoltò. Mirò al suo stomaco con la Spada Sacra. Lei la bloccò tra le ginocchia, facendo un salto, e togliendogliela dalle mani. <<Ora vediamo, come si usa questo coso...>>
Ancora una volta, Jacob la evocò per sé, e cercò di colpirla alle spalle. Riuscì a formare un taglio sulla canottiera, ma la pelle sembrò rimanere intatta. <<Ahi!>> gridò la donna, allontanandosi via dalla strada.
<<...forte e veloce come un Angelo, huh.>> disse Arsalan. <<Tu... non sei un Demone, vero?>>
<<È quello che sto cercando di dirvi da mezz'ora!>> rispose <<Io sono- va bene, ora cos'è questo suono?>>
Un nuovo, seppur comunque familiare, fischio. Un piccolo oggetto, simile ad un proiettile, volò nella sua direzione tanto veloce da essere quasi invisibile.
La donna alzò la mano un'altra volta, e lo catturò tra due dita. <<Questo è... un chiodo.>>
<<Un chiodo?!>> ripeté Jacob <<Stai dicendo che->>
<<Oh, no.>> si lamentò Arsalan, guardando alla loro sinistra.
Lì, camminando lentamente, si trovavano Risa Dascira e l'Angelo Zedel. <<Jacob Aiagon... Arsalene... piacere di reincontrarvi. Avete bisogno d'aiuto?>>
<<Aspetta! Time out!>> urlò la ragazza facendo i segni appropriati <<Un altro Giudice ed un altro Angelo? Questo non l'avevo previsto!>>
<<Oh? Cosa c'è, Demone? Hai paura di affrontare più avversari di quanto cred- hey, sta sorridendo o sbaglio?>>
Sì, in effetti la ragazza non aveva ancora smesso di sorridere, e ora i suoi occhi sembravano risplendere. <<Ma è fantastico! Ora siamo in sei! Ed è pure un'altra ragazza, ora siamo in quattro contro due, evvai!>> esultò. Per mostrare l'eccitazione, saltò nell'aria.
Tutti i presenti rimasero estremamente confusi. <<-eh?>>
<<Hai detto... "siamo in sei"?>> chiese Arsalan, cominciando a capire.
<<Questo è impossibile.>> disse Risa.
<<Giusto! Non ci credereste! Raguel, ti dispiacerebbe venire qui?>>
<<Raguel?!>>
Da una panchina a qualche metro dal loro, si alzò un'altra donna che fino a quel momento aveva dormito con un cappello sopra la testa. Nonostante il caldo, indossava vestiti pesanti, inclusa una sciarpa.
<<Ah, avete già finito?>> sbadigliò. Si tolse il cappello mentre camminava verso di loro, rivelando i suoi capelli... di un colore blu scuro. <<Come va, gente? Io sono Raguel, Angelo Custode di questa qui.>>
<<Questa qui>> ripeté l'altra <<cioè io, si chiama Simona. Ed è, cioè sono, una Giudice del Signore, proprio come voi!>>
Risa si avvicinò. <<Simona... tu per caso sei di discendenza ebrea...?>>
<<Come no! La storia delle migrazioni della mia famiglia inizia duec->>
<<Per favore, saltiamo le tergiversie.>> li interruppe Raguel <<Come sappiamo tutti, i Giudici di discendenza ebrea non hanno bisogno di Armi Sacre. Per questo la nostra Simona qua può farvi tutti a pezzi solo con i suoi pugni, Angeli inclusi.>> Diede una pacca sulle spalle alla ragazza <<Quanto a me, non sono più forte di una persona qualunque. Altre domande?>>
<<Sì. Ma ve le faremo dopo.>> disse Risa <<Qui siamo ancora in pubblico. Jacob...>>
<<La nostra cara vecchia casa in campagna è sempre aperta!>> rispose.
<<Ovvio. E spero non si riempia troppo, di questo passo...>>
Così, pochi minuti dopo, si sedettero tutti al tavolo di legno, in quella casa di cui sapevano poco, per parlare con la nuova Giudice. Beh, in realtà c'erano solo abbastanza sedie per due persone, quindi Jacob fu costretto a rimanere in piedi con gli Angeli.
Risa invece non smise di fissare la nuova arrivata negli occhi per un secondo. <<Allora, Simona... Simona come?>>
<<Paldim. Si scrive P-A-L->>
<<Posso intuirlo. Simona, Raguel... potrei sapere esattamente che ci fate qui?>>
<<Hm? Ci avete portati voi, no?>>
<<Non intendo nella casa. Intendo in città. Perché avete attaccato Jacob?>>
<<Oh, quello.>> Scrollò le spalle. <<Per divertimento. Poco dopo l'essere diventata un Giudice, ho sentito degli avvenimenti accaduti qui in giro, e trovare Jacob non è stato difficile.>>
<<Davvero?>> domandò lui. Voleva sperare di essere un po' più bravo a tenere i segreti.
<<Basta parlare un po' con la gente che hai picchiato.>>
<<Ha picchiato gente?>> chiese Risa.
Il ragazzo si girò. <<Forse.>>
<<Con la Spada?>>
<<Sì.>>
<<Geniale. Comunque, Simona... come mai sei diventata un Giudice? Jacob ha trovato per caso una Spada, io ho ricevuto questi Chiodi dal Papa... e tu?>>
<<Mi sono trovata in una situazione... pericolosa.>> rispose <<Improvvisamente ho sentito la voce di Raguel, e boom, Giudice.>>
<<Suppongo sarebbe indiscreto fare domande sulla situazione...>>
<<Già.>>
<<...quindi, Raguel, dimmi tu una cosa: tu sei l'Arcangelo Raguel?>>
La creatura divina dai capelli blu rise. <<Heh. Ti piacerebbe saperlo, vero? Purtroppo, non ci è permesso rivelare questi dettagli a nessuno. Forse sono lei, forse ho solo lo stesso nome. Ci sono milioni di Raguel lassù.>>
Jacob alzò la mano. <<Se fosse davvero l'Arcangelo... sarebbe un maschio come è descritto nei testi, no?>>
<<Sesso e genere sono irrilevanti per noi Angeli, non importa come ci descrivano gli autori.>> gli spiegò Arsalan <<Fatta eccezione per alcuni dettagli, il nostro corpo è modellato, ad ogni incarnazione, su quello del nostro Giudice. Anch'io avrei un corpo "femminile" se fossi l'Angelo Custode di Risa, per esempio.>>
<<...huh.>> Il ragazzo cercò di ignorare le implicazioni di quel fatto e pensò solo ad Arsalan con un "corpo femminile".
<<L'interrogatorio è finito, dunque?>> disse Simona.
<<Sì, suppongo. Se dici la verità, nessuno di noi ha nulla a che fare con te. Sei libera di andare.>> Risa si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta.
<<Aspetta! Che stai facendo?>>
<<Me ne vado anch'io. A Roma. Qui ero solo di passaggio.>>
<<Senza nemmeno salutare, wow.>>
<<Nessuno qui è mio amico.>>
<<...cosa? Tu e lui non siete amici?>>
Jacob e Risa risposero allo stesso momento: <<No.>>
Questo sembrò esasperare Simona. <<Ma siete seri?! Dovreste essere amici! Siete forse gli unici Giudici al mondo, dovrebbe esserci così tanta solidarietà tra voi...!>>
Risa sembrava stare per perdere la pazienza. <<Essere Giudici è poco più di un lavoro. Jacob, Arsalan e Zedel sono solo colleghi.>>
<<Colleghi! Il tuo Angelo è un collega? Ma hai idea di cosa sia un Angelo Custode?>> Cercò di far abbracciare Risa e Zedel, senza successo. <<L'Angelo Custode è colui-sbarra-lei che sta con te per tutta la vita! È il tuo legame al Signore in persona! Se non sei amica del tuo Angelo, non sei amica di nessuno!>>
<<Che cosa... ti interessa... di quanti amici... ho io?>>
<<Sai com'è, l'amicizia è ciò che fa girare il mondo! L'umano è un animale sociale, eccetera eccetera.>>
Nel frattempo, Jacob e Arsalan osservavano questa sottospecie di litigio. Nessuno dei due sapeva cosa pensare di Simona, né di ciò che stava accadendo. Semplicemente... osservavano senza dire una parola.
<<Ho un'idea! Visto che chiaramente nessuno di voi ha una vita sociale decente, che ne dite di una serata tutti insieme per avvicinarci di più?>>
<<Terribile.>> disse Risa.
<<Ma sarà divertente!>>
<<Io sono un Giudice con il compito di uccidere Demoni.>>
<<Hmmm. Già, lo sei. Hey, Zedel.>> si girò verso l'Angelo dai capelli verdi <<Tu vuoi venire?>>
<<Con piacere.>> rispose.
Risa reagì... incrinando le sopracciglia. <<Zedel... perché, esattamente?>>
<<In parte per tenerli d'occhio, in parte perché non vedo aspetti negativi a conoscere meglio i nostri alleati, seppur temporanei.>>
<<Sì, quel che ha detto lei! Ora...>> disse Simona <<In quanto Giudice del Signore, non dovresti mai allontanarti troppo dal tuo Angelo Custode, per non indebolirti troppo, giusto?>>
Lei non rispose per mezzo minuto. Poi si arrense: <<Va bene.>>
Simona batté le mani in esultanza. <<Evvai! Raguel, tu ci sarai?>>
<<Contaci.>>
<<Arsalan?>>
<<Non mancherò.>>
<<Jacob?>>
<<...io?>>
Il ragazzo si era dimenticato che l'avrebbe chiesto anche a lui.
Ci pensò su un attimo. Sarebbe andato in giro con Arsalan... Risa... Zedel... e queste due sconosciute. Lui, l'uccisore di de- "Oh, basta con questa arroganza, per favore. Ti ha distrutto meno di un'ora fa." si obbligò a pensare "Il minimo che puoi fare è accettare, in segno di rispetto."
<<...va bene, ci sarò.>>
<<Haha!>> rise Simona <<Okay, possiamo vederci a, hmmm... c'è una fiera in questi giorni, o sbaglio?>>
<<Sì, hanno montato delle giostre temporanee ed è pieno di bancarelle.>>
<<Perfetto! Vediamoci stasera alle nove e mezza lì! Raguel, andiamo a casa, voglio prepararmi sin da ora! A dopo!>>
Con questo, corse fuori dalla casa insieme al suo Angelo.
<<Huh.>> disse Arsalan <<È davvero appena successo?>>
Risa sospirò con un pizzico di rabbia. <<Sì. Accidenti a tutti voi.>>