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Amen III

17 giugno
7:04

Il Giudice si riportò a riva, dove Arsalan, Zedel, e Risa vennero subito ad incontrarlo. 

<<Jacob?! Stai bene?>> chiese il suo Angelo. Sembrava genuinamente preoccupato, anche se il nemico era stato sconfitto. 

<<Bene...?>> rispose. 

Conficcò la Spada Sacra nel terreno con violenza. 

Poi sorrise. <<...ho ucciso un dio. Non sono mai stato meglio, Arsalan.>>

Per la prima volta da chissà quanto tempo, il ragazzo si sentì fiero di sé stesso. 

Aveva fatto quello che due Angeli e un Cavaliere non erano riusciti a fare. Quello che nessuno era mai riuscito a fare. 

Era il più grande Giudice della storia. 

Tuttavia, come al solito, Risa aveva qualcosa da ridire. <<...suppongo sia possibile che ti sia svegliato prima del tempo, in qualche strano modo, ma come hai fatto a sopravvivere gli attacchi di Ousia?>>

Lui non lo sapeva. Né gli importava. <<Boh. Li ho solo tagliati, suppongo.>>

<<Tagliati.>>

Tagliare Ousia... non sarebbe dovuto essere possibile. La luce divina che sosteneva l'universo e che componeva i corpi degli esseri celesti. Nessuno se non un dio poteva usarla, e nessuno se non un Nefilim poteva manipolarla. 

Queste, almeno, erano le opzioni conosciute dalla Chiesa. 

"Jacob Aiagon... tu... non sei un umano normale, vero?"

18 giugno

Dopo aver aspettato per un'ora, Arsalan, Risa e Zedel videro il loro elicottero arrivare. 

<<Finalmente.>> disse l'Angelo con i capelli rossi, mentre il velivolo scendeva sull'eliporto. <<Allora... Zedel, starai bene?>>

<<In teoria, la mia perdita di braccia dovrebbe portare alla mia sostituzione.>> rispose. <<In pratica... non si può sconfiggere un Demone capace di controllare Ousia, usando un'Astra, solo per poi andarsene, sai?>>

Risa si fece avanti. <<Il mistero dei poteri di An è ancora da risolvere. Solo quattro persone l'hanno visto in azione, dunque Zedel deve essere tenuta in vita.>>

Il pilota dell'elicottero le incitò a salire. 

<<Be', Arsalan... forse ci reincontreremo, forse no. In ogni caso, non mi è dispiaciuto lavorare con te.>>

<<Sai che continuo a odiare il Vaticano, vero?>>

<<Ovvio. Ma allora, perché sei qui?>>

L'Angelo sospirò. <<Un saluto almeno lo meritate, come ringraziamento. E non potevo certo farlo fare a Jacob...>>

<<Non oserei mai obbligarlo.>> Risa saltò nel velivolo, seguita da Zedel. <<Ci vediamo, Angelo del Signore.>>

Con questo, volarono via, verso Roma. 

<<Allora, Risa... cosa abbiamo intenzione di fare?>> chiese Zedel. 

Lei fece, come al solito, un lancio. Con venti centesimi, a rimpiazzare la moneta persa. <<Ci armiamo, ci informiamo, e torniamo qui. Ma di nuovo sotto copertura. Gli avvenimenti in questa città... devono essere investigati.>>

19 giugno

<<Sai, sono contento che Jacob abbia vinto, alla fine.>> disse l'uomo senza volto. <<Ma c'è qualcosa che proprio non mi quadra.>>

Stava attraversando il vuoto, alla ricerca di... qualcuno. Nemmeno lui sapeva esattamente chi. 

<<Ci sono due modi con cui Jacob combatte. Con entrambe le mani, perché deve difendersi dagli avversari più forti di lui, o con solo una, perché soffre l'influenza di Arsalan. Anche combattendo e uccidendo An, ha usato solo una mano.>>

Aspettava una risposta, eppure nessuna ne riceveva. 

<<...ma ha usato la sinistra. E lui non è mancino. Non ha mai impugnato l'Arma in quel modo. Non ha senso che l'abbia fatto, a meno che... non sia stato influenzato inconsciamente da qualcun altro.>>

Un rumore di denti che battevano uno contro l'altro. Molti denti. Ma niente di più. 

<<Se non fossimo nella sua anima, in questo momento, ti avrei già trovato e distrutto con un raggio, come ho fatto a quel vecchio. Vuoi ostinarti a nasconderti? Per me va bene.>>

L'uomo schioccò le dita, e cominciò a scomparire. 

<<Chiunque tu sia, entità misteriosa... ti caccerò dall'anima di Jacob. Starò in allerta. Quando ti vedrò cominciare a sovrascrivere quel ragazzo un'altra volta... stai certo, che non mi sfuggirai.>>

Emesse una piccola luce, prima di lasciare quel luogo incorporeo. 

E di permettere all'entità di venire allo scoperto. <<Hah... pensi questa sia... una caccia? Un gioco di gatto e topo? Ti sbagli, umano... questi sono Serpenti e Scale...>>

Si mise una mano tra i capelli rossi. 

<<...devo solo capire quale dei due tu sia.>>

20 giugno

<<Sì, lo so che ti ho seppellito l'altro giorno.>> disse Jacob. <<No, non ho intenzione di venire qui ogni giorno. È solo che ieri il negozio era chiuso.>>

Il Giudice posò un piccolo vaso con qualche fiore colorato vicino alla lapide di Nathan. 

<<...ridicolo. Guarda questa tomba... questo posto... guarda come mi comporto.>> Il ragazzo si inginocchiò. <<Io sono Jacob Aiagon. L'uccisore di dei. Non dovrei...>>

<<L'unica cosa che non dovresti fare è vergognarti del portare rispetto al tuo gatto.>> lo interruppe Arsalan. 

Non rispose. Invece, cominciò ad incamminarsi verso l'uscita del cimitero. 

--quante tombe erano presenti lì. 

Quanti volti sconosciuti, con un'intera vita dietro. 

Una raccolta di gocce d'acqua ormai cadute. 

Ma ora non stava più a Jacob pensare a loro. 

Perché lui aveva smesso di essere un normale umano... un normale mortale. No, era un uccisore di divinità e Giudice del Signore. 

Non c'era morte che potesse spaventarlo, e se il Mietitore fosse venuto per la sua anima, avrebbe solo fatto fuori anche lui. 

Hah. 

Uccisore di dei. 

Continuava a ripeterselo. 

Era un bel titolo. 

<<...ora chi mai può sfidarci?>> si chiese ad alta voce. 

Arsalan doveva essere concentrato su di lui, perché sentì e capì subito quel che aveva borbottato. <<An era un Diavolo molto potente, ma non pensare che non ne incontreremo altri, o che saranno più facili da battere. Questo è uno sterminio. Dobbiamo solo ucciderli uno dopo l'altro.>>

<<Già, già...>> Quella Trinità dava proprio l'impressione di un boss finale, ma... non era così. Anche se fossero stati tanto fortunati da non incontrare più nessuno capace di controllare Ousia, dovevano proseguire con la loro missione. 

Del resto, non conosceva ancora l'identità dell'uomo senza volto, né avevano scoperto la causa di quell'apparizione nel cielo. Quell'Albero della Vita fatto di-

...luce? 

<<Cavolo!>> gridò Jacob. 

<<Uh, potresti non ripetere le imprecazioni di Risa->>

Il ragazzo si girò di scatto verso l'Angelo. <<Arsalan, l'Albero della Vita in cielo. Era fatto di Ousia, non è così?>>

<<Albero? Intendi-->> Anche Arsalan si paralizzò per un momento. <<Ah. Mi chiedo se quelli del Vaticano l'abbiano capito prima di noi.>>

<<Se hanno un minimo del mio cervello. Ma piuttosto... dimmi che questo significa che è stato An a crearlo.>>

<<...vorrei, ma...>>

<<Arsalan.>>

<<Guarda, non ha senso per An fare una cosa del genere. L'Albero della Vita non si collega in alcun modo al suo rituale o al concetto della Maledetta Trinità. Né quell'esibizionista avrebbe avuto motivo per creare un'installazione tanto grande senza rivendicarla come sua.>>

<<Arsalan. Lo sai che l'alternativa è che c'è un altro Demone capace di controllare l'Ousia, vero?>>

L'Angelo sospirò. <<Uno lo capisco, ma due?! E dobbiamo ancora trovarlo...>>

Trovarlo, sì...

Però Jacob ricordava i suoi sogni. E cominciava ad avere un'idea di chi questo Demone fosse...