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Lux Infinita

-un altro sogno assurdo, huh? 

Per la prima volta nella sua vita, Jacob riconobbe di star dormendo. Anche se come sogno, quello non era poi un granché. Si trovava in mezzo al nulla, di fronte ad un'interminabile autostrada, illuminata...

...dalla luce del sole. 

Ah, quello era lo stesso luogo dell'ultimo incubo. Ma ora mancava la fermata del bus. Significava qualcosa? 

<<Significa che il nostro tema di oggi è un po' diverso.>> disse una voce alle sue spalle. 

Proprio come l'ultima volta... un uomo alto, con un lungo cappotto addosso, e soprattutto, niente volto. Solo carne, piena dove avrebbero dovuto esserci gli occhi, piatta dove ci sarebbe dovuto essere il naso. 

<<Di nuovo tu. Mi manca quel vecchio con abiti da re.>>

<<Penso non sarà disponibile per ancora qualche tempo. Io però sono molto più capace.>> Le sue parole sembravano uscire dalle orecchie, piuttosto che da un'inesistente bocca. 

<<E suppongo che se ti chiedessi chi tu sia, non otterrei risposta.>>

<<No, infatti. Per ora, sono solo un mezzo che ti aiuti a scoprire nuove informazioni.>>

<<Per ora?>>

<<Osserva.>>

Un pezzo di asfalto si innalzò, mutando, come plastilina, in due figure. Un uomo in camicia, ed una donna con un lungo vestito. Due persone quasi complete - le loro teste erano rimpiazzate da un buco di melma nera dove si sarebbe dovuto concludere il collo. 

E ai loro piedi, una bambina. Indossava una tunica bianca e i suoi capelli biondi erano stati organizzati in diverse treccine. Non stava guardando i volti degli adulti. 

"...Risa...?"

<<Ti abbiamo detto di finirla! Non possiamo continuare così!>> gridò la donna. Parlava in Italiano, eppure Jacob riusciva a capirla. 

<<Sei da manicomio. Gli altri bambini sono violenti come te, huh?!>> disse l'uomo colpendola con uno schiaffo in faccia. <<I bambini normali mordono e danno pugni e urlano?! Rispondimi! Rispondimi, Risa!>>

La bambina non scoppiò in lacrime come ci si sarebbe aspettati. Non reagì in alcun modo. Non distolse lo sguardo da terra. 

<<...cosa significa?>> domandò il Giudice. 

<<Continua a guardare.>> rispose la figura senza volto. 

I due genitori di Risa cambiarono forma - ora la stavano tenendo per mano - e si aggiunse qualcuno con un abito scuro. Simile a quello dei Giudici del Vaticano, ma completamente nero. 

<<È posseduta, padre. Ci dev'essere qualcosa che potete fare.>> disse la donna. 

Il marito annuì, aggiungendo: <<Nessun esorcista sembra capace di purificarla! Nostra figlia... è forse persa al Maligno?>>

<<Anche se dovesse essere posseduta da Satana in persona, io la salverò.>> promise la terza persona. <<Ma sapete qual'è il prezzo.>>

<<Che nostra figlia diventi parte dei Cavalieri della Quinta Sfera, sì. Siamo disposti ad accettarlo, purché sia libera da questo Demone.>>

Allora Risa cominciò a sbattere i piedi, infuriata. <<Non c'è nessun Demone! Lasciatemi stare!>> urlò, in una voce degna di una bambina lontana dalla pubertà. 

Il padre la zittì con un colpo nella nuca. 

<<Ah, Risa, non preoccuparti.>> la rassicurò il sacerdote, mettendole una mano sulla spalla. <<Sarai completamente libera di ogni impurità... dentro... e fuori.>>

Lei rispose mordendogli il braccio. 

<<Divertente, se non fosse tragico.>> dissero le due orecchie parlanti accanto a Jacob. <<E la prossima parte è peggio.>>

Ancora, le figure mutarono, ma stavolta anche lo scenario. L'autostrada si trasformò in una stanza chiusa e oscurata. Chiunque fosse presente, era invisibile. 

<<...aspetta.>> lo interruppe il Giudice. <<Non... so se sia giusto vedere... il suo passato, credo questo sia?>>

<<Parla il meno possibile, o lei ci noterà.>>

<<Lei... chi, Risa?>>

<<No! Non dire il suo nom->>

Improvvisamente, dal buio spuntò fuori un coltello. Come se l'oscurità stessa l'avesse lanciato, si andò a piazzare nel petto dell'uomo. 

Non uscì sangue, né egli sembrò soffrirne molto danno, ma cominciò a tremare. O meglio, a vibrare. 

<<...Jacob, uh...>> chiamò, mentre le vibrazioni diventavano più potenti. <<Attento al tuo respiro... o si accorgerà che stai mentendo... e fai attenzione... in ogni momento... all'Anagami->>

Un attimo dopo, esplose in un pilastro di luce bianca, accecando il ragazzo... e svegliandolo. 

Anche se la stanza in cui aprì gli occhi rimaneva buia, era chiaro che in piedi di fronte al letto si trovava una persona. 

Risa era ad un movimento del dito dal lanciare un Chiodo nella fronte di Jacob. 

17 giugno

<<...posso aiutarti?>> domandò lui. 

Lei lo fissò per qualche secondo. <<Fatto qualche sogno, stanotte?>>

<<Sogno...?>>

I ricordi dell'incontro con l'uomo gli tornarono alla mente. Le scene di Risa da bambina. E quell'ultimo avvertimento. 

"Attento al tuo respiro... o si accorgerà che stai mentendo..."

Era davvero possibile che parlasse di Risa? Che dal suo respiro potesse capire se diceva la verità o no? 

Ma lui voleva scoprirlo? 

Assolutamente no, non voleva. Perciò accettò l'aiuto. 

E al meglio della sua abilità, nascose il suo respiro affannato, e il suo battito del cuore accelerato. Non distolse lo sguardo, né mosse alcun muscolo più del necessario. 

<<No, non ho fatto sogni di alcun tipo.>> rispose. 

Ancora, lei lo fissò. 

Quello era il massimo che poteva fare. E del resto, Risa era umana. Poteva essere ingannata. Almeno così sperava. 

Del resto, se era capace di difendersi nei sogni... forse proprio umana non era. 

<<...sei un bugiardo.>> disse infine la donna. 

<<Huh?!>>

<<I sogni avvengono ogni notte. Semplicemente non lo ricordi. Educati.>> Risa posò il Chiodo e si girò. <<In ogni caso, Arsalan e Zedel dovrebbero avere quasi finito. Scendi sotto.>> E con questo se ne andò. 

Jacob tirò un sospiro di sollievo. "Ce l'ho fatta. Grazie, tipo sfacciato."

Bene, ora che aveva ingannato Risa, poteva cominciare a pensare a perché avesse ingannato Risa. 

Sicuro, stava guardando il suo passato, ma erano alleati, e non era andato volontariamente a guardarlo. Se l'avesse avvisata...

...cosa, lei l'avrebbe accoltellato? 

...forse era meglio continuare a mentire. 

Però comunque doveva cercare di capire chi fosse quell'uomo senza volto. Anche se gli aveva dato alcuni consigli utili, rimaneva una figura che nascondeva il proprio nome ed era capace di entrare nella sua mente. Doveva parlarne con qualcuno. 

Arsalan. 

Sì, l'avrebbe detto a lui. 

Tenendo questo in mente, scese le scale. 

Trovò i due Angeli in piedi accanto a Risa. 

<<Spero queste ore di stare seduti per terra siano servite a qualcosa.>> disse il ragazzo. 

<<Abbiamo simulato mentalmente ogni scenario possibile, analizzato ogni possibilità, calcolando quel che An può e non può fare, e cercando di capire quale sarebbe il piano d'azione più conveniente per lui.>> rispose Zedel. <<Secondo la descrizione del rituale in quel libro, è necessario siano preparati quattro obelischi ad una lunga ma precisa distanza, tre a formare un triangolo equilatero, e uno al centro di esso. Quello al centro deve essere piazzato per primo. Lì si incontrerà il culto del Demone, e avverrà un sacrificio, dopodiché l'obelisco invierà energia magica alle altre tre coordinate.>>

Poi Arsalan prese la parola. <<Fortunatamente, l'Apocalisse di Salomone specifica anche che uno dei tre vertici è sempre immerso in un largo corpo d'acqua, come il mare. Meno fortunatamente, noi abbiamo il mare proprio in questa città.>>

<<Tuttavia, questo ci ha permesso di intuire dove sarà piazzato l'obelisco centrale. Specifico "sarà" perché abbiamo già inviato agenti del Vaticano a controllare.>>

<<Time out!>> li interruppe Jacob. <<Avete agenti qui, sempre pronti?!>>

<<Abbiamo agenti in ogni settore del globo. Il resto non mi è permesso rivelartelo. Come stavo dicendo, sappiamo con sicurezza in quale luogo l'obelisco verrà collocato: un banale garage abbandonato nella periferia.>>

<<Che per pura coincidenza, è stato acquistato dall'Anagami Caesar giusto oggi.>> concluse Risa. <<Pensiamo possa essere lui il sacrificio.>>

L'Anagami Caesar, quello che apparentemente si era unito alla chiesa di An. 

E quello che... hm... non c'era qualcos'altro su di lui...? 

<<Quindi... cosa stiamo aspettando per andare a fermarli?>> chiese Jacob. 

<<Che tu ti metta questo.>> La Giudice gli lanciò qualcosa. 

Una medaglia d'oro. Recava l'immagine di un uomo da un lato, e un testo in Latino dall'altro. 

<<Ho vinto un premio o...>>

<<È la Medaglia di San Benedetto. Indossala e ti proteggerà da qualunque tipo di magia demonica An possieda.>>

<<Magia di che tipo? Non credo mi salverà se prova a darmi fuoco o roba del genere...>>

<<Magia del tipo che entra nella tua testa. Andiamo, ora.>>

"...nella mia testa...?"

No, non aveva il tempo di concentrarsi su quell'idea. Stavano per andare a combattere un altro Diavolo Accusatore. Ne avrebbe parlato dopo. 

Così mise la medaglia intorno al collo. A parte il peso maggiore, aveva la stessa sensazione dell'anello di suo nonno, che ormai portava sempre e solo al dito. 

Senza farselo ripetere, entrò nella macchina di Risa. 

<<Dormito bene?>> gli domandò Arsalan. 

<<Come no. Piuttosto, qual'è il nostro piano, una volta arrivati?>>

Zedel lo sentì. <<Ci saranno almeno tre Diavoli Accusatori lì. An, il suo Battista, e un altro di cui non sappiamo nulla. Il garage è un luogo ristretto, quindi dubito dovremo preoccuparci di complicate trappole del Battista, o di un grande culto.>>

<<Avevate anche detto sapesse usare la magia...>>

<<Ad un certo livello. Certamente uno basso. In ogni caso, fate attenzione...>>

L'auto si fermò. 

<<...ci siamo quasi.>>

Il resto del tragitto l'avrebbero fatto a piedi. Con un paio di salti da parte degli Angeli, i quattro salirono sui tetti dei palazzi. Da quel momento in poi non parlarono più. 

Ma Risa lanciò la moneta una volta. 

E poi giunsero sopra il garage. 

Arsalan pose l'orecchio sulla superficie del soffitto. Non sentì alcun suono. Se c'era qualcuno dentro quell'edificio, non si stava muovendo. 

Risa e Zedel invece si comunicarono un piano con il linguaggio dei segni. Persino a Jacob era chiaro cosa volessero fare - aprire un buco nel tetto e allo stesso momento lanciare i Chiodi alla cieca. Con un po' di fortuna, avrebbero ferito uno dei Demoni. 

Così l'Angelo alzò il piede per procedere. 

Con un colpo, un'entrata si formò nel metallo sotto di loro, e due Chiodi si diressero verso il basso. 

Passarono due secondi. 

<<Coraggioso.>> disse una voce. 

Improvvisamente, l'intero soffitto crollò. 

Sia i Giudici che gli Angeli riuscirono a cadere in piedi, ma senza dubbio avevano appena fatto molto, molto rumore. 

E avrebbero preferito evitare di attirare l'attenzione del quartiere. 

"Eh, non si può avere tutto. Almeno siamo nel garage."

Il posto era completamente vuoto, fatta eccezione per un alto obelisco di pietra al centro... ed un trono in fondo. 

Ai suoi piedi della sedia stava il corpo di una persona, svenuta, e vestita con stracci, mentre sulla sedia stessa, si poggiava un uomo dalla pelle praticamente bianca, e lunghi capelli neri. 

<<Benvenuti.>> salutò. 

Risa non perse tempo a rispondere, e subito scagliò tutti i Chiodi a sua disposizione contro di lui. 

L'uomo si spostò a sinistra per evitarli. <<Non farlo di nuovo o lui muore.>> Indicò l'individuo a terra. 

Jacob si aspettava che la Giudice fosse disposta a sacrificare quello sconosciuto, ma la vide mettere da parte le Armi. Forse riteneva fosse troppo presto per ricorrere all'omicidio. 

<<Quello... è l'Anagami Caesar.>> lo riconobbe lei. <<E dal tuo atteggiamento suppongo tu sia An.>>

<<Quello sono io, sì. Spero possiate perdonare la mancanza di rispetto mostrata dal mio Battista... senza un Ego a tenerlo sotto controllo, è troppo istintivo.>>

<<Non ce la siamo presa. Ma lui dov'è ora?>>

<<Lo incontrerete presto. Ha richiesto di potervi cogliere in un'altra trappola, e io non posso dirgli di no.>>

<<Che gentile. E a noi? Se ti chiedessimo di rivelarci tutto ciò che non sappiamo, ci diresti di no?>>

<<Dipende da ciò che chiedete. Sicuramente però non possiamo discutere di fronte a sguardi indiscreti, perciò...>> Usò gli indici e i pollici per formare un rettangolo di fronte ai propri occhi. <<...andiamo in un posto più privato.>>

Un attimo dopo, il garage era scomparso. 

No... tutto era scomparso. Il mondo intero. Ora si trovavano in uno spazio del tutto bianco, dove il cielo era invisibile, e il pavimento uguale al l resto. 

C'erano solo loro, An con il trono, e Caesar. 

<<Che cos'è questo, Demone?!>> chiese Risa. 

<<Un'illusione, forse. O magari una tasca dimensionale, o vi ho assorbiti nella mia mente. Chissà.>> An sorrise in modo maligno. <<Quel che importa è che qui, nessuno disturberà il nostro scontro.>>

Lasciò l'Anagami sul suo trono e con un salto finì alle spalle dei quattro. 

Jacob puntò la Spada nella sua direzione. <<Gentile da parte tua, ma hai dimenticato che nel vuoto non c'è spazio per le tue complicate trappole.>>

<<Oh? Sembri essere confuso. Le trappole erano il trucco del mio Battista. Il mio trucco...>> Alzò una mano. <<È questo.>>

Tutto d'un tratto dalle sue dita uscì un raggio di luce bianca. L'attacco fece una parabola in direzione del Giudice, il quale riuscì ad evitarlo solo per via dell'enorme arco che aveva fatto. Per un soffio. 

E di lì, An sorrise. Sorrise nel vedere le loro facce stupefatte. Zedel rivelò un'espressione spaventata per la prima volta. 

<<Quella...>> disse Arsalan <<Non poteva essere... Ousia...?>>

Risa non sembrò sentire quel nome per la prima volta. <<La luce divina? Come avresti fatto ad ottenerla?>>

<<"Ottenerla"?!>> ripeté An <<Questa è la materia che mantiene l'universo stesso, e che compone i corpi celesti. Io la sto solo usando a scopo distruttivo... e quando dico distruttivo... intendo che cancellerà ogni cosa nel suo cammino. Non si tratta di "ottenere". Si tratta di "manipolare".>>

<<Anche se fosse così... nessuno dovrebbe esserne capace, se non Dio in persona...!>>

E gli occhi del Demone brillarono. <<Be', ecco la tua risposta.>>

Un altro raggio, stavolta mirato a colpire Risa. Anche lei lo evitò. <<Jacob-->> lo chiamò. <<Luce divina. Non. Contrattaccare.>>

Lui comprese facilmente cosa volesse dire. Se nulla di ciò che aveva appena sentito era una bugia, quella era la materia usata per creare l'universo, e disintegrava ciò che toccava. Tutto, a quanto pareva. Comprese le loro Armi Sacre. 

Così, quando An cominciò a sparare luce da ogni fronte, non potevano fare nulla se non schivare. 

Arsalan si porse a proteggere il ragazzo. Sembrava disposto a lanciarsi di fronte ad un attacco di Ousia per salvarlo, anche se le probabilità di funzionare di quel piano erano... zero. 

Il Giudice però si accorse che quando aveva detto di non contrattaccare, Risa stava mentendo. Sì, lei e Zedel stavano lentamente circondando An, avvicinandosi di un passo alla volta tra un raggio e l'altro, mentre il Demone rimaneva sempre fermo nello stesso punto. 

Osservandoli, Jacob lo notò lanciare un raggio così in alto che era diventato impossibile vedere dove fosse la cima, per poi farlo ricadere in un arco in direzione di Zedel. 

E si ricordò. 

Quella luce, l'aveva già vista. 

<<Ah, scusa, pensavo sapessi. Non preoccuparti, tu fai quello che hai sempre fatto... e ti ritroverai ad ucciderLo.>>

Sì, era morto per mano di una colonna di Ousia in quel sogno...

<<L'avvento di un nuovo dio... un profeta che sostiene si possa raggiungere l'onnipotenza grazie solo al proprio ego.>>

Un... nuovo dio...

Quel sogno... quell'uomo...

Quell'uomo... gli aveva dato un avviso. 

<<Attento al tuo respiro... o si accorgerà che stai mentendo... e fai attenzione... in ogni momento... all'Anagami->>

Fai attenzione...

...all'Anagami. 

Il ragazzo si girò di scatto in direzione del trono alle loro spalle. 

L'Anagami Caesar si era alzato. Aveva gli occhi chiusi, e le sue braccia erano come quelle di una marionetta inutilizzata. Ma era sveglio. 

Poi cominciò a fare gesti con le mani. Come se stesse tagliando l'aria. 

<<Risa! Ce n'è un altro!>> gridò Jacob. 

Gli occhi della donna si posarono lì proprio mentre una serie di raggi di luce cominciava ad apparire dal pavimento, e dall'alto, tutti diretti verso un solo bersaglio. 

La sua testa. 

Risa non ebbe il tempo di togliersi di mezzo. 

...ma, Zedel ebbe il tempo di scattare e colpirla. 

E lo fece con abbastanza forza da riuscire a spostare la Giudice via dalla linea di tiro. 

Così per un mezzo secondo, le salvò la vita. 

<<Caesar...?>> balbettò lei, rotolando e rimettendosi in piedi. <<Ma come...?>>

Ora l'Anagami era fermo, apparentemente non intenzionato ad attaccare un'altra volta. 

<<È già impossible che un Diavolo Accusatore possa manipolare l'Ousia... ma due?>>

<<Ah... Risa...>> gemette una voce. 

<<...Zedel?>>

La Giudice corse accanto al suo Angelo. An la lasciò fare, troppo occupato a sorridere. 

Zedel le aveva salvato la vita, sì... ma ci aveva rimesso qualcos'altro. 

La combattente dai capelli verdi era priva di braccia oltre i gomiti. Tagliate di netto. Rimaneva soltanto sangue. 

<<Forse... è giunta la mia ora.>> disse l'Angelo. Che riuscisse a mantenersi cosciente e parlare era quasi un miracolo. 

<<Non è giunto proprio->> Risa prese un profondo respiro. Strappò un lembo della propria veste, e ci fece una rozza fasciatura, disinfettata con acqua santa. <<Di questo discuteremo dopo. Per ora... sconfiggi i Demoni.>>

<<...ricevuto.>>

"Seriamente?! Che trattamento è mai questo?!"

Jacob stesso si sentiva offeso da quell'ordine. Quella donna... okay, quell'Angelo... aveva perso due mani, e ora doveva semplicemente continuare a combattere? 

Più la conosceva, più diminuiva la sua stima per Risa Dascira. 

Ma quello non era il momento di preoccuparsene. Quello era il momento di usare quella rabbia per colpire ripetutamente l'Anagami Caesar. E corse verso il trono per questo motivo. 

Finalmente aveva qualcosa da fare a pezzi, no, qualcosa da fare, un modo per contribuire a quella squadra di cui lui era l'ultima ruota. 

Perché forse non era un Angelo dalla velocità divina, un cavaliere senza emozioni, o una macchina da guerra...

No, era solo un ragazzo con una Spada... e una voglia matta di ammazzare persone con quella Spada. 

La sua Arma Sacra si diresse verso il collo di Caesar. Non sentì nessuno dirgli di fare altrimenti. 

E poi, l'Anagami bloccò la lama. 

Con una mano. 

<<...eh...?>>

Beh, quello era semplicemente ridicolo. 

Nessuno aveva mai parato quella Spada senza una qualche arma. Devadatta sì, l'aveva fatto, con un coltello, e con il potere datogli da un culto di cento persone. 

Come se non bastasse... nessuno aveva mai parato quella Spada per una dozzina di secondi come stava facendo lui. 

E durante quella dozzina di secondi, Jacob si accorse che Caesar stava muovendo le altre dita di nascosto. Capì cosa stesse per accedere giusto un secondo prima che accadesse. 

Il Giudice fu costretto a ritirarsi con un salto per non essere tagliato a fettine dai raggi di luce. Ma non riuscì a togliere la Spada dalla presa del Demone. 

Per un attimo, pensò fosse rimasta disintegrata. Poi notò che Arsalan l'aveva evocata nelle proprie mani. 

...se non l'avesse fatto, avrebbe perso la Reliquia che legava l'Angelo a quel mondo. Per colpa sua. 

"Un disastro... stiamo andando un disastro..."

Troppo spaventato di un altro risultato simile o peggiore, si girò a guardare Risa e Zedel. Nonostante la perdita delle braccia di quest'ultima, stavano ancora cercando di accerchiare An. 

Ora il Demone aveva deciso di concentrare tutti i suoi raggi su loro due. Per divertimento, forse. 

Questo diede ad Arsalan il tempo di avvicinarsi a Jacob. <<L'hai scampata vivo e vegeto, sì?>>

Non rispose. Invece fece un'altra domanda: <<Due Demoni capaci di controllare la luce divina?>>

<<Non chiedermi come sia possibile perché non lo so.>>

<<...Arsalan, ti ho detto di quel sogno che ho fatto l'altra notte? Quello su come sia possibile diventare onnipotenti con la forza del proprio ego...>>

<<...sì, me l'hai detto. E sono certo si riferisse ad An. Ma non vedo come possa aiutarci.>>

<<Mi sono ricordato la frase esatta. "Un profeta che sostiene si possa raggiungere l'onnipotenza grazie solo al proprio ego.">>

<<...un... profeta... grazie al proprio ego...?>>

<<È importante?>>

L'Angelo fissò il vuoto, mani aperte come se stesse ragionando intensamente. <<Importante?! Ora... sì, ora capisco! An, il Battista, l'invisibilità, Caesar, la Maledetta Trinità, l'Ego, l'Id, il Superego, la luce, la chiesa... è tutto... uno.>>

<<Complimenti per la deduzione, kwahahahaha!>> rise una voce. 

Arsalan colpì l'aria alle sue spalle con la Spada. <<Tu!>>

Una figura apparve dal nulla... no, chiaramente era già lì, invisibile, e ora si stava rendendo visibile. 

Esclusa la testa. Quella era coperta da una fiamma blu. Ma la voce era abbastanza per riconoscere quell'essere...

Il Battista. 

<<Stavo aspettando che qualcuno ci arrivasse, ma ci avete decisamente messo troppo! Solo un altro segno della mia superiorità su di voi!>>

<<La tua superiorità. Perché tu... tu e il tuo maestro...>>

<<Ancora?!>> gridò Risa. 

Finalmente An si accorse di cosa stesse accadendo. <<Hah. Pare l'abbiano scoperto. Battista, qui è tutto finito.>>

<<Divertiamoci, allora!>> Il Demone alzò le braccia al cielo. 

Ma la Giudice non era interessata nel vedere cosa avrebbe fatto. <<Oh no. Non abbiamo finito un cavolo.>>

Lanciò i quattro Chiodi nella direzione del Battista. 

Non lo raggiunsero prima che abbassasse le mani. 

E una volta che l'ebbe fatto... il colore del vuoto cambiò da bianco a nero, e tutto scomparve ancora. 

Jacob, improvvisamente, si ritrovò da solo in mezzo al nulla più buio, circondato dal silenzio. 

E da Risa, a quanto pareva. 

<<...che cos'è successo?>> domandò la donna. <<Questo dev'essere un altro trucco.>>

<<Non chiederlo a me.>> Richiamò la Spada, e fu sollevato nel vedere che poteva ancora farlo. 

<<Ci hanno separati dai nostri Angeli. Forse vogliono provare ad ucciderli da soli. O forse...>>

<<È solo un gioco.>>

Una fiamma blu apparve di fronte a loro. Nessun corpo ad accompagnarla. 

Risa evocò i Chiodi, ma fu fermata quando il Battista disse: <<I raggi di Ousia sono pronti a colpire, Risa Dascira. Se rompi le regole del gioco, niente mi fermerà.>>

<<...che tipo di gioco?>>

<<Sono contento che tu voglia collaborare!>> Dal fuoco uscirono tre grandi... scatole? Sembravano scatole, almeno, ma erano fatte apparentemente di Ousia, o qualcosa che ci assomigliava. Ognuna aveva una lettera scritta sopra: A, B, e C. <<Due contengono la sopravvivenza degli umani, una contiene la morte degli Angeli.>>

<<Intendi... noi, e Arsalan e Zedel?>> chiese Jacob. 

<<Ovviamente. Loro hanno altre tre scatole. Due contengono la sopravvivenza degli Angeli, una la morte degli umani. Loro ne sceglieranno una. Voi ne sceglierete una.>>

Ma qualcosa non quadrava a Risa. <<C'è altro, vero?>>

<<Ecco qui le regole! Se voi e gli Angeli scegliete la stessa lettera, avrete lo stesso risultato - sopravvivenza per entrambi, o forse morte per entrambi! Ma se scegliete due lettere diverse con lo stesso risultato... la scelta degli Angeli sarà rovesciata.>>

<<Hm. Siccome ci sono quattro scatole di sopravvivenza... stai dicendo che noi vivremmo, e loro morirebbero.>>

<<Proprio così, Cavaliere! E non è tutto! Se le scelte si contraddicono, per esempio, "sopravvivenza per gli umani" e "morte per gli umani", avrete tutti quanti quello che gli Angeli hanno scelto!>>

<<...mi sono perso.>> disse Jacob. 

<<Capito, Battista. C'è altro?>>

<<Tutto qui! Spero vi divertiate, e che usciate vivi da questo gioco! Kwahahahaha->>

E con questo, la fiamma si spense. 

<<Quindi, uh. Riassunto?>>

La Giudice lo guardò con aria seccata. <<Ecco le nostre possibilità. In quattro casi su nove, sopravviviamo tutti. In due, gli Angeli muoiono. In tre, moriamo tutti. 44%, 22%, 33%.>>

<<Io preferirei evitare che Arsalan e Zedel siano rispediti in Paradiso, quindi idealmente abbiamo solo quei quattro casi su cui sperare.>>

<<Sarebbe un po' un problema, sì.>>

"Un po' un problema."

Incredible quanto poco le importasse. 

<<C'è... una vera soluzione? O è solo fortuna?>>

<<Solo fortuna, temo. Dobbiamo sperare di azzeccare la scatola giusta, e che anche gli Angeli facciano lo stesso. Ogni nostra scelta potrebbe avere risvolti negativi a seconda della loro.>>

<<Allora... a caso?>>

<<Certo che no.>> Risa tirò fuori da una tasca della veste... una moneta. Sempre la solita moneta. 

"Oh no. Non di nuovo quella roba."

<<Testa, scegliamo A o B, croce, scegliamo C. Aspetta... forse dovremmo fare un altro tiro per scegliere i valori. Allora, se testa, diamo A e B a testa e C a croce, croce, diamo C e->>

<<Oh per favore!>> urlò l'altro. <<Vuoi lasciare che un tiro scelga la sorte delle nostre vite?!>>

Lei non esitò un attimo. <<L'ha scelta fin'ora, può farlo di nuovo.>>

...fin'ora? <<...in che senso?>>

La donna fece un lancio, tanto per dimostrare. <<Forse non hai compreso. Ogni singolo piano, ogni attacco e ogni difesa, ogni teoria, ogni singola azione importante che prendo... è affidata a questi cinquanta centesimi.>>

"Ogni...?"

Questa frase... era così assurda, così fuori dal mondo, che il ragazzo sentì di fare un passo indietro. <<S... stai scherzando?>>

<<Pranzo, cena e merenda sono scelte dalla moneta. Se non trovo le parole per scrivere un rapporto al Vaticano, mi affido alla moneta. Il mio equipaggiamento prima di una missione, è deciso da una moneta.>>

No, lei non scherzava mai. Era semplicemente... fuori di testa. Dietro quello sguardo vuoto c'era qualcosa di peggio di un freddo combattente. <<Perché?! Cosa c'è->> "di sbagliato in te" avrebbe voluto dire. Ma si fermò. 

Rispose con la più totale calma. Come se lo stesse aspettando da tempo. <<Jacob Aiagon, sembri credere che il mio metodo di scelta sia strano. Conosci delle alternative?>>

<<Cos- fare decisioni da te?! Sei intelligente, puoi capire da sola se un piano funziona o no!>>

<<Fare decisioni è impossible. Pensavo fosse ovvio.>>

Il ragazzo non aveva che dire. Perciò la lasciò parlare. 

<<Gli Angeli Custodi possono simulare avvenimenti per prevedere cosa accadrà nel futuro. Sai come lo fanno? Lo fanno conoscendo il tuo comportamento e la tua personalità. Capisci cosa significa, no?>> Gli pose un dito sul petto. <<Ogni tua singola scelta è già reale, scritta nel destino visto da Dio. Non ci sono diversi futuri a seconda delle tue decisioni, perché le decisioni che fai sono le uniche che puoi fare. Il "libero arbitrio" è il risultato di una serie di movimenti dei neuroni nel tuo cervello. L'unica cosa che possiamo fare... la massima libertà che l'universo ci concede per influenzare una storia già scritta...>>

Tirò la moneta un'altra volta. <<...è affidarci al caso. Ed il caso ha appena scelto la lettera B.>>

Poi, come se non avesse detto nulla di strano, Risa si diresse verso la scatola centrale. 

"...ecco cosa c'è di sbagliato in lei."

Per quanto il Giudice si fosse sentito depresso, senza speranza, e torturato... non aveva nemmeno mai concepito una concezione del mondo come quella. 

E sperava che non l'avrebbe fatto mai. 

<<...sei sicura di ciò che stai facendo?>> le domandò. 

<<La fiducia nell'uomo è inutile quando l'uomo non può scegliere. L'unico in cui devi credere è Dio.>>

Aprì la scatola. 

<<...Amen.>>

Un'ondata di luce li accecò. 

Quando riaprirono gli occhi, si trovavano di nuovo nella zona bianca, di fronte al trono. Ed accanto agli Angeli. 

Ma sulle loro teste si trovavano due pilastri di Ousia. 

<<I due umani sopravviveranno, a quanto pare.>> disse An, seduto sulla sedia. Alla sua destra stava il Battista, e alla sinistra l'Anagami Caesar. <<Che mi dite dei due Angeli?>>

<<La scelta B includeva una possibilità che gli Angeli morissero, del resto.>> aggiunse il Battista. <<L'avrete azzeccata? Che ne pensi, Risa Dascira?>>

La Giudice fece un altro lancio. <<No.>> rispose. 

<<Kwahahaha! Un'affermazione coraggiosa! Ma è davvero così? Caesar, mostraci la verità!>>

L'Anagami, ancora muovendosi come una marionetta, schioccò le dita. 

Jacob e Arsalan si scambiarono uno sguardo, sperando che non sarebbe stato l'ultimo. 

E solo un momento dopo, i due raggi di luce si dissolsero nel nulla. 

<<Avete fatto la decisione giusta, Angeli e umani! Siete tutti liberi!>>

An sbadigliò. <<Spero ti sia goduto il gioco, Battista. Puoi andare a finire il tuo lavoro, ora.>> Creando un altro rettangolo con le dita, fece scomparire il vuoto. 

Tutti i presenti si trovarono di nuovo nel garage, come se non si fossero mai mossi. Anche l'obelisco era ancora lì. Il Demone con la testa di fiamma però diventò di nuovo invisibile. 

<<Ora, Giudici... avete osservato il mio potere. È chiaro che non avete alcuna speranza di fermarmi. Perciò, vi darò questa opportunità.>> Appoggiò le dita di una mano sulle altre. <<Fuggite. Non fatevi vedere mai più. E vi prometto che quando ascenderò, non vi farò più alcun male. Che ne dite?>>

Risa sospirò. 

Sembrò prendere la moneta per decidere, ma... il tiro l'aveva già fatto. 

Ciò che prese fu un coltello. Corse verso il Diavolo Accusatore. 

An immediatamente si alzò per sparare un raggio, ma più svelta, la Giudice aprì un foglio di carta e lo sventolò di fronte alla sua faccia. 

Il Demone gridò dal dolore e si coprì gli occhi. Il raggio di Ousia mancò tutti i Giudici, colpendo invece il pilastro e spezzandolo in due. 

Quella... era una pagina della Bibbia. 

Il solo leggere una pagina della Bibbia aveva ferito ed accecato quel Demone. 

Ma le palpebre di Caesar erano sempre chiuse, perciò non soffrì lo stesso destino. Cominciò subito a fare gesti per evocare altra luce. 

Per questo Risa, al posto di fermarsi ad attaccare lui o An, fece un salto indietro, chiamò Jacob e gli Angeli, e subito fuggì via nella città con loro. 

Nessuno li inseguì. Si dileguarono attraverso i tetti. 

Presto quel garage era già lontano, e poterono prendere un sospiro di sollievo. 

<<...ancora non riesco a credere che siamo sopravvissuti.>> disse Arsalan, liberando un mucchio di tensione. 

<<La perdita peggiore sono state le mie mani. A proposito...>> Zedel indicò con uno sguardo la macchina. 

Ah. Non poteva più guidare. 

Risa si mise al volante al posto suo. <<Non è finita. Abbiamo guadagnato qualche ora, forse un giorno, danneggiando quell'obelisco. Dovremo trovare un modo per spedire An all'Inferno definitivamente... dopo che ci saremo riposati.>>

<<Grazie.>> Jacob esultò. <<Possiamo andare al mio appartamento, vero? Devo dare da mangiare a Nathan, e poi solo il mio letto è comodo.>>

Lei annuì, e cambiò direzione. 

L'auto si fermò di fronte ad un alto condominio. Dopo l'incidente con l'esplosivo, il Vaticano aveva comprato a Jacob e Arsalan una nuova casa, e il ragazzo non ci si era ancora abituato. Voleva starci per il più tempo possibile così da diventare familiare con il posto. 

E per pura coincidenza, quello era lo stesso condominio dove risiedevano Risa e Zedel. Perché i servizi segreti della Chiesa erano anche disposti a far sfrattare chiunque ci vivesse prima, apparentemente. 

Jacob ci mise un po' a ricordarsi quale fosse la chiave giusta. Fu solo grazie all'aiuto dell'Angelo che ci riuscì. Ed aprì la porta. <<Nathan, sono torna->>

<<Ciao, Jacob Aiagon.>>

-una voce demonica. 

-una fiamma blu. 

-un odore di zolfo. 

-un cadavere. 

Il Battista scomparve nel nulla senza dire altro. Nessuno riuscì a reagire per fermarlo. 

Tutto ciò che Jacob fece fu dire il nome dell'animale accasciato a terra, con una scheggia di vetro passante attraverso la gola. 

<<...Nathan...?>>