Ira furor brevis est
<<Jacob Aiagon.>> ripeté l'agente di polizia.
<<Sì signore?>> chiese il suddetto Jacob Aiagon. Cominciava a stancarsi dello stare seduto lì, in quella piccola stanza, e ciò era chiaro ad entrambi. Quell'interrogatorio era stato una vera noia.
<<Dunque, confermi di non possedere una spada come descritta dai testimoni?>>
<<Confermo, e confermo anche quel che vi ha detto il vostro collega: si trattava solo di una bugia sparsa da certa gente a cui sto antipatico.>> Scrocchiò le dita. <<Ohh, quando li prendo...>>
<<Confermi anche di non essere stato coinvolto nell'incendio alla chiesa in centro, o di essere saltato da un vagone della metropolitana in corsa?>>
<<Pensate che io riuscirei a fare certe cose?>>
L'agente fece il giro del suo corpo poco allenato con gli occhi. <<...decisamente no. E che mi dici dell'esplosione davanti al tuo appartamento?>>
<<Non saprei dirvi se si trattava della stessa gente, ma sicuramente non sono stato io. Avete altre domande da pormi per la quarta volta?>>
Il poliziotto sospirò. <<Suppongo... ah, ti terremo d'occhio, ragazzo.>>
<<Ora sì che mi sento rincuorato!>> sorrise Jacob.
Pochi minuti dopo era uscito dalla stazione di polizia, dove trovò due persone ad aspettarlo, una più del solito. <<Risa. Arsalan. Possiamo andare.>>
L'Angelo si rimise in piedi dal muro su cui era appoggiato. <<Era ora! Il Vaticano ha fatto il proprio lavoro, huh?>>
<<Non avreste dovuto dubitarne.>> disse Risa. Non poteva uscire con la veste da Giudice della Chiesa, quindi ora indossava semplici jeans e una maglietta. <<Falsificare prove e convincere i testimoni di essersi sbagliati è un'operazione standard da noi. Ora sei libero di agire.>>
<<Già... agire... e che dovrei fare, esattamente?>> Del resto, quel Demone che Risa era venuta ad eliminare non si era ancora fatto vivo, e non avevano alcun modo di rintracciarlo.
<<Pensavo di aver finito con il culto di Devadatta, te l'ho detto, sì? Pare mi sbagliassi. Rimane ancora una cellula di cui devo occuparmi.>> Indicò Jacob. <<Che ne pensi di venire a vedere come opera un vero Giudice?>>
Il ragazzo rimase senza parole. Arsalan invece si lamentò: <<E la cosa peggiore è che lo dice senza nemmeno vantarsi...>>
16 giugno
Due Angeli e due Giudici si presentarono davanti ad una porta, nella periferia più estrema della città.
Non indossavano nessun travestimento se non le maschere di Buddha di carnevale, ma Zedel si era tinta i capelli biondi, per non destare sospetti.
Il cielo era buio, e i lampioni rotti, con la luce della luna come unica fonte di luce nella zona.
Davvero un quartiere terribile. Perfetto per un incontro tra estremisti religiosi.
Risa fece roteare una moneta. Toccò la sua mano proprio mentre la porta si apriva.
<<-sì?>> chiese una figura con una maschera uguale alla loro.
<<Siamo qui per ascoltare l'Anagami Helizèo.>> disse Risa.
<<I nostri compagni sono stati decimati. Spero capirete se abbiamo aumentato le misure di sicurezza.>>
<<Ah, vero, il medaglione identificativo.>> La Giudice mise una mano in tasca. <<Dovrei averlo proprio...>>
Jacob si aspettava che stesse mentendo, e che da un momento all'altro avrebbe ordinato a Zedel di stendere quel tipo con un pugno. Si preparò ad evocare la Spada Sacra.
Ma tutto ciò che Risa fece fu mostrare un medaglione alla guardia. Quella annuì, e li lasciò entrare, prima di dar loro indicazioni per l'auditorium.
Mentre attraversavano quei corridoi stretti e sporchi, Jacob sussurrò: <<Dove l'hai preso quello?>>
<<Ringrazia il Vaticano.>> fu la risposta. <<Meno gente devi colpire, meglio è.>> Nel frattempo, lanciò di nuovo la moneta.
Era un'ossessione.
Finalmente arrivarono nella sala più grande, dove un piccolo gruppo di membri del culto, non più di venti, stavano ascoltando il discorso di un uomo sulla quarantina sul palco. L'Anagami Helizèo.
<<...Devadatta ha scelto di abbandonare il ciclo di reincarnazione, e ascendere al proprio legittimo posto nel Nirvana.>> diceva, mentre i quattro si mischiavano tra i cultisti <<Al suo posto, ora sono giunto io, il nuovo Anagami, a proteggervi finché non sarete pronti per annunciare il vostro ritorno!>>
La folla gridò, ma fecero una quantità di rumore patetica, quindi si silenziarono presto.
<<Non è un Diavolo Accusatore, vero?>> domandò Jacob a voce bassa.
Arsalan scosse la testa, e così Risa. Quello era decisamente un umano. Probabilmente nemmeno credeva a ciò che stava dicendo.
Da una parte, era un po' pietoso vedere quello che era prima un potente culto, ridotto in quel modo. Devadatta era convinto delle sue azioni, anche se a convincerlo era stato un Demone, ed era capace di tener testa ad un Angelo. Ora a comandare quella gente c'era un uomo qualunque.
Almeno, Jacob la pensava così. Dubitava che agli altri mancasse quello psicopatico.
<<Dunque.. ora possiamo colpirla, la gente?>>
<<Smettila di fare domande, e no, non possiamo. Sai qual è il mio metodo preferito di esecuzione.>>
<<...esecuz->>
Zedel fece un passo avanti. Poi mosse due dita.
Un Chiodo si avvicinò alla velocità del suono mentre volava in direzione di Helizèo.
Gli forò la gola, e scomparve.
Mentre l'Anagami crollava a terra aspannando, la folla esplose nella paura. Si divise tra quelli che fuggivano dalla stanza, e quelli che correvano in suo soccorso. Jacob corse in suo soccorso, e costrinse Risa a fermarlo.
<<Che stai facendo?!>> chiese lei.
<<Non puoi lasciar morire un uomo che non è nemmeno posseduto!>> rispose.
<<Non morirà, idiota! Gli Angeli non possono uccidere. Qualunque danno Zedel gli abbia provocato non sarà mortale!>>
<<...funziona così?>>
<<Certo che funziona- ugh, usciamo da qui e non fare altre cavolate.>>
Il ragazzo non sapeva cosa significasse quella parola italiana, ma non gli piaceva il suono. Non gli piaceva, in generale, il modo in cui Risa gli parlava. Nonostante ciò, la seguì con reluttanza, mentre ascoltava distrattamente quello che dicevano gli altri alle sue spalle.
<<Come dice, Helizèo? Chi è stato? Quella donna e quel giovane?>> sentì.
Jacob si girò. Risa fece lo stesso. L'Anagami stava indicando loro, e annuendo. Accanto a lui, tre persone tiravano delle pistole a mano fuori dalla veste.
<<Voglio tu sappia che questa è colpa tua.>> disse la donna.
<<Andiamo, ce ne occuperemo in un baleno.>> sbuffò l'altro evocando la sua Arma.
<<Ti ho detto forse di prendere la Spada, imbecille?!>> gridò lei.
Quella era stata la prima emozione che aveva mostrato tutta la giornata. Rabbia.
Anzi, era l'unica emozione... che aveva mostrato... in generale. Jacob l'aveva sempre vista apatica o furiosa, e nient'altro.
<<...dobbiamo combattere, o...>>
Al posto di replicare, Risa tirò violentemente tre Chiodi, con i quali disarmò in un sol colpo tutti i nemici.
Poi urlò: <<Allora, avete intenzione di scappare, o devo mirare ai vostri dannati cuori la prossima volta, mannaggia a voi?!>>
Il suo imprecare (stava imprecando?) in lingue straniere non li convinse a fuggire. Così lo fece di nuovo: <<Ecchecavolo, ve la siete cercata.>>
L'attacco seguente fu fatto con dei coltelli che prese chissà dove. Due li scagliò perché si incastrassero nelle maschere di due cultisti, l'ultimo lo usò per tagliare personalmente la tunica del terzo. Poi sbatté l'uomo per terra, tanto per strafare.
Questo li convinse a fuggire. Ed in fretta.
Nell'auditorium rimasero soltanto Jacob e Risa. La donna stava respirando così forte da far preoccupare il ragazzo.
<<La prossima volta... fai... quello... che... ti dico... dannato decerebrato.>>
I suoi tentativi di mantenere un linguaggio pulito anche mentre infuriata sarebbero stati piuttosto ridicoli se non fossero allo stesso tempo offensivi.
<<Woah, oka->> provò a replicare lui, ma Risa lo zittì: <<Non parlare.>>
E questo, per lui, andava ben oltre l'offesa. Quella donna si comportava in modo, in parole povere, insopportabile.
Smise di iperventilare, poi lanciò una moneta.
Jacob la colpì a mezz'aria con la Spada, per poi prenderla al volo. <<Potresti per piacere->>
Ancora una volta lei lo zittì, ma stavolta con un pugno da Giudice che spedì il ragazzo in volo attraverso l'intera sala, e sul muro del corridoio oltre la porta.
Fece piuttosto male.
<<Che c'è di sbagliato in te?!>> urlò il ragazzo.
Risa apparve di fronte a lui. Teneva in mano un coltello e le pupille dei suoi occhi erano fin troppo ristrette per un essere umano. <<La mia moneta, ORA.>>
Creò una crepa nel pavimento con la lama.
Terrorizzato, lui gliela restituì senza pensarci due volte.
<<...grazie.>> rispose Risa, girandosi.
"...cosa... cos'era quello...?"
No, la domanda originaria era corretta - cosa c'era di sbagliato, in quella donna?
<<Oi, Jacob...>> lo chiamò.
La pelle gli si rizzò, temendo che fosse ancora fuori di testa e lo stesse per colpire un'altra volta.
--ma poi la vide, e il suo volto era tornato normale. Gli occhi avevano le dimensioni originarie che lasciavano trapelare solo disinteresse. Impressionante cambiamento. <<...che stanno facendo Zedel e Arsalan?>> chiese.
I due Giudici uscirono dall'edificio per trovare i rispettivi Angeli occupati a tenere ferma la guardia. Arsalan sembrò sollevato di vederli. <<Finalmente. Perché ci avete messo tanto?>>
<<Colpa mia, ma non importa.>> disse Risa <<Questo tipo qui?>>
<<Pare abbia delle informazioni.>>
<<Sul culto?>>
<<Sul nostro Demone.>>
<<...Zedel. Lascialo parlare.>>
L'Angelo aprì la stretta intorno alla gola dell'uomo, a malapena per permettergli di rispondere: <<Haah... state forse cercando... An e il suo Battista...?>>
"Il suo... Battista...?"
Quel Diavolo si era fatto chiamare così, in effetti. Il Battista, il profeta di "lui".
Quindi a quel lui corrispondeva il nome... An.
<<Vi consiglio di fermarvi.>> continuò la guardia <<Non so chi siate, ma se avete intenzione di distruggere An come avete distrutto Devadatta, avete già fallito.>>
<<Della tua opinione me ne infischio, feccia.>> Risa prese un coltello. <<Dimmi quello che sai.>>
<<Il suo culto è paragonabile ad una nuova Chiesa. Tutto ciò che gli manca... è un dio. Ma questa è una condizione temporanea. Il Battista è venuto ad avvisarci.>>
<<E dove possiamo trovare questa Chiesa?>>
<<Non lo so. Non l'ho seguito. Solo il precedente Anagami l'ha fatto, e non l'abbiamo mai più visto.>>
<<Hm. L'Anagami Caesar?>>
<<...sei ben informata. Ma non importa. Se decidete di sfidare An - no, se decidete di sfidare anche solo il suo Battista, niente vi salverà.>>
<<La tua opinione rimane poco rilevante. Grazie comunque.>> Gli tagliò la maschera in due, poi lasciò che Zedel lo liberasse. <<Penso che dovresti preoccuparti di più di allontanarti da questo culto per sempre, perché ogni cellula sarà cancellata da questa città per mano mia.>>
L'uomo non esitò e fuggì nella notte.
<<An.>> ripeté Arsalan. <<Mai sentito.>>
<<Idem. Ma di una cosa sono sicura: sta mentendo riguardo alla dimensione del suo culto. Se ci fosse davvero una Chiesa tanto grande, l'avrei saputo.>> disse Risa.
Zedel però sembrò afflitta. Non che avesse abbastanza espressione facciali da mostrare afflizione. <<Era potente. Un Demone tanto forte per natura sarebbe celebre.>>
<<Hai ragione, questo non si spiega...>> La Giudice lanciò una moneta. <<Arsalan->>
<<Sì, sì, possiamo consultare i libri nella casa, andiamo.>> la interruppe l'Angelo.
<<Tu sì che capisci. Guido io.>>
Tra tutti i privilegi che il lavorare con il Vaticano offriva, poter girare per la città in macchina era il più gradito da Jacob.
Sarebbe stato meglio se non fosse costretto a sedersi nei sedili anteriori con Arsalan, naturalmente, ma non si può avere tutto dalla vita. Almeno l'auto era veloce.
Nemmeno un minuto dopo la partenza, alla quale sarebbe seguito un viaggio silenzioso, l'Angelo con i capelli rossi fece un cenno al ragazzo. Ottenuta la sua attenzione, si indicò il naso.
"...? Oh, ho qualcosa in faccia?"
Toccò il proprio labbro superiore.
Sangue.
Arsalan indicò Risa senza farsi notare.
"...sì, suppongo sia ovvio che è stata lei. Nessuno di quei tipi poteva ferirmi."
Eppure esitò a rispondere.
Nemmeno lui sapeva bene il perché. Forse quell'esperienza era stata così bizzarra da risultargli paranormale, e come il protagonista di un film dell'horrore, si sentiva più a suo agio non parlandone. O forse temeva che avrebbe distrutto la fiducia dell'Angelo in lei... non che ci fosse molto da distruggere, ma se un tempo Arsalan non avrebbe lasciato Risa e Jacob da soli nella stessa stanza per un secondo, ora si sentiva certamente a suo agio lasciandoli combattere insieme.
E se avesse saputo che quella ragazza aveva una simile rabbia dentro di lei, decisamente non gli sarebbe piaciuto.
"Anche se, a dire il vero, avrebbe ragione lui."
Oh certo, Risa e Zedel erano state utilissime e non mostravano segni di avere altri scopi, ma erano circondate da un'aria di mistero che rendeva impossibile il considerarle alleate. Da una parte, essendo agenti di un gruppo segreto della Chiesa Cattolica, era comprensibile. Dall'altra...
"Quella dannata moneta."
Soffermandosi troppo su questi pensieri, Jacob si scordò che Arsalan gli aveva posto una domanda. Sembrò interpretare quel silenzio come una risposta affermativa.
Arrivarono a destinazione poco dopo. La casa fuori città, conosciuta dall'Angelo così come da Risa, speravano contenesse un libro con la risposta al loro problema.
-ingenuamente.
<<An. An. Non c'è nessun An.>> ripeteva poco dopo la Giudice gettando un tomo da parte.
<<Quelli sono preziosi, sai.>> disse Arsalan senza distogliere gli occhi da un altro libro.
Jacob sospirò. <<Anche questo non parla di nessun An. Spero proprio non sia un nome falso.>>
<<Con quell'ego che si ritrova? Ne dubito.>>
<<Tutti questi Diavoli Accusatori... tutti hanno un orgoglio smisurato.>> Il ragazzo ora stava girando per la stanza, cercando un altro libro da sfogliare sui tavoli. <<Non potremmo averne uno modesto e simpatico tanto per... hey, dov'è quello che ti piaceva, Arsalan?>>
<<Non mi piace nessun Demone.>> rispose.
<<Intendo dire il libro. Quello che parlava di Tevatort.>>
<<Ah, l'Apocalisse di Salomone. Sarà in cima a qualche pila, non lo metterei mai sotto ad altri.>>
<<Io sì.>> rispose Risa tirando il tomo fuori da sotto una pila. <<Credo che sia que->>
Si bloccò.
<<Risa?>> chiese Zedel.
Lei si girò verso l'alto Angelo. <<Naturalmente. Davvero hai questo documento con te, Arsalene?>>
Lui fece lo stesso. <<Hai qualcosa contro quel libro?>>
<<Sai benissimo chi ne è l'autore. Dunque saprai che noi del Vaticano non possiamo permetterne l'esistenza.>>
<<Errore mio, non avrei dovuto lasciartelo notare. Ma andiamo, se aveste distrutto ogni prova dell'incompetenza della Chiesa, tu nemmeno sapresti cosa ha fatto quell'autore.>>
<<La Chiesa è stata istituita per ordine del Nostro Signore, che io servo così come te. Criticare una Sua creazione non è degno di un Angelo.>>
<<Vuoi davvero farmi una ramazina così?>> Arsalan si alzò. La Spada apparve nella sua mano destra. <<A me? Vuoi istruire un Angelo su cosa è bestemmia?>>
<<Forse l'Angelo ne ha bisogno.>> Lei si mise in piedi ed armò ugualmente. Con una moneta. <<Siamo entrambi esseri fallibili. Non possiamo saperlo. Quindi, lasciamo che decida Lui. Testa. Il libro è sequestrato. Croce. Puoi riaverlo.>>
<<Non mi interessa il gioco d'azzardo.>>
Ma lei non ascoltò. Muovendo il pollice, fece roteare quel cerchio dorato per aria.
Per qualche motivo, Jacob pensò in quel momento che gli Angeli, forse, erano capaci di capire quale sarebbe stato il risultato del lancio solo analizzando le rotazioni.
Arsalan non reagì. Avrebbe potuto prendere quella moneta a mezz'aria. Non lo fece.
E il risultato fu croce.
Cadde il silenzio.
"...per quanto sembra affidarsi alla moneta, non ho mai avuto prove concrete del fatto che ne rispetti davvero i risultati."
Del resto, se lasciava al caso la scelta di un piano d'azione, non diceva quali fossero le due opzioni in anticipo. E quel libro sembrava così importante per il Vaticano - perché avrebbe dovuto restituirlo?
<<...Jacob, lo volevi leggere, giusto?>> chiese Risa.
<<Huh? Oh, grazie.>> rispose.
"L'ha fatto davvero?!"
A meno che quello non era un inganno atto a creare più fiducia in lei prima del tradimento, aveva appena provato che avrebbe seguito i risultati dati dalla moneta, sempre.
Per quale motivo? "Boh." pensò il ragazzo, sfogliando le pagine. "Finché ho il libro..."
Anche Arsalan era tornato a sorridere. <<Non te ne pentirai, Risa. Se An è menzionato da qualche parte, è nell'Apocalisse di Salomone.>>
Non rispose.
<<Ed eccolo qua, infatti!>> esultò Jacob <<A-N, An! Descritto come un... huh. Un fallimento assoluto.>>
Gli altri si porsero per ascoltare quel che diceva.
<<"Un Demone di medio ranco, incapace di formare un culto per via della sua mancanza di carisma. Nonostante ciò, ha molta fiducia in sé stesso, e ha formulato un rituale per ascendere e formare nientemeno che la Maledetta Trinità.">>
<<Nientemeno.>> ripeté Risa.
<<"Questo rituale sembra essere il suo unico obbiettivo che cerca di raggiungere ad ogni evocazione. Tuttavia è quasi impossibile da svolgere, in quanto richiede l'aiuto di altri due Demoni disposti a collaborare, e abilità che An semplicemente non possiede. Anche se dubito sia un pericolo, riporto qui il suo Sigillo, e un'approssimativa spiegazione del rituale...">>
Arsalan schioccò le dita. <<Quindi abbiamo il Sigillo con cui possiamo intrappolarlo.>>
<<Già. Ma non parla del suo Battista. Suppongo sia uno dei due Demoni di cui ha bisogno...>>
<<Certamente. L'unica cosa che non coincide è questa estrema debolezza. Sembrava molto forte.>> disse Risa.
<<Aspetta. Cos'è la Maledetta Trinità?>>
<<Ad essere onesta, non ho mai sentito parlare del rituale. Ma la Maledetta Trinità - è qualcosa discusso in certe profezie non esattamente considerate canoniche. Senza annoiarti con troppe spiegazioni... la doppia esistenza di Satana e Lucifero cerca costantemente una terza essenza, per poter raggiungere il potere della Trinità. An sembra voler ignorare del tutto Satana e Lucifero per diventare lui stesso, con i suoi amici, la Maledetta Trinità.>>
<<Piuttosto ambizioso, huh?>>
<<Fin troppo. Non capisco come abbia intenzione di completare il rituale. Zedel, ti dispiacerebbe tentare una simulazione?>>
Lei annuì, e si sedette per terra. <<Abbiamo poche informazioni. Credo valga la pena svolgere una simulazione completa per scoprire il più possibile.>>
<<E richiederà un paio d'ore, vero?>>
<<Almeno.>>
<<Arsalan, saresti tanto gentile da aiutarla?>>
<<Le simulazioni non sono il mio forte, ma... certo.>> rispose, sedendosi anch'egli.
<<Un attimo, tu sai fare quella cosa?!>> chiese Jacob.
<<Tutti gli Angeli lo sanno fare, ad un certo livello.>>
<<...scopro qualcosa di nuovo ogni giorno, con voi esseri divini.>>
Risa si rivolse al ragazzo. <<Jacob, quanto a te, ritengo meriti di riposare. Sei stato trattenuto dalla polizia tutto il giorno e poi hai combattuto qualche terrorista. Se abbiamo intenzione di affrontare An domani, credo starai meglio dopo qualche ora di dormita. C'è un letto al piano di sopra, giusto?>>
<<Avrei preferito tornare nel mio nuovo appartamento con il mio gatto, ma... mi accontenterò. Buonanotte.>>
Arsalan lo salutò.
"...ah, gli Angeli..."
Era facile dimenticare che quella creatura era più vicina ad un dio che ad un altro vivente. Il suo atteggiamento amichevole lo faceva sembrare più umano di quanto fosse in realtà.
Ma per Zedel non era così.
L'aria emanata da Zedel costantemente ricordava a chiunque intorno a lei che era una creatura con poteri del cielo, capace di distruggere edifici.
Con il suo arrivo, Jacob non sapeva più cosa facesse lì, oltre a fare errori come aiutare un nemico e rimanere coinvolti in una battaglia inutile.
"...smettila di mentire a te stesso. Zedel non è il problema."
Salì le scale. Solo una volta in cima, Jacob si accorse che non era solo - Risa lo aveva seguito.
<<Ah. Anche tu hai intenzione di dormire?>> le chiese.
Come tutta risposta, lei lanciò una moneta, controllò il risultato, e se ne andò in un'altra stanza senza dire una parola.
"...davvero... insopportabile..."