Trinus et Maledictus
<<Il mio nome è Risa Dascira, e questa è Zedel, il mio Angelo. Sono il Giudice inviato dal Vaticano per occuparmi di te, Jacob Aiagon.>>
La donna bionda davanti ai due non assomigliava ad una suora in alcun modo. Innanzitutto, era giovane. Mostrava forse poco meno di trent'anni? In più, l'abito sembrava più quello di un sacerdote, e non portava un velo, i suoi lunghi capelli erano liberi. Né aveva un atteggiamento rilassato... anzi, la sua guardia era costantemente alzata, come se aspettasse una battaglia da un momento all'altro.
La persona alla sua sinistra però era ancora più bizarra. Portava una maglietta troppo grande e pantaloni lunghi, tutto bianco. Oh, e i suoi capelli erano verdi.
Jacob non aveva alcun motivo per non credere che quella donna fosse un Giudice. Era appena stato confermato da Arsalan che quei chiodi in suo possesso erano Armi Sacre. E il suo alleato con le vesti regali l'aveva avvisato: "Ci sono altri Giudici".
Quello non era un Diavolo Accusatore.
Ma Jacob la attaccò lo stesso con la Spada.
Fu bloccato da un chiodo, sparato con un gesto dalla donna con i capelli verdi.
<<Non essere ridicolo.>> disse Risa.
<<Quella è la mia battuta.>> rispose il ragazzo <<Un chiodo grande così capace di respingere una Spada Sacra? Mi fa->>
Un fendente. Bloccato.
<<-davvero->>
Un affondo. Respinto.
<<-innervosire!>>
Non sentiva alcun sarcasmo nel tono della donna, e il suo volto non mostrava letteralmente alcuna emozione. Questo lo irritava ancora di più di quanto l'avrebbe fatto se stesse sorridendo. Lo stava praticamente ignorando.
<<Sono stati imbevuti nel sangue del Cristo e stanno venendo lanciati dall'Angelo Zedel. Non sei debole, è solo che lei è più forte.>>
<<Ah, e dove li avresti presi questi Chiodi? Si tratta di reliquie importanti. Non penso che il Papa te li abbia solo dati, huh?!>> Jacob abbassò l'arma.
<<Più o meno.>> La donna lanciò quella moneta che teneva in mano. La prese al volo, e dopo aver guardato il risultato, spiegò: <<Il Vaticano ha scoperto della presenza di un Giudice in questa città e mi ha affidato un'Arma Sacra.>>
<<Il Vaticano fa cose del genere?>>
<<Nemmeno immagini.>> disse finalmente Arsalan. <<Ho avuto a che fare con il Papa, qualche vita fa. Risa Dascira, dicci qualcosa che possa farci fidare di te. E dopo tutti quegli attacchi, non penso ti sarà facile.>>
Ancora una volta, Risa controllò la moneta dopo averla fatta roteare. <<Wow. Siete fortunati.>> Prese i quattro chiodi per rigirarseli tra le mani mentre parlava. Anche se non guardava mai le proprie dita, lo faceva con scioltezza e non ne fece mai cadere uno. <<Jacob Aiagon. Nato il sette Luglio 1997. Attualmente studente di arte, ultimo anno di università. Diventato Giudice il sedici Maggio di quest'anno. Arma Sacra: una misteriosa Spada con un'affinità per l'uccidere Demoni. Angelo Custode: Arsalene, più comunemente conosciuto come Arsalan.>>
<<Il Vaticano ha registrato anche il mio soprannome. Sono onorato.>> commentò l'Angelo.
<<Che altro vuoi sapere, Jacob? Vediamo... ferito dal Diavolo Tevatort, Accusatore del terrorista Devadatta, ad ogni incontro. Hai debellato il focoso Xaphan e un Demone dal nome Markion. L'idea che Dio esista ti fa paura. Indossi abiti pesanti anche d'estate perché non ti piace il tuo corpo. Chiami spesso le persone che detesti "bastardo" quando fanno qualcosa di fastidioso.>>
<<Non lo faccio così spesso!>>
<<Sì, lo fai.>>
<<...forse.>>
<<Il punto è, sappiamo tutto su di te. Se il Vaticano ti volesse morto, non staremmo avendo questa conversazione.>> Per vantarsi, con il dito medio lanciò un chiodo sopra la spalla del ragazzo. Lui non ebbe nemmeno il tempo di reagire. Se il proiettile fosse stato diretto sul suo collo, lo avrebbe spezzato in due.
Risa gli girò intorno senza smettere di maneggiare con quelle Armi. <<Ma nessuno vuole ucciderti... Demoni a parte. Ogni "attacco" da parte mia era totalmente sicuro. Se fosse stato necessario avrei richiamato i Chiodi Sacri nelle mie mani prima che ti colpissero, però, sorprendentemente, Arsalan è riuscito a bloccarli.>>
<<Ci siamo allenati.>> rispose Arsalan <<Ma non credere che ancora noi possiamo fidarci di te. Il Vaticano ricorrerebbe ad inganni così subdoli che nemmeno io potrei immaginarli. Magari stai solo aspettando che ci liberiamo di tutti i Diavoli Accusatori per poi farci fuori. O magari... semplicemente il Papa ha paura che Jacob diventi una minaccia per lui?>>
...decisamente la sua relazione con il Vaticano era strana. Sembrava detestarlo come non detestava mai nulla se non i Demoni. Ma si trattava della sede della Chiesa! Cosa poteva avergli fatto di così male?
E comunque, cosa voleva dire "minaccia per il Papa"? "Perché io" si disse Jacob "non ho assolutamente intenzione di combattere contro di lui per alcun motivo. Anche se, onestamente, lo distruggerei. Che stai dicendo, Arsalan?"
Tuttavia, decise di dargli corda, perché come al solito, l'Angelo aveva ragione. Non poteva fidarsi della prima persona che spuntava affermando di essere un Giudice. <<Già. E poi, quella bomba è stata un po' un'esagerazione, non credi?>>
Il rumore di chiodi si fermò. Cadde il silenzio nella casa. <<...bomba? Di che stai parlando?>> domandò Risa.
<<Uh, della trappola in casa nostra. D'accordo che probabilmente potevi disattivarla in qualunque momento, ma...>>
<<...mai messo trappole in casa tua. Ti ho solo provato a colpire a distanza.>>
<<...eh?>>
Le pupille di Arsalan si dilatarono. <<Ja->>
<<Risa.>> chiamò Zedel, il nuovo Angelo, finalmente aprendo bocca. <<È qui.>>
L'aria si fece pesante mentre un leggero rumore di passi diventava sempre più forte. E con esso, un terribile odore di zolfo.
Tutte le tende della casa si chiusero da sole, avvolgendo i quattro nell'oscurità.
Jacob andò a riaprirle, ma Risa lo fermò. <<Ama le trappole. Potrebbe essere pericoloso solo toccare le finestre.>> Poi si rivolse al nulla di fronte a sé. <<Hai scoperto l'identità del Giudice attraverso me, non è così? Da solo non ci saresti mai arrivato.>>
<<Proprio così.>> tuonò una voce. Maschile? Femminile? Non era chiaro. Ma dal modo in cui vibrava, si trattava chiaramente di un Demone. <<Non sei per niente furba come pensi. Dal momento in cui sei giunta in questa città, ho seguito ogni tuo passo.>>
<<Ciò è impossibile.>>
<<Tutto è possibile in colui che mi dà forza. Altrimenti come avrei fatto ad intrufolarmi nell'appartamento di Jacob Aiagon, e a preparare quella trappola? Sono persino stato costretto a decifrare il vostro messaggio in codice, o non sarebbe mai giunto qui.>>
<<...davvero?>> si lamentò Risa, guardando Arsalan. <<Non riconosci quel Codice?>>
Jacob la ignorò. Piuttosto, impugnò la Spada. <<Solo perché è vero non significa tu debba dirlo, bast- uh, maledetto!>>
"No, non è la stessa cosa." pensò.
<<Piuttosto, perché ci hai voluti qui? Insieme, noi due possiamo liberarci di te in un batter d'occhio.>>
Una risata gracchiante.
<<Kwahahaha! Oh, quanto vi sopravvalutate, voi mortali! Potrò non essere degno di mettere a lui i sandali, ma son più che capace di tenervi testa.>>
"Lui...?"
<<Allora fatti vedere.>> disse Risa.
<<Foste degni di posare i vostri occhi sul mio volto, lo farei. Ma nessuno se non il Messia di cui io sono Battista ha questo onore. E comunque, non abbandonerei mai il vantaggio dell'oscurità.>>
<<Vantaggio? Per favore.>>
La ragazza lanciò la propria moneta nel buio, e la prese al volo. <<La tua voce mi basta per sapere dove sei. Zedel... croce.>>
L'Angelo lanciò immediatamente tutti e quattro i Chiodi.
Passi veloci. Stavolta anche Jacob ne riconobbe la direzione. Scattò per attaccare... ma Risa fu più svelta.
I proiettili che Zedel aveva appena lanciato erano riapparsi tra le sue dita. Se quelle Armi funzionavano come la Spada Sacra, poteva evocarli nelle proprie mani, ovunque fossero. E questo significava che non avrebbe mai finito le munizioni.
La Giudice lanciò ogni Chiodo in una direzione diversa con un solo gesto della mano. Uno colpì il soffitto e fu respinto a terra. Uno fece l'opposto, rimbalzò sul pavimento e salì verso l'alto, ma anch'esso manco il bersaglio. Il terzo Chiodo andò in direzione di Zedel, che lo respinse con un calcio.
Il suono seguente fu quello di carne umana aperta in due.
<<-huh.>> affermò il Demone. Si sentiva il suo sangue sgocciolare nel buio. Forse si stava esaminando la ferita.
<<Non puoi più sfuggirmi!>> gridò Risa scagliandosi sul nemico. Stava lanciando l'ultimo Chiodo, che aveva tenuto con sé, usando il pugno.
...colpì il muro di metallo.
<<Ahi.>> disse, con un cambio di ottava nella voce. <<Zedel... dov'è?>>
<<Non lo sento più, ne lo vedo. Invisibilità... capacità di volare... si tratta di un Diavolo piuttosto potente, di certo.>>
<<Mi lusinghi! Io sono solo un profeta... e certamente questo mucchio di carne non aiuta la mia situazione.>> rise la sua voce. <<I corpi umani sono più deboli di quanto si dica all'Inferno! Temo che dovrò aspettare qualche minuto per guarire, quindi me ne andrò. Speravo proprio di rimanere qui per vedervi morire!>>
<<...un'altra trappola, Demone?>>
<<Forse. Non piacciono anche a voi, le trappole? Ci vuole un alto intelletto per elaborarle, e il vostro fallire nel risolverle dimostra quanto siate inetti! Sopravvivete o no, vi ucciderò comunque in futuro! Buona fortuna!>>
E quella fu l'ultima cosa che sentirono. La porta si aprì.
<<Sta scappando!>> Jacob corse verso l'uscita. Zedel aveva detto che il Demone si fosse reso invisibile, ma il ragazzo aveva una Spada. La sua probabilità di colpirlo con un fendente era alta.
Questa probabilità fu azzerata quando l'attacco fu fermato da Zedel, che lanciò il Giudice indietro.
<<C'è una piattaforma.>> disse lei <<Attraversa quella porta, e questo edificio esploderà.>>
<<Huh?!>>
Risa gli mise una mano sulla spalla. <<Naturalmente questo non è un problema per noi. Possiamo semplicemente aprire un muro. E il Demone, certamente, queto lo sa. Perciò, dubito sia quella la trappola di cui parlava.>>
Intanto Arsalan non aveva detto niente. Anzi, a malapena si muoveva. Tutto ciò che fece accendere la luce, e chiedere: <<Allora? Come ci muoviamo?>>
<<Zedel, simulazione. Che tipo di trappola pensi sia?>>
L'Angelo si sedette per terra, e chiuse gli occhi. Per quanto fosse strano, Jacob decise di non fare domande.
Poi si rimise in piedi, e lanciando un Chiodo, aprì un muro in due. Nascosto dietro il cemento c'era un tubo. <<Veleno liquido. Uscirà da lì, e probabilmente sarà spruzzato in tutte le direzioni con forza. Ha il potenziale di ferire perfino noi Angeli se ci siamo esposti per troppo tempo.>>
<<E come sarà attivato?>>
<<Questo pavimento... è fatto interamente di piattaforme. Pensavo fosse solo rotto, ma temo sia tutto parte di un enorme meccanismo. Poiché ancora nessun veleno è stato rilasciato, credo che accadrà solo quando avremo premuto un certo numero di piattaforme. In altre parole... nessuno si muova.>>
Gli altri tre si congelarono. Guardando ai propri piedi, si accorsero tutti che effettivamente, stavano camminando su diverse piastrelle che scendevano leggermente con il loro peso.
<<Potrebbe essere. Oppure...>> disse Risa, alzando lo sguardo <<...il meccanismo sa che quattro piattaforme sono premute da noi quattro. Se il numero dovesse diminuire, rilascerà il veleno.>>
<<Mhhm. E quante volte sono corrette le vostre previsioni?>> domandò Jacob fingendosi non impressionato.
<<Quasi sempre. Ammetto che questo Demone è diverso da ogni nostro avversario fin'ora, ma dubito che ci sbagliamo.>>
<<...va bene.>> sospirò <<Allora. Ci serve un modo per uscire che non attivi la trappola in qualunque caso, giusto?>>
<<Giusto. Dobbiamo tenere sempre quattro pedane attive, ma anche limitare il nostro numero di movimenti al minimo. Oh, e possiamo passare dalla porta solo se riusciamo ad evitare la piattaforma con un salto. Zedel, pensi sia questa la cosa migliore da fare?>>
L'Angelo annuì. <<Ma solo uno di noi lo dovrà fare. Siccome sono la più forte e la più vicina, sarò io. Arsalan dovrà prendere il mio posto, occupando due pedane. Poi salirò sul tetto, e ci farò un buco. Da quel buco uscirete voi. Mi occuperò io del veleno. Risa, funzionerà?>>
Lei tirò quella moneta che teneva sempre con sé. Guardò il risultato, e rispose: <<Proseguiamo.>>
<<Ottimo. Arsalan, sei disposto ad aiutarci, vero?>>
L'altro Angelo la guardò, seccato. Era chiaro che non volesse collaborare con il Vaticano. <<Non mi interessa quella moneta. Tu credi possa funzionare?>>
<<Prometto che al tuo Giudice non accadrà nulla.>>
Il suo sguardo non cambiò, ma adesso sembrava disposto ad aiutarli. <<Va bene. Non appena avrai lasciato la tua piattaforma, dovrò spostarmi, facile.>>
Arsalan prese un profondo respiro e si preparò. <<Andiamo.>>
<<Andiamo.>>
Sentì i piedi di Zedel lasciare il pavimento, e nello stesso istante, mosse uno dei propri per occupare il punto da cui lei se n'era appena andata.
Nessun veleno uscì dal tubo, e Zedel aveva lasciato l'edificio. Con un salto solo, si precipitò sul tetto.
<<Sì!>> esclamò Jacob, anche se fu l'unico ad esultare. <<Fin'ora sta andando tutto bene.>>
<<Non fidarti mai delle apparenze.>> rispose Risa <<I Diavoli Accusatori sono fin troppo subdoli. Se ci fosse qualche altro meccanismo segreto, non ne rimarrei sorpresa.>>
<<Quanti Demoni hai combattuto fin'ora, esattamente?>>
Prima della risposta, un altro lancio di moneta.
...ma perché continuava a farlo, esattamente?
<<Potremo fare conversazione quando saremo al sicuro.>> disse Risa, freddamente.
<<...certo.>>
Il rumore dei passi di Zedel cominciò a battere sopra di loro.
Non fu difficile per lei creare un buco nel soffitto e poi ingrandirlo a misura d'uomo. <<Ce la fate ad arrivare fin quassù?>> domandò, allungando il braccio.
<<Nessun problema! Jacob, ti dispiacerebbe spostare il tuo piede per occupare la mia pedana come ha fatto Arsalan?>> Risa, che si trovava praticamente sotto il buco, piegò le gambe per saltare. <<Io e Zedel formeremo una catena abbastanza lunga e resistente per portarvi fuori, tutti e due, allo stesso momento.>>
Il ragazzo obbedì, e lei mostrò la sua gratitudine... con un pollice in su, prima di lanciarsi verso l'alto.
E mentre ancora era a mezz'aria, uno strano rumore echeggiò per l'edificio. Come se qualcuno avesse sparato multipli proiettili di legno.
Il che era esattamente ciò che stava accadendo. Da ogni angolo dell'edificio, uscirono attraverso dei buchi dodici frecce, tre per ogni angolo, tutte in procinto di colpire la donna.
Frecce con le punte di metallo affilatissime. Forse un Giudice sarebbe potuto sopravvivere ad una, ma quelle erano una dozzina. Senza contare che toccare il pavimento avrebbe probabilmente attivato il veleno.
<<-!>>
Risa reagì come se il tempo intorno a sé fosse rallentato.
Lanciò due Chiodi, colpendo la freccia centrale alla sua sinistra e quella alla sua destra. Giratasi su se stessa di novanta gradi, con una spaccata in aria respinse le altre due frecce centrali. Tutte le altre invece le passarono oltre, poiché in quella posizione si era del tutto tolta dal loro raggio di tiro.
Infine, prese la mano di Zedel e raggiunse il soffitto. <<Frecce... come dicevo, imprevedibile, ma furbo.>>
C'era però un'altra cosa che nessuno aveva predetto. La forza con cui i Chiodi avevano lanciato via le frecce era stata abbastanza per attivare altre due pedane.
E dunque, fosse perché avevano raggiunto il numero massimo di passi, o forse perché sei piattaforme erano attive, una serie di tubi cominciò a sputare un liquido dall'odore tremendo.
Arsalan e Jacob erano ancora dentro la casa, e non erano invulnerabili al veleno.
<<Cavolo.>> esclamò Risa in Italiano. <<Zedel, intervieni, subito!>>
L'altro Angelo alzò una mano mentre correva a proteggere Jacob. <<No! Non ci serv->>
Ma lei non lo ascoltò. In un attimo, Zedel si tuffò dentro l'edificio. Da sotto l'abito sacerdotale che indossava, tiro fuori una croce di metallo legata intorno al proprio collo, e recitò: <<Signore, Dio onnipotente, fa che questo liquido sia benedetto nel tuo nome, e che libero da ogni peccato, diventi mezzo di purificazione e diffonda la tua parola, il Vangelo del tuo Cristo, nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo - Amen!>>
E fu tutto quello che fece. Non si mosse per tirare i due fuori dalla casa, né bloccò lo scorrimento del veleno.
Perché non fu necessario. Il liquido, che avrebbe normalmente corrotto i loro corpi con il suo acido, non bruciò nemmeno un poco.
Jacob realizzò cosa aveva fatto, però rimase comunque confuso. <<Questo è->>
<<Ho santificato il veleno. Ora non può più far del male a nessuno.>> disse Zedel. <<Vi consiglio comunque di sbrigarvi, prima che l'effetto svanisca.>>
Il Giudice guardò Arsalan. Era vivo, ma seccato. Non gli piaceva l'essere stato salvato da quelli del Vaticano. <<Vieni, Jacob.>>
E i due corsero fuori, seguiti dall'Angelo.
Risa scivolò giu dal soffitto. <<Ottimo lavoro!>> disse, probabilmente senza un briciolo di sarcasmo <<Abbiamo salvato Jacob Aiagon e Arsalan. La nostra missione era solo di incontrarli, quindi direi che abbiamo superato le aspettative!>>
<<Ripeto... che l'aiuto non era necessario, sai.>> disse Arsalan.
<<Forse. Forse sì. Fammi controllare.>> Prese la propria moneta, e la lanciò in aria. <<Testa. Pare proprio che sareste morti, senza di noi.>> Ancora, un'affermazione apparentemente ironica veniva fatta in tutta serietà. <<Per passare a problemi più seri: la vostra identità è stata compromessa, no?>>
<<...huh?>> chiese Jacob <<Oh, intendi, l'esplosione al nostro appartamento. È un problema?>>
<<È un problema. Molti si chiederanno cosa sia successo. Avrai amici e parenti che si spaventeranno. Per fortuna, il Vaticano ha influenza ovunque. Lascia fare a noi. Faremo in modo risulti essere stata una notizia falsa.>>
<<Grazie, suppongo.>>
<<Non mi piace il Vaticano, anche se porta doni.>> Arsalan sospirò. <<Ma se a Jacob va bene, va bene anche a me.>>
Decisamente, quell'Angelo detestava il Papa più di quanto si riuscisse a vedere.
<<Ti ringrazio.>> disse Risa <<Adesso, credo sia il momento di spiegazioni. Arsalene, hai portato Jacob Aiagon in quella casa, vero?>>
<<Ricordate pure quella casa... sì, ci siamo stati a lungo.>>
<<Allora parleremo lì. Prima però, se non vi dispiace, contatterò la nostra filiale qui. Andiamo, Zedel.>> Le due donne si allontanarono per una telefonata.
Jacob stava per seguirle, ma ovviamente prima aveva una domanda da fare. <<Cosa ti ha fatto il Vaticano?>>
<<Nulla di cui valga la pena parlare.>>
<<Arsalan. Mi interessa di te, lo sai? Se odi qualcosa così tanto, ci deve essere un motivo.>>
<<Odiare...>> Si guardò i vestiti, leggermente bruciati dal veleno, e le piccole ferite che gli aveva causato. <<Io non posso proprio provare emozioni, sai. Posso solo reagire nel modo più adeguato per quella che è la mia personalità. È come il mio codice. Perciò, non devi essere tu a preoccuparti per me...>> Si incamminò dietro Risa e Zedel. <<...sono io che devo proteggerti.>>
"Proteggermi."
"È vero, era quello il motivo per cui ho deciso di non liberarmi di te, inizialmente."
"Ma poi mi sono affezionato."
"Mi sono affezionato..."
"...ad un Angelo."
Il gruppo giunse alla vecchia casa fuori città dopo un quarto d'ora.
Una volta aperta la porta, Jacob fu accolto da una figura nel buio... un gatto.
<<Nathan!>> esclamò mentre l'animale gli correva contro. Il ragazzo lo accarezzò, mentre quello miagolava. <<Questo è il mio amico.>> lo presentò a Risa.
<<Piacere di conoscerlo.>> rispose lei.
Al gatto non sembravano piacere le due donne. Soprattutto, quando vide Zedel, si allontanò.
<<L'istinto animale è davvero una grande cosa.>> disse Arsalan. <<Non toccate assolutamente nulla.>>
La Giudice stava già adocchiando la libreria. <<Questo materiale dovrebbe trovarsi nella biblioteca del Vaticano.>>
<<Dici al Papa di venire a prendersela.>>
<<Forse cominci ad essere fin troppo ostile.>>
<<Se hai qualcosa da dirci, diccelo.>>
<<Con piacere.>> Risa si sedette al tavolo, dal lato opposto rispetto a Jacob. Arsalan e Zedel rimasero in piedi alle spalle dei propri rispettivi Giudici, mentre le Armi Sacre rimasero in un angolo della stanza.
<<Allora, Signora Dascira.>> disse il ragazzo con un sorriso. Sentiva che il disprezzo di Arsalan non potesse essere senza fondamento, e decise di stare al gioco. <<Cosa posso fare per lei?>>
<<Innanzitutto, voglio complimentarmi con voi per il lavoro svolto con i tre Diavoli Accusatori incontrati fin'ora. Siete riusciti a liberarvi di non pochi Demoni, anche se ho preferito finire Markion personalmente.>>
<<Beh, grazie, ci abbiamo messo molto impegno.>>
Lei sbatté la mano sul tavolo, improvvisamente infuriata. Quella fu la prima emozione che mostrò. <<Non abbastanza! Il culto di Tevatort ha mandato in ospedale quasi un centinaio di vittime! Non avete impedito a Xaphan di bruciare l'orfanotrofio della città, né avete fermato Markion prima che uccidesse diversi innocenti! Senza contare tutti i rischi che avete corso, agendo senza la minima indiscrezione! Sapete quante testimonianze ci sono delle vostre battaglie?! Ho trovato decine di foto su Internet senza nemmeno andarle a cercare!>>
<<Si trattava di situazioni di emergenza.>> disse l'Angelo dai capelli rossi.
<<Che non sarebbero mai accadute se quei Demoni fossero stati spediti all'Inferno prima!>>
<<Continua a criticarci.>> li interruppe Jacob <<Ma quel bastardo di oggi è ancora vivo, e sa entrambi i nostri nomi. Dopo che ti sarai occupata di lui, potrai parlare.>>
<<L'avrei già fatto, se non ci fosse un piccolo problema. Non avete dissolto il culto di Devadatta! Anzi, con il tempo, si è fatto ancora più grande! Da quando sono arrivata qui, non ho fatto altro che catturare i suoi membri... perché, anche se non si tratta di Diavoli Accusatori, anche quello fa parte del lavoro di un Giudice.>>
Arsalan ci pensò. <<Non mi risulta. L'avete inventato di recente?>>
<<Ah, se fossi disposto a lavorare con noi...>> Risa sospirò <<Ma non importa. Ora il culto è quasi inesistente, e con l'arrivo di un Demone particolarmente forte... il Vaticano mi ha detto di aiutarvi a ucciderlo.>>
<<Noi->>
<<Non ho chiesto il vostro permesso.>>
Jacob si riteneva arrogante, una seccatura, e spesso insopportabile. Però quella donna... superava ogni aspettativa.
E nonostante ciò, aveva comunque ragione.
Anche se non avesse continuamente dimostrato di essere un fallimento, può forse un Giudice ignorare le parole del Papa in persona?
Lanciò uno sguardo ad Arsalan. La sua espressione era imperscrutabile.
Fece lo stesso in direzione di Zedel. Vide la stessa cosa. Occhi vuoti e fissi, una bocca senza angoli.
Infine si posò di nuovo su Risa.
Lei non era da meno, nel campo di evitare di mostrare le emozioni. O di averle, forse.
In quella casa, lui era l'unico a non possedere una mente perfettamente logica e fredda. Se questo fosse qualcosa di cui essere fiero o no, non lo sapeva.
<<D'accordo, Risa. Spero che possiamo fidarci di te.>>
<<Sicuro.>> rispose lei in Italiano.