logo

Amen II

"Stupido."

Dopo che Jacob l'aveva respinto con un calcio, Padre Thomas si rimise in piedi. Non aveva preso alcun danno, né sembrava essere seccato da quell'attacco. Anzi, il suo sorriso si era fatto ancora più largo. 

"Stupido, stupido, stupido. Come ho fatto a non riconoscere l'odore di zolfo?"

Non poteva evocare la Spada Sacra di fronte a Rhoda, ma doveva trovare un modo per difendersi dal Diavolo Accusatore in corpo di prete. 

<<Scappa.>> le ordinò il ragazzo. 

Lei era troppo sconvolta per reagire - non che la si potesse biasimare. Quell'uomo era chiaramente anormale in qualche modo. 

<<Questo conferma i miei sospetti, Jacob Aiagon. Tu sei un Giudice.>> Padre Thomas tirò fuori dalla veste la croce d'oro che teneva al collo... ma che aveva tagliato in due. <<Perdonatemi l'attacco a sorpresa, è stato un colpo basso. Vi lascerò fare la prossima mossa per ripagarvi. Oh, ma non provate a fuggire!>>

"Quindi, non lascerà che Rhoda se ne vada. Posso immaginarlo... lei prova a correre via, lui lancia quel dannato coltello e le trapassa il cuore immediatamente. Devo portarla via io... o fare da diversivo."

<<Che sta succedendo? Padre?!>> disse lei, indietreggiando. Era naturalmente spaventata, ma stava sopportando tutto piuttosto bene. 

<<Allora, Giudice? Sto aspettando!>> rise il Demone. <<Alexander deve essere quasi arrivato a casa. Prova a raggiungerlo, e qualcuno morirà. Tu... la tua amica... o forse sceglierò una famiglia dalla strada e staccherò le loro teste a morsi!>>

"Quasi a casa, eh? Allora è chiaro cosa devo fare."

<<Rhoda. Questo impostore ha degli affari da sbrigare con me.>> annunciò <<Me la caverò. Quindi, metti tutta la forza che hai nelle tue gambe.>>

<<Jacob?! Mi stai suggerendo di scappare?!>>

<<Uh, sì, non è chiaro?>>

<<È chiaro che sei impazzito. L'hai visto muoversi. Potrai essere stato fortunato con quel calcio, ma non posso lasciarti da solo con un mostro simile.>>

Il Giudice rise. <<Ovviamente. Se non fossi stata testardamente disposta ad aiutare gli altri, non saresti mai venuta qui in primo luogo.>>

Sicuramente, Rhoda sarebbe stata di grande aiuto contro quel Demone. Ma prima o poi sarebbe rimasta ferita. E se c'era qualcosa che lui voleva evitare, era essere responsabile di innocenti. Così, scattò alle sue spalle. <<Purtroppo per te, anch'io sono venuto qui.>>

Mettendole un braccio intorno al collo, la fece smettere di respirare per un paio di secondi, e la ragazza svenne. 

Poi la prese tra le braccia, e saltò. Dal terreno, ad un lampione, ad un albero, al soffitto del rifugio. 

Ma Padre Thomas scosse la testa.
<<Cosa ti avevo detto sul fuggire?!>> 

Jacob ormai non era più stupido. Aveva previsto che l'avrebbe fatto. E una volta tolto l'elemento sorpresa al suo avversario, gli bastava liberarsi una mano ed evocare la Spada Sacra per respingere la lama. 

Ora lui si trovava sul tetto, diversi metri più in alto di lui. Lasciò Rhoda lì, sperando che non si svegliasse troppo presto, e infine si girò verso il Diavolo. 

"Non è forte quanto il Supermaestro, e sicuramente non quanto Devadatta. Chissà se il suo essere un sacerdote lo ha indebolito."

Si guardò intorno. Al momento, la zona era deserta. Aveva un piano, il quale gli avrebbe garantito la vittoria certa, ma doveva aspettare. Solo che, se avesse aspettato troppo, il Demone se ne sarebbe accorto. Forse sarebbe fuggito, per uccidere innocenti, o per nascondersi, o forse avrebbe ingaggiato battaglia. In ogni caso, lo scontro era inevitabile. 

Questa era la logica che Jacob usava per giustificare il suo prossimo attacco. Ma in realtà, voleva semplicemente picchiare quel mostro.  

<<Sa qual'è la differenza tra noi due, Padre?>>

Il nemico non si mosse dalla sua posizione. <<Differenze filosofiche, intendi? Differenze nelle nostre concezioni del bene e del male, e di quali dei serviamo?>>

<<No. Differenze nell'avere una Spada in mano.>> Il ragazzo si scagliò su di lui, con la punta della santa lama diretta al suo cuore. 

Padre Thomas si spostò di lato per evitarla. <<Hai ragione.>> Jacob intanto alzò l'Arma e la mosse in orizzontale, mirando ora al suo stomaco. Ma anche questo attacco non andò a segno. 

"...sai, non mi dispiacerebbe colpire qualcuno, ogni tanto."

<<Dovresti vergognarti. Stai assalendo un vecchio disarmato.>>

<<I vecchi di duecento milioni di anni non contano più come vecchi.>>

Ora si trovavano nella strada. Il che non era una cosa buona, perché se fosse passato qualcuno, sarebbe stato un problema. Pur non essendo quella una zona molto trafficata, rimaneva il rischio. Perciò Jacob tirò un calcio, e si ritirò di nuovo nel cortile. 

Aveva attaccato una volta, abbastanza per evitare sospetti. Ora poteva temporeggiare un altro po'. <<Un prete che soccombe ad un Diavolo Accusatore. Non è strano?>>

<<Silenzio, cane del demiurgo! Il mio profeta è Markion, e mi ha raccontato dei peccati del tuo dio!>>

<<Dicono tutti così. Fammi indovinare, credi che Markion sia un Angelo e che io sia un servitore dei Demoni.>>

<<I Giudici sono opere di Yahweh, il demiurgo maligno! Solo il Nuovo Testamento indica la vera via! Tutti coloro che obbediscono al dio di Israele devono essere eliminati!>>

<<Sì, uh, non posso dire di aver compreso bene...>>

Ma Thomas ne aveva abbastanza di parlare, e decise piuttosto di urlare. <<Sia santificato il Suo nome!>> Sollevò una macchina. <<Venga il Suo regno!>> gridò mentre lanciava il veicolo sul ragazzo. 

Forse Jacob sarebbe riuscito a distruggerlo o bloccarlo, ma preferì spostarsi. 

L'impatto sul terreno causò rumore. Molto rumore. Si trattava di una macchina, del resto. Chiunque avesse il turno di notte, l'avrà sentito. 

"Per favore, non uscite a vedere cosa sia stato..."

La porta che dava sulla strada alle sue spalle si aprì. 

"La fortuna non esiste."

Ma, a sua sorpresa, a spuntare fuori non fu un volontario, bensì uno dei senzatetto. Uno che ancora non si era abituato bene all'indossare gli abiti a lui dati, e il cui volto Jacob conosceva bene. 

<<Elliot?! Cosa ci fai qui?>> gridò il ragazzo. 

Quella - fu una distrazione. 

Padre Thomas aveva preso un'altra auto. <<Sia fatta la Sua volontà!>> invocò, mentre la lanciava in direzione di Elliot. 

Una direzione diversa da quella di Jacob. Dovette correre per intercettarla, e nel giro di pochi secondi, decidere se voleva bloccare o tagliare in due l'automobile. 

Decise di bloccarla. Perse l'equilibrio per un attimo, ma riuscì a prenderla. 

<<Jacob...?>> sussurrò il senzatetto. 

<<Ahhh... aspetta... solo... un attimo...!>>

Rilanciò il veicolo al mittente, il quale provò a squartarlo in due con gli artigli. <<Come in cie->> Riuscì a farlo, ma si ruppe la mano. <<Huh. Fa male.>> Probabilmente sapeva che sarebbe diventata di nuovo utilizzabile molto presto, ma considerata la velocità a cui combattevano i Giudici, presto sarebbe potuto essere troppo tardi. <<Lasciamo perdere le preghiere.>> Si avvicinò lentamente ai due. 

<<Elliot, torna dentro.>> ordinò il ragazzo. <<Subito.>>

<<Che succede? Padre Thomas... è posseduto, non è così?>>

<<No- sì, è posseduto. Però posso occuparmene da solo. Come vedi, ho una Spada.>>

<<E lui può lanciare macchine...>>

<<Se sei preoccupato per me, torna dentro e basta.>>

Elliot annuì e corse di nuovo verso la porta. 

Ma non ci arrivò. Un coltello gli fu lanciato nella gamba, e l'uomo cadde per terra. 

"No-!"

<<Dovresti fare più attenzione al campo di battaglia, Giudice!>> gridò Padre Thomas. 

Aveva ragione. Non si era accorto che il prete si fosse avvicinato al punto dove il coltello era caduto. Ora Jacob doveva davvero occuparsi di un innocente ferito.

Si mise in mezzo ai due. <<È me che vuoi, no?>>

<<No, non necessariamente. Voglio tutti i traditori che credono nell'Antico Dio, e lui è compreso.>>

<<Ah.>>

"La fortuna proprio non esiste. Il tempo sì però. E non ne manca molto. Devo solo bloccare un altro paio di attacchi."

<<Ora... dove ero rimasto? Ah sì...>> Padre Thomas si lanciò su di lui. <<Ci dia oggi il nostro pane quotidiano!>>

Jacob tese la Spada, sperando si infilzasse da solo. 

<<E rimetta a noi i nostri debiti!>>

Lui lo fece. Lo fece apposta. Si lasciò trapassare completamente la mano ancora sana, e oltre la mano il collo, così da potersi avvicinare di più. Continuò ad avanzare. Ora a distanza di pochi centimetri, e senza più nemmeno un dito funzionante, morse il Giudice nella gola. 

<<Come noi li rimettiamo ai nostri debitori!>>

Jacob gridò di dolore e cadde a terra, vicino Elliot. 

<<E non ci induca in tentazione, ma ci liberi dal male!>>

Calò il silenzio nella strada. 

<<...i servi del demiurgo... sono sconfitti.>> Padre Thomas si guardò le mani, in procinto di creare una pozzanghera di sangue ai suoi piedi. <<E al contrario mio... senza il potere di Markion... non riusciranno... a...>>

Il Diavolo Accusatore cadde a terra, svenuto. Quel corpo semplicemente non poteva sopportare tali ferite. 

E così, tutti e tre i partecipanti alla battaglia erano in punto di morte, dopo aver sporcato quel cortile di rosso. Una macchina passò accanto al cortile e non li notò, proseguendo ignara di ciò che stava accadendo. 

"...è finita."

<<Elliot... tutto bene...?>> chiese Jacob. 

Il senzatetto era incapace di rialzarsi, ma a parte ciò, sorrideva. <<Non preoccuparti per me. È solo una gamba, e la strada mi ha reso forte. Tu come stai?>>

<<Ah, lo so che normalmente un morso al collo simile mi ucciderebbe, ma...>> Tossì leggermente. <<...se sarò portato in ospedale entro pochi minuti, mi rimetterò in sesto. Sono un Giudice del Signore, dopotutto.>>

<<Un... Giudice. Come quelli del Libro dei Giudici.>>

<<Proprio quelli. Ma scusami. In confronto a loro, io non sono nulla.>>

<<Non dire così. Non tutti sono forti come Sansone.>>

<<Oh, no, non solo in quanto a forza. Non sono nemmeno un vero paragone di virtù.>> La forza vitale lo stava lasciando lentamente. Ma non importava. Elliot stava bene. <<Sai... ho provato ad uccidere Alexander.>>

<<Hm? Davvero?>>

<<Sì. Non pensare sia un pazzo, però, Alexander è un Angelo e quindi sarebbe solo tornato a casa sua.>>

<<Ora sono più tranquillo.>> rise lui. 

<<Già. Però, comunque... non sarebbe stata una cosa buona da fare, sai? Si trattava di una mossa da codardo. Ho persino pensato per settimane a come farlo, mica si trattava di un impulso.>>

<<E, com'è che ora non vuoi più ucciderlo?>>

<<Bè... ho provato ad odiarlo. Ci ho provato davvero.>> Jacob sorrise. <<Ma ho passato ogni giorno con lui. Un letterale Angelo, incapace di fare del male. Ogni mattino lo vedevo accanto a me, e mi chiedevo come avevo potuto passare l'intero pomeriggio precedente ad organizzare piani per farlo fuori. È difficile odiare qualcuno perfetto come lui, sai?>>

<<Immagino. Per esempio, io non riesco proprio a odiarti, nonostante tu mi stia confessando di aver avuto pensieri omicidi.>>

<<Ah no? Come mai.>>

<<Perché mi hai salvato dalla strada, ovviamente. Perché sei la prima persona che io abbia mai visto darmi una cifra per te significativa. E perché ti ho visto stare bene insieme con tutti quanti al rifugio, e ho pensato che tu fossi stato mandato dal cielo in persona.>>

<<Pfft... davvero?>>

<<Gh...>> si lamentò Padre Thomas. Muovendo un braccio, cominciò a rialzarsi. Una mano era già guarita. 

Il senzatetto sospirò. <<È sveglio.>>

<<Hm. Temo che qualcuno morirà, stasera.>> Il ragazzo tossì un po' più forte mentre la sua voce si faceva più lieve. <<Sai, Elliot, non credo di meritarmi tutti questi elogi. Non credo di meritarmi di continuare a vivere.>>

<<Non dire così! Solo perché c'è un Demone a pochi metri da te, e tu sei paralizzato mentre lui ha intenzione di ucciderti, non devi perdere la speranza!>>

<<Hm? Speranza?>> Jacob scoppiò a ridere, per quanto fosse possibile con quel buco nella gola. <<Stai scherzando. Non ho nulla da sperare, io so che noi ce la caveremo come se nulla fosse mentre questo buffone viene preso a calci. Lo senti anche tu questo suono?>>

<<Suono...?>>

<<Merkion... sì, grazie, grande Merkion...>> Il sacerdote ora riusciva di nuovo a muovere le gambe. Dopo essersi alzato, avrebbe facilmente schiacciato i due nemici. 

Ma il Giudice sorrideva serenamente. <<Questo suono, Elliot... è il suono di una creatura che mi vuole bene. E per quanto mi vuole bene, questa creatura ha appena attraversato l'intera città, correndo a velocità tali da essere quasi invisibile ad occhio nudo.>>

<<Esiste davvero una tale creatura, nel reame dei mortali?!>>

<<Come no. Guarda lì nel cielo.>>

Una scia rossa e bianca, con uno scintillio dorato, si era appena lanciata giù da un palazzo di dodici piani. 

La sua destinazione, un prete controllato da un Demone che non si accorse dell'incombente minaccia. 

<<Questa creatura, dalle mie parti, la chiamiamo Arsalan.>>

Alle spalle di Padre Thomas, uno schianto creò un cratere da tre metri di diametro. 

Se il sacerdote si fosse girato un secondo prima, avrebbe potuto vedere due occhi furiosi, e il bagliore di una Spada Sacra riflettente la luce della luna. Avrebbe visto la gloria di quel servo, e forse avrebbe pure usato una mano per evitare di esserne accecato. 

Invece, tutto ciò che vide fu un pugno. 

Poi fu lanciato attraverso un muro. 

<<-Padre Thomas.>> ringhiò Arsalan. <<Questa non è la prima volta che incontro la tua specie, i traditori senza pentimento, né sarà l'ultima. Perciò, non pensare che ci andrò leggero con te... tutto il contrario.>>

<<...Alexander...?>> chiese Elliot, provando ad alzare lo sguardo. 

Il Diavolo Accusatore doveva aver perso coscienza di nuovo. Gli Angeli non potevano uccidere umani, del resto. In ogni caso, prima che si svegliasse, Arsalan accorse vicino a Jacob. <<Come hai fatto a farti mordrere il collo?!>> Si strappò un limbo di maglietta e lo usò per bendare la ferita. <<Non osare alzarti.>>

<<Felice di vederti, "Alexander".>>

Nel frattempo, quello si stava ora occupando della caviglia di Elliot. Rimosse il coltello in modo indolore, per poi accertarsi della severità della ferita. <<Ah... posso occuparmene da solo, sì, ma mi servono altre cose...>>

<<Le prendo io.>> disse una voce femminile proveniente dall'alto. 

<<Oh, ciao Rhoda.>> salutò l'Angelo come se nulla fosse <<Che ci fai sul tetto?>>

La ragazza si stava affacciando sul bordo, coricata con la pancia in giù. <<Il tuo amico mi ha portata qua sopra per tenermi al sicuro.>>

<<È un ragazzo molto serio e responsabile, huh?>>

<<Come no. Ma se non fosse per te, credo si perderebbe subito.>>

Jacob tossì, cercando di nascondere il colore sul suo volto. <<C'è un senzatetto in bisogno di cure mediche.>>

<<Giusto.>> Rhoda si alzò e dopo che Arsalan le ebbe spiegato cosa gli serviva, corse verso la scala che dal soffitto portava ai piani inferiori del rifugio. 

<<Quindi... Jacob... quanto sanno loro due?>> chiese l'Angelo. 

<<Uh. Più o meno tutti i fondamentali. Se non Rhoda, Elliot sicuramente ha capito quale sia la situazione.>>

<<Alexander, tu sei...>> L'uomo allungò il braccio.

<<Proprio così.>> Prese la sua mano tra le sue <<Il mio vero nome è Arsalene - ma tutti mi chiamano Arsalan.>>

<<Sei davvero un Angelo.>>

Lui annuì ancora. 

<<Sei stato mandato qui a salvarci direttamente da Dio, non è così?>>

<<In realtà... mi ha chiamato Jacob. Non appena sono arrivato a casa e ho notato che la Spada non era più lì, ho capito che lui la dovesse stare usando, e ormai mi aspetto sia abbastanza maturo da non evocarla più per aprire le lattine.>>

<<Per una volta, il mio piano ha funzionato alla perfezione.>> esultò il ragazzo. <<La tua entrata forse è stata un po' esagerata, considerato che non hai nemmeno ucciso il nemico, ma non importa.>>

<<Io ho fatto del mio meglio.>>

<<Eccomi, Alexander.>> La porta sul cortile si aprì, e ne uscì Rhoda, con una cassetta in mano. <<Purtroppo non sono riuscita a trovare la->>

<<Rhoda!>>

Gridando il nome della ragazza, Padre Thomas si alzò di scatto, e le mise una mano insanguinata intorno al collo. <<Non muovetevi, o sarà lei a morire!>>

Quell'uomo, un tempo, aveva dei motivi per i suoi omicidi, ma ormai era rimasta solo la sete di sangue di un Demone. 

Il prete guardò la ragazza. <<Sei fortunata, io ho giurato di uccidere solo coloro che obbediscono al demiurgo. Penso ti prenderò solo in ostaggio.>>

<<Oh, andiamo! Di nuovo in piedi?!>> disse Jacob. Provò a rialzarsi anche lui, ma cadde sulla propria schiena. 

<<Sì, penso proprio che adesso scomparirò nella città, e poi ricomincerò ad eliminare infedeli. Rhoda potrà tenere loro compagnia, e guardarli esalare i propri ultimi respiri.>> Padre Thomas alzò gli occhi al cielo. <<E non ci induca in tentazione, ma ci liberi dal male! Am->>

-la sua testa si aprì in due. 

Un minuscolo proiettile, quasi invisibile a chiunque se non i due Giudici, cadde dall'alto e si andò a piazzare nella sua fronte. 

Il suo cervello non poté comandare alle mani di muoversi, perché era stato distrutto. Anche se avesse avuto altra voglia di combattere, gli era impossible muovere il corpo. 

Così, non poté fare altro che morire con poche cerimonie. 

<<...en.>>

Le dita intorno al collo di Rhoda si aprirono mentre Padre Thomas crollava per l'ultima volta. 

<<Che- che cosa- cos'è stato?!>> chiese Jacob. Guardò la direzione da cui era venuto l'attacco e non vide nulla, se non un lampione dall'altro lato della strada. 

Non emanava luce, e quella zona era oscurata. Ma si poteva distinguere chiaramente una figura, in piedi, in cima a quel palo. 

O almeno, la si poté distinguere nei pochi secondi prima che scomparisse con un salto. 

<<...non lo so.>> disse Arsalan. Scattò accanto al cadavere. Vide un buco nel suo cranio, ma non ciò che lo aveva creato. L'arma del delitto era scomparsa. <<...ma di chiunque si trattasse, potrebbe non essere amichevole.>>

Tutto ciò che trovò, fu... gocce d'acqua dentro il cervello. 

<<Ecco, che ne dici ora?>> Pochi minuti dopo, Arsalan finì di fasciare la caviglia di Elliot, e lo aiutò a rialzarsi.


<<Molto meglio. Non credo di riuscire a camminare, ma grazie, uh, Arsalan.>>

L'altro sorrise. <<Nessun problema. Piuttosto, spiegami una cosa - come mai eri qui fuori?>>

<<Ah...>> Il senzatetto distolse lo sguardo. <<Stavo provando a fuggire. Non... sono abituato alla vita da rifugio.>>

<<Come immaginavo. Molti degli attuali residenti dicevano la stessa cosa, quindi credimi quando ti dico... che ti ci abituerai.>>

<<Io- ugh.>> Anche Jacob si rimise in piedi, sostenuto da Rhoda. <<Sono uno studente e come vedi spesso rimango coinvolto in queste liti, ma se dovessi avere del tempo libero, verrò a visitarti, Elliot.>>

<<Non devi scomodarti. Penso faresti meglio ad andare in palestra.>>

<<Stai scherzando? Sono praticamente invincib->> Tossì tanto forte da forzargli sangue fuori dal naso. <<Beh, l'importante è che me la cavi.>>

Elliot si avvicinò a lui e gli strinse la mano. <<Grazie anche a te, Jacob. Sei davvero degno del tuo titolo di Giudice del Signore. Ci vediamo.>> Con questo saluto tornò dentro l'edificio. Arsalan lo seguì. 

Rimasero solo in due, in quel cortile. 

<<Non mi piace il fatto che la tua idea di aiutarmi sia stata tagliarmi l'ossigeno, ma ne sono uscita come quella con meno ferite, quindi, grazie pure da parte mia, Jacob.>> disse Rhoda. 

<<Figurati.>> rispose, guardando il cielo per evitare che gli colasse altro sangue. <<Quando si tratta di Demoni, non ci si può permettere che ci siano innocenti in giro.>>

<<...heh, Demoni.>> La ragazza sorrise. <<Se non avessi visto quella creatura con i miei occhi, penserei che stessi scherzando. Sei un cacciatore di mostri o cosa?>>

<<Ah, tu - non hai idea di cosa sia un Giudice. Mi piacerebbe essere te. Sì, suppongo di essere semplicemente un cacciatore di mostri.>>

<<E, i vampiri esistono?>>

<<Non che io sappia.>>

<<E, Alexander è un Angelo, giusto?>>

<<Per qualche motivo non ne sembri sorpresa.>>

<<Andiamo, è impossible per un umano essere freddo e allo stesso tempo amorevole come lui. Gli mancavano solo le ali.>>

Wow, Jacob era proprio stato l'ultimo ad affezionarsi ad Arsalan. 

<<Buon per lui, ma se non inizia ad essere meno angelico, verranno altri Demoni a cercarci.>>

<<Ma se lo diventasse, poi non ti piacerebbe più cosi tanto.>>

<<Uh, puoi lasciarmi andare ora, grazie.>>

Lei appunto lo lasciò andare, e il ragazzo cadde all'indietro di nuovo. Rhoda lo prese al volo. <<Hmm, pare ti serva ancora aiuto, Giudice.>>

Lui non aveva come rispondere. Era imbarazzato, ma voleva anche dirle di stare zitta per una volta e lasciarlo in pace. <<A-a quanto pare.>>

<<Il tuo amico tornerà presto, e poi ti lascerò nelle sue mani. Devo tornare a casa anch'io, del resto. Però prima, volevo chiederti una cosa.>>

<<Hm? Come no.>> rispose <<Chiedi pure.>>

<<...hai detto che i Demoni vengono a cercarti personalmente, giusto...?>>

<<Giusto.>>

<<Ecco, quindi...>> Lo guardò negli occhi con durezza. <<Dovrai tenere le distanze da noi umani per evitare che siamo coinvolti?>>

La domanda lo sorprese. Non aveva mai pensato a nulla del genere. 

<<No? Nessun Demone conosce la mia identità.>>

Rhoda sospirò. <<Proprio quello che volevo sentire. Allora, ci vediamo, Jacob Aiagon.>>

Gli diede una pacca sulla schiena che fece uscire altro sangue dal suo naso, ma finse di non accorgersene. Poi indietreggiò, uscendo dal cortile. <<Non farti ammazzare prima di reincontrarmi!>>

Il Giudice fece del suo meglio per non cadere un'altra volta. <<Ci proverò.>> disse, salutando con la mano. 

-così la sua giornata si concluse. Statisticamente, la maggior parte delle giornate non finivano con un Diavolo Accusatore morto e un paio di amici guadagnati, il che rendeva certamente quella speciale. 

Eppure, per qualche motivo, Jacob non la sentiva come tale. 

Del resto, se il Diavolo Accusatore era morto, non era certo grazie a lui. Aveva fatto quasi tutto Arsalan, e quel misterioso proiettile. E sempre Arsalan aveva medicato Elliot, e lui stesso. Senza l'aiuto dell'Angelo, a morire sarebbero state tutte le persone sbagliate. 

La verità era che lui, il Giudice del Signore, non aveva mai ucciso alcun Demone, il quale era il suo lavoro. 

Forse... non era fatto per essere un Giudice. 

<<Sono tornato!>>

...pare che dopo il calare del sole i pensieri negativi aumentino. Arsalan, invece, aveva l'effetto opposto. Il vederlo non rendeva certamente Jacob felice, ma interrompeva qualunque ruminazione deprimente stesse attraversando la sua testa. 

<<Ehilà. Visto che sei qui, ti dispiacerebbe...>>

E così, il ragazzo si lasciò cadere in avanti, più per strematezza che per la ferita al collo. Come previsto, fu preso al volo. 

<<Ottimo lavoro, Jacob.>> sussurrò l'Angelo. <<Tre Demoni a terra, grazie a te.>>

8 Giugno 2020

Una moneta roteò nell'aria, oscurando la luce della luna. 

<<Ti avevo detto che uccidere quel prete non fosse necessario.>>

Due figure dall'alto di un edificio osservavano Arsalan e il suo Giudice. 

<<Non stava a me scegliere.>>

La moneta tornò giù. Prima che potesse compiere l'ultimo giro e toccare terra, la donna la prese. 

<<E ora, cosa intendi fare?>>

<<Testa.>>

<<Quindi, rimandiamo?>>

<<Esatto...>>

La donna si rigirò i quattro chiodi tra le dita. 

<<...rimandiamo il nostro incontro con Jacob Aiagon.>>