Ignis superbus
"Angelo Custode - Arsalene."
"Forza: capace di combattere un Demone. Con Spada: può squarciare il metallo."
"Velocità: quasi invisibile se inaspettato. Può essere tracciato se aspettato."
"Riflessi: leggermente più lenti. Può reagire a proiettili senza saperne la traiettoria in anticipo."
"Resistenza: può facilmente sopravvivere cadute di almeno sei piani ed essere estremamente vicino ad un'esplosione."
31 maggio 2020
Al posto di ascoltare le lezioni, Jacob continuò a scrivere tutte le informazioni su Arsalan che possedeva. Doveva trovare un modo per liberarsi del suo Angelo Custode, prima che un altro Diavolo Accusatore si facesse notare. Sarebbe stato facile lasciare che combattesse un Demone e si uccidessero a vicenda, ma non ci teneva a rimanere coinvolto in un'altra battaglia.
L'università era l'unico posto dove Arsalan non l'avrebbe seguito, per cui poteva svolgere il lavoro solo durante quelle poche ore.
Dopo aver segnato "Apparentemente illimitata" accanto a "Resistenza Fisica", si distrasse pensando a un piano.
"Ma come? Come posso prenderlo di sorpresa, e colpirlo con qualcosa di abbastanza potente? La Spada Sacra può finirlo in un solo colpo?"
Nella sua noia, disegnò qualcosa - una Stella di Davide.
"...devo proprio aspettare che un Diavolo Accusatore venga a cercarmi?"
I suoi pensieri andarono a quella sera di una settimana prima.
Devadatta era morto. Tevatort era sceso all'Inferno. Tutto era finito. Ma nel cielo notturno, era apparso un simbolo di luce.
<<Che cos'era quello, Arsalan?>> aveva chiesto il Giudice, seduto sul proprio letto. Era inquieto, come era giusto che fosse. Nessuno aveva mai visto nulla di simile.
L'Angelo non aveva esitato a rispondere. <<L'Albero della Vita. Non so cosa possa significare, per un Diavolo Accusatore.>>
<<C'è qualcosa di più importante- chi ha il potere di fare qualcosa così?>>
<<...chiunque sia stato, deve essere un maestro della Luce Creata.>>
Il ragazzo sospirò. Non capiva niente. <<Dei cosa?>>
<<Lascia perdere, non ti serve sapere tutto. E le discussioni metafisiche non sono decisamente per te. Si tratta, però, di qualcuno estremamente potente. Persino superiore a me.>>
<<Magnifico!>> Lo intendeva come sarcasmo, ovviamente.
...ovviamente...
<<Dunque, abbiamo intenzione di aspettare finché gli omicidi di questo Diavolo Accusatore non saranno diventati ovvi?>>
L'Angelo scosse la testa. <<Stiamo parlando di un demone che ha creato un simbolo divino in mezzo al cielo perché tutta la città lo vedesse. Quando comincerà ad agire, sarà ovvio.>>
<<Giusto.>> Il ragazzo sospirò.
Se non avesse già saputo di doversi aspettare altri Demoni, avrebbe reagito in modo ben diverso. Ma quell'uomo l'aveva avvertito. Si era già preparato mentalmente, e aveva già trovato un modo per sopportare l'idea.
<<Un'ultima domanda, Arsalan...>>
Adesso, era solo questione di mantenere la farsa, finché non avesse trovato un modo per liberarsi di quell'essere venuto dal cielo.
<<...domani, andiamo a comprarti un telefono?>>
Un telefono.
Gli era sembrata la cosa più corretta da fare, in quel momento. Del resto, mentre lui era all'università, Arsalan non poteva fare nulla se non girare per la città, magari a investigare. Rimanere seduto sul letto a non fare niente sarebbe probabilmente caduto sotto il peccato di pigrizia.
Dunque, avevano bisogno di un modo per tenersi in contatto a distanza. Oltretutto, l'Angelo aveva dimostrato di non sapere tutto. I PDF dei libri di Demonologia gli sarebbero stati utili.
Tanto per sicurezza, il ragazzo era sempre pronto a rispondere ad una sua chiamata, in caso gli servisse aiuto... o a non farlo.
Perché proprio non vedeva come avrebbe potuto sbarazzarsi di Arsalan, se non lasciando che cadesse in battaglia.
"Ehi, vecchio bizzarro che vive nella mia anima? Potresti aiutarmi un'altra volta?"
Non ci fu risposta.
E chi era quell'uomo dalle vesti regali, comunque? Poteva almeno fidarsi di lui? Non ne aveva parlato con l'Angelo perché voleva avere almeno alcune risorse di cui lui non fosse a conoscenza, ma se si fosse trattato solo di un altro nemico?
Questo si chiedeva il Giudice, e fu l'ultima cosa a cui pensò prima di uscire dall'aula.
Per un attimo pensò che Arsalan sarebbe potuto essere lì per accompagnarlo a casa, ma non c'era.
"Heh. Andiamo, stiamo parlando di un Angelo del Signore. Ed è tuo nemico. Non trattarlo come un amico o roba del genere, perché lui non lo farà."
Scese dal tram e percorse l'ultima parte del tragitto.
Arrivato davanti alla porta dell'appartamento, Jacob forzò un sorriso.
Se l'Angelo avesse notato che stava tramando qualcosa, sarebbe stata la fine per lui.
Così si finse il più stanco e annoiato possibile, cosa che comunque era, preparò una battuta, ed aprì la porta.
<<Tesoro, sono a ca->>
Apparentemente, ad Arsalan era venuta in mente la stessa battuta.
Lo trovò davanti ai fornelli a cucinare, con un grembiule addosso. La tavola era già apparecchiata per una sola persona.
<<Bentornato, caro.>> salutò l'Angelo con un sorriso. <<Hm? Perché non entri?>>
Congelato sulla soglia, il ragazzo chiese: <<...Arsalan? Perché indossi quella roba e... stai cucinando?>>
L'altro spense il fuoco proprio in quel momento. <<Hai bisogno di mangiare, o no? Perciò ti ho preparato il pranzo. Devi sempre essere al tuo meglio!>>
<<...okay... e il grembiule?>>
<<Per evitare di sporcarmi, ovviamente.>>
<<Sei... una creatura divina capace di bloccare i proiettili.>>
<<Vuoi che eviti gli schizzi di fritto? È solo stancante. E poi, mi sta benissimo.>> Fece una piroetta per mostrarlo.
Ah, la personalità totalmente inconsistente di quell'Angelo.
<<Comunque, buon appetito.>> Arsalan gli presentò il risultato dei suoi sforzi: pasta con sugo di pomodoro.
Jacob si sedette. Non aveva mai provato quel piatto, a quanto ricordava, semplicemente perché non aveva idea di come prepararlo.
<<...questa è nuova. Dove hai imparato a cucinare italiano?>>
<<In questa casa, proprio qualche minuto fa. Ora, mangia.>> disse, facendo un gesto.
Il ragazzo annuì e lo guardò allontanarsi nell'altra stanza.
"Ha parlato di stanchezza. Dunque ha un limite di resistenza fisica." pensò. "Bene. Posso fare affidamento anche su quello. Se dovesse essere sotto continuo attacco, potrei avere una possibilità."
Poi assaggiò la pasta.
"Wow. L'aggiungerò alla lista delle sue abilità."
<<...ma nonostante la perdita dell'edificio, tutti i presenti sono stati evacuati.>>
<<Huh?>>
A quanto pareva, la TV era stata accesa. Il telegiornale stava parlando di un incendio che aveva distrutto un orfanotrofio in città. Sembrava improbabile fosse stato causato da qualcuno, ma le autorità avrebbero indagato.
<<Non hanno fatto i collegamenti.>> disse Arsalan <<E se li hanno fatti, non vogliono annunciarli pubblicamente per evitare di spaventare la popolazione.>>
...ah, la personalità totalmente inconsistente di quell'Angelo.
Arsalan mostrò al ragazzo un articolo sul cellulare.
<<Un mese fa, è accaduta la stessa cosa all'edificio di un'associazione animalista. E ieri notte, ad una mensa per i poveri. Tutto in questa città. La stessa città dove è stato visto...>> Si spostò su una foto dell'Albero della Vita, scintillante nel cielo. <<...questo.>>
<<Quindi pensi ci sia un Diavolo Accusatore che sta... bruciando edifici casuali?>> chiese l'altro, posando il piatto vuoto.
<<No, non casuali.>> rispose <<Orfanotrofio, animalisti, carità. Sta colpendo coloro che aiutano i bisognosi.>>
<<Stanno. Non dimenticare che ciò che vogliono i Diavoli è un culto a renderli più potenti.>>
<<Spero non sia così anche in questo caso. Del resto, chi seguirebbe una persona del genere?>>
"Già..." pensò Jacob "Credo troverai che ci sono molti umani disposti a farlo."
O forse Arsalan lo sapeva, e si stava solo ingannando, perché preferiva credere nel bene dell'umanità. Era decisamente qualcosa che avrebbe fatto.
<<Comunque, dove credi che colpirà adesso?>> domandò il ragazzo.
<<Il problema è che, se quello che questo Diavolo fa è colpire gli altruisti, ci sono troppe opzioni. Un rifugio per immigrati, una caserma dei pompieri...>>
<<...tentar non nuoce.>>
<<Tentar cosa?>>
Jacob prese il telefono, e dopo qualche secondo, sorrise. <<Heh. Ridicolo.>>
L'Angelo guardò lo schermo. Era una mappa della città dove il Giudice aveva segnato i tre posti già colpiti. Poi aveva disegnato linee che collegavano quei tre posti.
<<Ah. Unendo i puntini... sta disegnando...>>
<<...un pentagramma.>> concluse il ragazzo <<Sì, è scontato. Sono piuttosto deluso. In ogni caso, se continua a disegnarlo in ordine, il suo prossimo bersaglio sarà...>>
Indicò un punto sulla mappa.
<<...la chiesa.>>
<<Potrebbe farlo questa sera stessa. Sembra stare accelerando.>>
<<Nessun problema. Saremo lì ad aspettarlo.>>
"E chissà... magari questa sarà la volta buona."
<<Prima, però...>> disse Arsalan.
Con un gesto, l'Angelo gli tolse il telefono dalle mani, e corse a spegnere la televisione.
<<Finisci di mangiare. Ho anche preparato una frittata.>>
...ah... totalmente... inconsistente...
Arrivò presto la notte.
La Spada Sacra del Giudice scintillava sotto la luce della luna.
Non un solo movimento, se non quello degli insetti, era percepibile intorno alla chiesa.
Seduti in cima al campanile della chiesa, l'Angelo e il Giudice potevano osservare l'intera zona.
<<...è tardi.>> notò Jacob <<Forse non verrà.>>
<<Forse no. Ma dobbiamo essere pronti.>>
Il ragazzo guardò la situazione.
Sotto di loro, un cortile di pietra, circondato da alte mura. Tre, quattro metri, forse. L'unica via per entrare sarebbe stato aprire il cancello.
...anche se erano molto in alto, quella caduta non sarebbe stata maggiore di sei piani.
Ma se l'avesse gettato direttamente nel fuoco, dopo che era stato appiccato... forse...
<<Jacob.>> lo chiamò Arsalan.
<<E-eh?>>
L'Angelo parlò senza guardarlo in faccia. <<Cucinare e combattere non sono le uniche cose che so fare. Mi è stata riconosciuta anche una speciale... tecnica, se vogliamo chiamarla così. L'hanno chiamata Tentazione.>>
<<Una... tecnica?>> Di che stava parlando, ora?
<<I Demoni sono fatti a immagine di Satana e Lucifero, per cui condividono i loro peccati mortali: l'invidia e l'orgoglio. Ed è lì che io li colpisco. Quando prendi in giro un Diavolo Accusatore, quando ferisci il suo orgoglio... puoi renderlo vulnerabile.>>
Era davvero l'ora di parlare di quella roba? Avrebbe potuto insegnarglielo prima, no? <<Mi stai dicendo che li insulti?>>
<<Più o meno. Ma di solito non dico loro nulla che non sap->> Improvvisamente, l'Angelo si fece teso. <<Dobbiamo rimandare. Arriva qualcuno.>>
Jacob abbassò lo sguardo. Una figura nell'oscurità si stava arrampicando sul cancello.
<<Non sembra avere nulla di pericoloso.>>
No. Era chiaramente solo un ragazzino. Probabilmente sui dieci anni. Stava andando a recuperare un pallone, che magari aveva perso nel cortile quel giorno.
<<...falso allarme.>> Arsalan rilassò i muscoli, ammesso che ne avesse, e smise di fissarlo.
Dopo aver recuperato la palla, il bambino si diresse di nuovo verso il cancello.
Ma non lo scalò.
Lo aprì dall'interno.
In quel momento, dall'alto lato della strada, opposta alla chiesa, una porta si spalancò.
Ne uscì un gruppo composto da una decina di persone con i volti coperti da cappucci.
Tutti tenevano pezzi di legno in fiamme in mano, come se intenzionati a bruciare una strega. E sembravano pronti ad usarli.
<<Sono loro!>> gridò Arsalan <<Fermiamoli!>>
L'Angelo fece un salto, rimbalzò sul soffitto, e scese nel cortile, bloccando la strada del gruppo.
<<Fermatevi, e non vi sarà fatto del male.>>
Jacob ci mise un po' di più, perché dovette scendere prima sul tetto e poi gettarsi giù. In ogni caso, apparve alle spalle dei tipi.
<<Lo so che quello con la spada sono io, ma mi preoccuperei di lui piuttosto.>>
Ci fu un attimo di silenzio. Sembravano tutti restii a usare la violenza.
<<Visto? Basta così. Possiamo parlar->>
...poi uno di loro gridò, e lanciò la propria torcia su Arsalan.
Lui la prese al volo senza nemmeno battere le palpebre. Sospirò. <<Avrei preferito la pace, ma voi non sembrate interessati.>> Con un soffio, spense la fiamma. <<Jacob, puoi procedere.>>
Il Giudice cominciò a disarmarli, uno dopo l'altro. Anche se tenevano tutti tizzoni ardenti in mano, erano totalmente incapaci di combattere. Anzi, sembrava non l'avessero mai fatto prima. Si limitarono a gridare. Così presto si ritrovarono al buio e inermi.
Arsalan tolse loro le maschere - c'erano cinque donne, tre uomini, e due bambini.
<<È stato troppo facile. Nessuno di questi è legato a un Diavolo Accusatore.>> disse Jacob.
<<...è un culto.>> Arsalan strinse un pugno per la frustrazione. <<Un altro culto.>>
<<Non diffamare così il nostro nome, scarabeo! È solo l'ordine naturale del mondo!>>
Questa voce - era nuova. Tutti si girarono.
In piedi sopra le mura del cortile si trovava un uomo. Indossava un elegante completo blu da lavoro, con tanto di cravatta. Aveva i capelli biondi, e due occhi che sembravano illuminarsi nel buio di quella notte.
<<Supermaestro!>> gridò uno dei seguaci, ma Jacob gli mise una mano sulla bocca, seccato.
<<Dunque sei tu il direttore del circo.>>
<<Il tuo parole mi offende. Io non sono altro che un maestro, scarabeo.>> rispose. Con un salto, scese dal muro.
Arsalan gli scattò davanti. <<Devi essere tu.>>
Il Supermaestro lo guardò dall'alto al basso, pur essendo più basso, senza esitazione. <<E io sono.>>
<<Mi diresti il tuo nome, o Demone?>>
<<Non ci vedo da guadagnare.>>
<<Capisco. Allora mi limiterò a distruggerti.>> Evocò la Spada.
L'avversario arretrò. <<Non sperare in ciò!>>
Mise le mani dietro la schiena per un secondo, e quando le tirò fuori, era apparsa una gigantesca fiaccola.
Arsalan si mosse per prenderla, ma fu troppo lento.
La fiamma si espanse in modo soprannaturale, e innalzandosi di diversi metri, diede fuoco al campanile.
<<Ahhh, il fuoco.>> sospirò il Supermaestro. <<Mai ho visto qualcosa similmente bilanciato, nell'universo. La distruzione che causa, e l'aiuto che offre, sono esattamente identici. Per questo il mio Demone ha passato secoli così da imparare a comandarlo!>>
Come risposta, Jacob lo chiamò un bastardo e lo gettò a terra, Spada di fronte agli occhi.
<<L'uomo di Dio!>>
<<Quindi mi conosci.>> Il ragazzo avvicinò la lama al suo volto.
<<Era ovvio che Devadatta controllasse un Demone, ed era dunque ovvio che ad ucciderlo fosse stato un uomo santo. I Diavoli in questa città non aspettano altro che te!>>
<<H-huh?>>
<<Sei un Giudice, non è così? Bene, Giudice, tu sappia che molti Demoni sono interessati in te, alcuni più potenti di altri! Finché sei in possesso di quella Spada Sacra, non avrai via di fuga.>>
Jacob guardò l'Arma.
"Alcuni più potenti..."
Ricordò Devadatta. Ricordò la ferita che gli aveva provocato, come lo aveva quasi ucciso tre volte.
Il suo cuore smise di battere.
<<...altri... demoni...>>
A svegliarlo fu Arsalan, che gli era corso accanto. <<Non- distrarti!>>
Il Supermaestro aveva acceso un fuoco nella propria mano, e stava per gettarlo su Jacob.
L'Angelo però gli mosse il braccio, e concentrò la fiamma sul proprio petto per dirottarla.
<<Arsalan?!>>
Un grido di dolore.
Il Supermaestro era ora in piedi, e il suo culto aveva circondato i due.
<<Arsalan?! Stai bene?>> chiamava il Giudice, lasciando che l'altro si appoggiasse su di lui.
Arsalan non stava decisamente bene. Il fuoco l'aveva ferito più di quanto avesse dovuto. Ma finse che non fosse così. <<Tutto... a posto. Il mio compito è difenderti.>>
<<Non->>
Il ragazzo avrebbe ribattuto, prima di accorgersi che sarebbe stato ipocrita.
Era o non era lui quello che aveva pianificato come 'uccidere' l'Angelo? E non aveva forse usato la scusa che gli Angeli erano immortali, e che sarebbe semplicemente tornato in cielo?
Eppure, quel grido... era così umano...
<<Ah, vedi, Giudice? Aiutare gli altri è un atto futile.>> disse il Supermaestro <<Su questa Terra ogni uomo è a sé. I forti devono imporsi sui deboli. I Superuomini meritano di controllare voi... gli scarabei.>>
Jacob sperava che fosse simile a Devadatta, e che avrebbe sprecato tempo a parlare. <<Quindi è per questo che distruggi orfanotrofi e mense, non è così?>>
<<Esatto. Non perché voglia evitare che gli altri siano altruisti, sia chiaro - ciò renderebbe anche me un altruista. Semplicemente... il fatto che tutti questi scarabei si sforzino per aiutare altri scarabei, piuttosto che servire me, il Superuomo...>> Chiuse un pugno con tanta forza che fece un rumore. <<...mi disgusta.>>
<<Supermaestro, possiamo ucciderli ora?>> chiese un accolito, che aveva appena riacceso la propria fiaccola.
<<Hm? Oh sì, proseguite. Dimostrate la vostra abilità di fronte a me, il Superuomo, l'unico di cui vi serve approvazione.>>
Il cerchio intorno a Jacob e Arsalan si strinse.
<<Sono tutti umani.>> disse il ragazzo. <<E li abbiamo già picchiati pochi secondi fa.>>
<<Allora nessun problema.>> rispose l'Angelo alle sue spalle <<Ma lasciami usare la Spada.>>
<<Con piacere.>>
Il primo nemico li attaccò. Fu abbastanza saggio da dirigersi verso Jacob, ma non abbastanza da ritirarsi immediatamente. Ricevette un pugno nello stomaco e fu spedito all'indietro.
Il secondo invece decise di rivolgersi ad Arsalan. Lui fu più fortunato, e venne semplicemente scagliato su un albero lì vicino.
L'Angelo poi tagliò di netto un grande ramo e lo usò come frusta. La sua forza gli permise di fare male anche con quello.
<<Huh, pensavo fossi ferito.>> esclamò Jacob, facendo cadere un altro cultista con un calcio.
<<Lo sono. E ogni movimento è doloroso.>> Sorrise mentre lo diceva <<Ma se non lo sopporto, dovrai essere tu a farlo.>>
"...ah..."
Questo era l'Angelo che aveva pensato di uccidere.
Solo ora, circondato da nemici, si rendeva conto di quanto fosse stata un'idea stupida.
Arsalan l'avrebbe protetto.
L'avrebbe protetto da ogni Diavolo Accusatore in quella città.
E senza di lui, sarebbe morto.
...se Dio esisteva, l'aveva veramente benedetto, per una volta.
<<Grazie per il pensiero.>>
Con questa frase, Jacob spense l'ultima fiaccola che vide, e la distrusse, per assicurarsi che non fosse mai più riaccesa.
<<...un culto.>> disse Arsalan. <<Supermaestro, hai creato un culto della personalità. È->>
<<No, no, questi scarabei non adorano me.>> spiegò lui <<Loro adorano il Superuomo. E io ho dimostrato di essere il Superuomo. Purtroppo, chi non ha questo onore, rimane uno scarabeo - a modo suo, bello, e a modo suo, unico. Ma minuscolo e insignificante.>>
I suoi ammiratori si inchinarono leggermente.
"Non so che parola stesse cercando Arsalan, ma sono d'accordo con lui."
Era orribile come un uomo potesse ingannare tutta quella gente, obbligandola a fare tutto ciò che chiedeva loro.
Tuttavia, quella situazione poteva essere cambiata.
<<...ah, davvero?>>
Jacob si fece avanti.
<<Allora ho un motivo in più per ucciderti. Mostrerò a tutti chi è il vero Superuomo, qui.>>
<<Oh? Un duello?>>
<<Penso sia più giusto definirla una dichiarazione di guerra.>> Con un raggio di luce, evocò la propria Spada. <<Arsalan, stai indietro. Questo sarà un uno contro uno, uomo contro uomo. Sono pronto stavolta.>>
Perché ne era così sicuro?
Non lo era. Non era più potente di quanto lo fosse cinque minuti prima, né più saggio, né più agile.
Ma il volto di quel tipo gli dava un estremo fastidio, e non voleva fare altro che ucciderlo.
<<Fatti avanti, scarabeo! Lascia che infranga il tuo spirito, e consolidi il mio dominio!>>
E dunque, gli corse contro.
Il Supermaestro evitò la lama e apparve alle spalle del ragazzo. Provò a creare del fuoco sui suoi capelli, senza successo. Jacob si girò e ancora colpì l'aria. Il suo nemico era semplicemente troppo veloce.
Gli lanciò la Spada, lui la fermò. Quando la riprese Jacob fu costretto a indietreggiare per via delle fiamme sotto i suoi piedi.
Per un attimo, incrociò lo sguardo di Arsalan.
"Heh."
<<...ti stai trattenendo, o sei semplicemente così scarso?>> chiese improvvisamente il ragazzo, quando si accorse di non essere stato colpito nemmeno una volta.
<<Insolente. Un vero Superuomo non ha bisogno di tutto sé stesso per liberarsi di uno scarabeo, poiché è tre volte più grande!>>
<<...bel discorso ma sei sicuro di non essere semplicemente scarso?>>
Quello non rispose. Si limitò a gridare dalla frustrazione e a lanciare un getto di fuoco.
"Aveva ragione. Questi tipi sono intelligenti, ma quando li insulti, diventano bestie. E un tipo che si considera il Superuomo deve decisamente essere particolarmente orgoglioso."
<<Ehi, non per dire, ma... questo è tutto il tuo culto?>>
<<Come osi?!>>
<<Quindi lo è! È un peccato, perché->> evitò di essere azzannato rotolando all'indietro <<-dicevo, perché Devadatta aveva tipo centootto accoliti. Tu invece... cosa, una dozzina?>>
<<Silenzio! E combatti!>>
No, non avrebbe combattuto. Jacob si ritirò, intento ad evitare ogni colpo. <<E ti fai chiamare il Superuomo? Non dovresti essere il migliore in tutto? Sicuramente non sei il migliore in quanto a numero di fan. Andiamo, persino io avevo venti followers qualche anno fa!>>
<<Tu... metti in dubbio la mia autorità?!>>
Gli occhi del Supermaestro diventarono totalmente bianchi. Se mai c'erano state pupille, ora non ne era rimasta traccia.
Forse... c'era stato un errore di calcolo.
<<Io sono Xaphan, colui che ha dato fuoco al Paradiso. Ho portato la furia degli Inferi nel palazzo di Dio, e gli Angeli sono caduti per mano mia! Il mio potere annichilirà tutta la luce della tua anima!>>
Il Diavolo, ora controllando completamente il corpo del Supermaestro, graffiò il terreno di pietra, accendendo una fiamma.
In pochi secondi, quasi tutto il cortile era stato riempito dal fuoco.
I membri del culto si rifugiarono dentro la chiesa, finché fosse stato possibile.
Jacob invece salì sul soffitto, ma Xaphan sembrava pronto a seguirlo.
"Un altro... errore." pensò il giovane Giudice. "Questi demoni... non posso mai prevedere le loro mosse?"
Una voce lo risvegliò dai suoi ragionamenti. <<Jacob, va bene così.>>
Arsalan era ancora nel cortile, nell'unico spazio non raggiunto dalle fiamme. <<L'idea era di lasciare che un uomo sconfiggesse un altro, giusto? Ma il nemico ora è un Diavolo Accusatore.>> La Spada apparve nelle sue mani. <<È giusto che se ne occupi un Angelo.>>
<<Aspetta!>> lo richiamò il ragazzo <<Quel fuoco->>
<<Non è nulla.>> Lo guardò e sorrise. <<Nient'altro che la creazione di un Demone illuso.>>
Poi si rivolse a Xaphan. <<Tu, Diavolo Accusatore, che ti considerì il Super...demone? In ogni caso, vedo che il tuo umano crede di averti evocato. È dunque un occultista?>>
<<Assolutamente no. Semplicemente un vanaglorioso ed incapace che voleva l'aiuto di un Demone da tempo. Uccidere il suo Angelo Custode è stata una passeggiata.>>
<<Quanto orgoglio. Quanto orgoglio.>> Arsalan avanzò nel fuoco. L'avrebbe dovuto ferire terribilmente, ma... lui lo ignorò. <<Quanto orgoglio ingiustificato per un Angelo Caduto. Credi davvero di aver dato fuoco al Paradiso, o è un'altra menzogna?>>
<<...eh?>>
L'Angelo alzò la Spada e indicò il corpo di fronte a sé, l'anima corrotta da un demone. <<Xaphan. Ho sentito parlare di te. Non hai mai effettivamente dato fuoco al Paradiso, perché sei stato schiacciato prima. Lo ricordi, vero?>>
<<No, no, no! Di cosa parli, Angelo? Io- ho incendiato tutte le sfere celesti! Ho distrutto il Trono di Dio, sì!>>
<<Dunque, è una delusione che hai inventato, perché tale è il tuo orgoglio.>>
<<Silenzio! Non accetto un'altra parola!>>
<<D'accordo, ma lasciami dire un'ultima cosa. Un nemico più disgustoso di te?>>
Fece un gesto del braccio, e muovendo l'aria, spense il fuoco davanti a sé, creando un sentiero.
<<Non l'ho mai incontrato.>>
Arsalan corse in avanti.
<<Dannato scarabeo!>> Dalle sue mani uscirono fiamme che si mossero come corde, legando la Spada Sacra e impedendogli di muoverla. <<Cadi di fronte al mio->>
Lui la lasciò andare e tirò un pugno.
...Xaphan fu lanciato all'indietro, fuori dal cortile, fino ad un muro dall'altro lato della strada.
<<Ngh... Tu...>>
L'Angelo apparve immediatamente di fronte a lui.
Bloccò una mano che voleva dargli fuoco.
Bloccò l'altra mano che voleva dargli fuoco.
Poi tirò quel demone per il collo, e lo sbatté contro un lampione.
<<Ouch.>> commentò Jacob da sopra il tetto della chiesa.
Sotto la luce esitante del palo, Arsalan infine diede il colpo finale, al punto più debole del proprio avversario.
Un colpo all'orgoglio. <<Ho vinto.>>
Xaphan alzò una mano e provò a sfregare due dita insieme per accendere un fuoco. L'Angelo le ruppe.
Il Giudice scese dal tetto su cui si trovava.
Senza nemmeno voltarsi, disse ai cultisti dietro di sé: <<Il vostro Superuomo è stato sconfitto. Vi siete inchinati ad un umano come gli altri. E poiché a superarlo sono stato io, o meglio, il mio Angelo, vi dò un ultimo ordine, come nuovo Supermaestro.>> Si incamminò verso l'uscita del cortile. <<Siate altruisti. E non lasciate che nessuno vi dica il contrario.>>
Il ragazzo apparve accanto ad Arsalan e il Demone.
<<Maledetti... maledetti...>>
<<Jacob, sai cosa devi fare.>> L'Angelo gli passò la Spada. <<Uccidilo.>>
<<Lo farò.>> rispose.
Stavolta, sentiva di poterlo fare.
Quell'uomo, e quel Demone... emanavano qualcosa che non sopportava.
Non voleva credere che qualcuno credesse nell'esatto contrario dell'altruismo come filosofia di vita, forse. Oppure gli dava fastidio il suo vantarsi.
In ogni caso, alzò la lama.
Guardò quel corpo. Poteva tagliare il collo, e finirla lì.
<<...non mi farò mai uccidere da un altro uomo.>>
Prima che Jacob potesse abbassare la Spada, il Supermaestro si morse la lingua, e sputò fuoco sulle gambe del ragazzo.
Quello gridò, spaventato, mentre il Supermaestro usava le ultime energie dategli da Xaphan per fuggire. Presto scomparve dalla vista dei due.
<<Arsalan?! Potresti->> urlò Jacob.
L'Angelo chiuse le fiamme nella propria mano, spegnendole.
Come prima, si bruciò nel farlo.
Non importava - il nemico era scappato.
<<Un Demone debole, ma era bravo in una cosa...>> disse Arsalan <<Questo fuoco potrebbe ferire persino gli Angeli di alto livello.>>
<<"Era"? Quel tipo è ancora vivo, e sta scappando. Dobbiamo fermarlo!>> ribatté il ragazzo.
Ma l'altro scosse la testa. <<Non serve. Ti sei accorto di dove sono andati i membri del suo culto?>>
<<...uh?>> Diede un'occhiata nel cortile.
La chiesa ora era vuota.
<<Ormai non è più capace di far nulla. Se ne occuperanno loro.>> L'Angelo fissò la propria mano ferita. <<Le senti anche tu? Sirene dei pompieri. Lasciamo si occupino loro di spegnere il fuoco nel cortile e sul campanile. Noi... andiamo a casa.>>
Il Giudice invece guardava la notte intorno a sé. Da un lato, la luce delle enormi fiamme lo accecava.
Ma se si girava... verso la porta, da cui era uscito il culto, c'era solo buio.
Un buio che temeva.
In un palazzo proprio come quello, qualcuno lo stava cercando per ucciderlo.
C'erano altri Diavoli Accusatori.
Un Demone con poteri superiori ai suoi. Un Demone che l'avrebbe ferito con qualcosa di peggio di un fuoco infernale.
"Ormai è troppo tardi. Sono ricercato. Liberarmi di Arsalan sarebbe la mia condanna."
Dimenticò la metropoli, e i suoi pericoli. Dimenticò il futuro, e gli ostacoli che avrebbe incontrato.
C'erano solo loro due.
"...lui è l'unico che può proteggermi."
<<Andiamo a casa.>> ripeté il ragazzo.
E quella notte, si concluse così.
Almeno, per loro.
L'uomo conosciuto come Supermaestro si fermò a poco più di trenta metri di distanza. Era stato ferito terribilmente, anche se non abbastanza da ucciderlo. Nessuna ferita inflitta dagli Angeli Custodi poteva uccidere.
<<Maledetti... come hanno osato ferire me... il Superuomo...>> tossì un po' di sangue. <<Xaphan... dove sei...?>>
Poi, dei passi.
Nell'oscurità, vide dei volti familiari.
<<Siete... siete davvero voi?!>> Sul suo volto apparve un sorriso. <<Hah! Sapevo che la fortuna del Demone non mi avrebbe mai abbandonato! Aiutatemi, amici miei, poiché sono il Superuomo a cui dovete tutto!>>
<<No.>> rispose la donna davanti a lui.
Questo fece svanire il sorriso. <<...co... come?>>
<<Non sei più il Superuomo. Sei stato sconfitto. Praticamente ti hanno ucciso.>> continuò quella <<Non sei altro che spazzatura, ora.>>
Il Supermaestro fece del suo meglio per tenere la schiena dritta. Sopportò il dolore nello stomaco. <<Ma- ma- andiamo! Non potete fare un favore a un uomo ferito? Non avete compassione nei vostri cuori? Quell'Angelo sicuramente farebbe così!>>
<<Ah. Ora credi nell'altruismo.>>
Tutti gli ex-cultisti si misero intorno a lui, fissandolo con uno sguardo coperto dal buio.
Eppure riusciva a riconoscere l'emozione che contenevano. Disprezzo. Odio. Disgusto.
L'uomo sentì qualcosa scendere la propria schiena. Sudore, o forse la paura stessa era lì con lui.
<<Allora, vecchio Supermaestro, faremo come ci hai insegnato.>> disse la donna <<Faremo quel che ci hai detto di fare agli scarabei che credono nell'altruismo.>>
Una seconda luce, oltre a quella della luna e delle stelle, illuminò la strada.
Fuoco.